Mercoledì 07 Maggio 2014, S. Flavia, Fulvio, Augusto, Virginia Anno III – Numero 404 AVVISO 1. Ordine: Corsi ECM Proverbio di oggi…….. Chi fraveca e sfraveca nun perde maje tiempo Notizie in Rilievo ORDINE: Corsi ECM Gratuiti Scienza e Salute Nel prossimo fine settimana presso la sede dell’Ordine si terranno due corsi ECM. 2. Batteri pericolosi? Si uccidono con una Tshirt 3. Stitichezza: per risolvere, ora c’è la pillola… che vibra Prevenzione e Salute 4. Gli alimenti ricchi di fosfati fanno aumentare la pressione del sangue 5. Nuovo farmaco per la cura della Trombosi Venosa Profonda e dell’Embolia Polmonare Alimenti e Salute 6. Mangiare il pesce è come il Prozac Meno depressione ma solo nelle donne 7. Il caffè aiuta la vista: uno al giorno per combattere le malattie degli occhi LUOGO : tutti i corsi inizieranno alle ore 9.00 e si terranno presso la sede dell’Ordine Data Argomento C.F. Sabato 10 5 Farmaci Innovativi del PHT Maggio Domenica 11 IX° Edizione - I° Parte: Corso (BLSD) Teorico Pratico di Maggio rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione cardiaca 10 (IX° Edizione, precoce semiautomatica I° Parte) Domenica 25 Maggio ( IX ° Edizione, II° Parte) COME PARTECIPARE: 1. prenotarsi sul sito dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it 2. o iscriversi direttamente Sabato / Domenica mattina presso la sede dell’Ordine dove si terrà il corso. Nuovo farmaco per la cura della Trombosi Venosa Profonda e dell’Embolia Polmonare La FDA ha approvato il farmaco dabigatran etexilato nel trattamento della Trombosi Venosa Profonda (TVP) e dell’Embolia Polmonare (EP). Grazie al farmaco, pare sia possibile ridurre il rischio di recidiva di entrambe le patologie in pazienti trattati in acuto con un anticoagulante parenterale (iniettivo) per 5-10 giorni. “Il tromboembolismo venoso (TEV) è la terza malattia cardiovascolare più comune dopo l’infarto miocardico e l’ictus. Circa un terzo delle persone colpite da TVP o EP hanno una recidiva entro 10 anni”. “Il profilo di efficacia e sicurezza del farmaco nella riduzione del rischio di ictus in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare è ben consolidato. (sani e Belli) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 404 ALIMENTI E SALUTE MANGIARE IL PESCE È COME IL PROZAC MENO DEPRESSIONE ma solo nelle DONNE Il "male di vivere" si combatte a tavola con salmone e acciughe Salmone alla piastra, tonno in agrodolce e acciughe sott'olio, ecco un menu da leccarsi i baffi che potrebbe essere ideale contro la depressione. Mangiare il pesce, almeno due volte a settimana, può aiutare a tenere a distanza il disturbo ma solo se si è donne. Questi i risultati di uno pubb. su American Journal of Epidemiology. Grazie agli omega-3 - Il rischio di depressione appare ridotto del 25% tra il sesso femminile, mentre gli uomini non traggono alcun vantaggio dal consumo di pesce. Questo perché gli alti livelli degli acidi grassi omega-3 possono combinarsi con estrogeni e progesterone, gli ormoni sessuali femminili. Studio: Benefici in rosa - "Per le donne, ogni portata settimanale in più di pesce ha ridotto i rischi di sviluppare depressione del 6%. Negli uomini non è stato riscontrato alcun beneficio. Ciò può essere dovuto al fatto che gli uomini assumono omega-3 principalmente da altri alimenti o, in alternativa, che ci sono delle interazioni tra gli ormoni sessuali e gli acidi grassi". (Salute, Tgcom24) IL CAFFÈ AIUTA LA VISTA: UNO AL GIORNO PER COMBATTERE LE MALATTIE DEGLI OCCHI Secondo uno studio coreano-americano, la comune bevanda contiene potenti antiossidanti che possono svolgere un ruolo nella prevenzione delle patologie oculari legate all'età Un caffè al giorno aiuta la vista. Uno studio dell'Università americana Cornell, ha dimostrato come i potenti antiossidanti presenti nella bevanda possono svolgere un ruolo nella prevenzione delle malattie oculari legate all'età e la degenerazione della vista. Gli scienziati hanno mostrato come l'acido clorogenico somministrato abbia avuto effetti positivi sulla retina. Che il caffè assunto con moderazione abbia dei benefici è cosa nota: studi precedenti hanno dimostrato come riduca il rischio di malattie croniche come il morbo di Parkinson, il cancro alla prostata, il diabete, il morbo di Alzheimer e più in generale il declino cognitivo correlato all'età. L'acido clorogenico funziona nei topi - Questa ricerca, invece, ha scoperto che la popolare bevanda porta benefici agli occhi. Nello studio gli occhi dei topi sono stati trattati con l'ossido di azoto, che porta alla degenerazione della retina. I ratti pre-trattati con l'acido clorogenico CLA non hanno riportato danni alla retina. In futuro un collirio? - Dal momento che gli scienziati sanno che il CLA ed i suoi metaboliti vengono assorbiti dal sistema digestivo umano, il prossimo passo di questa ricerca è quello di determinare se bere il caffè dia effettivamente benefici diretti alla retina. Se i futuri studi dimostreranno ulteriormente l'efficacia dell'acido clorogenico, si potrebbero creare composti sintetici assumibili come collirio. (Salute, Tgcom24) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 404 PREVENZIONE E SALUTE GLI ALIMENTI RICCHI DI FOSFATI FANNO AUMENTARE LA PRESSIONE DEL SANGUE Attenzione ai cibi ricchi di sostanze come i fosfati perché fanno aumentare la pressione arteriosa e il rischio di malattie cardiovascolari, nonché le calcificazioni vascolari Ci sono alimenti che possono davvero far potenzialmente male. E non stiamo parlando del solito cibo spazzatura, o quello ricco di grassi o zuccheri, ma di cibi che possono passare inosservati. Sono i cibi che contengono consistenti quantità sostanze come fosfati, calcio e sodio. L’accumulo nel corpo di questi componenti è stato collegato al rischio di ipertensione (o pressione alta), calcificazione delle arterie e malattie cardiovascolari. Il fattore di rischio è, a sua volta, associato ai livelli dell’ormone FGF23, che s’innalza proprio grazie a una dieta ricca di fosfati. I cibi che sono naturalmente ricchi di fosfati sono il formaggio fuso (formaggini, fette e simili), il formaggio grana – o parmigiano – le bevande tipo Cola, il lievito e altri cibi più elaborati. I fosfati sono ampiamente utilizzati nell’industria alimentare come conservanti e stabilizzanti del pH. Il problema è che quando si assumono grandi quantità di fosfati viene stimolata la produzione dell’ormone FGF23. E proprio questo ormone si ritiene abbia un effetto negativo sul sistema cardiovascolare. «Il nostro consumo di fosfato è rilevante per il nostro stato di salute», avverte il prof. Reinhold Erben, il capo dell’unità di Fisiologia, Fisiopatologia e Biofisica presso l’Università Vetmeduni di Vienna. Durante lo studio, i ricercatori hanno trovato che FGF23 svolge un cosiddetto effetto di conservazione del sodio, ossia che controlla il riassorbimento nei reni del sodio filtrato. I test condotti su modello animale hanno mostrato che quelli privi di FGF23 espellono una maggiore quantità di sodio con le urine, con conseguente abbassamento della pressione sanguigna. Al contrario, i soggetti con alti livelli di FGF23 presentano alti livelli di sodio nel sangue e una conseguente elevata pressione sanguigna. «Nei pazienti con malattia renale cronica – sottolinea Erben – sia i livelli di fosfato che i livelli di FGF23 sono cronicamente elevati. Questo spesso porta a malattie cardiovascolari». Il problema dei depositi di calcio, poi, era già stato evidenziato in un precedente studio condotto dallo stesso team e pubblicato anch’esso sulla rivista EMBO Molecular Medicine. Qui, il prof. Erben e colleghi hanno dimostrato che FGF23 controlla anche i livelli di calcio. Al pari del sodio, il calcio è filtrato nei reni e riassorbito nel corpo. Ma se questo riassorbimento non avviene, il corpo perde il calcio. In più, alte concentrazioni di FGF23 portano a un aumento dei depositi di calcio da parte dei reni che si traduce in calcificazione vascolare. Ecco dunque come la scelta dei cibi possa essere fondamentale anche nel caso dell’ipertensione e le malattie vascolari indotti da un eccesso di sostanze che, in altri casi, sono utili all’organismo. (Salute, La Stampa) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 404 SCIENZA E SALUTE BATTERI PERICOLOSI? SI UCCIDONO CON UNA T-SHIRT L’università di Melbourne è riuscita a produrre un tessuto antibatterico in grado di uccidere due ceppi batterici mortali in pochi minuti Scienziati ritengono di poter combattere i batteri nocivi utilizzando l'argento in combinazione con i tessuti. Non sono pochi i batteri a essere seriamente pericolosi per la nostra salute. Senza considerare il fatto che molti ceppi sono diventati ultra-resistenti alla stragrande maggioranza degli antibiotici. Per tale motivo, sempre più scienziati stanno cercando di trovare una soluzione al problema. Soluzione che si spera possa essere rapida, semplice e indolore. A tal proposito si sono dati da dare i ricercatori dell’Università di Melbourne, che potrebbero aver inventato qualcosa per dire finalmente addio alle gravi infezioni batteriche. La loro idea è di sfruttare le proprietà dell’argento, da tempo noto antibatterico. Non sempre, però, la soluzione ideale potrebbe essere l’assunzione orale. In certi dosi e in certi soggetti, infatti, potrebbe risultare tossica. Ecco così che gli scienziati hanno trovato un’idea per ovviare al problema: produrre un tessuto che contenga anche le virtù antibatteriche dell’argento. Ed è proprio tale tessuto che sembra essere in grado di eliminare forme mortali di Escherichia coli e Stafilococco aureo in soli dieci minuti. Ma il tessuto cui hanno dato vita può includere una grande varietà di prodotti: medicazioni varie, cerotti, camici chirurgici, lenzuola eccetera. «E’ noto negli ultimi 100 anni che l’argento è antibatterico – spiega il Prof. Vipul Bansal, dalla Scuola di Scienze Applicate della RMIT University – Il metallo d’argento, quando entra in contatto con i fluidi corporei, rilascia ioni di argento e questi ioni che sono in realtà tossici hanno proprietà antimicrobiche e antibatteriche. Invece di usare ioni di metallo argento, abbiamo sviluppato un nuovo materiale chiamato TCNQ Silver che rilascia questi ioni d’argento molto lentamente, così l’effetto antibatterico è a lungo termine». Il prof. Bansal afferma che questo tipo di materiale sia idoneo per essere sfruttato come rivestimento di un tessuto e che ha una forza talmente radicata che resiste persino ai lavaggi. Il tessuto ordinario viene immerso in una soluzione speciale per offrire al capo tutte le proprietà antibatteriche che occorrono. «Abbiamo dimostrato che possiamo produrre fino a un metro [di tessuto] in un colpo solo, con questo semplice processo di immersione – aggiunge Bansal – Abbiamo anche preso una delle nostri vecchie magliette già usate, immerse nella soluzione e l’intera T-shirt è diventata di questo materiale quindi è un processo piuttosto efficiente». Per ora la T-shirt resta off-limits per l’uso fino alla conferma dei test che il materiale non abbia alcun effetto negativo sulle cellule umane. Si precisa che la ricerca sta già andando avanti da un anno, in collaborazione con CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation). I documenti relativi al materiale utilizzato sono stati pubblicati su Advanced Functional Materials, una delle più prestigiose riviste del settore. (Salute, La Stampa) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 404 SCIENZA E SALUTE STITICHEZZA: PER RISOLVERE, ORA C’È LA PILLOLA… CHE VIBRA Il problema costipazione o stitichezza riguarda molte persone che non riescono a evacuare con regolarità. La stitichezza non è solo un fastidioso problema, ma potrebbe anche essere preludio a malattie più gravi. Scienziati israeliani hanno ora ideato la capsula che vibra nel colon che promette di risolvere senza l’uso di farmaci. Solo in Italia sono centinaia di migliaia le persone che soffrono di stipsi, o stitichezza, sia occasionale che cronica: si ritiene che questa condizione colpisca circa il 10-15% delle persone – in particolare le donne. Per tutti, spesso il ricorso è a farmaci o rimedi empirici che tuttavia non funzionano sempre e in ogni caso, o hanno comunque effetti collaterali. In soccorso di chi ha questo genere di problemi arrivano gli scienziati israeliani che stanno testando una capsula che, letteralmente, vibra all’interno del colon, imitando e favorendo la peristalsi (ossia il movimento interno dell’intestino che sottende alla funzione di evacuazione). L’idea dei ricercatori è che questa capsula, con il suo movimento vibrante, favorisca la frantumazione delle scorie di cibo che dovrebbero passare più facilmente attraverso il colon, favorite proprio dal movimento ondulatorio della peristalsi. Il dott. Yishai Ron, del Tel-Aviv Sourasky Medical Center, ha iniziato a testare la pillola su 26 pazienti con problemi di stipsi, e che andavano in bagno soltanto due volte a settimana, in media. I risultati dello studio sono stati presentati dallo stesso Ron al “Digestive Disease Week®” (DDW) tenutosi a Chicago dal 3 al 6 maggio 2014. Questi mostrano che nei pazienti con costipazione idiopatica cronica (CIC) e costipazione predominante da sindrome dell’intestino irritabile (IBS-C), la capsula vibrante è stata in grado di raddoppiare i movimenti intestinali settimanali. «Nonostante l’uso diffuso di farmaci per trattare la costipazione, quasi il 50% dei pazienti sono insoddisfatti del trattamento sia a causa degli effetti collaterali, di problemi di sicurezza circa l’uso a lungo termine, o il fatto che semplicemente non funzionano». I partecipati a questo studio pilota hanno assunto la capsula vibrante due volte alla settimana e hanno nel frattempo compilato, ogni giorno, un questionario circa il movimento intestinale quotidiano e l’uso di lassativi. Tutti i pazienti erano stati inizialmente sottoposti a un periodo preliminare di due settimane senza impiego di lassativi. Dai dati raccolti si è trovato che i pazienti avevano avuto un aumento dei movimenti intestinali spontanei da due a quattro volte alla settimana, così come una diminuzione dei sintomi di costipazione, tra cui la difficoltà nel transito delle feci e l’evacuazione incompleta. Lo studio ha anche trovato che vi erano minimi effetti collaterali derivanti dall’uso capsula. In termini tecnici, la capsula ospita un piccolo motore al suo interno che è programmato per iniziare vibrante sei-otto ore dopo l’ingestione. Le stimolazioni meccaniche prodotte dalla capsula provocano le contrazioni dell’intestino che favoriscono il movimento delle feci attraverso il tratto digestivo, così come dovrebbe avvenire in modo naturale quando l’intestino funziona bene. «A volte, le terapie farmacologiche danno più problemi che sollievo per questi pazienti – I risultati di questo studio indicano la possibilità di un trattamento alternativo che evita i tipici effetti collaterali dei farmaci, come gonfiore e squilibrio elettrolitico, imitando la fisiologia naturale del corpo». (La Stampa)