Anno III – Numero 416 Venerdì 23 Maggio 2014, S. Desiderio AVVISO Ordine: 9 Giugno p.v. Serata di Burraco: Beneficenza 'O cane mozzeca semp' 'o stracciato ORDINE: Corsi ECM Gratuiti Notizie in Rilievo In tabella i prossimi due corsi ECM che si terranno presso la sede dell’Ordine. Scienza e Salute 1. Cancro alla prostata: malattia sessualmente trasmessa? 2. Due caffè al giorno combattono la cirrosi epatica Proverbio di oggi…….. Data Argomento Sabato 24 Conoscere e curare il mal di testa 6 Maggio Sabato 31 La pelle che non ti aspetti: 5 Maggio gli inestetismi cutanei COME PARTECIPARE: 1. prenotarsi sul sito dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it Prevenzione e Salute 2. o iscriversi direttamente Sabato mattina presso la sede dell’Ordine, ore 9.00, dove si terrà il corso. 3. Allarme Onu: è boom di droghe sintetiche legali tra i giovani 4. Infezioni ospedaliere: stop al saluto con stretta di mano C.F. ALLARME ONU: È BOOM DI DROGHE SINTETICHE LEGALI TRA I GIOVANI Nel mondo ci sono 348 nuove sostanze stupefacenti non proibite che producono gli stessi effetti di quelle illegali Alimenti e Salute "Le droghe sintetiche stanno registrando un'espansione senza precedenti". A lanciare l'allarme è l'agenzia Onu per la droga e il crimine che, nel suo rapporto annuale, sottolinea come sia in crescita esponenziale lo "sballo legale", ossia la Salute e Benessere diffusione di quelle sostanze non proibite che producono gli stessi effetti di 6. Immunodeficienze, quelle illegali. Nel mondo ci sono 348 nuove droghe legali. colpite 6 mln di persone Le droghe legali più diffuse quelle che imitano la cannabis ma poche diagnosi Le sostanze più diffuse sono quelle che imitano gli effetti della cannabis, passate da 60 nel 2012 a 110 nel 2013. In Italia sono poco utilizzate ‐ In Europa nel 2011 il 4,8% dei ragazzi dai 15 ai 24 anni ha fatto uso di droghe legali. Per fortuna in Italia il consumo si attesta solo allo 0,8%. Nessuna sorpresa per quanto riguarda le droghe sintetiche "tradizionali": la più comune rimane l'anfetamina, seguita da ecstasy e metanfetamina. (Salute, TGcom24) 5. Troppi coloranti nei cibi industriali, soprattutto in quelli per i bambini SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E‐MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 416 SCIENZA E SALUTE CANCRO ALLA PROSTATA: MALATTIA SESSUALMENTE TRASMESSA? Si stanno accumulando prove scientifiche che le infezioni da «Trichomonas» (un parassita) potrebbero favorire la nascita di tumori Il cancro alla prostata potrebbe essere una malattia sessualmente trasmessa. Lo ipotizza un gruppo di ricercatori italiani, americani e argentini che hanno appena pubb. le proprie osservazioni sulla rivista scientifica Pnas. Secondo gli studiosi il germe in questione, trasmesso appunto attraverso i rapporti sessuali, è il Trichomonas vaginalis: sarebbe lui a favorire la comparsa della malattia. Non si tratta di un virus ma di un protozoo ed è molto diffuso in tutto il mondo: ne sono infette almeno 275 milioni di persone. Pochi sintomi. Il Trichomonas provoca infezioni genitali che spesso passano inosservate: a volte non danno sintomi, altre volte disturbi modesti come prurito, bruciore , problemi a urinare, e perdite, soprattutto nelle donne, con uno sgradevole odore di pesce. Ma possono però dare origine a uno stato di infiammazione cronica, la quale, a sua volta può favorire la comparsa del cancro alla prostata. Lo studio in questione non è il primo a dimostrare una correlazione fra tricomoniasi e cancro prostatico: già nel 2009 una ricerca pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute aveva dimostrato che un quarto degli uomini affetti da questa neoplasia presentavano infezioni da Trichomonas ed erano quelli con le forme più gravi di malattia. Ma è il primo studio che cerca di spiegare il perché, anche se non rappresenta la prova definitiva e sono necessarie altre indagini per confermare un reale rapporto di causa‐effetto. «Colpa» di una proteina: I ricercatori hanno individuato una proteina, prodotta dal Trichomonas, che è simile a un fattore, prodotto invece dall’organismo umano, che inibisce la migrazione dei macrofagi (un particolare tipo di cellule immunitarie). E hanno dimostrato che questa proteina favorisce la proliferazione delle cellule e stimola l’infiammazione. Sarebbe, dunque, una specifica proteina prodotta dal parassita a innescare il processo che porterebbe al cancro. Ma queste prove, avvertono gli esperti, sono state, per ora, ottenute solo in esperimenti di laboratorio. Fattori di rischio. Il tumore alla prostata è uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile e rappresenta circa il 15% di tutte le neoplasie diagnosticate nell’uomo: le stime, relative all’anno 2012, parlano di 36.300 nuovi casi all’anno in Italia. Ecco perché gli sforzi dei ricercatori sono indirizzati a scoprire eventuali situazioni predisponenti. L’infezione da Trichomonas potrebbe essere uno di questi. Ma, avvertono gli esperti, esistono altri fattori di rischio che possono favorire la malattia: è un puzzle che deve ancora essere composto. (salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 416 PREVENZIONE E SALUTE DUE CAFFÈ AL GIORNO COMBATTONO LA CIRROSI EPATICA L'effetto è però valido solo nei casi non associati al virus dell'epatite Bere almeno due tazze di caffè al giorno protegge il fegato dalla cirrosi di origine non virale. A svelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Hepatology da un gruppo di ricercatori coordinato da Woon‐Puay Koh della National University di Singapore, secondo cui il rischio di morire a causa di una cirrosi non associata a infezioni virali può diminuire ben del 66%. I ricercatori hanno analizzato i dati riguardanti l'alimentazione, lo stile di vita e la storia medica di più di 63 mila cinesi residenti a Singapore di età compresa fra i 45 e i 74 anni. Ne è emerso che i consumatori di caffè hanno una probabilità inferiore a causa di una cirrosi associata ad epatiti di origine non virale, come quelle derivanti da una steatosi epatica non alcolica. Non è invece stata rilevata alcuna associazione tra il consumo di caffè e la mortalità per cirrosi associate all'epatite B. “Questi risultati – ha sottolineato Koh – risolvono l'apparente conflitto fra i risultati sull'effetto del caffè sulla mortalità per cirrosi epatica ottenuti da studi occidentali e asiatici. I nostri studi – ha precisato il ricercatore – suggeriscono che mentre i benefici del caffè possono essere meno evidenti nella popolazione asiatica laddove l'epatite B cronica di origine virale è attualmente predominante – ha spiegato Koh – il loro ruolo dovrebbe cambiare dal momento in cui l'incidenza della cirrosi associata all'epatite non virale è atteso aumentare in queste regioni insieme all'aumento della ricchezza e degli stili di vita occidentalizzati nelle fasce più giovani della loro popolazione. (Salute, Sole24ore) TROPPI COLORANTI NEI CIBI INDUSTRIALI, SOPRATTUTTO IN QUELLI PER I BAMBINI Molti cibi industriali come cereali per la prima colazione - specie quelli destinati ai più piccoli, dolciumi, ghiaccioli, ma anche scatolame contengono diversi coloranti, molto più di quanto il consumatore possa sospettare. È quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista Clinical. Di recente la stessa ricercatrice ha pubblicato un analogo studio sulle bibite. I coloranti che possono dare reazioni allergiche e che in alcuni studi sono stati anche associati a sintomi come iperattività e deconcentrazione, sono usati soprattutto per rendere il prodotto più appetibile e più attraente, specie quando è indirizzato ai più piccoli. Non a caso proprio alcuni tipi più famosi di cereali per bambini sono risultati molto «ricchi» di vari tipi di coloranti, fino a 41 mg di un certo colorante per porzione. I cibi più “colorati” (pensiamo solo a caramelle e ghiaccioli), sono ovviamente anche i meno nutrienti e insalubri per i bambini, un motivo ulteriore per orientarne al meglio la scelta alimentare verso prodotti più naturali e con meno additivi. (Salute, Secolo XIX) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 416 DERMATITE E SALUTE DERMATITE DA SMARTHPONE: COLPA DEL NICHEL Chiazze, prurito e bolle principalmente su orecchie, collo, viso e mani possono essere ricondotte all’abuso di strumenti elettronici, fonte di allergeni. Uno studio ha individuato anche un aumento di casi di dermatite allergica da contatto Ci si chiede da anni se l’odierno abuso di cellulari e apparecchi elettronici possa danneggiare la salute, soprattutto quella del cervello per via del campo magnetico generato. Mentre gli scienziati ancora cercano delle evidenze scientifiche e un consenso unanime, si fa strada un problema ben più visibile: agli smartphone si può anche essere allergici, basta il semplice contatto. La questione è stata indagata da un team di ricercatori danesi della Copenhagen University Hospital. La dermatite allergica da contatto è una reazione immunitaria mediata da particolari cellule ‘di difesa’ (le cellule T) che si innesca quando tocchiamo, maneggiamo o semplicemente appoggiamo sul corpo oggetti contenenti alte concentrazioni di alcune sostanze ‘fastidiose’. Un braccialetto, un anello, zip o bottoni metallici degli indumenti possono, nei soggetti sensibili, essere causa di irritazione, arrossamento, prurito, secchezza estrema e bolle sulla pelle. Si stima che ne soffrano fino al 17 % delle donne e il 3% degli uomini nella popolazione generale, più comune nei bambini con un incidenza fino al 30 per cento. Tra gli allergeni imputati, il nichel e il cromo sono quelli più diffusi. Le normative europee attuali impongono una restrizione del contenuto di queste sostanze negli oggetti, tanto che oggi esiste, ad esempio, la bigiotteria nichel‐free per attutire l’impatto sulla pelle di chi la indossa. Secondo i dermatologi, però, questi controlli andrebbero estesi e intensificati anche sugli strumenti hi‐tech: non solo smartphone ma anche laptop, console dei videogames e altri accessori sono una fonte di nichel e, da quanto è emerso nell’indagine condotta, sembrano essere associati a un limitato numero di casi di reazioni allergiche epidermiche su mani, viso, orecchie, collo e cosce (ovvero, dove molti appoggiano il computer portatile o il telefonino). Data la crescita enorme nell’utilizzo di questi apparecchi elettronici, spiegano i ricercatori, pediatri e allergologi si possono aspettare un aumento dei casi nel prossimo futuro. (OK, Salute e Benessere) Infezioni ospedaliere: stop al saluto con stretta di mano La proposta dalle pagine della rivista scientifica Jama: vietare la stretta di mano in ospedale per contrastare la diffusione di infezioni. E' più sano e sicuro salutare con un inchino Contro le infezioni negli ospedali sarebbe bene vietare di stringere la mano agli altri. Lo afferma Mark Sklansky dell'Univ. della California, in un editoriale pubblicato dalla rivista Jama. Molto meglio l'inchino, tipico della cultura asiatica. La stretta di mano, infatti, sarebbe un veicolo ideale per diversi germi, compreso il Clostridium difficile, uno dei più temuti negli ospedali. Dei divieti opportuni potrebbero limitare questa pratica importante a livello sociale, esattamente come è vietato fumare nei luoghi pubblici. «Le "handshake free zone" dovrebbero essere stabilite insieme a un programma educazionale che ne spieghi i motivi e con un'appropriata segnaletica che indichi che la decisione è presa per salvaguardare la salute». (OK, Salute e Benessere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 416 Immunodeficienze, colpite 6 mln persone ma poche diagnosi Nuova terapia per via sottocutanea a casa una volta al mese Otto o più infezioni nel corso di un anno, mesi di cure antibiotiche senza effetto, afte persistenti e, nel caso dei bambini, uno scarso aumento di peso. Sono questi alcuni campanelli d'allarme che, secondo gli esperti, potrebbero portare a una diagnosi di immunodeficienza primitiva, che racchiude in se' un gruppo di malattie rare, congenite e croniche causate da alterazioni del sistema immunitario che comportano una maggiore suscettibilità alle infezioni. Nel mondo a soffrirne sono 6 milioni di persone (5mila delle quali in Italia se si considerano anche le forme di immunodeficienza secondarie, che consistono in una compromissione del sistema immunitario dovuta a una malattia)ma solo una piccola percentuale è censita nei registri internazionali delle immunodeficienze. Secondo l'Ipopi, l'Associazione Internazionale dei Pazienti con Immunodeficienze Primitive, sono solo 27‐60mila i pazienti che ricevono una diagnosi corretta. Se ne è parlato a Roma, all'incontro "Immunodeficienze, il futuro e' oggi". Una diagnosi precoce è importante ‐ è stato sottolineato ‐ perché tutte le immunodeficienze primitive possono essere trattate. Quanto prima viene iniziata la terapia, evidenziano infatti gli esperti, maggiore è la probabilità di evitare che le infezioni provochino danni irreparabili all'organismo. Le forme di immunodeficienza associate a una carenza di anticorpi vengono solitamente trattate con un apporto periodico di immunoglobuline sia per via endovenosa che per via sottocutanea, con il vantaggio nel primo caso di poter somministrare una maggiore quantità di immunoglobuline e nel secondo di poter effettuare le terapie a domicilio. Esiste però ora una modalità terapeutica nuova, che e' possibile effettuare una volta al mese, per via sottocutanea, stando a casa, grazie a una tecnologia di "drug delivery" che facilita dispersione e assorbimento delle immunoglobuline. (Ansa.it).