Anno III – Numero 419 AVVISO Ordine: 9 Giugno p.v. Serata di Burraco: Beneficenza Notizie in Rilievo Scienza e Salute 1. Il peperoncino allunga la vita, «stoppando» il dolore 2. Gli smartphone danno “dipendenza affettiva” ai ragazzi Mercoledì 28 Maggio 2014, S. Emilio Proverbio di oggi…….. Chi se mette appaura, nun se cocca cu ‘e femmene belle (Nella vita bisogna anche osare) IL PEPERONCINO ALLUNGA LA VITA, «STOPPANDO» IL DOLORE Cucina messicana? Oppure una semplice spaghettata con aglio, olio e peperoncino? E se il segreto della longevità fosse scritto nel piatto? Più precisamente, secondo i ricercatori, nelle spezie piccanti? Peperoncini di tutti i tipi e di tutte le provenienze, paprika. Vale a dire tutti i prodotti che contengono capsaicina, sostanza che interrompe la segnalazione del dolore. Infatti, proprio da questo meccanismo, i ricercatori dell'Univ. della California sono partiti a Prevenzione e ritroso per capire se bloccando le vie di segnalazione Salute biochimica del dolore nell'organismo si possa, in 3. Endometrio: se la diagnosi è precoce basta realtà, anche allungare la vita. un intervento chirurgico Lo studio, pubblicato su Cell, ha dimostrato che inibendo un recettore del 4. .Che dice il dolore nel dolore chiamato Trpv1 in un gruppo di topi, questi vivevano più a lungo, il 14% sesso in più rispetto al campione di controllo. 5. Sos ultravioletti la protezione non è un Inoltre i roditori mostravano di essere maggiormente in salute di altri: più optional. protetti dal tumore e con un metabolismo più efficiente. L'ipotesi dei ricercatori è che il dolore non sia quindi solo un “sintomo” delle Domanda e malattie o dell'invecchiamento, ma possa contribuire esso stesso a Risposta danneggiare cellule e tessuti. “Bloccando il recettore del dolore – non 6. Perché alcune canzoni si fissano in testa? riusciamo solo a stoppare il dolore, ma possiamo anche allungare la vita”. Un primo passo verso la comprensione del dolore, quindi, e della sua funzione biologica. La capsaicina, oltre in cucina, è usato come rimedio medico per le nevriti, sotto forma di creme. Metodi fai-da-te per allungare la vita? Per i ricercatori americani un pizzico di peperoncino tritato è una buona mossa: la capsaicina a dosi regolari previene le malattie del metabolismo che si presentano con l'età. Ed è un piccante rimedio per vivere più a lungo. (Salute, Sole 24ore) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 419 PREVENZIONE E SALUTE ENDOMETRIO: SE LA DIAGNOSI È PRECOCE BASTA UN INTERVENTO CHIRURGICO Gli specialisti americani fanno il punto su come procedere nei vari casi: radioterapia esterna, brachiterapia o chemioterapia a seconda degli stadi di malattia. Quando serve davvero la radioterapia per curare il tumore all’endometrio? E quale tipo di irradiazione è più indicata nei vari stadi di malattia? Per rispondere a queste domande in modo definitivo e univoco sono disponibili delle nuove linee guida sul sito della rivista ufficiale Practical Radiation Oncology. «Negli ultimi 5 anni c’erano state diverse discussioni su cosa fosse meglio fare. Ora abbiamo fatto chiarezza, indicando in modo preciso qual è la cura migliore per ciascun paziente». Linee guida per scegliere la cura più efficace: «Fortunatamente in molti casi il carcinoma endometriale viene diagnosticato agli stadi iniziali quando per curarlo è sufficiente il solo intervento chirurgico - spiega Paolo Scollo, pres. della Società italiana di oncologia ginecologica e dir. dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia all’ospedale Cannizzaro di Catania -. In circa un terzo dei casi però, a seconda dello stadio e della diffusione della malattia, è necessario sottoporre le pazienti a chemio o radioterapia. Proprio per stabilire in modo uniforme quale trattamento eseguire, qual è il più efficace in ciascuna condizione, servono le linee guida». Il primo punto delle nuove linee guida americane elenca infatti proprio i casi in cui non servono ulteriori cure dopo l’intervento (per es. se non c’è alcun residuo di malattia e nelle forme di cancro ai primi stadi). A seguire gli specialisti riportano le indicazioni su quando eseguire la radioterapia interna, quando invece quella esterna, quando una combinazione di entrambe e infine quando sottoporre le malate a un trattamento abbinato di radio e chemioterapia. Diagnosi precoce facile e veloce: «Oggi in Italia - si procede generalmente con brachiterapia (ovvero una forma di irradiazione endovaginale che si basa sull’introduzione di piccoli «semini» radioattivi che rilasciano radiazioni dall’interno) se il rischio di recidiva della paziente è considerato di grado intermedio; mentre si predilige la radioterapia tradizionale esterna, eventualmente con l’aggiunta di brachiterapia, se il pericolo che la malattia si ripresenti o si diffonda è più elevato». Nel nostro Paese sono circa 5mila ogni anno i nuovi casi di tumore dell’endometrio e l’età media delle pazienti è sopra i 60 anni. Sintomi: «Poiché spesso un primo segnale della presenza di questa neoplasia sono le perdite ematiche - e la maggior parte dei casi riguarda donne già in menopausa è facile avere una diagnosi precoce: fondamentale recarsi dal medico per un sanguinamento anomalo e, con una semplice ecografia, si riesce a individuare la malattia nelle fasi iniziali. A quel punto si procede con l’isterectomia, l’operazione di asportazione dell’utero, che può da sola essere risolutiva». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 419 PREVENZIONE E SALUTE CHE DICE IL DOLORE NEL SESSO A volte il dolore nel sesso, esclusi i motivi organici, racconta la difesa da una intimità indesiderata. Oltre l’aspetto organico bisogna valutare le posizioni, la durata della penetrazione, la mancanza di preliminari. Quando sono stati considerati gli elementi funzionali e situazionali si passa alla valutazione degli aspetti intrapsichici e relazionali. L’uomo racconta una ipersensibilità che dà fastidio autorizzandosi a interrompere l’atto sessuale, salvandosi da una sessualità che può ritenere incompetente o da una intimità difficile da reggere; la donna racconta il dolore e l’impossibilità autorizzandosi ad evitare il sesso, inizialmente la penetrazione, perché non ama/non si sente amata. Come si affronta il problema? Nella prima fase si cerca di capire cosa ha creato fastidio o indifferenza nella sessualità, poi si valutano i rifiuti inconsci e le ostilità. La sessualità è una relazione di intimità dove a volte si presenta il dolore per restare fedeli ad una storia laterale o per difendersi da modalità che esprimono distanza emotiva. Il dolore racconta spesso un dispiacere relazionale, di cui non sempre si è consapevoli. Il dolore sessuale può raccontare l’impossibilità di partecipare, la distanza, la voglia di chiudere. In questo caso si guida la persona e la coppia a tradurre il problema fisico in parole, ad avere il coraggio di aprire il conflitto o il bisogno di chiarezza. Sono in questi casi le parole scambiate che permettono al dolore fisico di essere risolto. (www.irfsessuologia.it) Gli smartphone danno “dipendenza affettiva” ai ragazzi Come un nuovo, tecnologico cordone ombelicale. Lo smartphone, per un numero crescente di giovani, è diventata una necessità affettiva e questa condizione li mette in una situazione critica. A sostenerlo una ricerca di Net Children Go Mobile in sei Stati europei (Italia compresa), che ha rivelato come la dipendenza sia di tipo affettivo: i ragazzi non possono fare a meno di sentimenti che provano soltanto di fronte a un touch screen. Studio: ha preso in esame le risposte fornite da 3.500 ragazzi tra i 9 e i 16 anni, provenienti da Regno Unito, Romania, Danimarca, Italia, Irlanda, Belgio e Portogallo. Il 46% dei ragazzi ha uno smartphone e il 41% lo usa per andare in rete. Alla domanda sulla dipendenza da smartphone la risposta è, per otto ragazzi su dieci: una dimostrazione d’affetto verso gli propri amici. Per quanto riguarda i bambini e i ragazzi italiani, l’86% degli intervistati tra i 9 e i 16 anni dice che grazie al telefonino si sente “più vicino ai propri amici”. La conseguenza di ciò è che privare i giovani dello strumento, punizione che a un adulto può sembrare adeguata e non particolarmente grave, per i ragazzi di oggi può equivalere a una vera tragedia, come se si impedisse loro di avere relazioni sociali tout court. Con tutte le conseguenze che ne derivano. E cresce il numero dei giovani che segnalano pericoli in rete: dal cyberbullismo all’adescamento sessuale, mentre l’accesso a Internet risulta sempre meno controllato dai genitori (solo il 57% proibisce ai figli di dare informazioni personali e solo il 56% vieta la geolocalizzazione). (Salute, Ansa) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 419 PREVENZIONE E SALUTE SOS ULTRAVIOLETTI la PROTEZIONE NON È UN OPTIONAL Occhi. Importanza delle lenti, aderenza della montatura, colore. Antiriflesso quando si guida e accorgimenti per chi ha difetti di miopia o ipermetropia IN VACANZA gli occhiali da sole aiutano a non avere problemi. La luce intensa, ricca di raggi UV, il riverbero sull'acqua al mare o in piscina, il vento e la sabbia possono mettere a rischio la salute degli occhi. Gli UV sono poi più intensi con l'altitudine, filtrano anche attraverso le nuvole e in montagna sono intensificati dall'effetto riflettente della neve. In acqua si devono invece indossare gli occhialini da piscina, per non irritare gli occhi con l'acqua salata o il cloro. Nello scegliere un paio di occhiali da sole per le ferie, si deve controllare che la montatura sia ben aderente alla radice del naso e che gli occhiali siano ampi per una protezione migliore. Quando si guida, ci sono due pericoli: l'abbagliamento dei fari e il riverbero dell'asfalto specie con la pioggia nelle ore serali. La soluzione è dotarsi di lenti antiriflesso. Difetti visivi e colore delle lenti per il sole? Per chi è ipermetrope lenti verdi o grigio verdi, per i miopi meglio marroni. Bambini e adolescenti, poi, vanno protetti ancora più degli adulti. Fino a 15 anni i loro occhi sono particolarmente delicati. Come ricordano gli esperti, è necessario che indossino occhiali da sole e cappello con visiera. I bimbi al di sotto di un anno di vita non dovrebbero mai essere esposti al pieno sole. Il loro tessuto oculare, infatti, è strutturato in modo tale da permettere una maggiore penetrazione della luce e il potere filtrante è molto inferiore rispetto a quello degli adulti. In Italia la cultura della prevenzione è però ancora poco diffusa e non sono moltissimi i bambini con gli occhiali scuri indosso. L'inconsapevolezza dell'età porta molto spesso i piccoli a cercare di rivolgere lo sguardo in modo prolungato verso il sole, con conseguenti rischi di danni alla retina. Quando il sole è a picco, verso mezzogiorno, il cristallino del nostro occhio - se si guarda il sole - fa confluire direttamente i raggi verso la zona centrale della retina, agendo come un laser. Indossare gli occhiali da sole è comunque indispensabile per proteggere gli occhi dalla luce. I rischi non mancano. Chiarisce Francesco Loperfido, resp. all'Unità Operativa di Oftalmologia dell'Osp. S. Raffaele di Milano: «Un'esposizione prolungata o impropria degli occhi ai raggi ultravioletti, può portare a cheratiti attiniche, ossia un'alterazione del fisiologico metabolismo corneale per l'eccessiva disidratazione. Assieme ad altri fattori, questa errata abitudine può essere causa dell'insorgenza progressiva dell'opacità del cristallino. O favorire alcune complicazioni a livello della retina». PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 419 Negli anziani il fastidio per la luce (fotofobia) è maggiore, sia per l'aumento dell'alterazione della quantità e qualità del film lacrimale, sia per l'insorgenza della cataratta. In questi casi è necessario proteggere la vista anche se il cielo è nuvoloso, perché l'irraggiamento degli UV è comunque presente. Si possono scegliere lenti fotocromatiche o in ogni caso lenti che assicurino un'alta percentuale di sbarramento dagli UV. Chi ha difetti visivi può scegliere lenti correttive con filtri solari. L'occhiale da sole non deve essere solo un oggetto alla moda, ma un importante strumento di protezione della vista. «Anche chi fa uso di lenti a contatto deve indossare sempre gli occhiali da sole. Le lenti a contatto non hanno filtri che proteggano dai raggi ultravioletti. D'estate è consigliabile usare lenti a contatto usa e getta, per diminuire il rischio di irritazioni, visto che si passano spesso molte ore al sole e al vento. Utile l'uso di lacrime artificiali a base di acido ialuronico o camomilla per umidificare la superficie dell'occhio. In alta montagna ci vogliono invece occhiali avvolgenti per proteggere bene gli occhi anche lateralmente. Un occhiale da sole non vale l'altro. «Spesso in spiaggia o sulle bancarelle in città o in altri canali di vendita non certificati vengono venduti occhiali da sole con firme contraffatte o anonime. Questi oggetti non garantiscono nella maniera più assoluta la protezione dagli UV». Anzi si rischiano seri danni alla vista causa di lenti non a norma, oltre al pericolo di reazioni allergiche per i materiali utilizzati nelle montature. Per questo ogni scelta va fatta nei canali di vendita autorizzati, come i centri di ottica. (salute, Repubblica) PERCHÉ ALCUNE CANZONI SI FISSANO IN TESTA? Perché alcune canzoni si fissano in testa? Perché alcuni processi di memorizzazione avvengono di continuo nel nostro cervello, senza che ce ne rendiamo conto. E così ricordi recenti o lontani fanno capolino fra i pensieri all’improvviso e catalizzano l’attenzione, anche contro la nostra volontà. Alcune melodie si riaffacciano addirittura a distanza di mesi o anni, se qualcosa che abbiamo già vissuto è stato in passato associato a quella particolare musica. Vittime involontarie: le canzoni che si fissano in testa sono in genere motivetti semplici e orecchiabili. Studi mostrano che il 90% delle persone è “vittima” di memorie musicali involontarie, ma cantanti, compositori e musicisti sono più suscettibili. (Focus)