Anno III – Numero 423 AVVISO Ordine 1. Ordine: 9 Giugno p.v. Serata di Burraco: Beneficenza per l’UNITALSI 2. I farmacisti napoletani visitano Lisbona Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Quando il ginocchio fa male: capire le cause e la giusta terapia Prevenzione e Salute 4. La mia tiroide «pigra» può creare problemi in gravidanza? 5. Quando il ginocchio fa male: capire le cause e la giusta terapia Mercoledì 04 Giugno 2014, S. Quirino Proverbio di oggi…….. Menarse a mare cu' tutt''e panne (Buttarsi a mare vestito = Ridursi alla miseria) I FARMACISTI NAPOLETANI VISITANO LISBONA Buttarsi a mare vestito = Ridursi alla miseria Rientrati i Colleghi che hanno visitato Lisbona Si è concluso il secondo viaggio organizzato dal nostro Ordine. Per quattro giorni un gruppo di Farmacisti Napoletani (42) ha visitato la splendida città di Lisbona, adagiata sulla riva destra dell’immenso fiume Tago, da secoli incanta i viaggiatori che vi sono transitati. L’avvincente itinerario ci ha permesso di vivere in poco tempo molteplici esperienze. Farmaci e Salute 6. Interazioni farmaci e alimenti: cosa altera l’effetto dei farmaci? Prossimo appuntamento nel 2015 SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 423 PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 423 PREVENZIONE E SALUTE LA MIA TIROIDE «PIGRA» PUÒ CREARE PROBLEMI IN GRAVIDANZA? In attesa di un bambino la dose giornaliera del farmaco va rivista Domanda: Ho 30 anni e desidererei avere un bambino. Durante l’adolescenza ho sofferto di problemi alla tiroide e mi è stato detto che questo avrebbe potuto ripercuotersi sulla fertilità e sulla gravidanza. All’epoca, in seguito a cicli frequenti e abbondanti, ero diventata anemica e mi era stato diagnosticato un ipotiroidismo non grave. Da allora prendo una dose minima di levotiroxina, farmaco che «compensa» il lavoro non svolto dalla mia tiroide. Che cosa dovrei fare adesso, in vista di una gravidanza? E il futuro bambino rischia problemi di salute legati alla mia patologia? Risponde Paolo Beck-Peccoz, ordinario di endocrinologia, Univ. degli Studi di Milano, presidente dell’Associazione italiana tiroide. La necessità di un corretto apporto iodico con l’uso continuativo di sale da cucina rafforzato con lo iodio («Poco sale, ma iodato» è l’indicazione dell’Associaz. Italiana Tiroide) e di una diagnosi precoce dei vari disturbi che possono interessare la tiroide sono i messaggi della Settimana Mondiale della Tiroide (19-25 maggio), organizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul corretto funzionamento di questa «preziosa» ghiandola, che regola gran parte del metabolismo del nostro corpo. I disturbi tiroidei interessano circa sei milioni di italiani, sono otto volte più frequenti nelle donne che nei maschi, e per ragioni soprattutto ormonali tendono a manifestarsi in momenti «cruciali» della vita femminile: pubertà, gravidanza, subito dopo il parto, menopausa. Andando ad interferire, ad es., con la comparsa del primo ciclo mestruale, causando problemi d’infertilità o aumentando il rischio di aborto spontaneo e parto prematuro. Per questo, di fronte a una donna che ha problemi ad avere un figlio (specie in considerazione dell’avanzare dell’età della prima gravidanza), fra le varie verifiche da fare bisogna anche valutare se la tiroide funziona adeguatamente. Alterati valori di ormoni tiroidei circolanti o la presenza di anticorpi antitiroidei possono infatti avere un impatto negativo nell’impianto dell’embrione e nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. IPOTIROIDISMO IN GRAVIDANZA: L’ipotiroidismo interessa circa 2 donne su 100 nell’età fertile e aumenta consistentemente con l’avanzare dell’età, fino a raggiungere una frequenza di 1-2 donne su 10. Se, come nel suo caso, la futura mamma soffre di ipotiroidismo e la tiroide non è in grado di produrre le quantità di ormone necessaria, si deve sostituire ciò che è venuto a mancare con l’assunzione giornaliera di levotiroxina, sostanza naturale somministrata a dosi fisiologiche. Per valutare la correttezza delle dosi impiegate basterà dosare i livelli di TSH: all’inizio dopo 2 e 6 mesi, e poi una volta all’anno. Studi scientifici hanno dimostrato che dopo aver iniziato le cure necessarie crescono le possibilità di avere un bambino e si hanno maggiori probabilità di successo nei casi di fecondazione in vitro. Ora che desidera un figlio, lei, che già segue correttamente la cura da anni, dovrebbe solo verificare che il dosaggio prescrittole sia quello appropriato. Poi, una volta in gravidanza, dovrà adeguare la dose giornaliera di ormone (solitamente serve un aumento del 30-40%) per garantire al feto la dovuta quantità, dato che la tiroide fetale inizierà a funzionare solo dopo il terzo mese di gestazione. L’ipotiroidismo durante la gestazione va attentamente evitato, perché potrebbe comportare serie complicanze: aumenta il rischio di distacco della placenta, di aborto spontaneo e di nascita prematura, oltre a esporre il bambino al pericolo futuro di manifestare problemi d’apprendimento e sviluppo, anche questi regolati dai preziosi ormoni tiroidei. (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 423 PREVENZIONE E SALUTE QUANDO IL GINOCCHIO FA MALE: CAPIRE LE CAUSE E LA GIUSTA TERAPIA È essenziale individuare bene le cause del dolore prima di intervenire in modo «pesante» con infiltrazioni e bisturi È uno dei sintomi con cui quasi tutti, prima o poi, devono fare i conti. Il dolore al ginocchio non risparmia bambini, adolescenti, adulti, anziani: può arrivare dopo un trauma, oppure affacciarsi senza che ci siano stati incidenti; iniziare all’improvviso, oppure insinuarsi pian piano finché diventa troppo fastidioso per essere ignorato. Ed è un problema serio, che si vorrebbe risolvere prima possibile perché l’articolazione del ginocchio, la più grande di tutto l’organismo, è continuamente al lavoro anche nei movimenti più semplici: regge il nostro peso quando stiamo in piedi, ci consente di piegarci, alzarci, girarci. Il guaio è che si tratta di un’articolazione “delicata”, complessa e proprio per questo più a rischio di rotture o alterazioni della funzionalità. «Il ginocchio deve garantire una varietà di movimenti superiore alle altre articolazioni, nonostante per motivi anatomici abbia una stabilità inferiore, visto che una superficie quasi piatta, quella della tibia, deve “raccordarsi” con le parti convesse terminali del femore. Da qui la necessità della presenza dei menischi, che funzionano un po’ come “zeppe” per ammortizzare il carico, e del legamento crociato anteriore e posteriore». Come capire che cosa non va: Il dolore perciò può dipendere da problemi a una delle numerose strutture all’interno del ginocchio, dai menischi ai legamenti, dalle rotule alle cartilagini: come capire che cosa non va? «Se il dolore è comparso da pochi giorni e non c’è stato un trauma evidente si può chiedere consiglio al medico di base. Utilizzare nel frattempo il ghiaccio e far riposare l’articolazione, senza compiere sforzi, può aiutare a ridurre i fastidi; le pomate per uso locale invece servono solo se ci sono ematomi o problemi esterni all’articolazione, mentre i cerotti medicati possono lenire un po’ il dolore ed essere di qualche utilità. Il medico di base, inoltre, può prescrivere farmaci antinfiammatori o analgesici per qualche giorno; meglio invece evitare, in una fase acuta e precoce, la fisioterapia o la laser-terapia che in alcuni casi potrebbero peggiorare le cose. Se però il dolore al ginocchio diventa cronico, sono indispensabili una visita dall’ortopedico e qualche accertamento diagnostico». «Una visita accurata è necessaria per indagare tipo, localizzazione e gravità del dolore, ma anche per capire se il ginocchio si muove bene o meno, se c’è un versamento o un difetto posturale, se la muscolatura è adeguata. La visita serve ad accertarsi che il problema dipenda realmente dal ginocchio, a volte dolorante per patologie dell’anca che vi si irradiano; inoltre, occorre essere sicuri che non ci sia stato un trauma più o meno recente come una piccola distorsione». PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 423 Gli esami: Una volta ipotizzata la causa del dolore al ginocchio, gli esami più spesso prescritti sono la radiografia, per escludere fratture e valutare lo stato delle cartilagini, e la risonanza magnetica che consente di vedere parti molli e legamenti. «Di solito la TAC e soprattutto le ecografie sono meno utili — riprende D’Anchise —. La raccolta dei sintomi è tuttavia ciò che più serve a capire: se, ad es., il paziente non riesce a star seduto a lungo con le ginocchia piegate, è possibile sia colpa di un problema alla rotula; se il dolore è acuto e non si possono stendere le gambe, potrebbe essersi rotto il menisco, e così via». Le cause: Quali sono le cause più frequenti di dolore al ginocchio? «Escludendo l’artrosi, nell’adulto sono comuni le patologie dei menischi: oltre alla rottura per un trauma, questi “cuscinetti” possono degenerare nel tempo — risponde D’Anchise —. Anche le lesioni ai legamenti crociati, frequenti soprattutto a carico dell’anteriore, sono cause possibili di dolore, ma sono sempre provocate da traumi; infine, può essere colpa di una patologia della rotula. Questo osso (che si trova nella parte anteriore del ginocchio, protegge il femore e consente l’estensione dell’articolazione) di norma scorre perfettamente allineato in una sorta di “corridoio” osseo: se l’allineamento viene meno, perché i legamenti sono un po’ più lassi del dovuto, come accade spesso nelle donne, la rotula tende a spostarsi verso l’esterno e il ginocchio tende a cedere». le terapie: Se non c’è un’instabilità eccessiva si può intervenire con una riabilitazione che rafforzi la muscolatura locale per mantenere in asse il ginocchio e risolvere il dolore; altrimenti, in presenza di un notevole spostamento della rotula, occorre stabilizzarla con la chirurgia. I menischi invece non per forza devono essere operati quando si rompono, anzi: in chi ha più di 35- 40 anni e un menisco degenerato, c’è margine per una “guarigione” spontanea in cui il dolore poi scompare, mentre l’intervento in artroscopia per rimuovere questa piccola porzione non sempre dà risultati brillanti, come spiega Cherubino: «Nei pazienti più avanti negli anni asportare il menisco può perfino provocare danni consistenti all’articolazione in un 30% dei casi». Meglio allora terapie conservative, che non “guariscono” il problema alla base del dolore al ginocchio, ma leniscono i fastidi e consentono di riprendere le attività quotidiane, come la tecar-terapia o la terapia riabilitativa (un buon tono muscolare è sempre fondamentale), fino all’uso di antinfiammatori. In presenza di dolore articolare possono essere indicate le infiltrazioni che, però, non sempre sono necessarie né devono essere considerate una terapia “facile”: «Qualunque sia il farmaco utilizzato, le infiltrazioni non sono un atto banale — fa notare D’Anchise —. Esiste il rischio, seppure basso, di infezione articolare, per cui devono essere eseguite da medici esperti, con un’accurata sterilità e senza abusarne, specialmente in assenza di risultati, scegliendo con buonsenso i principi attivi da utilizzare: l’acido ialuronico, ad es., ha prevalentemente un effetto lubrificante e analgesico, i derivati delle piastrine riducono il dolore e secondo alcuni studi potrebbero avere un’azione positiva sulla cartilagine, tuttora però non dimostrata a sufficienza. Gli effetti migliori si hanno su danni cartilaginei nei primi stadi, ma si tratta, comunque, di metodi da cui è bene non aspettarsi miracoli». (Salute, Corriere)