Anno III – Numero 429 Giovedì 12 Giugno 2014, S. Guido, Onofrio Proverbio di oggi…….. AVVISO 'O supierchio rompe ‘O cupierchio Ordine 1. Corso BLSD: uso del defibrillatore Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. Tumore alla prostata: scegliete voi la cura Farmaci e Salute 3. Orgasmo femminile più frequente grazie a un farmaco ORDINE: Corso di rianimazione cardiopolmonare e uso del defibrillatore Presso la sede dell’Ordine si terrà la X° Ediz. del corso BLSD. Data Argomento Domenica 15 IX° Edizione - I° Parte: Corso (BLSD) Teorico Pratico di Giugno rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione cardiaca (X° Ediz., I° Parte) precoce semiautomatica Sabato 28 Giugno (X ° Edizione, II° Parte) C.F. 10 COME PARTECIPARE: 1. prenotarsi sul sito dell’Ordine www.ordinefarmacistinapoli.it o iscriversi direttamente la mattina del corso Prevenzione e Salute 4. Caldo, ministero: "Ventilatori sconsigliati, meglio condizionatore" ORGASMO FEMMINILE PIÙ FREQUENTE GRAZIE A UN FARMACO Si tratta di un gel nasale che contiene testosterone Un nuovo farmaco per l'orgasmo femminile potrebbe essere presto disponibile in farmacia. Il gel nasale Tefina si è dimostrato sicuro ed efficace, ma sono necessari ulteriori test perché giunga sul mercato. Il prodotto contiene Alimenti e Salute 5. I cibi in scadenza sono testosterone, l'ormone sessuale che, se presente a bassi livelli nell'organismo, è associato a una scarsa libido. sicuri ma «trattateli» bene Lo studio - Il gel è progettato per la terapia dei disordini dell'orgasmo femminile, caratterizzati dalla difficoltà a raggiungere il climax del piacere e dall'angoscia legata a questo disagio. Durante gli esperimenti a 253 donne con la patologia sono state somministrate 3 diverse dosi del farmaco o un placebo. Risultati: I ricercatori hanno scoperto che le pazienti a cui è stato dato il farmaco hanno avuto 2,3 orgasmi durante il periodo di prova mentre il gruppo di controllo che ha assunto il placebo solo 1,7. Non sono stati registrati effetti collaterali. "Approssimativamente una donna su cinque riporta difficoltà con l'orgasmo e un quarto di queste mostra un disagio marcato, criterio chiave per una diagnosi clinica. Al momento non ci sono opzioni terapeutiche.( Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 429 PREVENZIONE E SALUTE I CIBI IN SCADENZA SONO SICURI MA «TRATTATELI» BENE I prodotti offerti «in saldo» fanno male? Ecco la risposta degli esperti. Le norme igieniche da seguire con scrupolo Complice la crisi, siamo sempre più sensibili a offerte speciali, ancor più quando si tratta di alimenti di “pregio” e costosi, come pesce e carne. Ma possiamo acquistarli senza timori anche quando il prezzo è ribassato perché sono vicini alla data di scadenza? «Si tratta di un modo eticamente corretto di ridurre gli sprechi - risponde Maria Caramelli, Direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta -. È tuttavia evidente che per questi prodotti vanno adottate, in modo più rigoroso, le cautele di sempre: mantenimento della catena del freddo, cottura adeguata e consumo più rapido possibile e comunque entro la data di scadenza. Tale data, come sottolinea la dicitura “da consumarsi entro”, riportata sui prodotti deperibili, ha un tono perentorio, perché riguarda la sicurezza igienica dei prodotti e quindi è sempre necessario rispettarla». La carne: Facciamo qualche esempio pratico. Se cuociamo la carne, magari per fare un ragù, nel giorno indicato come limite di scadenza, la carne una volta cotta va mangiata subito o la si può utilizzare anche qualche giorno dopo? «Se il ragù viene prontamente refrigerato - è possibile consumarlo nei due giorni successivi, a condizione che venga nuovamente portato a ebollizione prima dell’utilizzo». E se la carne e il pesce stanno per scadere, li si può congelare per consumarli più tardi? «Il congelamento non è in grado di eliminare la flora batterica presente nell’alimento, - ma ne blocca solamente la moltiplicazione. Per cui è consigliabile, specie per i prodotti altamente deperibili, congelarli quando sono ancora freschi, per mantenerne intatte le caratteristiche. Oppure, se si teme di dover superare la data di scadenza si possono congelare dopo averle cotte». Il formaggio: E se ci accorgiamo che mozzarella o la ricotta sono appena scadute, non si potrebbero ridurre eventuali rischi consumandole in preparazioni che richiedono la cottura ? «Certo, ma con le dovute accortezze. Se i prodotti sono stati conservati in modo appropriato e le caratteristiche organolettiche dell’alimento (odore, aspetto) non rivelano un inizio di alterazione, è possibile utilizzarli in preparazioni da cuocere, meglio se in forno. Le possibilità sono parecchie: dalla pizza, alle torte salate, alla pasta al forno ». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 429 SCIENZA E SALUTE TUMORE ALLA PROSTATA: SCEGLIETE VOI LA CURA Nuovi farmaci efficaci per i casi più avanzati e, per gli stadi più iniziali, possibile rinviare (magari per sempre) le cure tenendo i pazienti solo “sotto sorveglianza” La cura migliore per il tumore alla prostata? Impossibile dare una risposta univoca ai quasi 43mila italiani che ogni anno si trovano a dover fare i conti con questa diagnosi. «Non esiste il trattamento giusto in assoluto — spiegano gli specialisti della Società Italiana di Urologia Oncologica e del Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri riuniti a Milano per presentare i risultati della seconda fase del progetto PerSTEP, Percorso Teorico Pratico in ambito uro-oncologico, —. Oggi abbiamo molte strategie efficaci, che ci consentono di poter decidere, insieme al paziente, qual è la soluzione migliore nel suo caso. Valutando pro e contro con lui e all’interno di un team multidisciplinare». Più informazioni e un team multispecialistico, ma scelta spetta all’interessato Ogni terapia, si sa, può avere effetti collaterali, così come è noto che esistono molti tipi diversi di tumore prostatico, più o meno aggressivi. Inoltre, ogni uomo che si ammala ha sue priorità nella scelta di che cosa è più importante da preservare, dove possibile, in termini di qualità di vita durante le varie fasi della malattia. «Ecco perché è fondamentale che gli tutti uomini, davanti a una diagnosi, siano informati su tutte le opzioni a disposizione e possano valutare bene i pro e i contro di ogni scelta: la decisione finale spetta a loro. La multidisciplinarietà rappresenta un approccio vincente che vede urologi, oncologi, radioterapisti e psicologi lavorare insieme nell’ottica di una migliore gestione del paziente. Alcuni studi scientifici lo hanno dimostrato e i risultati ottenuti con il progetto PerSTEP lo confermano: i risultati che si ottengono sono migliori se a seguire il malato c’è un team e non un singolo specialista». «Per i pazienti con tumore alla prostata - la multidisciplinarietà rappresenta un approccio vincente. Inquadrare e concordare le decisioni e proposte terapeutiche sui diversi casi permette, infatti, di porre il paziente al centro del processo di cura, garantendo informazioni esaustive, obiettive e non contraddittorie sulle opzioni disponibili, ed evitando consulenze multiple». Il progetto PerSTEP : Il progetto PerSTEP, nato nel 2012 con l’obiettivo di diffondere un nuovo modello organizzativo per trattare il cancro alla prostata in modo impostato sulla multiprofessionalità. Dai 4 centri pilota si è poi giunti a una seconda fase iniziata nel luglio 2013 a cui hanno aderito 18 centri rappresentativi dell’eterogeneità della sanità in Italia «Quello che gli uomini devono sapere — chiarisce Tiziana Magnani, Project Manager del Progetto PerSTEP — è che essere seguiti da un team multidisciplinare ha tre vantaggi, come è stato provato da recenti ricerche scientifiche. Primo: garantisce una migliore informazione e comunicazione con il paziente, che può così davvero scegliere con cognizione di causa la terapia che ritiene più adatta a sé fra quelle proposte. Secondo: ci sono maggiori probabilità che vengano seguite le Linee guida per il trattamento della patologia, visto che i vari specialisti si confrontano e analizzano insieme il caso. Terzo: in questo modo le terapie si rivelano più efficaci». I team multidisciplinari prevedono la presenza di urologo, oncologo, radioterapista, ma anche patologo, radiologo, psicologo, fisioterapista, geriatra, andrologo, palliativista: tanti specialisti in grado di seguire la persona in tutte le sue necessità, comprese quelle psicologiche e riabilitative. «In questo modo – si può migliorare la gestione del paziente, ridurre i trattamenti inutili, soprattutto in caso di malattia piccola e non aggressiva (il cosiddetto tumore indolente), intervenire tempestivamente in caso di effetti collaterali post-terapia, ripresa di malattia, o se si verificano complicazioni emotive». PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 429 Sale il numero dei casi, scende la mortalità. Nuovi farmaci efficaci per i casi più avanzati Per incidenza e diffusione il cancro alla prostata equivale nell’uomo al tumore al seno per le donne, e i dati parlano chiaro: 1 uomo su 16 con più di 50 anni è a rischio tumore. «Ma anche se negli ultimi 10 anni il numero di nuovi casi è più che raddoppiato, soprattutto per l’aumento dell’età media della popolazione, la mortalità è in costante diminuzione, grazie a una maggiore prevenzione, nuove terapie e farmaci di ultima generazione». «La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi supera l’85% e proprio per questo è fondamentale scegliere la soluzione terapeutica che assicuri agli uomini la migliore qualità di vita possibile. Fra le opzioni tra cui poter scegliere (a seconda del tipo di tumore) ci sono: chirurgia, brachiterapia e radioterapia, ma anche sorveglianza attiva e vigile attesa, che prevedono di tenere sotto controllo il tumore senza ricorrere da subito a cure non necessarie. A cui si aggiungono importanti novità farmacologiche divenute disponibili di recente: «L’oncologo medico in passato era abituato a trattare e gestire il paziente con neoplasia della prostata solo in fase molto avanzata e con a disposizione farmaci solo moderatamente attivi. Attualmente viviamo un momento entusiasmante e queste ne sono le ragioni: primo, nella malattia metastatica l’utilizzo anticipato della chemioterapia con docetaxel, in associazione alla terapia endocrina classica e quando il tumore è ancora ormonosensibile, ha dimostrato in modo inequivocabile di aumentare in misura significativa la sopravvivenza dei pazienti rispetto a quelli che ricevevano sola terapia ormonale. E la forbice è particolarmente ampia (49,2 verso 32,2 mesi) nei casi più “gravi” (con metastasi ossee estese o localizzazioni viscerali) e il trattamento è stato generalmente ben tollerato. Secondo – nuovi farmaci chemioterapici (cabazitaxel) e ormonali (abiraterone, enzalutamide) sono oggi disponibili per il trattamento delle forme resistenti alla tradizionale terapia ormonale. Terzo, l’inserimento delle cure palliative in una fase più precoce (cosiddette “cure simultanee”) consente di migliorare sensibilmente la qualità (e probabilmente la quantità) di vita degli ammalati. Grazie a questi progressi, oltre a quelli correlati alla chirurgia, alla radioterapia e alla medicina nucleare, le prospettive di cura “a tutto tondo” per i pazienti si presentano nettamente migliorate». Quando il tumore si può anche «non curare»: «Mettere il paziente al centro dell’iter diagnostico e terapeutico è fondamentale anche per poter offrire a un numero crescente di pazienti la «sorveglianza attiva», una strategia che raccoglie sempre più consensi e riservata solo a determinate tipologie di malati, quelli con un carcinoma di piccole dimensioni e poco aggressivo». Oggi molti tumori (oltre la metà di quelli diagnosticati ogni anno) appartengono a una categoria di rischio basso o addirittura molto basso e quindi avranno una “storia naturale” molto lunga. Questi tumori “indolenti” possono non avere una rilevanza clinica per la vita del paziente (in pratica non incidono sul suo pericolo di morte o sulla sua salute generale) e potrebbero non necessitare di un trattamento invasivo immediato. «Il carcinoma della prostata in fase iniziale, quando sia ancora confinato all’interno della ghiandola, deve essere inquadrato in base al rischio che può rappresentare, con il passare degli anni, per la salute del paziente e per la capacità o meno di metterne a repentaglio la vita. Per definire la classe di rischio devono essere presi in considerazione una serie di parametri come il livello del PSA, la sua evoluzione nel tempo, il punteggio di Gleason, il numero di prelievi postivi alla biopsia in rapporto al numero totale di prelievi eseguiti; la percentuale di interessamento di ogni singolo prelievo. In altre parole: il tumore è grande o piccolo? È biologicamente aggressivo o no? Avrà una crescita veloce o, al contrario, molto lenta?». In base alla risposta si potrà decidere fra i vari standard terapeutici disponibili per un carcinoma ai primi stadi: chirurgia (a cielo aperto, laparoscopica o robotica), radioterapia radicale a fasci esterni e brachiterapia, che prevede l’inserimento nella prostata di semi (o di aghi) radioattivi. «Ma per le forme a rischio molto basso devono essere prese in considerazione anche le strategie osservazionali, come la sorveglianza attiva, che prevedono di limitarsi ad osservare nel tempo come si comporterà il tumore, per decidere se e quando intervenire, facendolo solo nei pazienti che ne avranno bisogno, se e quando ne avranno bisogno». (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 429 SCIENZA E SALUTE CALDO, MINISTERO: "VENTILATORI SCONSIGLIATI, MEGLIO CONDIZIONATORE" I consigli degli esperti per affrontare le temperature bollenti di questi giorni in un vademecum. Le regole per proteggersi e proteggere anziani e bambini I ventilatori danno solo una sensazione fittizia di benessere quando fa molto caldo: si limitano a smuovere aria calda, causano disidratazione e incentivano la sudorazione: molto meglio, per affrontare questa ondata di afa, il condizionatore. E' questo uno dei consigli del Ministero della Salute, che ha pubblicato un vademecum per migliorare il microclima delle abitazioni durante l'estate. "I ventilatori meccanici - segnala il ministero - accelerano soltanto il movimento dell'aria ma non abbassano la temperatura ambientale. In questo modo la temperatura percepita diminuisce e, pur dando sollievo, i ventilatori stimolano la sudorazione e aumentano il rischio di disidratazione, se la persona esposta non assume contemporaneamente grandi quantità di liquidi. Per tale ragione occorre posizionare i ventilatori ad una certa distanza dalla persona e non indirizzarli direttamente sul corpo, specialmente nel caso di persone malate costrette a letto. In particolare, quando la temperatura interna supera i 32°C, l'uso del ventilatore è sconsigliato perché non è efficace per combattere gli effetti del caldo e può avere effetti negativi aumentando la disidratazione". Controllare gli impianti. Al contrario, "l' uso di impianti di aria condizionata contribuisce in maniera rilevante a migliorare le condizioni di benessere e sicurezza negli ambienti dove si vive". In ogni caso, anche qui occorre rispettare alcune importanti regole per un uso corretto, specialmente per quanto attiene alla loro manutenzione. "In molti casi, infatti, oltre a non svolgere idoneamente le loro funzioni gli impianti di climatizzazione possono trasportare o diventare essi stessi fonti di contaminanti, rumore e vibrazioni, soprattutto se non sottoposti ad una regolare manutenzione". Per ridurre i consumi energetici, si consiglia di: mantenere chiuse le finestre degli ambienti durante l'uso dei condizionatori; utilizzare protezioni oscuranti per limitarne l'esposizione diretta ai raggi solari; evitare di regolare la temperatura dentro casa a livelli troppo bassi rispetto alla temperatura esterna (in genere la media è del 25-27°C)". Le persone più a rischio. in condizioni di caldo estremo, le fasce di popolazione più colpite sono quelle che vivono nelle grandi città, in abitazioni surriscaldate e con scarsa ventilazione. Rischiano di più gli anziani e i bambini molto piccoli. In generale, però, una serie di semplici abitudini possono contribuire a ridurre le conseguenze nocive delle ondate di calore. Il ministero della Salute ricorda che è bene evitare di uscire all'aria aperta nelle ore più calde (dalle ore 11.00 Alle 18.00). Se si esce nelle ore più calde non dimenticare di proteggere la testa con un cappello di colore chiaro e gli occhi con occhiali da sole e usare creme solari ad alto fattore protettivo. PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 429 Abiti leggeri. Sia in casa che all'aperto, indossare abiti leggeri, non aderenti, preferibilmente di fibre naturali. Schermare le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane, tende. Chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte). Se si utilizza l'aria condizionata, ricordarsi che va utilizzata adottando alcune precauzioni per evitare conseguenze sulla salute e eccessivi consumi energetici. In particolare, si raccomanda: di utilizzarli preferibilmente nelle giornate con condizioni climatiche a rischio; di regolare la temperatura tra i 24- 26°C; di coprirsi nel passaggio da un ambiente caldo ad uno più freddo; di provvedere alla loro manutenzione e alla pulizia regolare dei filtri). Doccia tiepida. Fare bagni e docce con acqua tiepida, bagnarsi viso e braccia con acqua fresca. In casi di temperature molto elevate porre un panno bagnato sulla nuca. Nelle ore più calde della giornata evitare di praticare all'aperto attività fisica intensa o lavori pesanti. Due litri d'acqua al giorno. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno. Gli anziani devono bere anche se non ne sentono il bisogno. Evitare di bere alcolici e limitare l'assunzione di bevande gassate o troppo fredde. Mangiare preferibilmente cibi leggeri e con alto contenuto di acqua (frutta e verdura). Conservare gli alimenti ed evitare di lasciarli all'aperto per più di 2 ore. In auto. Se si entra in un'auto parcheggiata al sole, prima di salire aprire gli sportelli, poi iniziare il viaggio a finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione. Prestare attenzione nel sistemare i bambini sui seggiolini di sicurezza, verificare che non siano surriscaldati. Quando si parcheggia la macchina non lasciare mai, nemmeno per pochi minuti, persone o animali nell'abitacolo. Farmaci. Leggere attentamente le modalità di conservazione riportate sulle confezioni dei farmaci e conservare tutti i farmaci nella loro confezione, lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta. Conservare in frigorifero i farmaci per i quali è prevista una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30°C. Anziani. Quando arriva il gran caldo, le persone anziane, con patologie croniche (cardiovascolari, respiratorie, neurologiche, diabete ecc) e le persone che assumono farmaci, devono osservare le seguenti precauzioni: consultare il medico per un eventuale aggiustamento della terapia o della frequenza dei controlli clinici e di laboratorio; segnalare al medico qualsiasi malessere, anche lieve; non sospendere mai di propria iniziativa la terapia in corso. (Salute, La Repubblica)