Anno I – Numero 42 Martedì 30 Ottobre 2012, S. Germano vescovo, Benvenuta IMPORTANTE Notizie in Rilievo • PEC per concorso straordinario 1. Richiesta gratuita presso l’Ordine. 2. Organizzazione eventi per chiarimento valutazione titoli PEC NECESSARIA per PARTECIPARE al CONCORSO STRAORDINARIO Le comunicazioni tra le Regioni e i candidati avverranno esclusivamente attraverso cartelle di Posta elettronica certificata (PEC). Il concorso, previsto dal DL 24 gennaio 2012, sarà su base regionale e ogni candidato potrà partecipare al più in due regioni. AVVISO • Stili di vita e salute 3. TV e PC in camera da letto: disturbi del sonno 4. Gravidanza e alimentazione: miti da sfatare Cari Colleghi, è possibile richiedere la casella di Posta Elettronica Certificata, offerta gratuitamente dall’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli ai propri iscritti, direttamente dalla Home page del sito Istituzionale dell'Ordine compilando l'apposita “form” con i dati richiesti. • Salute e benessere 5. Quei farmaci nati contro il dolore che fanno male • Dermatologia 6. Vitiligine: patologia e non inestetismo AVVISO L’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli, appena sarà pubblicato il Bando relativo al Concorso Straordinario per soli titoli per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione, organizzerà più EVENTI DEDICATI AD UNA ATTENTA E APPROFONDITA ANALISI SULLE MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE e sulla VALUTAZIONE DEI TITOLI INERENTI L’EMANAZIONE DEL BANDO DI CONCORSO. PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 42 STILI DI VITA E SALUTE TV E PC IN CAMERA DA LETTO ASSOCIATI A DISTURBI DEL SONNO E OBESITA' NEI BAMBINI I bambini con uno o più dispositivi elettronici in camera da letto come tv, computer, videogiochi e telefoni cellulari hanno maggiori probabilità di registrare disturbi del sonno e obesità. A dirlo è una ricerca della University of Alberta pubbl. sulla rivista Pediatric Obesity. Gli scienziati hanno analizzato dati raccolti fra i 3400 scolari fra i 9 e gli 11 anni. Metà degli studenti aveva una Tv, un lettore Dvd o una console per videogiochi in camera da letto, il 21% un computer il 17% un cellulare. Il 5% aveva tutti e tre i dispositivi. Il 57% dei ragazzi ha detto di usare apparecchi elettronici dopo essersi messi a letto, soprattutto guardando programmi televisivi e film. Risultati: gli studiosi hanno scoperto che i ragazzi che avevano accesso a un dispositivo elettronico avevano una probabilità 1,47 volte maggiore degli altri di essere in sovrappeso. Una probabilità che aumentava fino al 2,57 volte per quei ragazzi che avevano tre dispositivi nella propria camera. Gli scienziati hanno poi sottolineato che più sonno conduceva a maggiore attività fisica e scelte alimentari migliori. Attualmente, i bambini dormono meno delle generazioni precedenti e i due terzi del campione ogni notte dormiva meno delle ore consigliate. (Fonte: Sn) GRAVIDANZA E ALIMENTAZIONE: TRA REALTÀ E MITI DA SFATARE E vero che bere birra aiuta a far venire il latte? Falso. Il momento dell’allattamento è un’esperienza carica di significato, anche per le qualità “speciali” attribuite al latte materno. Ecco perché le neo-mamme hanno spesso il timore di non poter assolvere a questo compito tanto importante e, di conseguenza, questa è la ragione alla base della diffusione di tanti miti su questo tema. Un mito abbastanza diffuso, ma infondato dal punto di vista scientifico, è quello secondo il quale la birra scura favorirebbe la produzione di latte. Piuttosto, per garantire una composizione ottimale del latte e soddisfare l’aumentato fabbisogno nutrizionale della donna, è fondamentale un’alimentazione corretta ed equilibrata. In particolare è importante assicurarsi una buona idratazione, bevendo circa due litri e mezzo di acqua – ma anche tisane, infusi, spremute, centrifugati di verdura, succhi – e consumando cibi ricchi di acqua come frutta e verdura. (Fonte: sole 24) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 42 SAUTE E BENESSERE QUEI FARMACI NATI CONTRO IL DOLORE CHE DANNO EUFORIA Il fenomeno dall'America l'allarme per un'epidemia David ha 13 anni, sta male e fatica a respirare, ha passato la serata e parte della notte in casa di amici e pare abbia bevuto. Lo portano al pronto soccorso di un ospedale dello Utah, poi finisce in rianimazione con una macchina che respira per lui. È overdose da ossicodone, un antidolorifico, lo prescrivevano alla nonna di un amico e lui si faceva dare le ricette. David alla fine ce la farà. Ma altri come lui no. Nel 1990 di antidolorifici, quelli che contengono derivati dell'oppio, morivano negli Stati Uniti quattro persone su centomila; nel 2008 erano dodici e oggi sono ancora di più. Soltanto nel 2009 sono arrivate al pronto soccorso 480 mila persone con sintomi da intossicazione da analgesici; e quest'anno sono già più di un milione solo negli Stati Uniti. Ci sono almeno 12 milioni di americani che prendono regolarmente questi farmaci non perché ne abbiano bisogno ma per il senso di benessere che danno. In Italia, secondo l'Aifa, quello che si spendeva per il consumo di oppiacei nel 2005 era lo 0,6% del totale della spesa sanitaria. Molto meno che in Inghilterra, in Germania, in Francia e in Spagna. Meglio prepararsi però, di solito quello che succede di là dall'oceano prima o poi arriva da noi. Ma come fanno a procurarsi questi farmaci le persone che ne abusano? Chi li prescrive? Di solito, la gente se li procura con le ricette di qualcun altro, altri li rubano in farmacia (ma questo non succede spesso), piuttosto c'è chi riesce a procurarsi ricette da medici diversi e così si fa una bella scorta di pillole: lo chiamano «doctor shopping». Gli oppiacei non li prescrivono quasi mai gli specialisti, di solito sono medici di famiglia e dentisti, e qualcuno prescrive più di altri, tanto che l'80 per cento degli antidolorifici che si consumano viene dal 20 per cento dei medici. Questi medici sanno benissimo che c'è chi abusa delle loro prescrizioni e sanno anche che tanti pazienti passano le ricette agli amici. Ma li prescrivono lo stesso. Perché? Secondo Anna Lembke - che ha pubblicato uno studio sul «New England Journal of Medicine» un pò dipende dall'atteggiamento culturale dell'America di oggi, quello per cui non si deve mai avere dolore, per nessuna ragione. E poi c'è la mania della soddisfazione del paziente. Gli ammalati compilano questionari per dire come si sta negli ospedali americani e quanto sono - o non sono - bravi i dottori che li curano. E i medici, dentro e fuori l'ospedale, sanno benissimo che più si prescrive più si è bravi. Ma ogni scoperta può essere usata male e farmaci che dovrebbero aiutare a stare meglio possono fare danni, anche gravi. Ma davvero si può morire per delle pillole che chiunque può trovare in farmacia? Sì, certo, e per uno che muore ce ne sono almeno cinquanta intossicati, centoquaranta che non riescono a smettere e un milione che comunque abusa di antidolorifici (dati dell'Fda). I derivati dell'oppio si legano ai recettori del cervello, dove riescono a infilarsi con la precisione di una chiave che entra nella sua serratura e soltanto in quella. È in questo modo che tolgono il dolore a chi soffre di artrite o per le metastasi di un tumore. Quello che interessa ai ragazzi e a chi ne abusa è che sulle prime questi farmaci danno euforia. A un prezzo però. Se si continua e se si prendono ogni giorno - o anche più volte al giorno - subentra uno stato di sedazione, gli atti del respiro rallentano al punto che nei casi più gravi si rischia l'arresto respiratorio. Se poi uno beve è anche peggio, perché l'alcol potenzia l'effetto sedativo dei derivati dell'oppio, così capita che la pressione scenda, si perda la capacità di controllare la temperatura. (Fonte: FOFI) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 42 DERMATOLOGIA VITILIGINE, PATOLOGIA NON INESTETISMO Le terapie più avanzate e l’appello all’Organizzazione mondiale della sanità. Non viene ancora riconosciuta come patologia, ma solo come un «difetto estetico»; chi ne è colpito, però, oltre a sopportarne le evidenti manifestazioni sulla pelle, soffre anche per i risvolti psicologici poco gradevoli che conducono, in alcuni casi, anche all’isolamento. La vitiligine, malattia della pelle non contagiosa della quale si ignora ancora l’origine (i sospetti ricadono sui fattori di stress e sulla predisposizione genetica), è una sorta di dermatite che si caratterizza dalla comparsa sulla pelle, in modo asimmetrico e diffuso, di macchie bianche. Grazie alla ricerca scientifica sviluppata da diverse università italiane e straniere è stato brevettato e certificato, in Italia, Bioskin Evolution, un trattamento di micro fototerapia di ultima generazione che stimola esclusivamente i melanociti inattivi. Dopo aver estrapolato dallo spettro solare i raggi benefici, privati degli infrarossi e di quelli nocivi responsabili, per esempio, dell’invecchiamento, Bioskin, attraverso l’emissione di un fascio di luce fredda veicolata da una sofisticata fibra ottica, va a stimolare le cellule compromesse deputate alla pigmentazione della pelle escludendo quelle sane. Un sistema all’avanguardia che non presenta effetti collaterali (al trattamento si possono sottoporre anche i bambini dai 3 anni in su) ed ai risultati sorprendenti. Sono solo 11 gli apparecchi di BioskinEvolution disponibili in Italia (a Milano,Roma, Padova e Montecatini: numero verde 800553979). Presentato dal direttore scientifico della Fondazione Vitiligo Research Foundation, il prof. Torello Lotti, anche al Congresso annuale di dermatologia negli Usa, il nuovo metodo ha ottenuto successi fino al 72% di ripigmentazione. Ogni seduta viene eseguita dal dermatologo che instaura col paziente un protocollo personalizzato in base alle zone interessate dalla vitiligine. Allo scopo di tenere alto l’interesse sulla vitiligine che mina la vita sociale e demotiva dieci milioni di persone in tutto il mondo e di aumentarne la diffusione della conoscenza della malattia la Fondazione Vitiligo Research Foundation ha promosso l’iniziativa di proclamare il 25 giugno come Giornata mondiale del malato di vitiligine. Attraverso la raccolta di 500mila firme, si vuole sollecitare, inoltre, il segretario generale dell’Onu per fare in modo che la malattia, trascurata e debilitante, venga riconosciuta come tale, in modo da far convergere gli sforzi per uno sviluppo della ricerca, della terapia e per un’educazione sanitaria appropriata. Il metodo Bioskin prevede una seduta ogni 2-3 settimane (per un ciclo di 10-15) di 20-30 minuti. Informazioni on line sulla vitiligine: vitiligine.eu o vrfoundation.org