Anno III – Numero 432 AVVISO Ordine 1. Nasce l’Unione dei Farmacisti Cattolici – sez. Napoli Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. La bambina che non poteva mai smettere di ridere Prevenzione e Salute 3. Bambini e colpo di calore Farmaci e Salute 4. Cure più efficaci contro il cancro. Ora si punta alla qualità della vita Martedì 17 Giugno 2014, S. Giuditta, Ferruccio Proverbio di oggi…….. Dicette Nunziatina: “A bbuonu fine, m’’a faccio ‘na rattata ‘e suttanino!” (Un po’ di scaramanzia non fa mai male) ORDINE: NASCE L’UNIONE DEI FARMACISTI CATTOLICI – SEZ. NAPOLI L’Unione dei Farmacisti Cattolici Italiani di Napoli (UCFI – sez. Napoli) riprende dunque il proprio cammino. L’unione sotto la guida dell’Ordine riprende il proprio cammino ed ha come obiettivo quello di promuovere tra gli iscritti: la volontà di seguire nell’esercizio della professione farmaceutica gli insegnamenti del Vangelo e del Magistero della Chiesa; il miglioramento morale e culturale dell’individuo; l’adesione sincera ai dettami della Deontologia Professionale; l’impegno a favorire lo sviluppo sanitario tramite l’invio di farmaci, farmacisti ed attrezzature nei Paesi in via di sviluppo; l’azione per un dignitoso esercizio della professione e per la tutela morale dei giusti interessi di coloro che la svolgono Chi può Partecipare: Possono far parte dell’Unione in qualità di Soci ordinari i laureati in Farmacia, in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche ed i laureandi nelle suddette facoltà. Come Partecipare: per aderire all’associazione si può contattare il Presidente dell’Ordine (339 8177933) o la Collega Angela Lupoli (328 341 3538), coordinatrice della neonata associazione. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 432 SCIENZA E SALUTE LA BAMBINA CHE NON POTEVA MAI SMETTERE DI RIDERE Il singolare caso di una piccola colombiana. Il motivo era un tumore cerebrale, poi rimosso. Ora la bimba sta bene e ride solo se c’è motivo di farlo I medici le avevano diagnosticato un disturbo del comportamento: la bimba, sei anni appena, rideva quasi in continuazione, ogni pochi minuti era scossa da accessi di riso incontrollabile e inappropriato. Tanto che era stata considerata di volta in volta viziata, pazza, addirittura posseduta dal demonio. Fino a che José Liders Burgos Zuleta, radiologo all’università di La Paz, in Colombia, non ha scoperto la vera causa degli scoppi di risa della piccola. Tumore al cervello: Burgos Zuleta ha raccontato il caso della bambina colombiana sulle pagine di Ecancer Medical Science; il medico ha deciso di sottoporre la piccola paziente a una risonanza magnetica del cervello, così da capire se vi fosse qualcosa a causare le risate inconsulte. Non era infatti possibile eseguire una biopsia, ma Burgos Zuleta pensava che il sintomo non fosse da ascrivere a “pazzia”, bensì a crisi epilettiche che si manifestavano sotto forma di risate e dovevano essere provocate da qualcosa di organico. Il radiologo non si sbagliava: ha infatti scoperto un amartoma, un piccolo tumore cerebrale benigno, che premeva sul lobo temporale del cervello della bimba provocando le crisi. Amartomi: Gli amartomi sono lesioni congenite diverse dai veri e propri tumori benigni perché somigliano strutturalmente al tessuto di partenza, ovvero contengono le cellule che lo formano (nel caso di un amartoma cerebrale, quindi, si trovano neuroni, glia, cellule endoteliali dei vasi sanguigni); la differenza è la sostanziale disorganizzazione del tessuto all’interno dell’amartoma rispetto a una situazione normale. In genere gli amartomi non danno sintomi e quando ve ne sono si hanno, come in questo caso, perché la massa preme sulle zone vicine. «Il caso è interessante perché indica come talvolta i bimbi a cui vengono diagnosticati con una certa faciloneria disturbi del comportamento potrebbero nascondere problemi di diversa natura: un neurologo e un’analisi accurata attraverso risonanza magnetica o altre tecniche di imaging possono risolvere i dubbi», ha spiegato il medico colombiano. Non solo tumori: ll caso della bimba colombiana non è il primo né l’unico ad aver disorientato e confuso i medici di fronte a un sintomo, il riso incoercibile, che davvero pare difficile da inquadrare: un paio di anni fa ha fatto scalpore il caso di un piccolo inglese di due anni, Elliot, anche lui incapace di controllare le risate. Sua madre si era accorta che qualcosa non andava durante l’allattamento: il sorriso perenne non le pareva normale ed Elliot a causa di questo non riusciva ad alimentarsi correttamente. Dopo una serie di risonanze magnetiche, radiografie e analisi del sangue, i pediatri hanno diagnosticato la sindrome di Angelman, un problema purtroppo meno risolvibile dell’amartoma della piccola colombiana: si tratta infatti di una malattia genetica che provoca ritardo mentale, disturbi del linguaggio, iperattività, eccitabilità e, appunto, crisi di riso, per la quale non esiste purtroppo una cura. La bimba di La Paz, invece, è stata più fortunata: a seguito della scoperta dell’amartoma è stata sottoposta a un intervento chirurgico che ha risolto del tutto i suoi problemi. Sta crescendo senza disturbi, è perfettamente sana e ora, finalmente, ride solo se ce n’è un motivo. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 432 FARMACI E SALUTE CURE PIÙ EFFICACI CONTRO IL CANCRO ORA SI PUNTA ALLA QUALITÀ DELLA VITA Anche i familiari possono andare incontro a stress e depressione. Gli altri obiettivi fondamentali sono la prevenzione e la riduzione dei costi dei nuovi farmaci Il 9 aprile del 1964 sette famosi oncologi americani si incontrano a pranzo per discutere una questione che hanno molto a cuore: la possibilità di migliorare le cure per i malati di cancro. Allora il cancro faceva molta paura, di farmaci ce n’erano pochi ed erano molto tossici e la malattia era pressoché incurabile. Così i sette medici (fra cui una donna) fondano l’American Society of Clinical Oncology, l’Asco, una delle associazioni di medici più importanti al mondo, con l’idea di trovare qualche soluzione al problema. Quest’anno l’Asco, con i suoi cinquant’anni di vita e i suoi 35mila affiliati ha celebrato, sempre a Chicago, l’anniversario durante il suo meeting annuale: un’occasione per un bilancio sui progressi fatti in questi anni e per individuare le sfide future. A partire dalle conquiste della ricerca. Se negli anni Sessanta i farmaci disponibili erano soprattutto i chemioterapici (composti chimici che distruggono le cellule malate, ma anche quelle sane), oggi la farmacia anti-tumore può contare su almeno 170 prodotti, compresi i nuovi farmaci biologici per terapie mirate (che, cioè, agiscono direttamente sulle cellule tumorali). E le molecole in arrivo sono sempre più efficaci nell’aumentare la sopravvivenza dei pazienti. Non solo: anche la diagnostica ha fatto passi da gigante e oggi le sofisticate indagini di imaging, come la risonanza magnetica, permettono di scovare tumori molto piccoli, di intervenire con rapidità e con una prognosi migliore. Attualmente più dei due terzi delle persone sopravvivono a cinque anni dalla diagnosi di tumore, mentre negli anni ‘60 erano meno della metà. PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 432 «Ma gli oncologi non devono soltanto aiutare i pazienti a vivere più a lungo - ha detto Patricia Ganz dell’University of California di Los Angeles -, devono assicurare loro la migliore qualità della vita, preoccuparsi di chi li assiste e anche tener d’occhio i costi della malattia per la comunità». Non a caso il meeting di quest’anno aveva come titolo «Scienza e società» e di questi temi hanno tenuto conto molti dei lavori presentati al congresso. Un primo esempio: la possibilità di preservare la fertilità dopo una chemioterapia. Una giovane donna colpita da un tumore al seno desidera innanzitutto guarire, ma potrebbe poi volere un figlio: la chemioterapia, invece, provoca una menopausa precoce. Adesso un nuovo studio ha dimostrato che la somministrazione di goserelin, un ormone che mette a riposo l’ovaio, aumenta le chance di avere un bambino. Nel gruppo di donne trattato con l’ormone il 21% ha dato inizio a una gravidanza, e nel 15% ha messo al mondo un bambino. Nel gruppo di controllo, invece, solo l’11% ha concepito e il 7 % ha poi partorito. Questo tipo di trattamento potrebbe, dunque, rappresentare un’alternativa più economica e meno invasiva al prelievo e alla conservazione degli ovuli (o di embrioni) per la fecondazione in vitro. Il problema della qualità della vita non riguarda solo i pazienti , ma anche i caregivers, cioè coloro che li assistono, e che possono andare incontro a una serie di disturbi da stress e a forme di depressione. Uno studio ha dimostrato che un programma di supporto messo in atto precocemente e offerto via telefono ai familiari che si prendono cura di persone con cancro avanzato, può essere di grande aiuto. Il programma prevede una serie di suggerimenti su come affrontare i problemi in maniera creativa, come rilassarsi, come alimentarsi correttamente e come ricavare un po’ di tempo anche per esercizio fisico. Altro elemento di punta discusso al congresso è quello del risparmio di farmaci (è la filosofia chiamata Choosing Wisely, un’iniziativa in atto negli Stati Uniti che ha l’obiettivo di far dialogare medici e pazienti sul problema del corretto uso dei farmaci) sia per ridurre gli effetti collaterali per i pazienti sia per contenere i costi delle terapie. Gabriel Hortobagyi dell’MD Anderson Cancer Center dell’University of Texas ha dimostrato che donne con tumore al seno e metastasi ossee dopo un anno di trattamento mensile con acido zaledronico, possono scalare le dosi e limitarsi a una somministrazione ogni tre mesi: i risultati, in termini di riduzione delle complicanze da metastasi sono paragonabili, con minori effetti collaterali (osteonecrosi mandibolare e danni renali) e minori costi. Un ultimo punto su cui l’Asco invita a riflettere è quello della prevenzione. «Occorrono più sforzi per modificare i fattori di rischio legati all’ambiente e all’alimentazione. Oggi l’obesità ha superato il tabacco ed è il principale fattore di rischio soprattutto per quanto riguarda il tumore del seno e del colon». Secondo le stime dell’Aiom, che promuove già diverse iniziative nelle scuole e annuncia una campagna contro i danni da fumo passivo, si potrebbero risparmiare sei miliardi di euro in cinque anni grazie a campagne di prevenzione oncologica. Questa cifra raggiungerebbe 50 miliardi complessivi in Europa se iniziative di prevenzione venissero estese a tutti gli Stati membri. Un solo dato per capire la dimensione del problema: il tumore al polmone costa all’Ue 18,8 miliardi l’anno ed ecco perché la lotta al fumo, il principale fattore di rischio per questa neoplasia è un investimento che può dare un gran ritorno. (salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 432 SCIENZA E SALUTE BAMBINI E COLPO DI CALORE Caldo e afa sono un'insidia per i colpi di calore: i consigli degli specialisti dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per non far correre rischi ai più piccoli Caldo e afa sono un'insidia per i colpi di calore: i consigli degli specialisti dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per non far correre rischi ai più piccoli. Temperature elevate, umidità e nemmeno un filo di brezza: se non si fa attenzione il colpo di calore è un rischio che i nostri bambini possono correre. Infatti l’organismo deve mantenere costante la temperatura corporea indipendentemente dalla temperatura esterna, ed è la sudorazione che disperdendo il calore, permette di mantenere costante la temperatura. Se non si realizza questo meccanismo di compensazione si può avere un colpo di calore. Gli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, hanno stilato un vademecum che tra l’altro contiene le indicazioni su come prevenire il colpo di calore ma anche quelle su come intervenire. Come prevenire il colpo di calore - restare in casa nelle ore più calde della giornata - indossare abiti leggeri e di colore chiaro, con tessuti che facilitano la traspirazione - utilizzare un ventilatore o l’aria condizionata (non meno di 23°) con la funzione di deumidificazione - somministrare una maggiore quantità di liquidi e privilegiare gli alimenti contenenti più acqua (frutta e verdura) - non bere bevande troppo fredde - rinfrescarsi frequentemente con un bagno al mare o una doccia - non lasciare mai il bambino, neanche per breve tempo, in un veicolo parcheggiato all'aperto - non effettuare attività fisica nelle ore calde Cosa fare in caso di colpo di calore: - sdraiare il bambino a terra con le gambe sollevate - portarlo in un ambiente ombreggiato e fresco, meglio se provvisto di condizionatore o ventilatore - spruzzarlo con acqua sul corpo o utilizzare un asciugamano bagnato - se cosciente farlo bere acqua, non fredda, a piccoli sorsi - se i sintomi sono sin dall'inizio gravi o il bambino non si riprende chiamare il 118 (OK, Salute e Benessere)