Anno III – Numero 448 Mercoledì 09 Luglio 2014, S. Armando, Letizia, Clelia, Bianca,Veronica AVVISO Proverbio di oggi…….. Ordine 1. Richiedi il nuovo tesserino: collegati sul sito e segui le indicazioni Trasire e spighette e metterse e chiatto Entrare di fianco e poi allargarsi comodi ALIMENTI E SALUTE Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. L’aspirina anticancro? Ecco le conferme scientifiche Prevenzione e Salute 3. Perché è così importante l’acido folico nelle gravidanze 4. I sei nemici della nostra salute Alimenti e Salute 5. Cheesecake di pomodori 6. Il limone disinfetta i frutti di mare? 7. Farmaci e cibo: attenzione a iperico, ginseng e cioccolato CHEESECAKE DI POMODORI Un'idea per un piatto unico estivo, ricco di calcio, antiossidanti e vitamina C. Stufi della solita pizza o della solita caprese in tavola? La vera forza del pomodoro si chiama licopene. E' della famiglia dei carotenoidi, pigmenti vegetali vegetali di natura lipidica come la zeaxantina, la luteina e il betacarotene. Si trovano soprattutto negli alimenti rossi o arancioni: zucca, carota, anguria, peperone, melone, albicocca. Ma niente supera il pomodoro, che ne contiene da 30 a 40 mg per kg di prodotto fresco. Del licopene si studiano le proprietà antiossidanti e antitumorali (sono interessanti i dati raccolti sul tumore della prostata). In generale, aiuta a proteggere la pelle dalle radiazioni ultraviolette del sole e favorisce un'abbronzatura ambrata. Come antiossidante è importante nel contrastare le malattie neurodegenerative e l'invecchiamento cellulare. E' bene scegliere pomodori maturi e sapere che l'assorbimento del licopene aumenta con l'aumentare della temperatura dei cibi. Bene quindi salse, kethcup e passate, meglio ancora se con un filo d'olio extravergine d'oliva. L'aggiunta di flavonoidi infatti potenzia l'attività antiossidante del licopene: quindi in tavola mettiamo anche mirtilli, uva, tè, broccoli e cavoli. Al contrario, si assume più vitamina C dal pomodoro crudo, come in questa ricetta: appena 100 gr coprono il 22% del fabbisogno giornaliero! 4 pomodori belli rossi e grossi; 10 g di gelatina in fogli 200 g di fette biscottate; 80 ml di olio extravergine di oliva 500 g di ricotta romana; 150 g di pesto alla genovese 200 g di yogurt al naturale; 3 cucchiai di latte origano secco; sale; pepe l SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 448 ALIMENTI E SALUTE FARMACI E CIBO: ATTENZIONE A IPERICO, GINSENG E CIOCCOLATO Alcuni alimenti diminuiscono l’effetto delle terapie, altri inducono effetti collaterali. Per sapere cosa mangiare o evitare, le linee guida di AIFA e FDA. Per curarsi bene non basta assumere diligentemente la terapia prescritta, ma è necessario fare attenzione anche a ciò che si mangia. Di alcune interazioni pericolose tra cibi, bevande e farmaci siamo tutti al corrente: basti pensare all’alcol, in molti casi da evitare quando si è in terapia, lo riporta anche il foglietto illustrativo. Molto più numerosi, però, gli alimenti ‘insospettabili’ che minano alla nostra salute proprio quando vogliamo guarire. Un es. è il cioccolato, riconosciuto toccasana per la salute cardiovascolare (come hanno dimostrato nuovi studi) e l’umore. Consumarne a volontà quando ci sentiamo un po’ giù? Non se si assumono gli antidepressivi: il cioccolato impenna la pressione sanguigna se interagisce con gli inibitori delle monoaminossidasi, al centro di molti farmaci per stabilizzare l’umore. In questi casi è meglio evitare anche le bevande al ginseng, perché innescano mal di testa, nervosismo, iperattività e disturbi del sonno. Ecco altri es., riportati nella guida dell’AIFA e nel manuale redatto dalla FDA: - il succo di pompelmo aumenta la concentrazione di molti farmaci nel sangue, favorendo la comparsa di effetti collaterali. Andrebbe evitato, in particolare, quando in terapia con anti-ipertensivi, ciclosporine nel trattamento antirigetto dopo trapianto d’organo, con alcuni ansiolitici, antimalarici, antistaminici e farmaci per l’insonnia; - la liquirizia aumenta la tossicità della digossina, molecola terapeutica indicata per l’insufficienza cardiaca e le anomalie del ritmo cardiaco, e riduce l’efficacia dei farmaci anti-ipertensivi e dei diuretici; - l’erba di San Giovanni (o iperico) stimola naturalmente gli enzimi epatici: quando si assume un farmaco, quindi, la sua concentrazione nel sangue è nettamente aumentata dall’attività del fegato. Inoltre, riduce l’efficacia di alcune terapie per abbassare il colesterolo e per la disfunzione erettile; - la vitamina E amplifica l’effetto degli anticoagulanti orali, mettendo i pazienti a rischio di sanguinamenti; - il ginko biloba può diminuire l’efficacia di terapie anticonvulsive. Per sapere quali alimenti evitare quando si assume una terapia, in particolare se è prolungata nel tempo per malattia cronica, raccomandano gli enti regolatori italiano e americano, è sempre bene rivolgersi al medico o al farmacista. (OK, Salute e benessere) IL LIMONE DISINFETTA I FRUTTI DI MARE? È una leggenda da sfatare: la marinatura con aceto o l’aggiunta di limone non disinfettano, ovvero non rendono sicuri dal punto di vista igienico, i frutti di mare. Limone e aceto non hanno efficace attività battericida su cozze, vongole e simili. Nonostante la tradizione di consumare frutti di mare crudi abbia radici lontane, andrebbe sicuramente rivista a causa dei potenziali rischi. I rischi possono essere evitati cuocendo cozze e vongole, perché il calore uccide i germi, e verificando che al momento dell’acquisto i frutti di mare siano ancora vivi e la confezione sia provvista del bollo sanitario pinzato, come stabilisce la legge. (Focus) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 448 FARMACI E SALUTE L’ASPIRINA ANTICANCRO? ECCO LE CONFERME SCIENTIFICHE Molti i dati che confermano l’efficacia dell’antinfiammatorio nel ridurre rischio e mortalità di alcune forme tumorali, se assunto giornalmente a basse dosi. Ancora necessari ulteriori studi, a rischio la fattibilità. Del possibile effetto preventivo in oncologia dell’aspirina, capostipite degli antinfiammatori non steroidei di largo uso, se ne parla già da qualche anno, con una parabola ascendente di conferme da parte del mondo scientifico. Il primo lavoro di rilevanza internazionale arriva nel 2007, con le ricerche pubblicate dalla rivista The Lancet: prima di allora, di acido acetilsalicilico si sentiva parlare per trattare mal di testa, dolori ed era stato consolidato il suo impiego nell’abbattere il rischio cardiovascolare. Da lì in poi, ulteriori studi del gruppo britannico e altri, fino ad arrivare, oggi, a un punto di stallo: aspirina, sì o no per prevenire il cancro? E soprattutto, su chi funziona? Il tema, discusso tanto in Italia quanto all’estero, è stato tra gli apripista dell’annuale congresso dell’European Society for Medical Oncology dedicato ai tumori gastrointestinali, appena conclusosi a Barcellona. «Per la prima volta - si è esposta una società medica, l’International society of cancer prevention, con raccomandazioni specifiche: 100 mg al giorno, ovvero un terzo della pastiglia in commercio, per cinque anni, nella fascia di età tra i 50 e i 65 anni. Indicazioni, però, al momento non incluse nelle linee guida internazionali». I DATI - Facciamo qualche passo indietro. Dalle prime revisioni britanniche con dati di oltre cinquanta studi nati in realtà per valutare l’impatto di una dose giornaliera sul rischio di infarto e ictus, è emerso un beneficio a lungo termine della terapia prolungata sulla mortalità e la diffusione di alcuni tipi di tumore, primo tra tutti il cancro del colon-retto: in prevenzione, l’aspirina ne abbasserebbe il rischio del 24% a 10 anni e la formazione di polipi precancerosi. Evidenze si sono aggiunte anche per altre forme tumorali, tra cui polmone, seno, stomaco e fegato. Ultimo in ordine di tempo, uno studio riportato da Cancer Epidemiology, in cui il regime giornaliero a base di aspirina abbasserebbe del 6% il rischio di cancro pancreatico per ogni anno di terapia. In corso ulteriori ricerche, da indizi emersi nell’ultimo anno, come un plausibile effetto potenziato dell’antinfiammatorio in alcuni pazienti con specifiche caratteristiche molecolari. IL PAZIENTE AL CENTRO - Tutti in farmacia, dunque? No e, stando alle ipotesi attuali, non ancora: dalla comunità scientifica, prima di sbilanciarsi e modificare la pratica clinica, si richiedono più dati. Persistono ancora dei dubbi riguardo, ad es., le controindicazioni a un uso prolungato di quello che, dopotutto, è pur sempre un farmaco e, in alcuni soggetti, può dar luogo a sanguinamento gastrico. (Fondazione Umberto Veronesi) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 448 PREVENZIONE E SALUTE I SEI NEMICI DELLA NOSTRA SALUTE L’ONU e l’OMS lanciano una grande sfida per abbattere nel mondo entro 15 anni il tasso di morti dovute alle più frequenti cause di malattie cardiache e oncologiche. Sale, fumo e alcol rappresentano i rischi maggiori. C’è un importante obiettivo da raggiungere entro il 2025: ridurre del 25% il tasso di morti premature, cioè quelle che avvengono tra i 30 e i 70 anni, per malattie cardiovascolari, disturbi respiratori cronici, tumori e diabete. Anche l’Italia, insieme ad altri paesi e in accordo con le linee guida dell’ONU, si affianca a questo impegno, confidando nel possibile traguardo espresso dall’Imperial College of London in uno studio condotto in collaborazione con l’OMS, l’Università di Toronto e Auckland, recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Lancet. LA STRATEGIA – Ridurre, nell’arco di 15 anni, il numero di fumatori del 30%, tagliare il consumo di alcool del 10% e quello del sale da cucina del 30%. È la strategia suggerita dalle massime organizzazioni internazionali in ambito di salute per incidere positivamente non solo sul controllo dell’insorgenza di patologie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, tumori, diabete e obesità, i cui maggiori fattori di rischio sono proprio correlati a queste abitudini e stili di vita scorretti, ma anche sul risparmio di vite umane. «Abbattere in maniera significativa i sei fattori di rischio individuati dall’Onu, cioè il consumo di sigarette e alcool, l’apporto di sale nella dieta, la pressione alta, i livelli di zucchero nel sangue (glucosio) e il sovrappeso – significherebbe ridurre del 22% tra i maschi e del 19% tra le femmine i decessi prematuri dipendenti da patologie croniche (malattie cardiovascolari e polmonari in particolare) entro il 2025, arrivando a salvare in un arco di tempo relativamente breve, 37 milioni di vite di cui 16 milioni sotto i 70 anni». Con un impatto sensibile anche sull’incidenza del diabete, un’altra importante problematica in costante crescita in ogni parte del mondo. IL PARERE DELL’ESPERTO – Le indicazioni dell’ONU trovano consenso anche da parte degli specialisti. «Conoscere i determinanti del rischio di salute - è di fondamentale importanza così come la consapevolezza che il miglioramento dello stile di vita, specie se mantenuto nel tempo, può ridurre le probabilità di insorgenza di patologie cardiovascolari». Strategica è l’abolizione al fumo e all’eccesso di alcool e l’attenzione ai pericoli della Sindrome Metabolica (elevati valori pressori, incremento della circonferenza addominale, alterazioni del quadro lipidico e iperglicemia) che predispongono non solo alle malattie cardiovascolari ma anche a patologie tumorali. «La sindrome metabolica – può essere allontanata seguendo una dieta sana e variata, ricca in vegetali fibre e povera in grassi e zuccheri che agisce sulla circonferenza vita e sul quadro lipidico e glucidico, e dal limitato apporto di sodio che aiuta a non incorrere nell’incremento dei volumi e di conseguenza della pressione arteriosa». (Fondazione Veronesi) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 448 Perché è così importante l’acido folico nelle gravidanze Un corretto dosaggio di vitamina B9 previene la formazione di difetti cardiaci e del tubo neurale del feto È una delle raccomandazioni che ginecologi e pediatri comunicano subito, non appena vengono a conoscenza di una gravidanza. Supplementare la dieta con acido folico (o vitamina B9) - la cui sintesi endogena è insufficiente a soddisfare il fabbisogno - è tra i primi compiti richiesti alle future mamme. Il comportamento a tavola di un genitore, infatti, condiziona in maniera importante lo sviluppo del futuro neonato. Qualità del cibo ed energia in esso contenuta: le raccomandazioni sono diverse e portano spesso la donna, una volta scoperta la gravidanza, a cambiare in maniera decisa le proprie abitudini alimentari. L’ULTIMA EVIDENZA - I comportamenti non sono privi di effetti e i numerosi studi condotti sull’argomento negli ultimi anni hanno aiutato a chiarire il nesso di causa-effetto esistente tra la dieta materna e lo sviluppo di alcuni difetti nella formazione degli apparati del nascituro. L’ultimo riscontro arriva da una ricerca pubb. sull’American journal of epidemiology: “I modelli alimentari materni sono associati al rischio di sviluppare difetti cardiaci e del tubo neurale”. Gli studiosi statunitensi hanno dimostrato l’effetto di 4 diversi tipi di diete: prudente, occidentale, occidentale a basso contenuto calorico e messicana sullo sviluppo della progenie, utilizzando i dati tratti da uno studio condotto tra il 1997 e il 2005. Risultato? Le mamme che non avevano integrato la dieta con acido folico avevano una probabilità più alta di avere figli con difetti del tubo neurale. «In queste situazioni possono aumentare i casi di spina bifida (incompleta chiusura di una o più vertebre risultante in una malformazione del midollo spinale, di differente gravità a seconda dell’entità del difetto stesso) e anencefalia (assenza di una gran parte dell’encefalo e del cranio). L’acido folico è una molecola fondamentale nella biosintesi di dna ed è essenziale per quei tessuti le cui cellule mostrano un elevato turn-over (midollo osseo e cute) ed è fondamentale per lo sviluppo dell’embrione». Le abitudini alimentari di alcune mamme che seguivano la dieta occidentale – basso consumo di frutta e verdura, alto di grassi saturi - hanno provocato ripercussioni sullo sviluppo cardiaco del neonato, con un aumento dei casi di Tetralogia di Fallot (o sindrome del bambino blu). LE RACCOMANDAZIONI – L’integrazione della dieta con acido folico dovrebbe essere idealmente intrapresa a partire da almeno un mese prima del concepimento (nelle gravidanze programmate) a un dosaggio pari a 400 microgrammi al giorno. Nelle gravidanze a maggior rischio di sviluppo di difetti del tubo neurale (in casi di obesità, diabete o epilessia materna), la dose dovrebbe essere aumentata a 4-5 mg al giorno. Secondo le linee guida pubblicate nel 2012 dall’OMS, la supplementazione di acido folico, unitamente a quella di ferro, dovrebbe essere somministrata alle donne per l’intera durata della gravidanza, al fine di migliorarne l’esito e ridurre l’incidenza di anemia. ALIMENTI FORTIFICATI - L’acido folico, pur trovandosi in abbondanza nelle verdure a foglia verde (carciofi, broccoli, asparagi, spinaci, lattuga), nei legumi (fagioli, ceci) e in alcuni frutti (arance, fragole e frutta secca), ha una ridotta biodisponibilità. Le verdure fresche, conservate a temperatura ambiente, possono perdere fino al 70% del loro contenuto in folati in tre giorni. Inoltre i folati sono idrosolubili e perdite considerevoli si verificano nei processi di cottura. Anche per questo sono indispensabili gli integratori, che vengono assorbiti quasi totalmente nell’intestino. La fortificazione è il processo attraverso cui vengono aggiunti agli alimenti degli ulteriori nutrienti, generalmente minerali o vitamine. Alcuni alimenti sono fortificati con l’aggiunta di vitamina B9 di sintesi durante il processo produttivo: cereali da colazione, biscotti, fette biscottate, succhi di frutta. (Fondazione Veronesi)