Anno I – Numero 4 Giovedì 6 Settembre 2012, S. Umberto COSTUME E SALUTE Notizie in Rilievo • Costume e Salute Si può essere allergici ai baci? 1. Si può essere allergici ai baci? Siete allergici? Evitate i baci dopo i pasti - 2. Salute e Tecnologia In un certo senso, sì: i baci, infatti, possono scatenare reazioni di vario tipo in chi soffre di allergie alimentari, se l’altro ha mangiato il cibo allergizzante. Da uno studio dell’Università della California è emerso che su 379 pazienti con allergie alla frutta secca, 20 (circa il 5%) avevano avuto una reazione allergica dopo un bacio. E non sono “incriminati” solo i baci passionali: può bastare un bacino sulla guancia per provocare, in un minuto, prurito, gonfiore o orticaria, nel punto di contatto delle labbra, e talvolta gravi difficoltà respiratorie. In genere, i baci diventano innocui entro sei ore dall’ingestione del cibo. C’è qualche rischio anche per le allergie ai farmaci: meglio non baciare profondamente chi ha appena assunto un farmaco al quale si è allergici. Bisogna insistere: Però i baci sono anche in grado di alleviare le allergie. Lo ha dimostrato l’immunologo giapponese Hajime Kimata di Osaka: ha chiesto a 48 pazienti con dermatite allergica o raffreddore da fieno di baciarsi per mezzora con il partner. Dopo le “sedute” di baci, i loro livelli di IgE (anticorpi implicati nelle reazioni allergiche) calavano notevolmente, più di quanto avvenisse con soli abbracci e carezze. (Fonte: Focus) Rischi da due metalli usati nelle marmitte catalitiche 3. L’angolo dello specialista Cancro all’intestino: meno possibilità se bevi caffè • Farmaceutica Biotech 4. Farmaco da piante ingegnerizzate • Farmaci innovativi 5. Lucentis: impiego nell’edema maculare diabetico • Corsi ECM - Ordine 6. Programma autunnale • Governo e Politica 7. Decreto Balduzzi: approvato PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 4 SALUTE E AMBIENTE Possibile rischi da due metalli usati nelle marmitte catalitiche Marmitte catalitiche rischiose per la salute? E' l'ipotesi che emerge dai risultati di uno studio condotto da ricercatori dell'universita' Cattolica di Roma, secondo cui rodio e iridio - due composti chimici sempre piu' usati a livello industriale, e quindi sempre piu' diffusi nell'ambiente - potrebbero avere effetti tossici per la salute umana. Gli studiosi hanno dimostrato, per ora su cellule in provetta, che sali dei due metalli in concentrazioni compatibili con quelle a cui si e' esposti in ambito professionale possono danneggiare il Dna e alterare la crescita cellulare. Inoltre, studi su ratti hanno permesso di evidenziare che queste stesse concentrazioni possono anche interferire con le naturali difese del sistema immunitario. Come pure, nel caso dell'iridio, creare problemi ai reni. Negli ultimi anni - si legge - la richiesta di rodio da parte dei diversi settori industriali in cui il metallo e' impiegato e' cresciuta costantemente, passando dalle 20,3 tonnellate del 2009 alle 25,7 tonnellate del 2011. In particolare, la domanda di rodio e' aumentata nel settore dell'industria chimica e del vetro. Per quanto riguarda l'iridio, la domanda industriale di questo metallo e' cresciuta significativamente passando dalle 2,3 tonnellate del 2009 alle 8,5 tonnellate del 2011. In questo caso, il maggiore aumento di impiego si e' verificato nell'industria dell'elettronica. Ma il rodio e l'iridio vengono impiegati principalmente nell'ambito dell'industria automobilistica, per la produzione delle marmitte catalitiche. E di recente - ricordano gli esperti della Cattolica - numerosi studi sulle concentrazioni di questi metalli in differenti matrici ambientali hanno evidenziato un progressivo incremento dei livelli di rodio e iridio, in particolare nella polvere stradale, nel terreno, nelle piante e nei sedimenti marini. E' cosi' emerso - riferisce l'universita' Cattolica - che entrambi i composti inibiscono la crescita delle cellule in coltura con un meccanismo dipendente dalla dose e dal tempo di esposizione. In altre parole, gli effetti nocivi sono proporzionali ai livelli delle sostanze e alla durata del periodo di 'contatto'. Tra le possibili conseguenze c'e' la morte cellulare, oppure danni al Dna con rotture della caratteristica struttura a doppia elica. (Fonte: Sn) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 4 L’ANGOLO DELLO SPECIALISTA Cancro all'intestino, per gli appassionati del caffè l'incidenza è ridotta del 40% Buone notizie per gli appassionati del caffè: tanto più se ne beve, tanto più si riduce il rischio di sviluppare un cancro all'intestino. A svelarlo è uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition, secondo cui l'incidenza dei tumori all'intestino si riduce addirittura del 40% bevendo 6 tazzine al giorno di questa bevanda. Scendendo a 4 tazzine anche la riduzione del rischio diminuisce, assestandosi attorno al 15%. Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato i dati sulle abitudini alimentari e all'incidenza del cancro all'intestino in un campione di 489.706 individui. Le forme di cancro contro cui il caffè si è rivelato avere la maggiore azione protettiva sono quelle che colpiscono i tratti iniziali del colon. Non tutti i tipi di caffè hanno, però, lo stesso effetto. Nel caso del decaffeinato, infatti, le differenze osservate non sono statisticamente significative, sebbene anche la bevanda privata di caffeina abbia mostrato una certa azione protettiva. La scoperta si aggiunge alle sempre più numerose virtù nascoste del caffè. Le famigerate 6 tazzine al giorno proteggono, infatti, anche dal cancro alla prostata, mentre ne bastano 4 per proteggersi da quello all'utero e dal diabete. Non bisogna perdere le speranze nemmeno se queste quantità sembrano eccessive: già con 2 tazzine al giorno il caffè riduce il rischio di morte a causa di malattie cardiache o respiratorie, ictus, ferite e infezioni.(Fonte:Sole 24) FARMACEUTICA - BIOTECH Approvato il primo farmaco ottenuto da piante ingegnerizzate La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato l'uso del primo farmaco prodotto utilizzando cellule di piante ingegnerizzate. La decisione, di cui ha dato notizia la rivista Nature Biotechnology, fa entrare per la prima volta i vegetali nell'elenco degli organismi geneticamente modificati (ogm) utilizzati per la produzione di un medicinale. Il caso più famoso di ogm messo a punto per ottenere “biofabbriche” di farmaci è quello dei microrganismi in grado di sintetizzare l'insulina. Questa volta, invece, sono state le cellule di carota a permettere di ottenere un enzima umano per curare chi soffre della malattia di Gaucher di tipo I. Quest'ultima è un disturbo genetico che causa l'accumulo di lipidi in organi e tessuti, provocando frequenti emorragie, atrofia muscolare, stanchezza, problemi al fegato e alla milza una serie di altri sintomi che possono essere contrastati solo con la somministrazione di questa molecola. Il farmaco “ricombinante” prodotto dalle cellule di carota può essere somministrato tramite iniezione. Altri ricercatori stanno effettuando studi clinici anche per valutare la possibilità di assumere la terapia per via orale. (Fonte: Sole 24 ) FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA PAGINA 4 Anno I – Numero 4 NUOVI FARMACI Edema maculare diabetico: FDA ha approvato Lucentis La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Lucentis (Ranibizumab) nel trattamento dell’edema maculare diabetico, una comune complicanza del diabete mellito. Lucentis viene somministrato mediante una iniezione mensile da parte di un operatore sanitario. L’edema maculare diabetico è caratterizzato da una fuoriuscita generalizzata di liquido dai capillari retinici dilatati perdite di liquido a livello della macula (centro della retina), con alterazione della visione. Lucentis era già stato approvato per il trattamento di patologie oculari, tra cui la degenerazione maculare correlata all’età, forma umida, e l’edema maculare causato da ostruzione della vena retinica. L'approvazione di Lucentis nell’edema maculare diabetico si è basata su due studi clinici che hanno coinvolto 759 pazienti, seguiti per tre anni. Risultati: hanno mostrato in una significativa proporzione di persone con edema maculare diabetico trattati con Lucentis, un miglioramento della visione, misurato mediante tavola ottometrica. Il 34-45% dei pazienti trattati con il dosaggio raccomandato di 0.3 mg mensile di Lucentis ha guadagnato almeno tre linee di visione rispetto al 12-18% di coloro che non avevano ricevuto il farmaco. effetti indesiderati: più comuni di Lucentis includono: sanguinamento nel tessuto oculare, dolore oculare, corpi mobili, e un aumento della pressione all'interno dell'occhio. (Fonte: FDA, 2012) PRENOTAZIONE ON LINE CORSI ECM - SESSIONE AUTUNNALE Data Argomento C.F. 29 Settembre (I parte) 13 Ottobre (II parte) 6 Ottobre 20 Ottobre 27 Ottobre 10 Novembre Le analisi di laboratorio in farmacia: il ruolo del Farmacista Obesità e Diabete Dolore lombare: istruzioni come affrontarlo Osteoporosi Un antiemetico per ogni occasione 16 6 6 6 6 COME PRENOTARSI AI CORSI ECM Per fruire di questo servizio è necessario che Tu disponga di username e password che Ti assicurino di poter accedere alle informazioni in modo che la Tua privacy è assolutamente garantita. Per questo Ti abbiamo inviato a Febbraio 2012 mediante lettera le Tue credenziali di identificazione: USERNAME…. e PASSWORD…. che Ti consentiranno di accedere attraverso internet, ai servizi online. Qualora tali credenziali non Le hai ancora ricevute, puoi inviare una mail di richiesta all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , le stesse Ti verranno inviate prontamente. In questo modo dovrai solo riempire i campi che Ti saranno richiesti collegandoTi alla home page del nostro sito (www.ordinefarmacistinapoli.it). PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – N 4 GOVERNO E PARLAMENTO Balduzzi ce l'ha fatta. Il decreto sanità è stato approvato. Ecco il testo entrato in CdM Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge Balduzzi dopo sei ore e mezzo di riunione. Il testo entrato è di 16 articoli. Rimaste le norme di principale interesse sanitario, dalle cure primarie, ai farmaci e all'intramoenia. Via la tassa sulle bibite e il Piano nazionale per la non autosufficienza 05 SET - Ci sono volute diverse ore di confronto serrato, articolo per articolo, ma alla fine Balduzzi ce l'ha fatto. Il Governo ha approvato il suo decreto legge nonostante i tanti dubbi della vigilia e i niet delle Regioni e non solo. In tutto 16 articoli contro i 27 della prima bozza. I dubbi sulla costituzionalità del decreto sono superati, per il ministro, dalle caratteristiche delle misure adottate. CAPO III Disposizioni in materia di farmaci e di servizio farmaceutico (art. 10-11-12-13-14) Trasferimento delle farmacie (art. 14) La domanda di trasferimento di una farmacia in un altro locale deve essere presentata al Comune, che decide sentiti la Asl e l’Ordine provinciale dei farmacisti, competenti per territorio, i quali si pronunciano entro 15 giorni dalla richiesta del Comune. La domanda è respinta se il nuovo locale non soddisfa il criterio di distanza di almeno 200 metri dalle altre farmacie e non soddisfa i criteri e le esigenze di una maggiore accessibilità e alteri la equa distribuzione sul territorio delle farmacie. Abrogato l’articolo 5 della legge 632/91 in materia di Decentramento delle farmacie. Titolarità della farmacia (art. 14) La facoltà di trasferimento della titolarità di una farmacia ai sensi dell’articolo 12, primo comma, della legge 2 aprile 1968, n. 475 è sospesa in pendenza di un procedimento penale nei confronti del titolare o dei suoi collaboratori per truffa ai danni dello Stato o di altri enti pubblici, ai sensi dell’articolo 640, secondo comma, del codice penale. La facoltà è sospesa, altresì, per tutto il periodo di vigenza del provvedimento con cui l’autorità amministrativa competente ha disposto la chiusura dell’esercizio per violazione di norme di rilevanza sanitaria.