Anno I – Numero 57 AVVISO Giuramento di Galeno: -Sabato 15 Dicembre 2012 - Concorso Straordinario: bando della Toscana Giovedì 22 Novembre 2012, S. Cecilia Martire di Roma Concorso straordinario farmacie. Ecco il bando della Toscana La data di scadenza per la presentazione delle domande, attraverso la piattaforma unica www.concorsofarmacie.sanita.it realizzata dal ministero, è stata stabilita al 21 dicembre 2012, ore 18.00. Le sedi a concorso sono 131 RIEPILOGO CONCORSI PUBBLICATI Notizie in Rilievo • Salute e Benessere 1. Le proprietà curative degli oli essenziali REGIONE N. SEDI a CONCORSO SCADENZA Liguria Lazio Veneto Lombardia Toscana TOTALE 89 278 224 343 131 1065 30 Novembre 2012 13 Dicembre 2012 16 Dicembre 2012 19 Dicembre 2012 21 Dicembre 2012 I Giovani Farmacisti giurano nel nome di GALENO Patologie 2. Tumore del colon retto: guarigione possibile anche con le metastasi La stazione Marittima di Napoli – Sala Galatea Sabato 15 Dicembre 2012: il giorno solenne del Giuramento e Auguri di Natale Nel corso della serata sarà offerto un buffet di Natale e un intrattenimento musicale. (Di seguito l’elenco dei nuovi iscritti) PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 57 PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 57 SALUTE E BENESSERE LE PROPRIETÀ CURATIVE DEGLI OLI ESSENZIALI L’acquisita consapevolezza del potere antisettico e battericida di alcuni oli essenziali, in primo luogo quello di lavanda, ci ha messo a disposizione dei veri e propri “antibiotici” naturali, che non presentano gli effetti collaterali negativi di quelli in uso nella medicina ufficiale. Gli oli essenziali hanno il vantaggio di poter essere massaggiati o inalati, hanno il vantaggio di esercitare un’azione preventiva, stimolando la produzione di globuli bianchi e potenziando così l’attitudine dell’organismo a difendersi da sé dalle infezioni. Trattandosi di sostanze “vive”, la loro capacità di distribuzione della flora e della fauna microbica è attiva, dinamica e selettiva, mentre gli antibiotici di sintesi sono batteriostatici e agiscono indiscriminatamente anche su batteri, virus e germi non patogeni. Si sono scoperte e studiate le proprietà fondamentali degli oli essenziali: Fluidificano il sangue e la linfa Disincrostano i vasi sanguigni, la vescicola biliare, i reni e le articolazioni Favoriscono lo scioglimento dei calcoli Favoriscono l’espulsione dei prodotti tossici e degli scarti dal corpo e gendo sugli organi preposti e questa funzione (ghiandole della pelle, reni e intestini) Eccitano correttamente l’elettromagnetismo degli elementi atomici cellulari. Proprietà specifiche: Diuretiche Cicatrizzanti Antispasmodiche Rimineralizzanti Le essenze rispetto alla pianta intera, consentono di stabilire le dosi di somministrazione in modo più preciso; si diffondono nell’organismo con più rapidità e consentono un maggior numero di forme di assunzione, per via sia interna ch esterna; data l’alta concentrazione dei principi attivi, le dosi possono essere minime. Avvertenze: Gli oli essenziali puri sono “farmaci” proprio nel significato che gli antichi davano a questo termine utilizzandolo indifferentemente per dire “rimedi”o “veleno”, ben sapendo che un vero potere può essere positivo o negativo a seconda di come lo impiega o vi si ricorre. Quindi seguire sempre la prescrizione di un esperto e controllare la qualità di quello che si acquista. I farmacisti europei lanciano l’allarme: c’è carenza di medicinali e le consegne in farmacia arrivano sempre più tardi. Un problema importante per i cittadini, soprattutto quelli delle aree più isolate, che non riescono a trovare nella propria farmacia di riferimento i medicinali di cui ha bisogno per curarsi. Farmaci a volte anche importanti, se non vitali. Secondo un’indagine condotta dalla Pgeu, la federazione che riunisce i farmacisti europei, questa (Alimentazione e Benessere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 57 PATOLOGIE TUMORE DEL COLON-RETTO. LA GUARIGIONE È POSSIBILE, ANCHE CON LE METASTASI A Roma, gli esperti hanno discusso del trattamento di uno dei quattro ‘big killer’ dell’oncologia, il cancro al colon-retto. Tra screening sempre più accurati e farmaci biologici ecco tutte le novità, che in alcuni casi possono non fermarsi solo al trattamento, ma portare alla guarigione, anche nelle fasi più avanzate. Fino a poco tempo fa non lasciava molte speranze ai pazienti cui veniva diagnosticato, spesso perché veniva riconosciuto troppo tardi, a stadio molto avanzato e dopo la comparsa di metastasi: oggi il tumore del colon-retto è ancora uno dei quattro tumori più letali, dopo quello del polmone, della mammella e della prostata, ma grazie agli avanzamenti della ricerca e all’introduzione delle terapie biologiche, oggi migliorano le prospettive in termini di sopravvivenza e qualità di vita, e talvolta è possibile guarire anche le forme più avanzate. Sull’evoluzione delle strategie di trattamento e sulle prospettive future, si è fatto il punto proprio a Roma in un evento dal titolo “Strategie terapeutiche per il tumore del colon-retto: scenari attuali e prospettive future”, che ha visto partecipare i massimi esperti italiani della neoplasia. “Il tumore del colon-retto è uno dei più frequenti nel mondo occidentale, globalmente è la quarta causa di cancro in assoluto, ma diventa la seconda nel sesso maschile e la terza in quello femminile, considerati separatamente”, ha commentato Carlo Barone, Professore di Oncologia Medica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. “I nuovi casi nel mondo sono circa 1 milione l’anno e più di 250.000 solo in Europa. In Italia, gli ultimi dati del 2005 indicano un’incidenza di circa 40.000 casi ogni anno. Può insorgere in qualsiasi fascia d’età, con esclusione di quelle più giovani; l’incidenza è dai 40 anni in su, con un picco massimo dopo i 65 anni”. LO SCREENING: se diagnosticata precocemente, è quasi sempre possibile asportare la massa maligna; tuttavia, spesso i sintomi iniziali possono essere confusi con quelli di altre patologie e al momento della diagnosi il tumore può essersi già diffuso in altre parti del corpo. “Il cancro del colon è una patologia in cui frequentemente la diagnosi è tardiva: si stima che il ritardo diagnostico medio sia intorno a sei mesi. I sintomi più comuni di questa neoplasia non sono specifici se considerati separatamente e vanno quindi interpretati nell’ambito generale del quadro clinico del paziente”, ha aggiunto Barone. Quando questo accade, il trattamento della malattia è più difficile e la prognosi peggiora notevolmente, anche se grandi passi in avanti sono stati fatti con uno screening più accurato:“Considerando che la sopravvivenza globale a 5 anni è di circa il 60%, mentre per i pazienti con tumori metastatici è inferiore al 5%, è evidente quanto la tardività della diagnosi sia un elemento cruciale nella prognosi e quanto sia importante effettuare uno screening: per i soggetti a rischio generico una maggiore attenzione si deve avere dopo i 50 anni, nella fascia a rischio intermedio gli esami si cominciano ad effettuare 5-10 anni prima dell’età in cui è stata effettuata la diagnosi di cancro del colon nel familiare di primo grado affetto; infine, coloro che presentano un rischio elevato, ovvero quel 5-10% di casi di origine genetica, deve iniziare a sottoporsi allo screening molto precocemente, anche prima dei 15 anni”, ha concluso. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 57 I FARMACI BIOLOGICI: ma non solo lo screening migliora le prospettive di trattamento e cura. Se in epoca “pre-biologica”, per coloro che ricevevano una diagnosi con la malattia in stadio avanzato, la sopravvivenza era inferiore all’anno, con l’avvento dei farmaci biologici, come BEVACIZUMAB, integrati alla chemioterapia, i pazienti hanno visto un allungamento progressivo del loro tempo di vita. “Le attuali strategie terapeutiche si basano sull’integrazione di farmaci chemioterapici con i nuovi farmaci biologici ed in alcuni casi con la chirurgia o altri trattamenti locali”, ha spiegato Alfredo Falcone, Professore di Oncologia Medica dell’Università di Pisa. “Tra i farmaci biologici ricordo il bevacizumab, un anticorpo anti-VEGF, che lega un fattore di crescita per i vasi sanguigni e in questo modo “affama” il tumore, rallentandone la progressione e rendendolo più sensibile alla chemioterapia. Altri tipi di anticorpi vengono utilizzati in pazienti con tumori con caratteristiche bio-molecolari particolari, relative al gene KRAS che non deve essere mutato, e che vengono utilizzati sempre generalmente in combinazione con la chemioterapia, sia inizialmente in casi selezionati, sia dopo fallimento di altri trattamenti”. LA GUARIGIONE: Grazie all’individuazione di una sequenza ottimale nella somministrazione dei farmaci e alla chirurgia, infatti, in alcuni casi può essere raggiunto il traguardo della guarigione. “Anche in pazienti che si presentano inizialmente con metastasi non operabili, siamo in grado oggi con trattamenti intensivi di indurre una regressione della malattia, in modo da rendere possibile un intervento chirurgico successivo”, ha continuato Falcone. “La cosiddetta “terapia di conversione”, che in alcuni casi può portare alla guarigione o comunque a sopravvivenze prolungate”. UNA MIGLIORATA QUALITÀ DELLA VITA: “Negli altri casi, anche quando la guarigione non è purtroppo un obiettivo perseguibile, siamo però in grado di indurre una regressione o stabilizzazione della malattia ritardandone l’evoluzione, e quindi riuscendo a far convivere il paziente con la malattia più a lungo e spesso anche con una buona qualità di vita”, ha spiegato ancora Falcone. Infatti, importante obiettivo ora raggiungibile è la possibilità di convivere nel tempo con la neoplasia senza peggiorare la qualità di vita del paziente. “Circa il 25-30% dei pazienti presentano metastasi al momento della diagnosi, e persiste una porzione di pazienti che, pur avendo diagnosticato il tumore in fasi precoci, peggiorano in un arco di tempo che va dai 6 mesi ai due anni”. “Ma oggi abbiamo studiato una sequenza ottimale nella somministrazione dei farmaci, che può aiutarci anche in questi casi: consiste in un intervento chemioterapico di prima linea in combinazione con un farmaco biologico e un intervento con un farmaco chemioterapico diverso in seconda linea, combinato con lo stesso farmaco biologico. Quando la chemioterapia fallisce, deve essere cambiata, mentre il farmaco biologico viene mantenuto perché continua a rallentare la crescita del tumore con un ulteriore beneficio di sopravvivenza”, ha continuato. “La disponibilità di questi nuovi farmaci che si dimostrano efficaci, pur non essendo in grado di eradicare tutto il tumore, permette all’oncologo di dare un beneficio al paziente, non solo allungandogli la vita, ma anche migliorandola in termini di qualità. Ad es., un paziente che ha dolore e che non respira bene, grazie al trattamento con il farmaco biologico può stare meglio. Al contrario della chemioterapia, il farmaco biologico ha una tossicità bassissima e non peggiora la qualità di vita del paziente”. Le terapie mirate costituiscono un approccio nuovo alla cura del cancro inibendo la crescita e la diffusione del cancro modulando specifici processi molecolari e cellulari che partecipano allo sviluppo della patologia: poiché sono mirate ai processi specifici del cancro, le terapie biologiche possono essere potenzialmente più efficaci di altre terapie e meno tossiche per le cellule sane, non cancerose. Per ora non sono destinate a sostituire chemioterapia e radioterapia, ma possono aprire nuove prospettive di trattamento e forse cura. (Farmacista online)