Anno I – Numero 6 Lunedì 10 Settembre 2012, S. Nicola di Tol. CURIOSITÀ E SALUTE Notizie in Rilievo Perché i dolci fanno venire sete? • Curiosità e Salute 1. Perché i dolci fanno venire sete? • Curiosità e Salute 2. Saltare i Pasti aiuta a perdere peso? Il glucosio contenuto nei dolci rallenta il tempo impiegato dallo stomaco per svuotarsi. Sentiamo quindi una sensazione di sete perché non arrivano liquidi all’intestino, dove possono essere assorbiti. Un "incendio" inestinguibile. In genere, a questo punto, si beve per • Patologie 3. L’obesità aumenta i rischi di artrite reumatoide spegnere la sete, ma l’acqua non arriverà all’organismo in tempi brevi. Si proverà ancora sete fino a quando non sarà esaurito il tempo di assorbimento e il corpo potrà far fronte alla richiesta, ossia fino a che l’organismo non avrà utilizzato tutto il glucosio ingerito. Ecco perché le bevande dolci non sono ideali per ripristinare l’equilibrio dei liquidi: è l’acqua il miglior dissetante. (Fonte; Salute-benessere). • Scienza e farmaci 4. L’aspirina allunga la vita dopo il cancro alla prostata • Scienza e farmaci 5. Polmonite: si alla Ceftarolina fosamil • Indagine e Salute 6. La solitudine da adolescente aumenta le malattie cardiovascolari da adulti Saltare i pasti aiuta a perdere peso? No, per due motivi. Il primo è che nei pasti successivi si tende a compensare, introducendo tutte le calorie mancate. L’organismo, poi, recupera la perdita di energia conservando il più possibile il cibo introdotto, rallentando il metabolismo e abituandosi a immagazzinare il più possibile, trasformandolo in riserve di grasso. (Fonte; Salute-benessere). PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 6 PATOLOGIE L’OBESITA' AUMENTA I RISCHI DI ARTRITE REUMATOIDE "L'obesita' aumenta di 1,2 volte il rischio di soffrire di artrite reumatoide. Si tratta di un fattore di rischio importante, ma ancora sottovalutato". Stime: "Secondo le ultime stime l'obesità passerà dal 2005 al 2015 da 400 a 700 milioni di persone colpite nel mondo, con un +75% che non tiene conto del 'semplice' sovrappeso'. Questo può dare un'idea del problema legato alle altre patologie favorite dall'obesità, che possono incidere pesantemente sulla produttività dei lavoratori". "Nel caso dell'artire reumatoide - evidenzia Klaus Kruger, reumatologo di Monaco (Germania) - e' fondamentale puntare su un trattamento personalizzato, che tenga conto anche delle preferenze del paziente. Cruciale anche la collaborazione tra diversi specialisti, considerato il problema delle comorbidita': il 30-50% dei malati di artrite reumatoide muore a causa di eventi cardiovascolari". Infine occorre intervenire sulla comunicazione medico-paziente: "Le visite oggi sono troppo brevi, e questo rappresenta un'insidia importante in vista della gestione piu' corretta e dell'offerta del miglior trattamento possibile", dice Kruger. (Fonte: Sn) SCIENZA E FARMACI L'aspirina allunga la vita dopo il cancro alla prostata Gli uomini che sono stati curati per il cancro alla prostata, sia con la chirurgia che con la radioterapia, potrebbero beneficiare dell'assunzione regolare di aspirina. Lo sostiene uno studio condotto dai ricercatori di Harvard e dell'Università della California e pubblicato sul Journal of Clinical Oncology che ha preso in esame circa 6.000 uomini colpiti dal tumore, il più frequente dei tumori maschili. Risultati: Circa 2.200 tra gli uomini coinvolti seguivano un trattamento anticoagulante con warfarina, clopidogrel, enoxaparina o aspirina. La ricerca ha dimostrato che la mortalità, misurata nell'arco temporale dei 10 anni successivi alla terapia anti-cancro, era significativamente più bassa nei soggetti trattati con anticoagulanti: solo il 3% rispetto all'8% dell'altro gruppo. Coloro che assumevano aspirina avevano una speranza di vita ancora più lunga e inoltre i rischi che il cancro tornasse o di metastasi ossee erano anch'essi più bassi. “Abbiamo dimostrato che l'aspirina previene la crescita delle cellule tumorali nel cancro alla prostata – spiega Kevin Choe – specialmente nelle forme più gravi, per le quali non abbiamo un trattamento ottimale allo stato attuale”. Tuttavia, rispetto all'interazione con il farmaco è necessario “capire meglio l'utilizzo più efficace dell'aspirina prima di consigliarne un'assunzione regolare a tutti i pazienti affetti da cancro alla prostata”. (Fonte:Salute 24; suggerito da M. De Stefani) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 6 SCIENZA E FARMACI Polmonite. Ema: sì alla ceftarolina fosamil, efficace anche contro lo Staffilococco aureo resistente Si tratta di un antibiotico ad ampio spettro per il trattamento delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli e della polmonite acquisita in comunità: l’unico farmaco efficace anche contro lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA). È stato approvato solo la settimana scorsa il primo antibiotico ad ampio spettro della classe delle cefalosporine in Europa con efficacia clinica dimostrata anche contro ceppi di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, comune causa di infezioni complicate della cute difficili da trattare. La Commissione europea ha infatti dato autorizzazione all’immissione in commercio di ceftarolina fosamil, nuovo farmaco per il trattamento intravenoso delle infezioni complicate della cute e dei tessuti molli o della polmonite acquisita in comunità nei pazienti adulti. La decisione fa seguito al parere positivo espresso a giugno dal Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) e sarà applicabile ai 27 Stati Membri dell’Unione Europea. L’autorizzazione all’immissione in commercio dell’antibiotico si basa sui risultati del programma di studi clinici di fase III che comprende, in particolare, quattro studi registrativi: CANVAS 1 e 2 (per l’indicazione cSSTI) e FOCUS 1 e 2 (per l’indicazione CAP). Questi studi hanno dimostrato coerente efficacia clinica del farmaco nel trattamento di cSSTI e CAP, confermando il ben noto profilo di tollerabilità della classe delle cefalosporine. Reazioni avverse: le più comuni sono state diarrea, mal di testa, nausea e prurito e sono state generalmente di entità lieve o moderata. Ceftarolina fosamil ha dimostrato la propria efficacia anche in gruppi di pazienti più vulnerabili, come ad esempio gli anziani o pazienti con patologie concomitanti (come ad esempio diabete mellito o malattie vascolari periferiche nei pazienti affetti da cSSTI e broncopatia cronica ostruttiva o asma nei pazienti affetti da CAP). Questo può aiutare a superare alcune delle problematiche attuali che i clinici si trovano ad affrontare durante il trattamento di questa tipologia di pazienti che necessitano di cure efficaci e ben tollerate. L’antibiotico era infatti stato disegnato per differenziarsi dalle cefalosporine precedentemente approvate e grazie al peculiare meccanismo di azione è dotata di attività battericida, con un'ampia copertura contro i più comuni agenti patogeni (MRSA, streptococchi in cSSTI, Streptococcus pneumoniae e Staphylococcus aureus sensibili alla meticillina in CAP). “Come sottolineato recentemente anche dall’OMS, l'aumento costante dei batteri resistenti è una minaccia imminente e rilevante per la salute dei pazienti e per la sanità pubblica. (Fonte: Farmacista on line, suggerito da U. Trama) PAGINA 4 Anno I – Numero 6 INDAGINE E SALUTE La solitudine durante l'adolescenza aumenta il rischio di malattie cardiache da adulti E per le studentesse infelici il rischio di ictus e infarto o di soffrire di colesterolo cattivo e diabete è più che triplicato. Se a scuola non eravate fra gli alunni più popolari dell’istituto e proprio per questo stavate sempre per conto vostro, meglio che prenotiate un check-up attorno ai quarant’anni, perché potreste ritrovarvi a soffrire di un po’ di tutto, dalla pressione sanguigna alta ad un eccesso di colesterolo cattivo, senza dimenticare diabete e obesità. Tutte patologie riconducibili alla cosiddetta «sindrome metabolica», che aumenta notevolmente il rischio di infarto ed ictus nella mezza età. PRIMO STUDIO - A studiare per la prima volta il legame fra un’adolescenza non esattamente da ricordare e l’incidenza della malattia (tanto più isolata e triste è stata la prima quanto maggiore è la seconda) è stata un’equipe dell’Università svedese di Umea, che ha analizzato i dati relativi alla salute e ai comportamenti sociali di un migliaio di sedicenni del distretto di Lulea nell’arco di 27 anni, sottoponendo poi il campione ad una serie di controlli clinici attorno ai 43 anni. Si è così visto che i ragazzi che erano stati più introversi e meno propensi alla socializzazione durante gli anni di scuola (senza però essere stati necessariamente vittime di episodi di bullismo) erano anche quelli che più soffrivano di sindrome metabolica una volta compiuti i quarant’anni. E i dati della ricerca, pubblicata sulla rivista “PLoS ONE” si facevano decisamente più allarmanti nel caso in cui il soggetto testato fosse femminile, visto che la probabilità per una ex sedicenne infelice di ammalarsi di sindrome metabolica era addirittura più che triplicata. «Seppur limitatamente al campione esaminato, lo studio sottolinea come il tipo di relazioni sociali instaurate durante l’adolescenza possa avere grande influenza sulla salute metabolica delle persone in età adulta» spiegano gli studiosi. I FATTORI SCATENANTI - Uno dei fattori scatenanti la patologia è senz’altro il livello di cortisolo: un impennata di questo valore (generalmente legata a condizioni di estrema solitudine che scatenano ansia) può infatti tanto aumentare la pressione sanguigna al punto da causare un attacco di cuore quanto abbassare pericolosamente il sistema immunitario, rendendo così la persona più vulnerabile alla malattia. (Fonte: Sn, suggerito da T. Maggiore)