Anno I – Numero 73 Mercoledì 12 Dicembre 2012, S. Giovanna Francesca Frémyot di Chantal 15 Dicembre 2012: AVVISO Giuramento dei Giovani Farmacisti nel nome di GALENO e FESTA di NATALE con Enzo TOSCANO Giuramento di Galeno e Festa di Natale: -Sabato 15 Dicembre 2012 Notizie in Rilievo • Patologie e Salute 1. Puglia. Scoperto come diagnosticare il cancro con un respiro Patologie e Salute 2. Da che cosa è causata la ciclotimia? 3. Vitamina C: se poca danneggia il cervello del feto Domanda e Risposta 4. Due interventi per varicocele possono causare infertilità? VI ASPETTIAMO TUTTI. NON È NECESSARIO INVITO. PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 73 PATOLOGIE E SALUTE PUGLIA. SCOPERTO COME DIAGNOSTICARE IL CANCRO CON UN RESPIRO L’intuizione è stata dei ricercatori dell’Università di Bari: applicare al respiro lo stesso approccio utilizzato per monitore la qualità dell’aria. Gonfiando un palloncino è possibile diagnosticare il cancro al colon retto. La nuova metodica è ben più sostenibile ma anche affidabile: su 100 malati ne individua 80 Diagnosticare il cancro con un respiro. Adesso si può, grazie ai finanziamenti regionali per la ricerca. Ha il marchio Regione Puglia e il genio scientifico dei ricercatori dell’Università di Bari, una delle scoperte più rilevanti dell’ultimo decennio. Solo 1,5 milioni, erogati dalla Regione Puglia alla Rete di Laboratori 'Voc and Odor' con un effetto moltiplicatore che per la diagnostica del cancro è un’autentica rivoluzione. “In Puglia abbiamo investito in cultura, in innovazione e in ricerca. Solo così possiamo guadagnare prospettive di futuro, di salute e di migliore qualità della vita”. Lo ha detto il Pres. della Regione, Nichi Vendola, nella conferenza stampa per presentare la scoperta. “Un milione e mezzo di euro investiti da noi in un progetto che ha coinvolto un pool di ricercatori medici e di scienziati, ha prodotto un risultato straordinario - credo che chiunque di noi sappia che cosa sia una colonscopia, che tipo di intervento diagnostico invasivo sia, che tipo di disagio e sofferenza provochi, determinando anche un costo rilevante per la sanità. Oggi con questi studi invece, siamo in grado di sperare, in un futuro, di poter fare una diagnosi attraverso il respiro che porta con sé un bagaglio di informazioni utili per poter diagnosticare o meno la patologia”. Un giro globale per un’intuizione semplice e allo stesso tempo geniale: applicare al respiro lo stesso approccio utilizzato per monitore la qualità dell’aria, proprio quello usato dallo stesso gruppo di scienziati per individuare le emissioni dell’Ilva. È stato così possibile, solo gonfiando un palloncino, diagnosticare il cancro al colon retto, una diagnosi che oggi si ottiene con la colonscopia e con la ricerca del sangue occulto nelle feci. Non solo la nuova metodica è ben più semplice e sostenibile, ma persino più affidabile del secondo esame citato: su 100 malati ne individua 80, mentre su 100 pazienti positivi al test del sangue occulto che eseguono una colonscopia, solo 50-60 hanno una patologia intestinale e solo 7 di essi un tumore. Una scoperta tanto più importante se si considera che sono 51.600 i nuovi casi di cancro al colon retto attesi in Italia nel 2012 (fonte Istat): Questa patologia rappresenta la seconda causa di morte per cancro tra i maschi e la terza tra le donne. “Un esame così semplice eppure così preciso – ha detto l’assessore alla Sanità, Ettore Attolini – favorisce non solo l’esattezza della diagnosi, ma invoglia i pazienti a sottoporsi al test anche per la semplice prevenzione, per la quale la colonscopia spesso è un deterrente. È nostra intenzione fare in modo che questa tipologia di esame diventi una prassi a cominciare dalla Puglia. L’obiettivo è salvare vite umane promuovendo la prevenzione. Con questa nuova metodica è tutto più semplice”. Questo il team di ricerca: M. Di Lena (28 anni) ed E. Travaglio (25 anni) medico in formazione specialistica al I e al III anno della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale; F.Porcelli (30 anni) dottoranda di ricerca al I anno della Scuola in Scienze Chimiche; per questo lavoro è stata selezionata tra le dieci finaliste di ITWIIN ITWIIN, l’Associazione Italiana delle Donne Inventrici e Innovatrici; L. Trizio (34 anni) e M. Tutino (37 anni) Contrattista di ricerca, contratto finanziato dall'avviso n. 16/2009 FSE - Capitale Umano - della Regione Puglia; (Farmacista online) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 73 PATOLOGIE E SALUTE DA CHE COSA È CAUSATA LA CICLOTIMIA? La ciclotimia (dal greco: kuklos = cerchio e thumos = umore) è un disturbo dell’umore che si manifesta con l’alternanza di episodi maniacali ed episodi depressivi. I primi sono periodi più o meno lunghi in cui l’umore predominante del malato è agitato, espansivo o anche irritabile e manifesta una certa logorrea (impulso a parlare senza controllo), mentre aumenta l’autostima e diminuisce il bisogno di sonno. Tristezza. I secondi sono periodi in cui l’umore predominante è depresso, con perdita di interesse per qualsiasi attività, sentimenti di autocommiserazione o di colpa eccessivi o immotivati, e anche pensieri ricorrenti di morte o di suicidio. Per questa alternanza la ciclotimia si differenzia dagli altri disturbi dell’umore, che sono i disturbi depressivi, nei quali si manifestano solo episodi del secondo tipo. Predisposizione. Caratteristica della ciclotimia è di essere endogena: ha origine cioè dall’individuo stesso ed è indipendente da cause esterne all’organismo. Alcuni studiosi ritengono però che la ciclotimia non sia una vera e propria malattia, ma solo un’acutizzazione di una “personalità ciclotimica”, quindi predisposta a queste alternanze. Inoltre, stando ai dati statistici, la ciclotimia sembra marcatamente ereditaria e le donne sembrerebbero maggiormente a rischio. VITAMINA C: SE POCA DANNEGGIA GRAVEMENTE IL CERVELLO DEL FETO Una carenza di vitamina C in gravidanza può danneggiare seriamente lo sviluppo del cervello nel bambino. Un danno irreversibile che non può essere corretto neanche se dopo la nascita si integra la carenza di questa vitamina Tutte le vitamine sono importanti per il buon funzionamento dell’organismo, a ben vedere. Ognuna ha il suo ruolo e il suo peso nell’equilibrio generale delle funzioni vitali e del corpo. Tuttavia, ci sono vitamine la cui presenza, o mancanza, può avere effetti più o meno marcati: è il caso della vitamina C che, se carente durante la gravidanza, può danneggiare seriamente e in modo irreversibile il cervello del bambino. A mettere sull’avviso tutte le future mamme è uno studio pubbl. sulla rivista PLoS ONE, che suggerisce come un inadeguato apporto di vitamina C durante la gestazione metta in serio pericolo lo sviluppo cerebrale nel feto. La carenza vitaminica è un male moderno. Complice un’alimentazione povera di nutrienti e sostanze utili – se non addirittura indispensabili. Così, dai dati in possesso dei ricercatori, si scopre che almeno il 1020% degli adulti che vivono nei Paesi industrializzati presenta una preoccupante carenza di vitamina C. Se i dati confermano che la popolazione generale soffre di carenze vitaminiche e, come in questo caso, di vitamina C è facile pensare che anche una donna che sia incinta soffra di questo deficit. Pertanto, il primo consiglio che arriva dagli scienziati è quello di tenerne conto e prendere tutte le misure del caso. «Anche una marginale carenza di vitamina C nella madre arresta lo sviluppo dell’ippocampo fetale, l’importante centro della memoria, del 10-15%, impedendo al cervello uno sviluppo ottimale– Eravamo soliti pensare che la madre potesse proteggere il bambino. Normalmente vi è un trasporto selettivo dalla madre al feto delle sostanze di cui il bambino ha bisogno durante la gravidanza. Tuttavia, ora sembra che il trasporto non è sufficiente nel caso di carenza di vitamina C. Questo può avere conseguenze per i bambini colpiti». (Stampa) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 73 DOMANDA E RISPOSTA DUE INTERVENTI PER VARICOCELE POSSONO CAUSARE INFERTILITÀ? Gli esami da fare per sapere se il varicocele ha causato problemi alla capacità riproduttiva. Quesiti anche sulla dermatite del glande e su come risolvere l'eiaculazione retrograda. (MASSIMO DE MARTINO, UNISA ) VARICOCELE E INFERTILITÀ Domanda - A 18 anni il dottore mi ha riscontrato il varicocele, mi ha operato, ma dopo un anno si è ripetuta la stessa cosa. Dopo entrambe le operazioni ritornavo a casa e solo dopo un pò facevo una visita di controllo. Da due anni mi sono sposato e non riusciamo ad avere un bimbo nonostante lei si sia fatta visitare e non abbia problemi di infertilità. Volevo sapere se il varicocele ha potuto causarmi problemi di infertilità. Ci sono analisi specifiche da fare, quali sono e a chi rivolgermi? Risposta - Basta un semplice esame del suo liquido seminale o spermiogramma, eseguito in un centro affidabile, per valutare lo stato delle sue capacità riproduttive. Dopo averlo eseguito porti i risultati in visione al suo medico di medicina generale che le indicherà eventualmente un bravo andrologo a cui rivolgersi per risolvere l'eventuale problema di infertilità. PUNTINI ROSSI SUL GLANDE Domanda - Qualche settimana fa ho notato sul glande dei piccoli puntini rossi. All'inizio mi sono preoccupato, perché quella stessa settimana la mia ragazza aveva contratto un'infezione (cistite). Ma mi sono tranquillizzato, perché facciamo sempre uso del preservativo e non ho rapporti con altre partner. Ho lasciato passare qualche giorno e mi sono accorto che mi si cominciava a spellare il glande. Spellato completamente, sono scomparsi i puntini rossi, perció ho deciso di non andare da nessun andrologo o dermatologo e ho continuato a tener una buona igiene personale. Ieri mi sono accorto che sono tornati i puntini rossi, alcuni sono delle piccole macchie piatte. Non capisco da cosa possa dipendere, se ho sempre avuto rapporti protetti e una buon igiene. Risposta - Potrebbe trattarsi di una semplice dermatite, ma non è da escludere che vi sia una sovrainfezione micotica, ad es. da candida. Le suggerisco di introdurre, nella sua igiene intima, l'uso di H2O e bicarbonato per alzare il pH della pelle riducendo la sopravvivenza di candida e di altri funghi che proliferano in ambienti acidi. Se la sintomatologia persiste si rivolga a un dermatologo. EIACULAZIONE RETROGRADA Domanda - Ho preso per circa una settimana la Tamsulosina (una pastiglia alla mattina prima della colazione) per difficoltà nell'urinare e stimolo notturno. Ho 54 anni ed ho pensato a un ingrossamento della prostata. Il medico per farmi urinare agevolmente mi ha dato la Tamsulosina in attesa di fare l'Ecografia addominale completa. Fatta l'ecografia, l'esito è stato ottimo, nessun problema, tutto nella norma e, infatti, immediatamente ritorno ad urinare normalmente. Però, dopo un po' di giorni durante un atto sessuale mi accorgo che non ho eiaculato quasi nulla. Leggo sul foglietto della Tamsulosina che fra gli effetti collaterali più comuni c'è proprio la eiaculazione retrograda (oltre all'ipotensione e, infatti, un giorno sono pure svenuto per un abbassamento di pressione). Il mio dottore mi conferma che si tratta di un effetto collaterale e mi rassicura dicendo che sospendendo la cura tutto ritornerà come prima. Vorrei sapere se è vero che questo problema sarà superato con la sospensione dell'assunzione del farmaco e quanto tempo potrebbe passare? Risposta - Le confermo che la sospensione della tamsulosina determinerà la rapidissima ripresa di una normale eiaculazione. (Salute-Repubblica) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 73 15 Dicembre 2012: I Giovani Farmacisti giurano nel nome di GALENO e Festa di Natale by Enzo TOSCANO