Anno I – Numero 76 Lunedì 13 Dicembre 2012, S. Lazzaro, Olimpia CONCORSO STRAORDINARIO FARMACIE AVVISO REGIONE Concorso Straordinario: -Riepilogo Notizie in Rilievo • Governo e Farmacia 1. Pubblicati in G.U. i requisiti per gli esercizi che allestiscono le preparazioni galeniche Società e Salute 2. Allattare con il seno rifatto? 3. A che ora morirai? Te lo dice un gene Salute 4. Iodoprofilassi Nutrizione 5. Frullati: da consumare con moderazione Curiosità 6. Come è nata la legenda di Babbo Natale? Liguria Lazio Veneto Lombardia Toscana Piemonte Abruzzo TOTALE N. SEDI a SCADENZA N. FORMA CONCORSO PARTECIPANTI ASSOCIATA 89 278 224 343 131 147 85 1297 30/11/2012 13/12/2012 16/12/2012 19/12 2012 21/12/2012 22/12/2012 11/01 2013 941 2449 339 1281 1000 VOLTE GRAZIE A TUTTI VOI per aver accolto i neo iscritti all’Ordine PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 76 GOVERNO E FARMACIA PUBBLICATI IN G.U. I REQUISITI PER GLI ESERCIZI CHE ALLESTISCONO PREPARAZIONI GALENICHE Sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13-12-2012 il decreto in cui vengono indicati i requisiti, in particolar modo strutturali, che riguardano gli esercizi commerciali che allestiscono preparazioni galeniche officinali che non prevedono la presentazione di ricetta medica. Pubblicato sulla GU n. 290 del 13-12-2012, il decreto che, in base alla legge n. 248 del 4 agosto 2006, stabilisce i requisiti relativi agli esercizi commerciali che allestiscono preparati officinali sterili che non prevedono la presentazione di ricetta medica. Questi devono osservare le “Norme di buona preparazione dei medicinali in farmacia” contenute nella vigente edizione della FU, nelle parti riferibili all'allestimento di tali preparazioni. Tra gli obblighi previsti:il titolare dell'esercizio commerciale deve comunicare al Ministero della salute, alla Regione o Provincia autonoma, al Comune e alla ASL dove ha sede l'esercizio, l'inizio dell'attività di allestimento di preparazioni galeniche. Le Regioni, nell'ambito delle proprie competenze in materia di tutela della salute, sono tenute ad assicurare l'accertamento e la verifica del rispetto dei requisiti. REQUISITI STRUTTURALI. Presenza di uno spazio dedicato alla vendita e alla conservazione dei medicinali ben indicato e separato dalle zone di vendita di prodotti diversi, inaccessibile al personale non addetto durante l'orario di chiusura al pubblico. La disposizione degli spazi e degli arredi all'interno del locale deve, inoltre, garantire: l'assistenza personale e diretta al cliente di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio professionale ed iscritti al relativo ordine, anche in caso di accessibilità libera e diretta da parte dei cittadini ai medicinali di automedicazione; l'inaccessibilità agli altri medicinali da parte dei cittadini e del personale non addetto negli orari di apertura al pubblico; le insegne devono essere chiare e non ingannevoli e non possono includere l'emblema della croce, di colore verde. All'esterno dell'esercizio commerciale deve essere indicato, chiaramente e con evidenza, la tipologia di medicinali venduti. Non è consentita l'aggiunta di alcuna dicitura che possa indurre il cliente a ritenere che nell'esercizio sono venduti medicinali diversi dai medicinali di automedicazione. (Farmacista online) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 76 SOCIETA’ E SALUTE SI PUÒ ALLATTARE CON IL SENO RIFATTO? Dipende. Se il seno è stato “aumentato” sì: l’intervento di mastoplastica additiva (che permette di correggere la forma e di aumentare il volume delle mammelle) consiste infatti nell’inserimento di una protesi (un “sacchetto” di silicone di volume variabile tra i 120 e i 450 centimetri cubici) in una “tasca” creata dal chirurgo dietro il muscolo pettorale, oppure tra la ghiandola mammaria e il muscolo. La ghiandola, l’areola (che sta attorno al capezzolo) e il capezzolo stesso non vengono coinvolti dall’intervento e continuano a funzionare. MA SE SI RIDUCE... Diverso è il caso della mastoplastica riduttiva, praticata per ridimensionare mammelle troppo grandi: alcuni tipi di intervento richiedono lo spostamento di capezzolo e areola, che vengono rimossi e poi reimpiantati. In questi casi (pochi rispetto agli interventi riduttivi), la perdita della sensibilità e della funzione nutritiva del capezzolo è totale. E A LETTO CAMBIA QUALCOSA? Il seno rifatto pare che sia anche l’anticamera del tradimento. Secondo un’indagine realizzata da Giulio Basoccu, chirurgo estetico e docente dell’Università “La Sapienza” di Roma, il rischio di tradimento cresce dopo un intervento di questo genere. Basoccu ha intervistato un campione di 300 donne sposate o fidanzate (tra i 25 e i 40 anni) che negli ultimi 5 anni sono andate sotto i ferri per aumentare il seno. Ebbene, il 35% delle donne che hanno risposto alle domande, sono e si sentono sessualmente più reattive dopo una mastoplastica additiva. (Focus) CURIOSITA’ COM’È NATA LA LEGGENDA DI BABBO NATALE? Il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di san Nicola, vescovo bizantino vissuto nel IV secolo: secondo la tradizione, san Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi. Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di commemorare questo episodio con lo scambio di doni nel giorno del santo (6 dicembre). Nei Paesi protestanti san Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus. I festeggiamenti si spostarono alla festa vicina più importante, Natale. L’omone con la barba bianca e il sacco pieno di regali, invece, nacque in America dalla penna di Clement C. Moore, che nel 1822 scrisse una poesia in cui lo descriveva come ormai tutti lo conosciamo (ispirandosi a un suo vicino di casa olandese). Questo nuovo Santa Claus ebbe successo, e dagli anni Cinquanta conquistò anche l’Europa diventando, in Italia, Babbo Natale. PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 76 SCIENZA E SALUTE A CHE ORA MORIRAI? TE LO DICE UN GENE Una recente ricerca mette in relazione uno specifico gene alla probabile ora della nostra morte. Macabro? Forse, ma potrebbe salvare molte vite. Allodole o gufi? Preferite alzarvi presto al mattino o stare svegli a far bisboccia fino a notte fonda? Dipende dai ritmi circadiani, cioè quell'insieme di processi che regola il ritmo naturale del nostro organismo: ci sono orari in cui si è più attivi, in cui la pressione del sangue è più alta e il cuore più efficiente, altri in cui si è più rilassati e predisposti al riposo. Diverse mutazioni genetiche possono alterare il nostro orologio biologico, magari non favorendo il sonno prima delle 3 del mattino o, al contrario, spingendoci a letto già alle 8 o alle 9 di sera. Un gene potrebbe prevedere l'ora... dell'ultima ora. (REUTERS) TI ALZI TARDI? TUTTA COLPA DI UN GENE Ma la questione è ben più complessa: un team di ricercatori di Harvard ha recentemente scoperto che una variante piuttosto comune di uno dei nostri geni sarebbe responsabile della nostra tendenza ad alzarci presto o a crogiolarci sotto le coperte fino a mezzogiorno. E questa variazione sarebbe anche collegata all'ora della nostra fine, o meglio, al momento della giornata in cui, probabilmente, avverrà il nostro trapasso. La ricerca, pubblicata sull'ultimo numero di Annals of Neurology, ha preso spunto da uno studio condotto diversi anni fa su un campione di 1200 pazienti di 65 anni, sani ma con problemi di insonnia: l'obiettivo del lavoro era quello di provare a identificare dei precursori di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer o il Parkinson. Una dei test ai quali furono sottoposti i volontari era un'analisi dei ritmi sonno-veglia. Ma quando i ricercatori analizzarono il DNA dei pazienti, si resero conto di alcune particolari correlazioni tra le variazioni di un nucleotide vicino al gene Period1 e i loro ritmi circadiani. In particolare, il 40% degli individui analizzati aveva come base del nucleotide l'Adenina mentre il restante 60% la Guanina. L'ORA DELL'ULTIMA ORA: Dallo studio è emerso che gli individui con genotipo A-A (cioè con una coppia di Adenina in quella specifica posizione su ciascuno dei cromosomi) erano soliti svegliarsi un'ora prima rispetto a quelli con genotipo G-G. Ma quali altri aspetti della quotidianità sono influenzati da questa ricerca? “Tutti i processi fisiologici sono soggetti ai ritmi circadiani, cioè avvengono per lo più in momenti specifici della giornata. Tra questi, anche la morte” spiega Clifford Saper, uno dei neurologi che ha preso parte allo studio. “In media, nella popolazione globale, la morte sovviene verso le 11 del mattino”. E in effetti, quando i ricercatori, 15 anni dopo il primo studio, hanno analizzato gli orari di morte degli allora 65enni, hanno scoperto che genotipi AA erano mancati nella maggioranza dei casi prima delle 11 del mattino, mentre i GG dopo le 6 del pomeriggio.“Sembra quindi che ci sia davvero un gene in grado di prevedere l'ora della morte di un individuo” conclude Spaer, “ma per fortuna non il giorno”. MEDICINE SU MISURA: Lo studio preseguirà nei prossimi mesi per scoprire quali altri geni influenzano il nostro orologio biologico e se alcune delle più comuni cause di morte possono essere previste da un'indagine genetica. Dal punto di vista pratico, uno degli obiettivo più interessanti di questo lavoro potrebbe essere quello di mettere a punto schemi terapeutici in grado di dare la massima copertura, per esempio contro gli attacchi cardiaci, nel momento della giornata in cui un individuo è maggiormente a rischio. (Focus) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 76 SALUTE IODOPROFILASSI Lo iodio è un micronutriente presente nel nostro organismo (circa 10-20 mg) ma troppo spesso sottovalutato. Esso è presente principalmente nella tiroide, una piccola ghiandola che produce delle sostanze chiamate ormoni che libera direttamente nel sangue: la triiodotironina - T3 e la tiroxina - T4. Da un punto di vista clinico la carenza di iodio causa ipotiroidismo, gozzo, rischio di aborto, cretinismo. Una carenza iodica prolungata può portare all’ipotiroidismo, che, quando si verifica durante l’accrescimento, può causare alcuni problemi neurologici, fino al cretinismo. In Italia si calcola che circa il 12% dell’intera popolazione adulta sia affetta da gozzo, e che nella popolazione scolare la prevalenza sia del 10% per le regioni centro-settentrionali e del 20% per quelle meridionali e insulari. La quantità di iodio assunta con gli alimenti non è sufficiente a garantirne l'apporto giornaliero raccomandato (150 mcg), per integrarne l’assunzione basta semplicemente usare sale arricchito di iodio al posto del comune sale da cucina. NUTRIZIONE FRULLATI? DA CONSUMARE CON MODERAZIONE Eccessivamente ricchi di zuccheri e calorie, anche in confronto a bevande alla Cola. E la frutta fresca è più conveniente Se pensavate che i frullati (o smoothies, all’inglese) fossero una scelta tutta salute e zero controindicazioni, meglio che rivediate le vostre convinzioni. A maggior ragione se siete fra quelli (ovvero circa il 30% dei 2mila campionati in un sondaggio inglese) convinti che un frullato valga come due delle cinque porzioni di frutta giornaliere previste dai nutrizionisti (ma c’è un buon 10% che pensa che ne copra persino l’intero fabbisogno). In realtà, grazie a un’indagine del magazine Which? - che ha analizzato i valori nutrizionali di 52 smoothies venduti nelle principali catene di supermercati britannici - è emerso che un bel bicchierone di frullato rischia di essere tutto fuorché salutare, perché eccessivamente ricco di zuccheri («comunque dannosi per denti e girovita, che siano derivati dalla frutta o aggiunti», spiega un dentista alla rivista britannica), mentre l’alta concentrazione di frutta si ripercuote in negativo anche sulle calorie. L'INDAGINE - E l’amara verità è tutta nei numeri, con ben 41 dei 52 smoothies testati che sono risultati più zuccherati di un’intera bottiglietta da 250 ml di bevanda alla Cola (che però manca di vitamine e sali minerali, presenti invece in grande quantità nei frullati). Emblematico il caso del succo all’ananas, mango e frutto della passione, che contiene 36,75 grammi di zucchero, pari a oltre 7 cucchiaini da tè, contro i 26,5 della bibita gassata. Ma a sorpresa è nel computo delle calorie complessive che gli smoothies perdono alla grande il paragone con le bevande alla Cola, visto che tutti i 52 tipi analizzati per l’inchiesta sono stati giudicati più calorici della bibita presa come termine di confronto, con la maglia nera assegnata in questo caso a un succo all’ananas, banana e cocco di un’altra marca britannica, che ha addirittura 177,5 calorie per 250 ml contro le 105 della stessa quantità di bibita alla Cola).