Anno I – Numero 79 Giovedì 20 Dicembre 2012, S. Liberato CONCORSO STRAORDINARIO FARMACIE AVVISO Concorso Straordinario: -Riepilogo Notizie in Rilievo • Scienza e Salute 1. Gli esami per il cuore: ecostress REGIONE Liguria Lazio Veneto Lombardia Toscana Piemonte Abruzzo TOTALE N. SEDI a SCADENZA N. FORMA CONCORSO PARTECIPANTI ASSOCIATA 89 279 224 343 131 147 85 1297 30/11/2012 13/12/2012 16/12/2012 19/12 2012 21/12/2012 22/12/2012 11/01 2013 941 2449 2270 3560 AUGURI DI BUON NATALE Farmaci 2. Uno studio dimostra che l’amoxicillina non è molto efficace per curare le bronchiti Nutrizione e Salute 3. A tavola: ecco i terribili sei del sale Curiosità 4. Che cos’è la pelle d’oca? 339 1281 1003 1577 PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 79 SCIENZA E SALUTE GLI ESAMI PER IL CUORE L'elettrocardiogramma L'elettrocardiogramma da sforzo L'ecocardiografia L'ecostress L'eco-doppler vascolare La Tac coronarica La Risonanza Magnetica cardiaca La coronarografia La scintigrafia miocardica Oggi parliamo dell’ ECOSTRESS; nei prossimi giorni tratteremo i vari altri esami. ECOSTRESS È un ecocardiografia sotto sforzo o somministrazione di farmaci che mimano una situazione di stress per il cuore L'ecostress è un ecocardiografia eseguita sotto sforzo fisico o somministrando farmaci che mimano una situazione di stress per il cuore. In questo modo si possono riconoscere e localizzare anomalie del movimento e dell'ispessimento delle pareti cardiache. In particolare l’esame permette di individuare quelle situazioni in cui il flusso di sangue attraverso le arterie ristrette è sufficiente per consentire al muscolo cardiaco di contrarsi in condizioni di riposo, ma durante uno sforzo non basta: in questo caso le zone del muscolo cardiaco che non ricevono abbastanza sangue si contraggono meno o addirittura si fermano. • Accertando se alcune zone del muscolo cardiaco non si contraggono bene sotto sforzo (cioè, come dicono i medici, sono ipocinetiche) oppure non si contraggono proprio (e sono dette allora acinetiche) l’ecostress consente la valutazione dell’ischemia inducibile. Questa condizione può dare segni di sé all’elettrocardiogramma o provocare dolori al petto, ma spesso è solo il primo indizio di una sofferenza del cuore. • Se alcune zone del muscolo cardiaco non si contraggono bene o sono ferme (cioè, come si è detto sono ipocinetiche o acinetiche) anche in condizioni di riposo, questo può significare che quelle zone non sono più vitali ma necrotiche per un infarto, oppure che si sono già cicatrizzate, oppure ancora che la riduzione del flusso (cioè l’ischemia) è così grave, che le zone interessate possono sopravvivere solo evitando di contrarsi. Quando vengono sottoposte a uno stimolo, le zone acinetiche, ma ancora vitali, possono riprendere a contrarsi, differentemente da quelle necrotiche. Questa distinzione, che l’ecostress può mettere in luce, è ovviamente molto importante ai fini delle prospettive di cura, e si chiama valutazione della vitalità miocardica. QUANDO SERVE? Nei pazienti in cui si sospetta una malattia delle coronarie, se un tradizionale ECG da sforzo non è fattibile oppure lascia dei dubbi, l’ecostress permette di confermare la diagnosi e valutare la percentuale di muscolo cardiaco a rischio, aiutando i cardiologi a decidere se è meglio curare il malato solo con le medicine oppure occorrono un’angioplastica o un by-pass. L’esame può indirizzare questa scelta anche nelle persone in cui la malattia coronarica è già nota. Più raramente l’esame si effettua anche in pazienti con malattie delle valvole cardiache (valvulopatie) in cui esistano dubbi riguardo alla gravità del difetto e per valutare il comportamento della valvola e del muscolo cardiaco durante sforzo. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 79 COME SI FA? Attualmente in Italia si preferisce creare una situazione controllata di stress per il cuore somministrando un medicinale, a dosaggi progressivamente crescenti, attraverso una vena del braccio (stress farmacologico) piuttosto che far pedalare o camminare velocemente il paziente su un tappeto rotante (stress fisico). Il farmaco infuso in vena per indurre lo stress può essere di diversa natura: alcuni hanno la capacità di aumentare le richieste di sangue da parte del cuore, come se il paziente stesse effettivamente facendo uno sforzo fisico; altri dilatano le coronarie sane, sottraendo sangue a quelle ristrette. L’esame comincia con un’ecocardiografia del cuore a riposo, in modo da avere una valutazione di base a cui fare riferimento. Come per l'ecocardiogramma tradizionale, il paziente si sdraia a torso nudo su uno speciale lettino leggermente inclinato e si posiziona sul fianco sinistro. Durante l'esecuzione dell'ecocardiogramma il paziente assume di volta in volta le posizioni che gli vengono chieste per favorire la visualizzazione delle varie parti del cuore. Dopo aver acquisito le immagini a riposo, si inizia l'infusione del farmaco scelto, di solito la dobutamina, il dipiridamolo o l'adenosina. Vengono quindi valutate le alterazioni del movimento e dell'ispessimento delle pareti del cuore indotte durante lo stimolo e si confrontano con le immagini basali. Durante lo stress, sia esso fisico o farmacologico, vengono tenuti continuamente sotto controllo l'elettrocardiogramma e la pressione. CHE COSA SI PROVA?: A seconda del farmaco utilizzato, si può avvertire una sensazione di batticuore, di calore, di costrizione leggera al petto o anche all'addome. La durata dell’esame da sforzo varia da soggetto a soggetto, perché dipende dal tempo che il cuore di quella determinata persona impiega a raggiungere una frequenza cardiaca adeguata. La durata dello stress farmacologico dipende invece dal farmaco utilizzato, ma in genere non supera i 30 minuti. QUALI SONO I VANTAGGI? L’esame fornisce informazioni diverse da quelle che si possono ottenere con altre indagini. L’uso dei farmaci per indurre lo stress, poi, è spesso preferito allo sforzo fisico perché in questo modo il paziente è steso sul lettino e il medico ha tutto il tempo per acquisire comodamente tutte le immagini necessarie, mentre utilizzando la cyclette o il tappeto rotante l’ecocardiografia non si può fare durante lo sforzo, ma deve poi essere eseguita entro un minuto e mezzo dalla sua sospensione. Per questo in alcuni centri il paziente viene fatto pedalare già sdraiato sul lettino. Un altro vantaggio dei farmaci è che con essi si registrano le immagini a ogni aumento del dosaggio e quindi si ottiene una valutazione passo a passo. Bisogna infine considerare che molti pazienti non sono in grado di eseguire un esercizio fisico adeguato. QUALI SONO I RISCHI? Aumentare il lavoro di un cuore sofferente può comportare dei rischi, che si riducono con personale esperto e se vengono prese tutte le precauzioni necessarie. In particolare durante l’indagine possono verificarsi aritmie pericolose, che impongono la sospensione del test e un trattamento immediato. Più raramente possono verificarsi infarti e casi eccezionali di morte: è importante quindi che l’esecuzione dell’esame sia ben motivata ed eseguita in centri di esperienza e qualità. Come l’ecocardiografia basale, anche quella da stress può essere ostacolata in pazienti con malattie polmonari come l'enfisema o la bronchite cronica oppure obesi o con una particolare conformazione toracica. Recentemente sono stati introdotti mezzi di contrasto (costituiti da microbolle di gas) che permettono di definire meglio le strutture cardiache, anche nei casi nei quali l'esame risulterebbe difficoltoso, rendendo possibile l’esecuzione del test in più del 90% dei casi. (Corriere Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 79 FARMACI UNO STUDIO DIMOSTRA CHE L’AMOXICILLINA NON E’ MOLTO EFFICACE PER CURARE LE BRONCHITI L'amoxicillina, l'antibiotico piu' prescritto in caso di infezioni respiratorie come le bronchiti, e' in realta' efficace quanto l'attesa che passino da sole. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato dalla rivista Lancet Infectious Diseases, secondo cui questo e' vero anche per i pazienti piu' anziani. "I pazienti a cui e' data l'amoxicillina non guariscono prima, e non hanno meno sintomi - spiegano i ricercatori dell'università di Southampton, che hanno coordinato lo studio internazionale - usarla quando non si sospetta una polmonite è inutile, e può dare effetti collaterali, dalla diarrea al vomito, e lo sviluppo di resistenza". Nello studio 2061 pazienti in 12 paesi europei sono stati trattati con l'antibiotico o con un placebo tre volte al giorno per una settimana. Dalle osservazioni dei medici e degli stessi pazienti e' emerso che non c'erano differenze ne' nella severità nè nella durata dei sintomi, sia per gli anziani che per i soggetti più giovani e generalmente in buona salute prima dell'infezione. (Sn) CURIOSITA’ CHE COS’È LA PELLE D’OCA? Una reazione automatica al freddo fa contrarre i muscoli erettori della peluria e restringere i vasi sanguigni per conservare il calore. È una reazione automatica provocata dal freddo e dallo shock. Quando fa caldo e il corpo ha bisogno di raffreddarsi, i muscoli erettori dei peli si rilassano, le ghiandole sudoripare, dilatandosi, eliminano il calore del corpo sotto forma di sudore e i vasi sanguigni si ingrossano per assorbire calore dalla pelle ed eliminarlo. Quando fa freddo, invece, i muscoli erettori fanno sollevare i peli e i condotti delle ghiandole sudoripare e i vasi sanguigni si restringono per conservare il calore. NON SERVE PIÙ. Oggi questo non è sicuramente un buon sistema di protezione dal freddo, ma nel nostro lontano passato eravamo coperti solo da una pelliccia di peli e la pelle d’oca aveva una funzione protettrice. DOVE NASCE LA PELLE D’OCA. Quale parte del nostro corpo decide quando è ora d'iniziare a rabbrividire dal freddo? La colpa è tutta di un sistema di connessioni cerebrali che - secondo alcuni scienziati di un'università dell'Oregon (Stati Uniti) - misura, come un termometro, la temperatura della pelle, e se la giudica troppo bassa dà avvio a questa "danza invernale". «Il tremore genera calore nei muscoli, ed è l'ultima forma di difesa che il corpo utilizza per mantenere la propria temperatura interna anche in situazioni di freddo estremo», spiega Kazuhiro Nakamura, uno dei ricercatori. Studiando il sistema di termoregolazione dei ratti, molto simile a quello umano, gli scienziati hanno localizzato una sorta di percorso sensoriale che parte dalla pelle e arriva fino a due aree cerebrali - il nucleo parabrachiale e l'area preottica - che comandano al nostro corpo di tremare. Tutto ciò avviene senza che noi ce ne accorgiamo: in pratica abbiamo due diversi sistemi di avvertire il freddo, uno cosciente e uno incoscio. La scoperta potrebbe in futuro aiutare i medici a curare pazienti in gravi condizione di alterazioni termiche, come l'ipotermia. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 79 NUTRIZIONE E SALUTE A TAVOLA: ECCO I «TERRIBILI SEI» DEL SALE Alimenti in cui i livelli di sale sono troppo alti: tra questi pane, pizza, pollo arrosto. La denuncia delle associazioni americane Mentre controlliamo di non mangiare troppe patatine in sacchetto, salatini e noccioline all’aperitivo, e stiamo attenti a non eccedere con la saliera sull’insalata, non sappiamo che il quantitativo di sale più pericoloso per la nostra dieta arriva da alimenti comuni, pietanze presenti nei nostri piatti ogni giorno. In particolare, sarebbero sei gli incriminati più pericolosi e quasi tutti non dipendono dalla nostra preparazione casalinga. La lista è stata pubblicata negli Stati Uniti da due delle associazioni più impegnate a combattere l’uso del sale superfluo, la American Heart Association e la American Stroke Association, e a promuovere uno stile di alimentazione sano proprio per preservare dai rischi associati all’alto consumo di sodio: ipertensione, problemi di cuore, ictus. I MAGNIFICI SEI – Nella top dei cibi troppo ricchi di sale ci sono molti alimenti processati industrialmente, o comunemente acquistati nei negozi e nei supermercati, e nonostante la ricerca sia americana, la lista comprende cibi comunemente consumati in Italia e capisaldi della dieta mediterranea. Eccoli i "magnifici sei": il primo è il pane con tutti i suoi derivati prodotti da forno. Una fetta, sostengono i ricercatori, potrebbe già contenere il 15% del quantitativo di sale raccomandato al giorno. Il secondo sono gli affettati e la carne cotta e tagliata a fette (come il classico tacchino o il roastbeef), acquistata già pronta. Il terzo è la pizza: con due fette (le slice all’americana maniera, più ampie rispetto alle nostre) si arriverebbe già al limite del consumo di sale quotidiano. Il quarto è il pollo arrosto confezionato, acquistato nei supermercati: come nel caso della pizza, si parla di una media tra i vari prodotti da banco analizzati dai ricercatori. Il quinto è tutta la famiglia delle zuppe pronte in scatola. Il sesto e ultimo sono i panini farciti: uniscono insieme il pane e gli affettati, e magari le salse (ketchup, mostarda, maionese) dove il sale regna sovrano. TUTTI A RISCHIO - Dunque l’eccesso di sale, contrariamente a quanto pensato, ha poco a che fare con il nostro uso smodato della saliera per condire le pietanze. E anzi, le pietanze salate colpiscono senza che i consumatori ne siano troppo coscienti un po’ tutti: sia chi mangia abitualmente a casa e cucina piatti freschi (e magari acquista il pane al panificio, o una pizza da asporto), che chi è obbligato ogni giorno a frequentare bar e mense. Una percentuale non irrisoria della nostra dieta: i ricercatori americani dichiarano che il 75 per cento del sale mangiato in un giorno proviene proprio da pietanze processate industrialmente o consumate alla tavola calda o al ristorante. E i medici avvertono: i livelli di sale consumato non dovrebbero mai superare i 1.500 mg al giorno, gli americani per es. ne consumano oltre il doppio. Per abbassare i livelli di sodio nella dieta, valgono alcuni consigli:cercare di mangiare molta verdura, consumare pochi alimenti preconfezionati, controllare il contenuto di sodio sulle loro etichette, lavare i cibi in scatola prima di consumarli.