Anno I – Numero 80 Venerdì 21 Dicembre 2012, S. Pietro Canisio CONCORSO STRAORDINARIO FARMACIE AVVISO REGIONE Concorso Straordinario: -Riepilogo Notizie in Rilievo • Scienza e Salute 1. Gli esami per il cuore: eco-doppler dei vasi Liguria Lazio Veneto Lombardia Toscana Piemonte Abruzzo TOTALE N. SEDI a SCADENZA N. FORMA CONCORSO PARTECIPANTI ASSOCIATA 89 279 224 343 131 147 85 1297 30/11/2012 13/12/2012 16/12/2012 19/12 2012 21/12/2012 22/12/2012 11/01 2013 941 2449 2270 3560 AUGURI DI BUON NATALE Salute 2. Rischio allergie: per i più piccoli diminuisce se crescono con cani e gatti Nutrizione e Salute 3. Nei piatti dei ragazzi manca la vitamina D 4. Occhi protetti grazie al resveratrolo con vino e mirtilli Stili di Vita e Salute 5. Il rischio di ictus quadruplica se si dorme poco 339 1281 1003 1577 PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 80 SCIENZA E SALUTE GLI ESAMI PER IL CUORE L'elettrocardiogramma L'elettrocardiogramma da sforzo L'ecocardiografia L'ecostress L'eco-doppler vascolare La Tac coronarica La Risonanza Magnetica cardiaca La coronarografia La scintigrafia miocardica Oggi parliamo dell’ ECO-Doppler;nei prossimi giorni tratteremo i vari altri esami. ECO-DOPPLER DEI VASI Sfrutta le modalità con cui vengono riflessi gli ultrasuoni dal sangue in movimento per verificare la forma di arterie e vene, quanto sangue vi passa L’eco-Doppler o Doppler dei vasi è un esame non invasivo basato sugli stessi principi della comune ecografia. A differenza di questa, però l’eco-Doppler non studia strutture solide o liquide ferme, ma sfrutta le modalità con cui vengono riflessi gli ultrasuoni dal sangue in movimento per verificare la forma di arterie e vene, quanto sangue vi passa, se vi sono malformazioni, restringimenti od occlusioni. A volte si parla anche di ecocolorDoppler, facendo riferimento a una tecnica di rappresentazione grafica dei dati per cui la modalità di flusso del sangue è indicata con colori diversi nell’immagine ecografica dell'arteria. QUANDO SERVE? Può essere utilizzato in molti casi diversi per indagare una lunga serie di disturbi delle arterie e delle vene, offrendo informazioni che determinano quale sia il migliore approccio per curarli. Per le arterie l’eco-Doppler si esegue: •a livello della testa (eco-Doppler transcranico, in sigla TC), per verificare il flusso nelle arterie cerebrali, per esempio durante un ictus o un intervento di neurochirurgia; •a livello del collo (Eco-Doppler dei vasi del collo, anche detti tronchi sovraortici, da cui la sigla TSA), per individuare e seguire nel tempo occlusioni a livello dell'arteria carotide o vertebrale, che possono provocare vertigini, disturbi ischemici transitori (TIA) o ictus; •a livello dell’aorta (Eco-Doppler aortico) per diagnosticare calcificazioni o aneurismi, cioè dilatazioni che rischiano di rompersi. L’esame consente di valutare lo stato dell'arteria, misurarne le dimensioni e seguire nel tempo l'aumento dei suoi diametri, per decidere quando è opportuno sottoporre il paziente a un intervento chirurgico. In questo caso, però, è meglio fare anche una TAC per confermare la diagnosi. Il Doppler sarà poi fondamentale per seguire l’andamento postoperatorio; •a livello dell’addome (Eco-Doppler della arterie renali e mesenteriche) per identificare la presenza di un restringimento di un'arteria renale, che può essere una causa di ipertensione arteriosa e per valutare la perfusione degli altri organi addominali. Non è sempre di facile esecuzione a causa della presenza di grasso, ma è facilitato se il paziente è a digiuno; •a livello degli arti inferiori (Eco-Doppler degli arti inferiori) per capire se il dolore alle gambe quando si cammina o anche se si sta a riposo può dipendere da un restringimento delle arterie che portano il sangue alle gambe. L’esame, oltre a definire l'entità dell’eventuale restringimento, la sua progressione e la necessità di un intervento, permette anche di seguire il decorso del malato dopo l’operazione. Per le vene si esegue per diagnosticare: •l'insufficienza venosa, che è una delle principali cause delle dilatazioni delle vene degli arti inferiori chiamate varici e delle infiammazioni delle vene stesse dette flebiti; • le trombosi venose in cui il vaso è occluso da un trombo e le tromboflebiti, in cui all’occlusione si associa una reazione infiammatoria. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 80 COME SI FA? Per effettuare l’eco-Doppler dei vasi, il paziente viene di solito fatto sdraiare su un lettino, anche se in alcuni casi è più utile che rimanga in piedi. Sulla parte del corpo da esaminare, liberata da eventuali indumenti che stringano, il medico spalma un gel che facilita il passaggio degli ultrasuoni e poi passa una sonda simile a quella di un qualunque ecografo. Gli ultrasuoni vengono riflessi dalle varie strutture del corpo e, ritornando alla sonda, creano sul monitor l'immagine del vaso e del flusso di sangue al suo interno. CHE COSA SI PROVA? L’esame è del tutto indolore; il gel spalmato sulla pelle dà solo una sensazione di fresco. QUALI SONO I VANTAGGI?L’introduzione dell’eco-Doppler ha permesso di limitare i casi in cui occorrono esami più invasivi e pericolosi come l’arteriografia e la flebografia, in cui rispettivamente arterie e vene sono rese visibili ai raggi X tramite l’iniezione di un mezzo di contrasto. L’eco-Doppler ha il vantaggio di essere innocuo, economico e pratico, perché può essere effettuato in un comune ambulatorio così come al letto di un malato grave. I suoi risultati sono interpretabili immediatamente. Inoltre dura solo 15-20 minuti circa, a seconda delle caratteristiche del soggetto e della malattia da studiare. Per tutte queste ragioni può essere facilmente ripetuto ogni volta che sia necessario. QUALI SONO I RISCHI?Nessuno noto. L’unico limite della metodica -- oltre al fatto che, come ogni ecografia dipende dall’abilità di chi la esegue -- è che, soprattutto nelle persone obese, sovrappeso o gonfie per accumulo di molto liquido a livello cutaneo (edema) alcuni vasi possono essere difficili da vedere. In questi casi, in particolar modo in presenza dell'indicazione all'intervento chirurgico, si rende necessario eseguire l'angiografia dei vasi interessati. SALUTE RISCHIO ALLERGIE: PER I PIÙ PICCOLI DIMINUISCE SE CRESCONO CON CANI E GATTI Avere un cane o un gatto in casa nei primi anni di vita non aumenta il rischio di sviluppare allergie. Anzi: uno studio pubblicato su Clinical & Experimental Allergy da un gruppo di ricercatori del Department of Public Health Sciences dell'Henry Ford Hospital di Detroit (Stati Uniti) ha messo in evidenza che la probabilità di sviluppare un'allergia agli animali domestici potrebbe diminuire proprio con la "frequentazione" dei cuccioli nei primi mesi di vita. Gli studiosi, guidati dalla ricercatrice Ganesa Wegienka, hanno seguito un gruppo di 565 bambini dalla nascita fino al compimento del diciottesimo anno d'età: le informazioni sono state raccolte grazie al costante contatto dei ricercatori con le famiglie. I partecipanti allo studio hanno fornito dei campioni di sangue che sono stati analizzati dai ricercatori per misurare gli anticorpi agli allergeni, responsabili delle crisi allergiche. Il periodo più a rischio per lo sviluppo delle allergie è risultato essere il primo anno di vita, ma i ragazzi cresciuti con un gatto o un cane nei primi dodici mesi di esistenza hanno riscontrato metà del rischio di divenire ipersensibili agli animali rispetto ai coetanei che non avevano vissuto con un cucciolo in casa. Secondo Ganesa Wegienka “lo studio ha provato che l'esposizione durante i primi anni di vita a un animale domestico non mette i bambini a rischio di sensibilizzarsi a questi animali nel corso della vita”. (Salute 24) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 80 NUTRIZIONE E SALUTE NEI PIATTI DEI RAGAZZI MANCA LA VITAMINA D Raccomandabile, soprattutto per i vegani, un'adeguata esposizione al sole: bastano 5-15 minuti al giorno in estate Nei menu dei giovani italiani scarseggia la vitamina D. L’allerta giunge da Palermo, dove si è tenuto il 17° congresso della Società italiana di medicina dell'adolescenza. In Italia, gli adolescenti (11-25 anni) sono circa 8 milioni, il 15% della popolazione generale. Il 10% di loro, ossia circa 800mila, è affetto da una patologia cronica, che in molti casi rientra tra le malattie rare. Si stima che, in Europa, i pazienti con malattie rare siano 30 milioni circa e che, fra questi, il 50% si trovi in età evolutiva: 15 milioni di giovani europei. TERRA DI NESSUNO - Non solo, in termini organizzativi, l’adolescenza è un po’ come la "terra di nessuno" in campo preventivo e medico. Il dopo pediatra è a volte una lunga parentesi senza più alcun controllo o colloquio anche solo in chiave di stili di vita. Eliminati da tempo i medici scolastici, abolita l’obbligatoria (un tempo) visita di leva (che comunque era limitata ai maschi), lo sviluppo dei giovani è a volte tutt’altro che “salutistico”. E se non c’è una malattia cronica che comunque obbliga a periodici controlli, il percorso può essere a rischio. A partire dagli stili di vita, compresa l’alimentazione. Con particolari trappole per quanto riguarda la salute sessuale e la capacità riproduttiva. Un es. limite, quello degli interferenti endocrini: agenti chimici esterni in grado di interferire con lo sviluppo del feto e provocare, in futuro, malattie molto gravi come obesità, diabete di tipo 2, oltre a patologie del neuro-sviluppo, pubertà precoce e tumori della sfera endocrina. BISFENOLO A - La scienza ha di recente confermato il ruolo del bisfenolo A, un interferente endocrino che può essere presente nei biberon e nei contenitori di plastica per gli alimenti dei bambini, per es. come potenziale causa di endometriosi. In questo caso, sotto accusa è il bisfenolo A assunto dalla mamma (bottiglie di plastica) durante la gravidanza di un feto femmina. Altri interferenti endocrini “addormentano” invece la fertilità maschile. Chiaro, dunque, il messaggio che gli esperti del settore hanno voluto lanciare. «La medicina dell'adolescenza non è una medicina di nicchia ma rappresenta un'ampia istanza sociale che avanza domande di salute. Oggi purtroppo è medicina ancora largamente episodica e frammentata. Non c’è una vera pianificazione sanitaria dedicata. Senza una formazione specifica a livello universitario. VITAMINA D - E a proposito di stili di vita, gli esperti avvertono che oggi in Italia si assiste sempre più ad un incremento di giovani che mostrano una carenza nutrizionale di vitamina D. E questo nelle varie fasi dell’età evolutiva, ma in particolare nell’età scolare. Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono il fegato, alcuni pesci e i loro oli. In quantità minori la vitamina D si trova in uova, burro e latte. E disturbi nel rapporto con il cibo, piuttosto che diete altamente scompensate o strettamente vegane (vegetariane rigide) in chiave di contestazione giovanile, stanno impoverendo i giovani di una vitamina chiave soprattutto per un corretto metabolismo osseo. Ma oltre a una corretta mineralizzazione dello scheletro, la D partecipa e condiziona altri organi ed apparati quali il sistema immunitario, la massa muscolare, il SNC, l’apparato cardiovascolare, il compenso glicometabolico (metabolismo degli zuccheri) fino anche alla probabilità di insorgenza di alcune condizioni neoplastiche. La quasi totalità di vitamina D, inoltre, è sintetizzata a livello di pelle. Ed è quindi raccomandabile, soprattutto per i vegani, un'adeguata esposizione al sole. Non ne serve molto: 5-15 min. al giorno durante l’estate bastano anche per tutto l’inverno. PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 80 NUTRIZIONE E SALUTE OCCHI PROTETTI GRAZIE AL RESVERATROLO CON VINO E MIRTILLI Un bicchiere di vino rosso al giorno fa gli occhi sani. E lo stesso potremmo dire di una generosa porzione di mirtilli: il resveratrolo - naturalmente presente nel vino rosso, nell`uva e nei mirtilli e già conosciuto per le sue caratteristiche preventive nei confronti di tumori, aterosclerosi,invecchiamento cellulare e delle infezioni batteriche - blocca infatti la crescita dei vasi sanguigni "cattivi", inibendo lo sviluppo di diverse malattie oculari. I consigli per una dieta equilibrata che contempli un bicchiere di vino rosso al giorno e che preveda abbondanti porzioni di uva e mirtilli arrivano da uno studio statunitense realizzato dai ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis guidati da Rajendra Apte e pubblicato sull`American Journal of Pathology. L`angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni, gioca un ruolo centrale nello sviluppo di vari tipi di cancro, nell`aterosclerosi e in molte malattie degli occhi. I ricercatori hanno rilevato che il trattamento a base di resveratrolo inibisce la crescita dei vasi sanguigni patogeni negli occhi grazie all`attivazione delle proteine sirtuine: "I risultati di questo studio - concludono i ricercatori potrebbero avere un impatto significativo sulla comprensione delle malattie angioproliferative che riguardano l`occhio, come la degenerazione maculare". STILI DI VITA E SALUTE IL RISCHIO DI ICTUS QUADRUPLICA SE SI DORME POCO Chi dorme non piglia l'ictus. Il facile gioco di parole arriva dalla presentazione di uno studio americano – appena presentato a Sleep 2012, il più grande congresso mondiale di Medicina del sonno. I risultati dell'indagine su oltre 5.000 persone – in un gruppo totale di 30mila – dai 45 anni in su ha, infatti, rivelato che chi dorme meno di 6 ore per notte – la quantità ideale di riposo – rischia l'ictus, anche noto come infarto cerebrale – 4 volte più di chi invece di ore di sonno ne fa 7-9 o più per notte. I ricercatori hanno condotto una severa selezione per individuare i partecipanti che all'inizio dell'osservazione fossero sani, non avessero sofferto alcun ictus o mini-ictus ischemico, non avessero problemi di respirazione o di apnea del sonno e con peso normale. Condizioni di partenza necessarie a liberare il campo da possibili interferenze con fattori di rischio già noti per la salute cardiovascolare, legata alla probabilità di insorgenza dell'ictus. Inoltre tutti i parametri sono stati normalizzati, per stabilire con precisione che i volontari sani con meno di 6 ore di sonno a notte hanno probabilità più alte di 4 volte e mezza di avere un ictus rispetto a chi dorme tra 7-9 ore al giorno. Insomma, sembrerebbe proprio che “la breve durata del sonno sia un precursore di altri fattori tradizionali di rischio per l’ictus – e una volta che questi fattori tradizionali di rischio per l’ictus sono presenti, allora forse diventano fattori di rischio più potenti che la sola durata del sonno”. (Sole 24)