Anno I – Numero 82 AVVISO Centenario Fofi: -Riepilogo Notizie in Rilievo • Scienza e Salute 1. Gli esami per il cuore: Risonanza magnetica cardiaca Sport e Salute 2. Contro l’ipertensione anche il pallone aiuta Farmaci e Salute 3. Seno, riduzione della mortalità con Tamoxifene per dieci anni Psicologia 4. Riciclare i regali non è un’offesa. Nutrizione e Salute 5. Fragole, zucca e melograno : ingredienti indispensabili per nutrire la pelle 6. Contro infarti, ictus e diabete: il resveratrolo funziona ma un bicchiere di vino non basta. Venerdì 28 Dicembre 2012, S.S Innocenti Martiri,Dorma, Donna CENTENARIO FOFI: Pubblicato sul sito dell’ordine e su quello della Fofi il reportage della manifestazione per la celebrazione dei 100 anni di professione, organizzata a Napoli al teatro di San Carlo lo scorso 22 ottobre. Cliccando sul banner del centenario, sarà possibile visionare: 1. Il video della manifestazione contenente anche il Concerto dell’Orchestra del Teatro di San Carlo 2. L’e-book contenente gli atti delle Associazioni farmaceutiche e degli ordini dei Farmacisti dal 1910; 3. Il reportage fotografico dell’evento al Teatro di San Carlo; 4. Il video proiettato durante la manifestazione, dal titolo “100 anni di farmaci, 100 anni di Fofi, 100 anni di Italia” che ripercorre la storia del farmaco e della professione; 5. Alcuni video-servizi giornalistici che contengono interviste dei protagonisti. AUGURI DI BUON NATALE E FELICE 2013 PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 82 SCIENZA E SALUTE GLI ESAMI PER IL CUORE L'elettrocardiogramma L'elettrocardiogramma da sforzo L'ecocardiografia L'ecostress L'eco-doppler vascolare La Tac coronarica La Risonanza Magnetica cardiaca La coronarografia La scintigrafia miocardica Oggi parliamo della Risonanza Magnetica cardiaca;nei prossimi giorni tratteremo gli altri esami. RISONANZA MAGNETICA CARDIACA La risonanza magnetica cardiaca, o cardioRM, utilizza campi magnetici e onde radio per produrre immagini rappresentative del cuore, statiche e in movimento L’apparecchiatura necessaria per eseguire questo esame si chiama tomografo a risonanza magnetica: è formato da un lettino su cui si stende il paziente e da un magnete, che somiglia a un grande cilindro. Rispetto ai primi macchinari, in cui si entrava completamente in un tunnel, le attrezzature più moderne sono aperte da entrambi i lati, per permettere il passaggio dell’aria e della luce. QUANDO SERVE? Si esegue soprattutto nei pazienti con cardiomiopatie congenite per valutare la forma e la funzione di atri e ventricoli e studiare attentamente i flussi di sangue nel cuore. La metodica, inoltre, è molto efficace per la diagnosi e il controllo delle malattie dell’aorta e delle pericarditi. Infine può fornire informazioni utili anche nel caso della cardiopatia ischemica. COME SI FA? Il paziente si stende sul lettino che automaticamente scorre ed entra nel tunnel, mentre la macchina raccoglie ed elabora le immagini generate dai campi magnetici e dalle onde radio. Un operatore nella stanza accanto può comunicare attraverso un altoparlante con la persona sottoposta all’esame. Durante l’esecuzione è importante che il paziente stia perfettamente fermo; se questo è difficile, i medici possono decidere di dargli un medicinale che lo aiuti a rilassarsi. Per prendere meglio l’immagine del cuore, il tecnico può chiedere alla persona sottoposta all’indagine di trattenere il respiro per 10-15 secondi. In alcuni casi è necessario iniettare in vena un mezzo di contrasto, di solito il gadolinio, che metta in evidenza i vasi sanguigni. CHE COSA SI PROVA? Durante l’esame, che dura in genere 45-50 minuti, per evitare che il malato sia troppo disturbato dal rumore assordante della macchina, gli vengono fornite delle cuffie; il disagio che un tempo si provava per la sensazione claustrofobica di essere chiusi in un tunnel è invece superato dalle macchine di più recente generazione, tutte aperte ai lati. Se viene somministrato mezzo di contrasto, si può avvertire una sensazione di freddo durante l’iniezione. QUALI SONO I VANTAGGI? La risonanza magnetica cardiaca ha il vantaggio che offre immagini molto dettagliate del cuore senza esporre il malato ai raggi X, dannosi per l’organismo. Inoltre, nei casi in cui è richiesto l’uso del mezzo di contrasto, quello utilizzato per questo esame non espone a rischi di reazioni allergiche che invece possono capitare con quelli a base di iodio. QUALI SONO I RISCHI? Come si è detto, l’esame è del tutto innocuo. Non crea problemi neppure se una persona ha stent coronarici, punti metallici sullo sterno conseguenti a un intervento chirurgico in cui le è stato aperto il torace o valvole artificiali nel cuore. Non possono invece sottoporsi all’esame i portatori di pace-maker o di protesi acustiche e le persone a cui sono state messe graffette metalliche sui vasi cerebrali. (Salute Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 82 SPORT E SALUTE CONTRO L'IPERTENSIONE ANCHE IL PALLONE AIUTA Giocare a calcio con regolarità aiuterebbe gli uomini di mezza età a tenere a bada la pressione arteriosa Niente più musi lunghi e bronci di mogli e fidanzate; la partita di calcetto farebbe bene alla salute di mariti e compagni. In uno studio delle Università di Exeter e Copenhagen pubblicato su Medicine and Science in Sports and Exercise si afferma che, per gli uomini di mezza età, il metodo migliore per potenziare la forma fisica e normalizzare una pressione arteriosa che tende a prendere il largo sarebbe praticare regolarmente il gioco del calcio. LO STUDIO: oltre 30 maschi tra i 33 e i 54 anni con ipertensione moderata sono stati divisi in due gruppi: 1. a uno è stato chiesto di seguire per sei mesi un allenamento calcistico bisettimanale della durata di un’ora; 2. mentre all’altro i ricercatori hanno suggerito di attenersi ai consigli su attività fisica e alimentazione rilasciati dai medici di famiglia a chi soffre di ipertensione. RISULTATI: «Al termine dello studio, la pressione di tre pazienti su quattro, tra quelli che avevano giocato a calcio, era rientrata nella norma». In particolare, i benefici di tirare calci a un pallone si traducevano in una riduzione della pressione arteriosa in media di 10 mmHg. Inoltre tra i calciatori si riscontrava anche una riduzione dei battiti cardiaci a riposo, circa otto in meno al minuto, una perdita di quasi due kg di massa grassa e un miglioramento del dieci per cento del massimo consumo di ossigeno, valore che indica la capacità dell’atleta di produrre e consumare energia mentre fa sport. La ritrovata forma fisica rendeva questi pazienti anche più efficienti in altre attività quotidiane come salire le scale, andare in bicicletta o falciare il prato di casa. Nel GRUPPO DI CONTROLLO il valore della pressione si era abbassato invece solo di 5 mmHg e non vi erano stati significativi cambiamenti negli altri parametri considerati. «Anche se lo studio ha coinvolto pochi pazienti - aggiunge l’esperto -, abbiamo mostrato come praticare il gioco del calcio possa avere un effetto positivo sulla pressione arteriosa e questo potrebbe contribuire a una vera e propria prevenzione cardiovascolare negli uomini ipertesi». ATTIVITÀ FISICA - Fare più attività fisica è il consiglio unanime di tutti gli esperti per restare in forma. Innumerevoli sono gli effetti positivi sulla salute cardiovascolare e non di una vita in movimento rispetto a un’esistenza sedentaria. Ma possibile che proprio il gioco del calcio abbia qualcosa di speciale e possa, in un’ottica di protezione per cuore e arterie, fare meglio di altri sport? Probabilmente no. Il campione considerato nello studio è troppo piccolo perché possa dare certezze statistiche e ha inoltre coinvolto solo una categoria di pazienti (uomini danesi di mezza età). Gli esperti però concordano: che sia una partita a calcetto, una bella pedalata o una sudata sessione in palestra l’importante è muoversi e farlo con costanza. Ciò che potrebbe avere in più il calcio è divertire chi lo pratica, trasmettergli una sensazione di piacere e realizzazione benefica per la salute in generale. Non va dimenticato infatti che l’aspetto psicologico ha la sua importanza. Fare sport non ha ripercussioni positive solo sulla salute fisica, ma aiuta anche il benessere mentale alleviando lo stress e migliorando la socializzazione. Più l’attività fisica è coinvolgente poi, come può esserlo il calcio, più sarà facile praticarla regolarmente e senza percepirla come un obbligo pesante anche se benefico. Ognuno dovrebbe praticare il tipo di esercizio che più lo aggrada. PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 82 FARMACI E SALUTE SENO, RIDUZIONE DELLA MORTALITÀ CON TAMOXIFENE PER DIECI ANNI I risultati di uno studio su donne con carcinoma mammario ER positivo indicano che prolungando la cura diminuisce il rischio di recidiva e aumenta la sopravvivenza Continuare ad assumere tamoxifene fino a dieci anni dall’intervento chirurgico per il tumore al seno sembra diminuire il rischio di recidiva e aumentare la sopravvivenza. È il risultato dello studio internazionale ATLAS (Adjuvant Tamoxifen Longer Against Shorter) pubblicato sull’autorevole rivista medica internazionale The Lancet. CAMBIO DI ROTTA? - Il carcinoma della mammella è la prima causa di morte per tumore in Italia, con 11.693 decessi registrati nel 2008 pari al 16,3 per cento dei decessi per tumore e 47.154 casi registrati. «Questo lavoro dimostra l’importanza delle sperimentazioni cliniche. Lo studio ATLAS è il frutto di una collaborazione tra Paesi di Europa, Asia, America, Africa, Australia, coordinati dall’Università di Oxford. I risultati ottenuti potrebbero portare a un cambiamento importante nella pratica clinica per la cura del tumore al seno, modificando la terapia standard e passando così a 10 anni di trattamento anziché cinque per le pazienti con tumori trattabili con tamoxifene». Le pazienti arruolate nello studio ATLAS in Italia sono state 292 e i risultati hanno evidenziato che «nel caso di tumori al seno positivi per i recettori degli estrogeni (ER positivi), il tipo più comune di carcinoma mammario, proseguire la terapia con il farmaco tamoxifene per dieci anni dopo l’intervento, invece dei canonici cinque, riduce ulteriormente la mortalità per tumore della mammella, soprattutto dopo 10 anni dall’intervento chirurgico». LO STUDIO - La ricerca si è concentrata su 6.847 donne che avevano già portato a termine una terapia di cinque anni con tamoxifene e che presentavano un tumore ER positivo (la forma di neoplasia su cui ha maggiore effetto il farmaco). Le partecipanti sono state divise in due gruppi: una metà ha proseguito la terapia per altri cinque anni, l’altra ha smesso di assumere il farmaco, fungendo così da gruppo di controllo. RISULTATI: Lo studio indica che continuare la terapia fino a 10 anni riduce il tasso di recidive e la mortalità per tumore della mammella rispetto al trattamento di 5 anni. I risultati della nuova ricerca dimostrano inoltre che a 15 anni dalla rimozione del tumore, la probabilità di recidive nelle pazienti trattate per 10 anni con tamoxifene cala al 21,4 per cento, contro il 25,1 per cento del gruppo di controllo, mentre la mortalità per tumore della mammella arriva al 12,2 per cento, contro il 15 per cento. Gli effetti collaterali sono stati analizzati su un gruppo più ampio di pazienti (12.894 donne) e il rischio più significativo è un aumento delle probabilità di sviluppare un carcinoma endometriale (un tipo di tumore dell’utero) nelle pazienti in post-menopausa. Un tumore che porta a un aumento della mortalità dello 0,2 per cento, di molto inferiore quindi ai benefici di una terapia prolungata. (The Lancet) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 82 PSICOLOGIA RICICLARE I REGALI NON È UN'OFFESA Chi dona resterebbe peggio a sapere che l'oggetto non apprezzato è stato gettato via, invece che destinati ad altri A chi non è capitato di ricevere un regalo davvero orribile? Una maglia che non indosseremmo neppure da soli in casa, un vaso che non riusciamo a mettere in mostra neanche nello sgabuzzino, un soprammobile inguardabile. La tentazione del riciclo è forte, soprattutto se c'è qualcuno che pensiamo potrebbe apprezzare quello che a noi pare irrimediabilmente un obbrobrio. Ma molti si frenano, perché riciclare i regali è un tabù sociale: non si fa, e se si fa bisogna stare attenti a essere "discreti", evitando di farlo sapere a chi non ha azzeccato il pacchetto per noi e pure la gaffe di lasciare attaccato il biglietto originale. Ora però una ricerca dimostra che possiamo tirare un sospiro di sollievo, perché nessuno si offende se troviamo un destinatario migliore per regali poco graditi. STUDIO – Lo studio, pubblicato su Psychological Science, è firmato da ricercatori delle prestigiose università di Stanford, Harvard e della London Business School che hanno cercato di capire il punto di vista di chi regala e quello di chi riceve ed è tentato di riciclare. Ai partecipanti, poco meno di 200 volontari, è stato chiesto di suddividersi in "donatori" e "riceventi": DONATORI: dovevano immaginare che un loro regalo (nello specifico un orologio donato per la laurea) fosse reincartato e riciclato oppure gettato via, RICEVENTI: allo stesso tempo dovevano pensare di aver riciclato o buttato via il dono avuto. Le reazioni a ciascuno di questi scenari sono state misurate valutando quanto ciascuno si sentiva "offeso" e quanto pensava potesse offendersi l'altro. OFFESI – Ebbene, chi dona si sente meno ferito se il suo regalo poco azzeccato viene passato a qualcun altro piuttosto che buttato nella spazzatura; chi invece riceve pensa che per la persona che ha fatto il regalo sia ugualmente "grave" ciascuno dei due comportamenti, come se riciclare un regalo sia un "peccato" tanto quanto disfarsene. «Questa differenza di atteggiamento ci ha colpito – osserva Gabrielle Adams della London Business School –. In sostanza chi riceve un dono pensa che chi glielo ha fatto debba avere in qualche modo il diritto di dire la sua sulla fine che fa il regalo in questione, chi invece dona ritiene che il destinatario possa di fatto farci quel che vuole. Questo significa che dovremmo tranquillizzarci: riciclare non è un male, anzi può essere un modo per far avere un oggetto a chi lo può apprezzare più di quanto faremmo noi. Forse il modo per uscire da questo equivoco può essere istituire una "giornata nazionale del regalo riciclato" in cui far girare i doni poco graditi: in questo modo chi riceve regali indesiderati potrebbe togliersi finalmente di dosso il senso di colpa che prova quando impacchetta di nuovo l'oggetto incriminato per riciclarlo e smetterà anche di pensare che farlo sia offensivo per chi ha fatto il regalo». Resta però una questione da esplorare, cioè se si offenda magari il destinatario di un riciclo. Nel dubbio, finché non arriverà un altro studio a illuminarci, sarà meglio togliere ogni indizio dal pacchetto. (Psychological Science) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno I – Numero 82 NUTRIZIONE E SALUTE ZUCCA, FRAGOLE E MELOGRANO: questi alcuni degli ingredienti indispensabili per "nutrire" la pelle e combattere i segni del tempo. Niente intrugli strani o creme costose, contro macchie e rughe un valido alleato arriva da un`accurata e un po` particolare lista della spesa, sostiene Nicholas Perricone, dermatologo. Un aiuto da tenere presente per neutralizzare gli effetti dannosi dei radicali liberi, suggerisce Perricone, arriva anche da maschere e zuppe a base di zucca. I carotenoidi e le vitamine A, C ed E che questa contiene infatti sono preziosi alleati contro l'invecchiamento e la disidratazione della pelle. In particolare la polpa della zucca, unita a yogurt e miele, è un'ottima alternativa alle più tradizionali creme per il viso. Il frutto più ricco di antiossidanti, infine, è il melograno, che scavalca anche vino rosso e tè verde nella lista degli alimenti con maggiori proprietà antinfiammatorie. I chicchi sono, ad esempio, l'ingrediente base per un composto esfoliante fatto con melograno, burro, zucchero e miele che applicato nei punti più ruvidi del corpo, quali gomiti e talloni, ridona alla pelle elasticità e morbidezza. CONTRO INFARTI, ICTUS E DIABETE: IL RESVERATROLO FUNZIONA. MA UN BICCHIERE DI VINO NON BASTA Il resveratrolo, una delle molecole che rendono il vino rosso un prezioso alleato del benessere, protegge la salute di chi ha un alto rischio di soffrire di disturbi cardiaci e diabete. La notizia, pubblicata da Cell Metabolism, arriva dai laboratori dell'Università di Maastricht, dove è stato scoperto che questo antiossidante riduce la pressione e i livelli di zucchero nel sangue. Lo studio che ha portato a queste conclusioni ha coinvolto 11 uomini che, in quanto obesi, presentavano un'alta probabilità di sviluppare la cosiddetta sindrome metabolica, una condizione che aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2. Dopo un mese di trattamento con 150 mg di resveratrolo purificato al giorno, tutti i partecipanti hanno mostrato una riduzione del consumo energetico, un minor accumulo di grassi nel fegato, livelli di zuccheri nel sangue inferiori e un valore della pressione massima (ovvero quella sistolica) più basso di 5 punti. Esagerare con il vino, però, non porta a ottenere l'effetto benefico dovuto al resveratrolo: infatti il principio attivo, ottenibile dalla buccia degli acini d'uva nera, è presente nel vino rosso in quantità troppo basse - circa 1 mg per bicchiere - per poter pensare di sfruttarne le proprietà semplicemente brindando qualche volta in più. (Salute 24)