Anno III – Numero 459 AVVISO Ordine 1. UCFI: nasce la sezione di Napoli dei Farmacisti cattolici Italiani 2. Quota sociale 2014 3. AIFA - Nota informativa sul rischio di esposizione accidentale a FENTANIL per via Transdermica (cerotti trans dermici) Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. L'esperto: "Sì al bagno dopo mangiato" Prevenzione e Salute 5. Correre: oscillare le braccia fa risparmiare energia 6. «Il sonno perfetto dura sette ore». In America si riapre il dibattito 7. Il preservativo che uccide l'Hiv Alimenti e salute 8. Le verità sul glutine e i prodotti gluten free Giovedì 24 Luglio 2014, S. Cristina, Anita Proverbio di oggi…….. Tutto arriva a chi sape aspettà (Tutto arriva a chi sa aspettare) QUOTA SOCIALE ORDINE: 2014 E ANNI PRECEDENTI La quota annuale per l’iscrizione all’Ordine di Napoli è di 150 Euro di cui € 108,20 per l’Ordine e € 41,80 per la FOFI. Si ricorda che è obbligo di ogni iscritto il versamento della quota d’iscrizione annuale ai sensi dell’art. 4 D.L. C.P.S. n. 233/1946, e che un eventuale ritardo comporta l’aggravio delle spese di esazione. Il mancato adempimento, oltre a causare un’infrazione alla deontologia professionale, fa venir meno, ai sensi dell’art. 11 del citato decreto, il requisito necessario per mantenere l’iscrizione all’Albo Professionale. Questo Ente provvede a riscuotere a mezzo avviso Equitalia Sud SpA il contributo annuale di iscrizione dovuto all’Ordine. Sulla base della rendicontazione, rimessa a questo ENTE, dall’Istituto di Credito incaricato della riscossione, è opportuno che Tu verifichi presso gli Uffici dell’Ordine, tramite: Telefono (081-5510648); msg: 339 81 77933; 335 1822207; e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; se il Tuo nominativo è in regola con le quote di iscrizione relative al 2014 e agli anni precedenti. AIFA - Nota informativa sul rischio di esposizione accidentale a FENTANIL per via Transdermica (cerotti trans dermici) Verificati casi di esposizione accidentale e alcuni di questi, riguardanti i bambini, hanno avuto esito fatale. Nell’ambito di una revisione condotta a livello europeo si è osservato che la mancanza di visibilità del cerotto può aver contribuito a questi casi, raccomandando, pertanto, di migliorare la visibilità di tali cerotti. Al fine di prevenire il potenziale pericolo per la vita a seguito di esposizione accidentale a Fentanil, l’AIFA ricorda agli operatori sanitari l’importanza di fornire informazioni chiare ai pazienti e a chi si prende cura di loro (Caregivers) sul rischio di trasferimento accidentale del cerotto, ingestione accidentale dei cerotti e sulla necessità di smaltire gli stessi in modo appropriato. (FOFI) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 459 ALIMENTI E SALUTE LE VERITÀ SUL GLUTINE E I PRODOTTI GLUTEN FREE Si parla sempre più spesso di glutine, celiachia e prodotti gluten free, ma sull’argomento c’è ancora molta disinformazione. Secondo l’esperto, per esempio, è sbagliato acquistare pasta senza glutine perché è ritenuta “dietetica”. Ma i dubbi da chiarire sono molti Nei supermercati e nei negozi specializzati si moltiplicano i cosiddetti prodotti “gluten free”, ossia alimenti che non contengono glutine. Allo stesso tempo si sente sempre più spesso parlare di disturbi connessi all’intolleranza a questo elemento, come la celiachia. Ma che cosa è esattamente il glutine? Ed è vero che i prodotti senza questa proteina sono più digeribili? Mangiare gluten free vuol dire “mangiare dietetico”? Molte sono le domande, è sovente è difficile trovare risposte soddisfacenti o non contaminate da pregiudizi e disinformazione. Il glutine è anzitutto una proteina presente in quasi tutti i cereali come grano, farro, orzo, avena, kamut, segale e di conseguenza in tutti i derivati alimentari come per esempio la pasta. Ma di cosa si tratta esattamente? Il glutine è formato da un gruppo di proteine che si distinguono in due gruppi: le prolammine e le gluteine. Queste sostanze permettono alle farine di lievitare e assumere la consistenza che caratterizza le preparazioni da forno. La maggior parte delle persone è perfettamente in grado di digerire e metabolizzare il glutine, ma nei celiaci queste proteine non vengono assorbite a livello intestinale. La celiachia è, infatti, un’intolleranza permanente alla gliadina del grano e alle prolamine di altri cereali, che costringe chi è affetto da tale patologia a un’alimentazione priva di glutine. Secondo le stime, attualmente di celiachia ne soffre 1 abitante su 100: una cifra non così alta da forse giustificare il boom di prodotti gluten free che si sta rapidamente espandendo a livello globale, andando oltre quella che è la reale esigenza. Una analisi dell’Associazione Italiana Celiachia mostra che circa 600mila famiglie acquistano questi alimenti senza tuttavia avere l’intolleranza. Questo perché si è diffusa l’erronea concezione che i prodotti gluten free siano più leggeri e dietetici, e il motivo è principalmente dovuto al dilagare di informazioni false e scientificamente infondate. «La patologia celiaca è un’intolleranza permanente alla gliadina del grano e alle prolamine di altri cereali; colpisce individui geneticamente suscettibili e produce gravi lesioni istologiche dell’intestino tenue – spiega il nutrizionista Pietro Antonio Migliaccio – Per i pazienti affetti da celiachia esistono numerosi prodotti, tra cui anche la pasta, privi di glutine; appare comunque evidente come il pilastro di un corretto approccio all’intolleranza alimentare sia la corretta educazione alimentare e la coscienza della presenza della patologia». «Sottolineo però – prosegue il prof. Migliaccio – che non ha senso seguire una dieta senza glutine solo per dimagrire. Non ci sono prove scientifiche che dimostrino l’efficacia dietetica di pasta, pane e biscotti per celiaci. Un etto di pane senza glutine, che viene sostituito con carboidrati e grassi, ha le stesse calorie di uno che lo contiene, ma con una composizione in macronutrienti che, non essendo necessaria, potrebbe alterare le risposte metaboliche. Non consiglio mai un regime del genere a chi non soffre di questa patologia ma vuole solo dimagrire». PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 459 Il glutine conferisce agli impasti viscosità, elasticità e coesione. Pertanto la quantità e la qualità di glutine presente in una farina è un importante indice per valutarne la qualità e l’attitudine alla panificazione. Maggiore è il contenuto di glutine migliore è la qualità del prodotto. «La pasta – figura oramai da alcuni anni saldamente al terzo posto (dietro a pane/sostituti del pane e dolci) tra i prodotti gluten free più venduti nei due canali. Sta proliferando, quindi, un trend, in costante aumento, tendente a privilegiare alimenti senza glutine, senza una reale necessità salutistico/nutrizionale. Le paste gluten free, sono nate per andare incontro alle esigenze di coloro che soffrono di malattie o allergie collegate al glutine. Continua a dilagare, invece, la convinzione che questi prodotti aiutino a star meglio e a controllare il peso corporeo, quando in realtà non esistono prove scientifiche che dimostrino tale correlazione. La pasta, invece, nelle giuste quantità, si può consumare quotidianamente nel contesto di una dieta equilibrata e di un corretto stile di vita e, grazie al suo elevato potere saziante, è indicata anche nelle diete ipocaloriche e pertanto dimagranti». «Non ha assolutamente senso togliere il glutine dalla dieta per chi non soffre di celiachia o di particolare sensibilità al glutine (una particolare condizione di intolleranza non celiaca al glutine) – sottolinea Andrea Ghiselli – Il glutine è una proteina presente in molti cereali che, come tutte le proteine, ha un forte potere saziante. Per cui, al contrario, può aiutare a perdere peso. Mangiando i prodotti senza glutine non si perde peso, tanto più che il riso, spesso usato dai celiaci invece della pasta, ha un indice glicemico (IG) superiore rispetto alla pasta. L’idea che i prodotti senza glutine siano più sani degli altri è del tutto falsa: le persone perfettamente sane che mangiano prodotti senza glutine non ne traggono alcun vantaggio, anzi si privano del piacere di mangiare un buon pane, una buona pasta o un buon dolce. Infatti il glutine, che trattiene acqua e aria, serve per la panificazione ed è responsabile della fragranza di pane e pizza. Nella pasta trattiene l’amido durante la cottura». Insomma, prima di decidere che “gluten free” è meglio, senza che vi sia una reale necessità, è bene pensarci due volte, o anche tre. (Salute, La Stampa) CORRERE: OSCILLARE LE BRACCIA FA RISPARMIARE ENERGIA Muovere gli arti superiori gioca un ruolo importante nell'equilibrare il movimento delle gambe durante la corsa Perché quando corriamo le braccia tendono a oscillare? Se l'è chiesto Christopher Arellano, della Brown University, insieme a Rodger Kram della University of Colorado. I due scienziati hanno pubblicato uno studio dimostrando che far oscillare le braccia fa risparmiare energia durante la corsa. L'esperimento ha coinvolto 8 uomini e 5 donne, tutti corridori abituali, a cui è stato chiesto di correre su un tapis roulant per 7 minuti, prima normalmente, poi tenendo le braccia ferme dietro la schiena, successivamente incrociate sul petto e infine sopra la testa. Durante i vari esercizi veniva misurato il loro tasso di consumo dell'ossigeno e la quantità di anidride carbonica emessa. RISULTATI: Arellano e Kram hanno confrontato i tassi metabolici di ogni corridore durante i diversi tipi di corsa, osservando che far oscillare le braccia durante l'esercizio riduceva il costo energetico. Lo scarto è del 3% con le braccia dietro la schiena, e di un impressionante 13% se confrontato con il tenerle sopra la testa. Questo perché le braccia aiutano a stabilizzare il movimento, e in loro assenza, gli atleti sono stati costretti ad aumentare l'ampiezza della rotazione del torso e incrementare il movimento delle spalle, con un maggiore dispendio di energia. (OK, Salute) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 459 PREVENZIONE E SALUTE «IL SONNO PERFETTO DURA SETTE ORE» IN AMERICA SI RIAPRE IL DIBATTITO Studi recenti hanno osservato un’associazione tra chi dorme sette ore e una prestazione cognitiva ottimale. Ma l’importante è ascoltare il proprio corpo Dormire 7 ore è meglio di 8. Non solo: quando si dorme più del dovuto, si avrebbe meno memoria, ci si ammalerebbe di più e si morirebbe prima. Il condizionale è d’obbligo, perché sul tema della durata ottimale del sonno le opinioni tra medici e ricercatori non sono univoche. Ma in America la convinzione dominante è che la dormita ideale sia di 8 ore. Tante ne prescrivono, tra gli altri, anche i vari braccialetti tecnologici che oltre a misurare il numero dei passi giornalieri e le calorie che ingurgitiamo, monitorano la durata e la qualità del sonno, indicando di aver raggiunto il 100% dell’obiettivo quando si dorme appunto 8 ore. A rilanciare il dibattito questa volta è il Wall Street Journal. Nuove linee guida entro il 2015: «La mortalità e la possibilità di malattie sono inferiori con 7 ore di sonno - sentenzia Shawn Youngstedt, ricercatore dell’Univ. dell’Arizona che studia gli effetti dell’eccessivo dormire -. Dormire 8 ore o più si è dimostrato costantemente rischioso». Se dormire il giusto numero di ore è importante per essere vigili e in forma il giorno dopo, molti studi recenti hanno osservato un’associazione tra chi dorme 7 ore e una prestazione cognitiva ottimale. In uno studio i ricercatori hanno analizzato le abitudini legate al sonno di circa 160mila utenti del sito web Lumosity che si sono sottoposti a test di memoria spaziale e coordinamento e circa 127mila persone che hanno invece eseguito prove di aritmetica. I risultati? La performance cognitiva aumentava con l’aumento del sonno, e raggiungeva il picco al raggiungimento di 7 ore, dopodiché cominciava a declinare. Ascoltare di più il nostro corpo: Dopo 7 ore, «aumentare il sonno non porta benefici»; anche solo 20 o 30 minuti meno delle 7 ore minime raccomandate possono rallentare la velocità cognitiva e aumentare i cali di attenzione. Che dire? Di solito il nostro corpo ci dice quando abbiamo dormito a sufficienza, perciò dovremmo ascoltarlo di più. Certamente influiscono sesso ed età, ecco perché in tempo di vacanza potremmo fare un esperimento su noi stessi, per capire di quante ore di sonno abbiamo davvero bisogno. Il test può durare da 3 giorni a una settimana, suggeriscono gli esperti, che suggeriscono di non usare sveglie o allarmi, di andare a letto quando ci si sente stanchi, di evitare troppo alcol e caffeina, di non usare tablet, pc e altri gadget elettronici un paio di ore prima di andare a letto. Durante l’esperimento dovremmo tracciare la durata del sonno o usare uno strumento che lo monitori. Se ci sentiamo ben riposati al risveglio sapremo qual è la durata di sonno ideale per noi. (Salute, Corriere) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 459 L'ESPERTO: "SÌ AL BAGNO DOPO MANGIATO" Alberto Ferrando spiega a Tgcom24 che non è necessario aspettare Tempo di mare, di sole e del ritornello "Non fare il bagno dopo mangiato". Quella canonica attesa di due ore sotto i raggi infuocati ad aspettare che la digestione faccia il suo corso martirizza gli adulti. Supplizio non risparmiato neppure ai piccoli, letteralmente sequestrati sotto l'ombrellone. Una tortura, però, inutile, come spiega a Tgcom24 il pediatra Alberto Ferrando, che è anche istruttore di rianimazione cardiopolmonare. Si tratta di una bufala?: "Sì, peraltro molto italiana, visto che negli altri Paesi non è consueto. In realtà non esiste un'esigenza scientifica che prescriva di aspettare prima di fare il bagno". Ci sono degli accorgimenti che si possono prendere? "Non bisogna naturalmente abbuffarsi, quindi il primo suggerimento che posso dare è di evitare pranzi pantagruelici. Gli adulti, inoltre, non devono assumere sostanze alcoliche. La cosa più importante è che l'immersione in acqua sia graduale. Bisogna evitare i tuffi da accaldati, non tanto per il rischio di congestione ma più per quello di sincope". Quali possono essere le conseguenze di un'immersione troppo rapida? "Ci può essere uno shock termico che può generare crisi vagali con conseguente svenimento in acqua". Le 8 cause di morte in acqua - L'esperto ha poi esposto le principali cause di annegamento: 1. La presenza di una piscina privata in una casa dove ci sono bambini fra 1 a 4 anni. 2. Non aver imparato a nuotare 3. La mancanza di barriere che impediscano ai bambini di accedere alla piscina 4. La mancanza di supervisione costante sui bambini nei luoghi a rischio 5. Per i ragazzi al di sopra dei 15 anni, invece, l’annegamento è più probabile in acque di fiume, mare o lago, a causa di comportamenti incauti (fare il bagno in condizioni climatiche avverse (coll’acqua agitata ec.), andare troppo al largo e stancarsi eccessivamente nuotando ecc.) 6. Il mancato uso di giubbotti di salvataggio sulle imbarcazioni 7. L’uso di alcol. A questo proposito, i ragazzi italiani cominciano ad essere sempre più consumatori problematici di questa sostanza! 8. La presenza di epilessia o disturbi neurologici analoghi. IL PRESERVATIVO CHE UCCIDE L'HIV Via libera in Australia a un condom “antivirale”: contiene un gel che elimina i virus che causano malattie sessualmente trasmissibili, come l'Aids o l'herpes. Una doppia protezione - una “barriera” fisica e una sostanza antivirale contro le malattie sessualmente trasmissibili. E’ quello che promette un nuovo condom: incorpora un gel che ha mostrato di inattivare più del 99% dei virus come l’Hiv, responsabile dell’Aids, l’Herpes simplex che causa l’herpes genitale, e il virus del papilloma umano. SUL MERCATO: Il prodotto antivirale, VivaGel, è stato sviluppato dall’australiana Starpharma ed è incorporato nel lubrificante del condom. Il profilattico sarà lanciato sul mercato tra qualche mese. DIFESA IN PIÙ: L’obiettivo del gel, dicono i rappresentanti della Starpharma, è ridurre il numero di particelle virali a cui la persona è potenzialmente esposta e quindi ridurre ulteriormente le possibilità di infezione: una difesa in più oltre al preservativo, che nonostante sia la migliore protezione dalle malattie a trasmissione sessuale non elimina al 100% ogni rischio (per es. a causa di uso scorretto o microlesioni). (Focus)