Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno III – Numero 476 AVVISO Ordine 1. UCFI: Serata su “La procreazione medicalmente assistita tra scienza, diritto ed etica” 2. Elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo dell’ordine 4 - 6 ottobre Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Il batterio dell’ulcera è un rischio anche per il cuore 4. Mal di schiena, il meteo non c'entra 5. La super tecnologia di Mountain view lotta contro le malattie dell'uomo 6. Sesso come droga, scatena gli stessi meccanismi della dipendenza Prevenzione e Salute ï‚· 7. L’anemia «sottovalutata» 8. Pidocchi: ecco perché il contagio avviene con tanta facilità Curiosità e Salute 9. Capelli più forti con lo Zinco Lunedì 15 Settembre 2014, Beata Vergine Maria Addolorata Proverbio di oggi…….. 'Nfronte nun tengo scritto: Giucondo (In fronte non tengo scritto Giocondo) ELEZIONI per il RINNOVO del CONSIGLIO DIRETTIVO dell’ORDINE 4, 5 e - 6 OTTOBRE 2014 In ultima pagina la lista dei candidati e modalità di votazione. ORDINE: Serata su “LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA tra SCIENZA, DIRITTO ed ETICA” Martedì 23 settembre alle ore 21.00 Vi invitiamo a partecipare all’evento, organizzato in collaborazione con l’Unione Cattolici Farmacisti Italiani – Sezione Napoli – (U.C.F.I.), che si terrà presso la nostra Sede: Martedì 23 Settembre 2014 ore 21:00 “ LA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA TRA SCIENZA, DIRITTO ED ETICA” Relatori: Prof. Giuseppe De Placido (Università di Napoli Federico II^) Prof. Claudio Sartea (Filosofia del diritto – Campus Biomedico Roma) Dott. Federico Bisceglia (Magistrato) CAPELLI PIU’ FORTI CON LO ZINCO Alcuni elementi, come il rame e lo zinco, presenti in tracce nel nostro organismo, possono giocare un ruolo importante nella perdita dei capelli. La carenza di Zn nel nostro organismo può influire negativamente sulla nostra chioma. Lo zinco contribuisce a mantenere ai giusti livelli il testosterone, l’ormone maschile, e di conseguenza ad avere dei capelli forti e sani. SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 476 SCIENZA E SALUTE IL BATTERIO DELL’ULCERA È UN RISCHIO ANCHE PER IL CUORE Aumenterebbe il rischio di infarto grave Il batterio che causa l’ulcera è un nemico del cuore, che aumenta il rischio di eventi cardiovascolari “maggiori”, cioè gravi, come l’infarto cosiddetto STEMI, quello appunto più severo, ma anche lo scompenso cardiaco o la sindrome coronarica acuta ricorrente che riguarda le arterie del cuore. Lo indicano ricerche condotte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico Gemelli di Roma. Gli studiosi hanno anche scoperto un possibile meccanismo d’azione con cui il batterio che causa l’ulcera mette il cuore a rischio: la sua tossina, cag-A, scatena da parte dell’organismo la produzione di anticorpi anti-cag-A e questi, per motivi ancora in buona parte misteriosi, danno luogo a una reazione incrociata attaccandosi alle placche di arterosclerosi che poi rompendosi causano l’infarto. La tossina-chiave: L’infarto STEMI è la forma più grave di attacco di cuore perché è determinata dall’occlusione completa delle arterie che ossigenano il muscolo cardiaco, le coronarie. La causa principale è di gran lunga la rottura di placca aterosclerotica. La liberazione delle sostanze contenute all’interno della placca provoca una aggregazione piastrinica con formazione di trombo che finisce per ostruire le coronarie. Già in precedenza varie ricerche avevano riconosciuto un aumento del rischio di infarto in concomitanza dell’infezione con Helicobacter pylori, il batterio dell’ulcera, un aumento consistente, anche doppio, del rischio. Ma in questi nuovi studi si sono concentrati innanzitutto sull’infarto STEMI, il più grave, e poi più in generale su un parametro di rischio molto importante in cardiologia, il cosiddetto tasso di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE). «Considerando 181 pazienti reduci da infarto STEMI e 50 individui di controllo sani, abbiamo calcolato – afferma il professor Franceschi – che la presenza di infezione con ceppi di Helicobacter che producono la tossina cag-A è di circa 4 volte maggiore nei pazienti con infarto». È emerso anche che il rischio di infarto sale al crescere della concentrazione plasmatica degli anticorpi specifici contro la tossina cag-A di Helicobacter nel paziente. «Al momento questo studio non ci permette di fare una stima corretta del rischio di infarto STEMI associato a Helicobacter; per questa stima servirebbero ampi studi epidemiologici. Quello che possiamo dire è che nei nostri studi precedenti, la presenza di infezione da ceppi cag-A -positivi raddoppiava il rischio di sindromi coronariche acute». (Salute, Corriere) MAL DI SCHIENA, IL METEO NON C'ENTRA Un nuovo studio smentisce un'antica credenza popolare Chi crede che il meteo possa essere scatenare acciacchi potrebbe doversi ricredere. Un nuovo studio pubblicato su Arthritis & Research non ha infatti rilevato nessun legame tra il mal di schiena, in particolare quello localizzato a livello della zona lombare, e il cattivo tempo. A lasciar ipotizzare il legame tra dolori fisici e condizioni meteorologiche è soprattutto l'esperienza di chi soffre di fastidi alle ossa, ai muscoli, ai tendini, ai legamenti e ai nervi. Non solo, studi condotti in passato avevano svelato che il freddo, l'umidità e cambiamenti del tempo aumentano i sintomi di disturbi associati al dolore cronico. Il nuovo studio, ha però svelato che almeno nel caso del dolore lombare non esiste un'associazione né con la temperatura, né con umidità, pressione, direzione del vento o precipitazioni. Nemmeno il piccolo legame tra l'aumento della probabilità di avere male alla parte bassa della schiena e la velocità del vento o sue raffiche è risultato clinicamente significativo. PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 476 PREVENZIONE E SALUTE L’ANEMIA «SOTTOVALUTATA» La carenza di ferro è la sua causa più frequente, ma non sempre viene tenuta nella giusta considerazione, anche se può essere spia di condizioni talvolta molto serie Pallore, stanchezza, poco appetito. Sono le «preoccupazioni delle nonne», spesso sottovalutate. Ma dietro questi segnali ci può essere qualcosa degno d’avvero di attenzione. Se si aggiunge la perdita dei capelli e la debolezza delle unghie, forse si soffre di anemia, un disturbo banalizzato che invece può nascondere malattie dovute a carenza di ferro, curabile, ma anche, in qualche caso, la spia di malattie come celiachia, infiammazioni intestinali, renali, malattie di cuore e tumori. Si tratta di un problema spesso sottostimato, che rappresenta un costo importante per la sanità, incide su mortalità, ospedalizzazioni e qualità della vita di chi ne soffre. La diagnosi: «Basta un esame emocromocitometrico (l’esame del sangue “di abse”) per diagnosticare un’anemia da carenza di ferro- dice Ovidio Brignoli, vice presidente Società italiana di medicina generale. Se l’emoglobina è sotto i 12 g/dl, se il globulo rosso è piccolo (inferiore a “75” ) e la ferritina è scarsa, allora può essere opportuno sottoporsi a una terapia per ristabilire i livelli del ferro. Se il trattamento funziona, ritorna il benessere, ma se il disturbo rimane allora bisogna consultare uno specialista e valutare se si tratta di celiachia, tumore gastrico, mielodisplasia o una malattia infettiva». La diffusione: La carenza di ferro è il disturbo nutrizionale più comune e diffuso al mondo che colpisce 1,62 miliardi di persone a livello globale e si stima possa causare ogni anno oltre 800 mila morti, prevalentemente in Africa e in Asia. «L’andamento della prevalenza (numero di casi presenti su un territorio in un certo periodo di tempo ndr) dell’anemia sideropenica in Italia, si dimostra crescente con l’aumentare dell’età e riveste particolare evidenza nella popolazione femminile nella fascia tra i 35 e i 54 anni (10%), che comprende le donne in età fertile e in fase pre-menopausale. Negli anziani (75-84 anni) il trend è sovrapponibile nei due sessi ( 5,7% nelle donne e 3,9% negli uomini)». Negli anziani: «L’anemia nell’anziano rappresenta un problema molto comune, dato che la sua prevalenza aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età – Ciò nonostante, tradizionalmente vi è sempre stata una forte sottovalutazione del problema da parte di medici, decisori istituzionali, e pubblico. A meno che i livelli di emoglobina circolante arrivino a valori allarmanti (sotto i 9-10 g/dl, considerando che i valori normali sono maggiori di 12-13 g/dl)». «Negli ultimi anni – una serie di evidenze scientifiche concordi ha, invece, dimostrato che l’anemia nell’anziano ha di per sé un impatto primario sulla qualità di vita, favorendo il declino delle performance globali e cognitive e anche sulla stessa sopravvivenza. Inoltre, è ormai chiaramente documentato che nel paziente ospedalizzato la presenza di anemia si associa, in modo indipendente, a un prolungamento della degenza, con le implicazioni individuali, sociali, ed economiche che ne conseguono. Essendo, poi, un problema non raramente legato a gravi patologie quali neoplasie dell’apparato gastroenterico, una diagnosi negli stadi iniziali di anemia può portare alla scoperta di tumori in fase di curabilità. Considerando che gli esami diagnostici di primo livello (assetto marziale e vitaminico) sono in genere semplici e poco costosi, ma ancora ampiamente sotto-utilizzati». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 476 PREVENZIONE E SALUTE PIDOCCHI: ECCO PERCHÉ IL CONTAGIO AVVIENE CON TANTA FACILITÀ Ci si «contagia» con contatti diretti e scambiandosi pettini o cappelli. I piccoli sono più soggetti al problema anche perché il loro cuoio capelluto è meno ricco di sebo Con la riapertura delle scuole torna l’ossessione dei pidocchi. Ma non bisogna allarmarsi: questi parassiti sono innocui e non trasmettono malattie. «E non è vero che prediligono chi ha una scarsa igiene personale - puntualizza Stefano Veraldi, direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia dell’Università di Milano -. Senz’altro è più facile prenderli se si frequentano luoghi affollati e se si sta in comunità (asili, scuole, colonie). I più colpiti sono i bambini, perché poi, con la pubertà, la produzione di sebo, acidifica il cuoio capelluto e lo rende un microambiente meno adatto alla vita del pidocchio. Alcuni studi hanno anche mostrato che i pidocchi, che non superano i 3-4 mm, aggrediscono con più facilità chi ha capelli con una sezione rotondeggiante, perché questi piccoli insetti riescono ad aggrapparsi meglio con le loro zampine. Questo tipo di capello è tipico dei caucasici (bianchi), mentre i neri hanno più spesso una sezione ovoidale». Come avviene la trasmissione?: «I pidocchi non saltano da una testa all’altra e non volano. La trasmissione avviene tramite il contatto diretto o lo scambio di pettini, spazzole, cappelli, cuscini, biancheria da letto e così via. Il pidocchio che vive sul capo è abbastanza facile da riconoscere: ha un colore che varia dal bianco sporco al grigio, si attacca soprattutto alla base del capello e vi depone le uova che sono lunghe poco meno di un millimetro, ovali e grigio-bianche. Le zone predilette sono quelle più ricche di capelli: la nuca e dietro le orecchie». Come si capisce se c’è un’infestazione in corso? «Le sole uova (lendini) non indicano un’infestazione attiva: potrebbero essere vuote. Per essere certi che ci sia una pediculosi in atto bisogna vedere i pidocchi o almeno verificare se le uova si trovano a non più di 6,5 mm dalla base del capello. Le lendini vengono attaccate dalla femmina del pidocchio alla base del capello e ne seguono la crescita, salendo verso la superficie. Misurando la distanza che le separa dal cuoio capelluto, si può dunque capire se c’è effettivamente un’infestazione e grossomodo da quanto tempo è in atto, dato che i capelli umani crescono poco meno di un centimetro al mese. I classici sintomi della pediculosi sono irritazione e prurito che può però anche essere assente». Quali sono i trattamenti? «Diversi prodotti agiscono sia contro i pidocchi sia contro le uova. Quelli realmente efficaci contengono permetrina, piretrina o malathion oppure sostanze, quali i siliconi, che asfissiano il parassita. In genere, è meglio preferire i prodotti in schiuma, crema o gel, perché, restano adesi a cuoio capelluto e capelli più a lungo. In genere si fa una prima applicazione e poi, dopo circa una settimana, si ripete il trattamento. Poco gradita, ma sempre utile è l’attenta rimozione meccanica delle uova con un pettine a denti fitti. Infine, un ultimo mito da sfatare: non esistono rimedi preventivi per evitare l’infestazione. Meglio controllare periodicamente la testa dei propri figli, soprattutto durante il periodo scolastico». (salute) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 476 SCIENZA E SALUTE LA SUPER TECNOLOGIA DI MOUNTAIN VIEW LOTTA CONTRO LE MALATTIE DELL'UOMO Google Science Health, parte della divisione iperfuturistica Google X, ha comprato la compagnia che ha sviluppato il cucchiaio anti Parkinson L'impegno di Google nel campo medico scientifico ha fatto un altro passo avanti. Il gruppo di Mountain View ha acquisito la Lift Lab, una compagnia di biotecnologie che ha sviluppato un cucchiaio in grado di assorbire le vibrazioni e i tremori che affliggono i malati del morbo di Parkinson. Come funziona - I sensori sull'impugnatura del cucchiaio recepiscono l'entità dei tremori e la controbilanciano, riducendo le scosse fino al 70%. In pratica sfrutta una tecnologia simile a quella utilizzata dagli stabilizzatori montati sulle macchine fotografiche per ridurre l'effetto mosso. La malattia - Spesso si dà per scontato quanto sia facile mangiare. Per un malato di Parkinson invece nutrirsi può diventare un'esperienza frustrante, poco pulita e molto imbarazzante, soprattutto se consideriamo quanto il pasto sia un momento importante nella vita sociale. In Italia i malati di Parkinson sono circa 300mila, per lo più maschi. I primi sintomi compaiono tra i 59 e i 62 anni, ma l'inizio del danno cerebrale si può far risalire a sei anni prima. Il pensiero diffuso che si tratti di una malattia senile non è quindi molto corretto. Google e la scienza - In gennaio Google ha presentato un progetto di sviluppo per lenti a contatto intelligenti, pensate per i malati di diabete, in grado di monitorare i livelli di glucosio nella lacrimazione. Ma il progetto più ambizioso e a lungo termine di Google Science Health è Baseline, una sorta di mappatura a livello globale dei soggetti sani per capire cosa li rende sani. Una specie di sfida della tecnologia alla corruttibilità del genere umano. (Salute, Tgcom24) SESSO COME DROGA, SCATENA GLI STESSI MECCANISMI DELLA DIPENDENZA La dipendenza dal sesso può scatenare nel cervello meccanismi analoghi a quelli che si attivano nelle tossicodipendenze, al punto che la reazione a stimoli sessuali come quelli della pornografia può ricalcare quella di un tossicodipendente alla vista della droga. E' quanto dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Plos One. Il comportamento sessuale compulsivo può riguardare fino ad una persona ogni 25, con differenti gradi di gravità e conseguenti difficoltà a vivere una normale vita di relazione. Queste persone possono essere decisamente ossessionate dal sesso al punto da non poter fare a meno di pensarci e di desiderare di fare attività sessuale in ogni momento della giornata. I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica per analizzare le reazioni cerebrali di due gruppi di soggetti (uno con una vita sessuale normale e l'altro con comportamenti sessuali compulsivi) di fronte a video pornografici e a video sessualmente neutri, come gare sportive. E' emerso così che i video pornografici attivavano nel gruppo con comportamenti sessuali compulsivi le stesse aree cerebrali (il corpo striato ventrale e l'amigdala) attivate nel cervello dei tossicodipendenti dalla visione della droga. (Salute, Il Mattino) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 476 ELEZIONI E RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2015-2017 RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ORDINE E DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI, 2015-2017 PROCEDURE E MODALITA’ Di seguito modalità e procedure Elettorato attivo: Hanno diritto di voto (c.d. ”elettorato attivo”) per l’elezione dei componenti il Consiglio Direttivo e per il Collegio dei Revisori dei Conti, tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari, che non siano sospesi dall’esercizio della professione (art. 2 DLgsCPS 233/46, come modificato dalla Legge 80/2005). Elettorato passivo: La normativa, ai fini delle procedure elettorali, non prevede “liste”. Pertanto, indipendentemente dall’inserimento o meno in eventuali liste ufficiose, sono comunque eleggibili (c.d. “elettorato passivo”) tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari e compresi i Consiglieri uscenti (art. 16 DPR 221/50). Avviso di convocazione: Le vigenti disposizioni prevedono che:  la convocazione dell’assemblea per l’elezione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei conti si effettua mediante avviso spedito almeno dieci giorni prima a tutti gli iscritti, esclusi i sospesi dall’esercizio della professione, per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta elettronica certificata;  è posto a carico dell’Ordine l’onere di dare prova solo dell’effettivo invio delle comunicazioni;  della convocazione deve essere dato altresì avviso mediante annuncio, entro il predetto termine di dieci giorni, sul sito internet della Federazione nazionale degli Ordini. Operazioni di voto: la Corte di Cassazione ha recentemente mutato il proprio precedente orientamento (in base Elezione di 15 Componenti il Elezione di 3 Componenti al quale le schede Consiglio Direttivo dell’Ordine Effettivi del Collegio dei debbono riportare, a dei Farmacisti di Napoli per il Revisori dei Conti dell’Ordine pena di nullità, un Triennio 2015/2017 dei Farmacisti di Napoli per il numero di nomi pari a Triennio 2015/2017 quello dei componenti Santagada Ascione Giovanni Vincenzo da eleggere) e ha fissato Balestrieri Di Maggio Annamaria Bianca Rosa il principio in base al Carraturo Sarti Alessandra Davide quale la scheda Cinquegrana Crescenzo conserva la sua validità Colesanti Elezione di 1 Componente Silvio anche nel caso in cui Fusco Supplente del Collegio dei Mariano contenga un numero di Iorio Revisori dei Conti dell’Ordine Riccardo Maria dei Farmacisti di Napoli per il nomi inferiore a quello Maggiore Tommaso Triennio 2015/2017 dei componenti da Magli Elisa eleggere. Marzano Raffaele D’Aniello Raffaela Meo Ciro Petrone Riccardo Pisano Giovanni Russo Giovanni Trama Ugo

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