Anno III – Numero 478
AVVISO
Ordine
1. Elezioni per il rinnovo
del consiglio direttivo
dell’ordine 4 - 6 ottobre
2. Nasce Offro e Cerco
Lavoro - Napoli
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Il botox «congela» le
emozioni (e la facce) nei
giovanissimi
4. Il farmaco che cancella
la paura
5. La relazione pericolosa
tra sindrome metabolica
e tumori
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Prevenzione e
Salute
6. Lo zucchero è il
nemico numero uno di
chi soffre di pressione
alta
7. Body Mass Index: il
calcolo per sapere se sei
in forma
Curiosità e Salute
8. Quanto fa male essere
lasciati?
Mercoledì 17 Settembre 2014, S. Roberto
Proverbio di oggi……..
'A femmena te porta 'ncielo e 'a femmena t'atterra.
ELEZIONI per il RINNOVO del
CONSIGLIO DIRETTIVO
dell’ORDINE
4, 5 e - 6 OTTOBRE 2014
In ultima pagina la lista dei candidati e modalità di votazione.
Venerdì 26 Settembre ore 21.00, presentazione della lista al Circolo Canottieri
Napoli.
QUANTO FA MALE ESSERE LASCIATI?
Parecchio: almeno quanto scottarsi o prendere una bella botta
in testa. È questo l’esito del recente studio condotto
all’Università del Michigan, secondo il quale essere rifiutati
stimola nel cervello una risposta identica a quella provocata da
un dolore fisico.
Per appurarlo i ricercatori americani hanno
esaminato con la risonanza magnetica un gruppo di
volontari che erano stati traditi o lasciati dal
partner:
in un primo momento hanno esaminato le aree
cerebrali ricordando la ferita dell’abbandono;
poi li hanno sottoposti a uno stimolo termico
doloroso, equivalente allo scottarsi col caffè
bollente, osservando la loro risposta cerebrale;
Risultati: in entrambi i casi vengono attivate la
corteccia secondaria somatosensoriale e l’insula
dorsale posteriore, fino a oggi ritenute esclusive
degli stimoli dolorosi. (Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 478
SCIENZA E SALUTE
IL BOTOX «CONGELA» LE EMOZIONI
(E LA FACCE) NEI GIOVANISSIMI
Le iniezioni nei soggetti di età molto giovane rischiano di influenzare
negativamente la crescita emotiva, «bloccando» - oltre che le espressioni del volto i sentimenti
Sono sempre di più i giovani che ricorrono alle punturine anti età già al di
sotto dei trent’anni. Colpa delle icone televisive e di una mentalità che
non ammette imperfezioni fisiche.
Dunque meglio abituarsi già da giovanissimi a qualche iniezione di botox,
pensa un esercito di giovanissimi che frequenta i centri di chirurgia
estetica già in età insospettabili. Ma il rischio, anzi uno dei rischi, è che
bloccando i muscoli, e dunque la mimica facciale, si inibisca anche la capacità di apprendere e
manifestare le emozioni, giacché le espressioni influenzano le emozioni e viceversa.
Quelle facce «congelate»: Le cosiddette frozen faces (facce congelate) sono ormai un’icona anche
per i più giovani e il timore, anzi la certezza, dei ricercatori è proprio che i ragazzi non imparino a
esprimersi attraverso le espressioni.
La ricerca in questione, pubblicata su Journal of Anesthetic Nursing, è finalizzata a offrire un sostegno
psicologico ai ragazzi che decidono di sottoporsi a interventi di chirurgia estetica affinché
comprendano le conseguenze di un trattamento estetico in età prematura. A questo proposito i
ricercatori parlano chiaro e avvertono che le controindicazioni delle tossine blocca-muscoli riguardano
dunque anche la sfera emotiva. (Salute, Corriere)
LO ZUCCHERO È IL NEMICO NUMERO UNO DI CHI
SOFFRE DI PRESSIONE ALTA
Scagionato almeno in parte il sale, da sempre il principale sospettato
Sebbene sia sempre stato incolpato il sale, il vero nemico di chi soffre di pressione alta è lo zucchero.
Studi svolti su larga scala dimostrano che ha una correlazione molto più
stretta del sodio con l'ipertensione. Se assunto in quantità elevate stimola
un'area del cervello chiamata ipotalamo e ciò causa un aumento del battito
cardiaco e della pressione sanguigna. E' quanto emerge da una ricerca del
pubblicata sulla rivista American Journal of Cardiology.
Bibite zuccherine con cautela - Sotto accusa, per gli studiosi, sono
soprattutto le bevande gassate zuccherate. Queste sono responsabili,
secondo i dati della ricerca, di picchi di ipertensione che portano a un'estrema quanto pericolosa
variabilità nella pressione arteriosa, che può aumentare anche le possibilità di andare incontro a un
infarto. "Già solo per questo lo zucchero deve essere considerato un predittore di rischio
cardiovascolare, per questo bisognerebbe consigliare a chi soffre di pressione alta di tagliare lo
zucchero e non il sale".
Cibi con poco sodio "trappole" - Secondo quanto emerso dalla ricerca i cibi con basso contenuto
di sodio sarebbero in sostanza una "trappola", perché il nostro organismo, alla ricerca di quantitÃ
giuste di questo elemento, sarebbe portato a mangiare di più.
L'esperto conclude con un interrogativo: "Prendiamo le patatine fritte senza sale, se siamo portati a
mangiarne di più perché il nostro organismo è alla ricerca di livelli ottimali di sodio, che benefici
possono portare alla salute grandi quantità di carboidrati raffinati e oli trattati?" (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 478
PREVENZIONE E SALUTE
LATTE E FORMAGGI: SONO UTILI PER LA PREVENZIONE
Lo sostiene uno studio svedese, merito del contenuto di grassi polinsaturi, più
'protettivi' di quelli
Sembrerebbe proprio così, almeno stando alle osservazioni di
ricercatori svedesi per lo studio del diabete:
il consumo di almeno 8 porzioni di latticini ‘high-fat’ (ad alto
contenuto di grassi, come burro o latte intero) è associato al 23% di
rischio in meno di sviluppare diabete di tipo 2.
Una promozione a pieni voti per latte e formaggio, quindi?
Non proprio perchè lo studio svedese non è il primo a osservare una
correlazione inversa tra il consumo di prodotti caseari e la probabilità di ammalarsi di diabete dopo
una certa età , tuttavia i risultati non hanno finora convinto gli esperti. «Le osservazioni possono
contribuire a chiarire i dati raccolti in precedenza riguardo il ruolo dei grassi alimentari e la loro origine
nel diabete di tipo 2, mostrando risultati di un potenziale effetto ‘protettivo’ dei latticini high-fat
rispetto a quelli a minor contenuto di grassi, come il latte scremato. «A differenza dei grassi di origine
animale, quelli contenuti in latte e formaggi possono avere un ruolo preventivo per il diabete».
Il motivo di questa associazione osservata, in realtà , non è chiaro. Sembrerebbe, però, che una minore
incidenza di diabete sia correlata, più che al solo latte e formaggio, al tipo di grassi in essi contenuti,
quelli polinsaturi che si possono trovare anche pesce e alcuni semi.
Lo stesso ruolo preventivo sarebbe svolto dal consumo di grassi monoinsaturi, di origine vegetale,
mentre il più alto rischio di diabete è stato associato al maggior consumo di grassi saturi, quelli di
origine animale. Ma è la carne rossa a essere bocciata senza riserva: dai dati emerge che è associata
al più alto rischio di diabete, indipendentemente se sia ‘grassa’ o ‘magra’. Stando agli esperti, quindi,
un'utile strategia preventiva sarebbe quella di sostituire tutti i grassi saturi della dieta quotidiana con
gli altri due tipi di grassi, facendo attenzione ad evitare eccessi e squilibri. (OK, Salute e Benessere)
BODY MASS INDEX: il Calcolo per sapere se sei in Forma
Ecco a cosa serve e come funziona
Un semplice calcolo che serve per capire se si è in peso forma (ovvero se si rientra nella fascia dei
normopeso), oppure se si è troppo magri (sottopeso) o, al contrario, se si è sovrappeso o obesi: è il
Body mass index o Bmi (in italiano Indice di massa corporea o Imc), un metodo di misurazione della
propria forma fisica che può essere calcolato in modo "casalingo", con una semplice calcolatrice alla
mano e senza dover far ricorso a strumentazioni specifiche.
Il Bmi si calcola dividendo il proprio peso corporeo (espresso in Kg) per il quadrato dell'altezza
(espressa in metri). In una persona che è alta 1,68 metri e pesa 60 kg il BMI sarà dunque 21,27.
Ecco come si calcola:
1,68 x 1,68 = 2,82 (quadrato dell'altezza espressa in metri)
60: 2,82 = 21,27 (peso corporeo espresso in kg diviso il quadrato dell'altezza espressa in metri)
Il calcolo del Bmi, pur essendo affidabile, non è certo un metodo di misurazione infallibile. Due in
particolare sono i difetti legati a questo tipo di calcolo secondo alcuni esperti nel settore:
1) non tiene conto a dovere della presenza del grasso corporeo, sottovalutando la quantità di grasso
corporeo nelle persone obese o sovrappeso e sopravvalutandola nei soggetti magre e/o muscolosi ;
2) non tiene conto di altri fattori, molto importanti nel calcolo del peso ideale, come la densità ossea e l'etÃ
del soggetto. Sottopeso, normopeso, sovrappeso o obeso: e tu in che fascia sei? (Salute, Sole 24ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 478
FARMACI E SALUTE
IL FARMACO CHE CANCELLA LA PAURA
Il Levodopa, un vecchio medicinale usato per il Parkinson, si è dimostrato efficace
nella lotta al disturbo posttraumatico da stress
Una pillola per dimenticare. Potrebbe essere questa la nuova
indicazione nell’utilizzo della levodopa, la molecola più diffusa nel
trattamento del morbo di Parkinson.
Un’indicazione che, se dovesse essere confermata, potrebbe
rivoluzionare il trattamento del disturbo post traumatico (PTSD) e
delle fobie. Attenzione però a non cantare vittoria: senza
un’adeguata psicoterapia la sola levodopa servirebbe ben poco.
LA MALATTIA - Il PTSD insorge sempre in seguito a un evento
traumatico, in cui la "figura" della morte è centrale.
A esserne colpiti, oltre i soldati inviati in zone di guerra, possono essere le persone coinvolte in gravi
incidenti stradali e in catastrofi naturali. Chi ne è affetto si trova a convivere con forti stati di ansia,
paura e terrore, in cui viene continuamente rivissuta la situazione traumatica.
Un'esperienza che, a seconda della gravità della patologia, può essere così invalidante da occupare
tutta la giornata. Secondo le ultime statistiche, che si riferiscono agli Stati
Uniti, si calcola che quasi l'8% della popolazione abbia sperimentato questa condizione estrema. Ma le
percentuali si alzano, quando si considerano i militari: solo nella guerra del Vietnam il 30% dei reduci
fu colpito dalla sindrome.
IL TRATTAMENTO - Oggi la cura consiste in un duplice approccio. Da un lato, attraverso la psicoterapia
cognitivo-comportamentale, si cerca di far riprocessare e metabolizzare l'evento traumatico. Questo
perché la persona che è colpita da PTSD è nella situazione in cui non riesce ad accettare ciò che ha
vissuto. Dall'altro lato, però, è necessario agire anche con una terapia farmacologica per alleviare gli
stati ansiosi e ciò può essere fatto nell'immediato attraverso la somministrazione di benzodiazepine e,
sul lungo periodo, con gli antidepressivi classici.
CIRCUITI CEREBRALI- Il trattamento attuale offre grandi possibilità di guarigione. «Ciò avviene - spiega
Kalish - quando si riesce a cambiare l’associazione mentale che porta al disturbo. In alcuni casi però i
ricordi di alcune circostanze possono riemergere e portare nuovamente ad una ricaduta della
malattia». Il gruppo di ricerca tedesco è riuscito ad identificare che il cambio di associazione mentale
da negativa a positiva vede il coinvolgimento di alcuni circuiti cerebrali attivi nei meccanismi di
ricompensa e piacere. Circuiti cerebrali che vedono come attore principale la dopamina.
COME FUNZIONA?- Ecco perché l’utilizzo della levodopa, captata dal cervello e trasformata in
dopamina, potrebbe essere la soluzione al problema. La molecola in questione infatti, oltre a essere
importante per il movimento e il circuito della ricompensa, è fondamentale anche nei processi di
memorizzazione degli eventi.
«L’obiettivo - è somministrare il farmaco in modo tale da creare nei pazienti un potenziamento della
memoria dei ricordi positivi. Un approccio quindi che rende necessaria la psicoterapia».
In altre parole l’idea è quella che la levodopa possa migliorare gli effetti a lungo termine della
psicoterapia, creando un ricordo positivo più forte in grado di sostituire più facilmente il ricordo
negativo.
PROSPETTIVE FUTURE - Scoperto il meccanismo ora i ricercatori sono al lavoro per effettuare i primi
test nell’uomo. Curiosa l’indicazione dei primi esperimenti: le prove verranno effettuate su individui
affetti da una delle paure più diffuse e innocue, l’aracnofobia.
(Salute, Fondazione Veronesi)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 478
LA RELAZIONE PERICOLOSA TRA
SINDROME METABOLICA E TUMORI
Eccessi a tavola e sedentarietà possono avere ripercussioni sul nostro Dna
Il colesterolo è usato come «cemento» dalle cellule cancerose per crescere
L’Oms ha ormai lanciato l’allarme da diversi anni: l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di
salute pubblica nel mondo. I chili in eccesso sono collegati a morte prematura
e ormai universalmente riconosciuti come fattori di rischio per malattie
cardiovascolari, ictus, diabete, tumori. Senza considerare che il sovrappeso
spesso è associato a numerosi altri problemi di salute (ipertensione,
ipercolesterolemia, apnea notturna e problemi respiratori, asma, complicanze in
gravidanza, solo per citarne alcuni) e che un numero crescente di ricerche
scientifiche dimostra un legame anche con gravi disturbi dell’umore, fino alla depressione.
La modifica del metabolismo:«I casi di obesità e sindrome metabolica sono in crescita in tutto il
mondo, mentre il legame tra obesità e cancro diventa sempre più evidente».
Il cibo e le abitudini relative all’attività fisica possono avere ripercussioni sul nostro Dna, perché giorno
dopo giorno modificano il metabolismo dell’organismo e il normale funzionamento di ormoni e geni,
influenzando la regolare attività delle nostre cellule che possono così finire per trasformarsi in
cancerose. «Cambiamenti sostanziali delle nostre abitudini alimentari e dello stile di vita hanno
contribuito alla nostra attuale maggiore suscettibilità all’insorgenza di vari tipi di tumori, primi fra tutti
quelli di seno e colon retto - spiega il prof. Moschetta -. Ma appare sempre più evidente un legame
anche con quelli di prostata, ovaio, pancreas, fegato, rene e persino cervello. Offriamo al cancro la
possibilità di crescere più velocemente perché gli forniamo la “benzina†di cui ha bisogno: glucosio per
produrre energia e insulina per proliferare».
Relazione pericolosa tra neoplasie e obesità : Generalmente, per semplificare, si parla di una
«relazione pericolosa» fra neoplasie e obesità , ma la vera responsabile è la sindrome metabolica:
«Una patologia - caratterizzata da aumento della circonferenza dell’addome (superiore a 88 cm nelle
donne e a 96 negli uomini), ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia (oltre 150 mg di trigliceridi per
decilitro di sangue), ridotti livelli di colesterolo “ buono†HDL (meno di 50 nelle femmine e 45 nei
maschi) e aumento della glicemia a digiuno (maggiore di 100).
Se si hanno anche solo tre su cinque di queste caratteristiche si soffre di sindrome metabolica e sale il
rischio di cancro (oltre a quello di diabete e malattie cardiovascolari) perché si crea un microambiente
favorevole alle cellule cancerose per svilupparsi e prolificare».
Maggior rischio tumore per chi è sovrappeso. Diversi studi hanno dimostrato chiaramente che
uno stesso tipo di tumore si sviluppa con maggiore frequenza in persone che soffrono di sindrome
metabolica rispetto a soggetti sani. Inoltre, è ormai certo che, fra i pazienti oncologici, le probabilità di
ricadute e la mortalità per tumore sono più elevate in chi è sovrappeso e ha un girovita superiore al
dovuto. In pratica, la sindrome metabolica interviene in tutte le fasi del tumore, dalla formazione alla
progressione, dalla resistenza alle terapie fino all’insorgenza di recidive.
«Acidi grassi, colesterolo, retinoidi e vitamina D presenti negli alimenti possono interferire con il Dna e
indurre le cellule tumorali ad aumentare o bloccare la loro crescita.
In particolare, abbiamo recentemente scoperto nuove prove del ruolo negativo giocato dal
colesterolo, impiegato come “cemento†dalle cellule malate per crescere: se è poco concentrato
mancano al tumore gli elementi per proliferare, proprio come sarebbe per noi impossibile costruire
il secondo piano di una casa». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 478
ELEZIONI E RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2015-2017
RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ORDINE E
DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI, 2015-2017
PROCEDURE E MODALITA’
Di seguito modalità e procedure
Elettorato attivo: Hanno diritto di voto (c.d. â€elettorato attivoâ€) per l’elezione dei componenti il
Consiglio Direttivo e per il Collegio dei Revisori dei Conti, tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi
gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari, che non siano sospesi dall’esercizio
della professione (art. 2 DLgsCPS 233/46, come modificato dalla Legge 80/2005).
Elettorato passivo: La normativa, ai fini delle procedure elettorali, non prevede “listeâ€. Pertanto,
indipendentemente dall’inserimento o meno in eventuali liste ufficiose, sono comunque eleggibili (c.d.
“elettorato passivoâ€) tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei
docenti e ricercatori universitari e compresi i Consiglieri uscenti (art. 16 DPR 221/50).
Avviso di convocazione: Le vigenti disposizioni prevedono che:
 la convocazione dell’assemblea per l’elezione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori
dei conti si effettua mediante avviso spedito almeno dieci giorni prima a tutti gli iscritti, esclusi i
sospesi dall’esercizio della professione, per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta
elettronica certificata;
 è posto a carico dell’Ordine l’onere di dare prova solo dell’effettivo invio delle comunicazioni;
 della convocazione deve essere dato altresì avviso mediante annuncio, entro il predetto termine
di dieci giorni, sul sito internet della Federazione nazionale degli Ordini.
Operazioni di voto: la Corte di Cassazione ha recentemente mutato il proprio precedente
orientamento (in base
Elezione di 15 Componenti il
Elezione di 3 Componenti
al quale le schede
Consiglio Direttivo dell’Ordine
Effettivi del Collegio dei
debbono riportare, a
dei Farmacisti di Napoli per il
Revisori dei Conti dell’Ordine
pena di nullità , un
Triennio 2015/2017
dei Farmacisti di Napoli per il
numero di nomi pari a
Triennio 2015/2017
quello dei componenti Santagada
Ascione
Giovanni
Vincenzo
da eleggere) e ha fissato Balestrieri
Di Maggio
Annamaria
Bianca Rosa
il principio in base al Carraturo
Sarti
Alessandra
Davide
quale
Cinquegrana
Crescenzo
la scheda conserva la
Elezione di 1 Componente
Colesanti
Silvio
sua validità anche nel
Supplente del Collegio dei
Fusco
Mariano
caso in cui contenga un Iorio
Revisori dei Conti dell’Ordine
Riccardo Maria
dei Farmacisti di Napoli per il
numero di nomi
Maggiore
Tommaso
Triennio 2015/2017
inferiore a quello dei
Magli
Elisa
componenti da
Marzano
Raffaele
D’Aniello
Raffaela
eleggere.
Meo
Ciro
Petrone
Riccardo
Pisano
Giovanni
Russo
Giovanni
Trama
Ugo