Anno III – Numero 480
Venerdì 19 Settembre 2014, S. Gennaro
AVVISO
Ordine
1. Elezioni per il rinnovo
del consiglio direttivo
dell’ordine 4 - 6 ottobre
2. Nasce Offro e Cerco
Lavoro - Napoli
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Papilloma virus, analisi
delle urine potrebbe
sostituire l'invasivo Pap
test
4. Ci sono cure nuove per
la psoriasi?
Proverbio di oggi………...
Amore verace, s’appiccica e po’ fa pace
Quando l’amore è vero si litiga e poi si fa pace
ELEZIONI per il RINNOVO del
CONSIGLIO DIRETTIVO
dell’ORDINE
4, 5 e - 6 OTTOBRE 2014
In ultima pagina la lista dei candidati e modalità di votazione.
Venerdì 26 Settembre ore 21.00, presentazione della lista al Circolo Canottieri
Napoli. Vi aspettiamo.
PAPILLOMA VIRUS, analisi delle urine
potrebbe sostituire l'invasivo PAP TEST
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Prevenzione e
Salute
5. Come fare lo shampoo
per salvare i capelli?
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Dermatologia e
Salute
6. L’utilità e i limiti dei
rimedi «fai-da-te» contro
l’acne.
L'alternativa meno fastidiosa può aiutare ad aumentare la
copertura degli screening, specie nei Paesi poveri
Potrebbe essere possibile scovare il papilloma virus umano (hpv) grazie a
un'analisi delle urine. Il test, meno invasivo rispetto al Pap test, potrebbe
identificare il virus che può causare il tumore alla cervice uterina.
Poche donne si sottopongono al Pap test - I ricercatori hanno verificato
che i test delle urine possono essere un valido aiuto nell'aumentare lo
screening per questo tipo di cancro. Soprattutto tra le giovani donne, in
Inghilterra, è calato il numero di chi si sottopone al Pap test ogni tre anni.
L'analisi delle urine, sulla cui accuratezza finora si avevano dei dubbi, sarebbe
di aiuto, perché ha il vantaggio di eliminare la scomodità del Pap test.
Non efficace al 100% - Anche se privo della collaudata accuratezza dello
screening cervicale, l'esame delle urine (che rileva due ceppi del virus,
responsabili del 70% dei tumori alla cervice uterina), ha rilevato l'hpv nell'87%
dei casi positivi (in cui il virus c'era), e il 94% di quelli negativi.
Secondo i ricercatori l'esame delle urine dovrebbe essere preso in
considerazione come una valida alternativa rispetto al pap test per aumentare
la copertura dello screening, anche nei Paesi più poveri. (saluteTgcom24)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 480
DERMATITE E SALUTE
L’UTILITÀ E I LIMITI DEI RIMEDI
«FAI-DA-TE» CONTRO L’ACNE
Uno studio analizza i pro e i contro di preparati molto diffusi. Chi soffre di
dermatite atopica dovrebbe sempre rivolgersi al medico
L’acne è il cruccio di moltissimi adolescenti, ma anche di adulti alle prese con foruncoli che non
accennano a scomparire o con le cicatrici di brufoli mal curati. Al primo affacciarsi del problema
l’opzione è spesso il “fai-da-teâ€: ampia la scelta di
prodotti contro l’acne acquistabili senza
prescrizione, in farmacia ma anche nei
supermercati.
Se si vuole provarli però occorre un po’ di
attenzione, come ha segnalato di recente la FDA
statunitense dopo alcuni casi di reazioni allergiche
gravi, che non si sa ancora se dipendano dai
principi attivi anti-acne contenuti nei prodotti o
dagli eccipienti.
Gli esperti raccomandano di provare sempre i
nuovi prodotti in una piccola area cutanea per
tre giorni e di sospendere ogni trattamento se si
manifestano segni di un’ipersensibilità severa
(non arrossamenti, bruciori o secchezza della
pelle, ma fenomeni più seri, come sensazione di
svenire, fiato corto, gonfiori al viso, alle labbra o
alla lingua).
Anche taluni prodotti naturali, come ad esempio l’olio dell’albero del tè, sono “da prendere con le
pinze†perché, oltre a non esistere prove certe della loro efficacia, possono provocare allergie.
Lo sottolinea un documento dell’American Academy of Dermatology, per il quale, Emmy Graber,
direttrice del Cosmetic and Laser Center dell’Università di Boston, ha passato in rassegna creme,
lozioni e altri preparati acquistabili senza prescrizione medica.
Secondo Graber, possono essere invece validi gli scrub, che rimuovono le cellule morte e il primo
strato dell’epidermide facendo “respirare†i pori, nonché i panni e le salviette detergenti, che
puliscono a fondo la pelle.
«Le salviette sono più delicate degli scrub e andrebbero scelte fra quelle con ingredienti attivi contro
l’acne, come benzoil perossido e acido salicilico - dice Graber.
Gli scrub possono essere troppo aggressivi; meglio quelli non troppo “ruvidi†a base di palline di
polietilene, anziché i più irritanti ossidi di alluminio o semi di frutta.
Anche le spazzoline per la pulizia del viso possono essere eccessive:
si usano pensando che l’igiene profonda serva a far penetrare meglio i principi attivi antiacne di creme
e lozioni, ma ciò non è affatto dimostrato».
«Questi metodi possono essere utili per la prima fase dell’acne, quella “comedonica†in cui si hanno
soltanto punti neri e microcisti. In questi casi il “fai da te†è ammesso e, se la malattia resta di grado
lieve, può essere sufficiente.
Creme o lozioni che contengano sostanze antisettiche, ad esempio il benzoil perossido, e principi attivi
esfolianti, come i derivati della vitamina A, possono essere efficaci su un’acne iniziale, in cui non ci sia
una grossa componente infiammatoria».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 480
Quando si sceglie un prodotto anti-acne da banco bisogna perciò accertarsi che contenga uno dei
composti attivi: il benzoil perossido, perché elimina i batteri che concorrono a provocare l’acne e può
così tenerla sotto controllo;
l’acido salicilico, perché funziona come esfoliante liberando i pori da cellule
morte e grasso di troppo, che li “ingolfano†infiammandoli;
lo zolfo, perché sopprime i batteri e pulisce i pori, ma che deve essere
usato solo sui brufoli e non su tutto il viso (sì quindi ai prodotti “spotâ€,
utilità dubbia per le saponette).
Utilizzabili anche le creme che contengono alfa-idrossiacidi, per esfoliare
la pelle, o i derivati della vitamina A come il retinolo, che liberano i pori.
«Possono servire inoltre antibiotici topici, come clindamicina,
eritromicina o le tetracicline;
non si deve usare invece la gentamicina, il primo antibiotico a cui tanti pensano, perché non ha alcun
effetto sul batterio che provoca l’acne - dice Girolomoni -.
Ma attenzione: tutti questi prodotti possono rivelarsi irritanti, soprattutto se la pelle è sensibile, in
caso di allergie o se usati senza moderazione.
Se la cute appare arrossata, secca e desquamata è meglio interrompere qualsiasi trattamento e
chiedere consiglio al medico.
Chi soffre di dermatite atopica, inoltre, per scongiurare problemi dovrebbe comunque evitare di
prendere iniziative senza rivolgersi allo specialista».
Dal dermatologo bisogna andare anche se dopo un trattamento “fai da te†di uno o due mesi non si
vede nessun risultato.
«Purtroppo molti pensano che l’acne sia un accadimento inevitabile legato alla pubertà : in realtà è una
patologia infiammatoria cronica con una componente ormonale e non è così “benevola†come si
potrebbe pensare, non deve essere sottovalutata.
Da sola non passa facilmente, tanto che una piccola quota di pazienti continua a soffrirne perfino dopo
i 40 anni; inoltre, se non viene curata in modo adeguato può lasciare cicatrici evidenti e praticamente
impossibili da eliminare».
«I prodotti da banco - conclude lo specialista - non bastano per affrontare l’acne al secondo
stadio, quando compaiono le pustole, i brufoli arrossati;
men che meno possono essere sufficienti contro l’acne di stadio più grave, in cui si hanno grossi
noduli infiammatori, cisti e cicatrici». (Salute, Corriere)
COME FARE LO SHAMPOO PER SALVARE I CAPELLI?
Risponde Paolo Gigli, professore in scienze tricologiche all'Università di Firenze
Ho capelli lunghi, lisci e da qualche tempo noto che sono più fragili e sfibrati. Temo che in parte possa
essere dovuto a un lavaggio sbagliato. Quanto di frequente devo fare gli shampoo e qual è la maniera
corretta per asciugare i capelli?
Per preservare i capelli in salute e lucentezza nel
tempo, occorre prestare loro la stessa attenzione e
cura che si ha verso pelle. Specie se si tratta di capelli
lunghi, più esposti a danni alla parte distale del fusto
(ossia lontana dalla radice, quindi all’attaccatura) per
 fattori ambientali (sole, acqua di mare o piscina, inquinamento),
 termici (asciugacapelli, piastre elettriche),
 meccanici (spazzolature, acconciature)
 chimici (tintura, decolorazione, permanente).
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 480
La prima ad essere danneggiata da questi agenti è la cuticola, ossia il rivestimento esterno del capello,
le cui cellule si sollevano per poi distaccarsi, lasciandolo privo di una copertura protettiva con il rischio,
quindi, di un progressivo indebolimento fino alla rottura o della comparsa delle doppie punte.
Proteggere il capello significa anche lavarlo e asciugarlo nei tempi e modi adeguati.
Non c’è un numero definito di lavaggi da attuare nella settimana:
spesso dipende dallo stile di vita e dalle abitudini della persona e soprattutto dall’ambiente esterno.
Infatti in presenza di agenti inquinanti, come smog e/o polvere che si depositano sulla capigliatura
rendendola piatta e opaca, possono essere indicati shampoo a giorni alterni utili non solo a mantenere
pulito il capello, ma anche a rimuovere dal cuoio capelluto il sebo.
Lo shampoo invece andrebbe fatto alla comparsa del prurito che è un primo segnale di dermatite
seborroica.
Ma l’attenzione va riservata anche al tipo di shampoo che va scelto in base alla natura del capello normale, secco, grasso, fine, permanentato, colorato, decolorato, con forfora o eccesso di sebo – ai
problemi specifici, ancora di più se si tratta di bambini.
Buona norma è comunque utilizzare uno shampoo con un pH acido, intorno a 5, o ancora più basso in
caso e in corso di trattamenti professionali quali tintura o permanente.
Al lavaggio è bene dedicare almeno tre o quattro minuti, per consentire allo shampoo di agire, avendo
poi cura di risciacquare abbondantemente i capelli con acqua tiepida.
Dopo lo shampoo può essere indicato un impacco con il balsamo che non solo rappresenta una
ulteriore barriera protettiva per i capelli, costituendo una sorta di film, ma che aiuta anche a lisciarli.
Il balsamo, come lo shampoo, deve essere corrispondere alle necessità e caratteristiche del capello
(spessore, forma, danno o problema specifico):
va applicato al termine del lavaggio, lasciato agire per alcuni minuti e poi risciacquato
abbondantemente.
Altrettanto importante è l’asciugatura che deve avvalersi degli strumenti ‘giusti’: pettini e spazzole lisci
e privi di irregolarità o asperità che possono altrimenti danneggiare i capelli, avendo cura di pettinarli
da asciutti (bagnati sono più elastici ed estensibili e quindi più facili a rompersi).
Il modo migliore, quando possibile e soprattutto nella bella stagione, sarebbe lasciarli asciugare all’aria
aperta, mentre artificialmente sono preferibili phon potenti (1.600-2.000 watt).
I capelli vanno però dapprima strizzati nell’asciugamano per eliminare l’acqua in eccesso e poi
asciugati, iniziandoli a muovere con l’aria del phon, a testa in giù per dare volume e una volta persa
l’umidità , spazzolati. Laddove necessario, ovvero in caso di capelli fragili, opachi e denutriti, ci si può
avvalere anche dell’utilizzo di specifici integratori, da scegliere con il tricologo o lo specialisti, che ne
consiglierà anche il dosaggio e le modalità di assunzione, contenenti alcuni principi attivi quali gli
aminoacidi (cistina, cisteina, metionina, taurina, aminoacidi solforati) che favoriscono la strutturazione
sana del capello, le vitamine, gli oligoelementi e sostanze ad azione antiossidante.
Ma gli integratori da soli non bastano: alla salute del capello contribuisce anche al dieta. Per
mantenerlo sano sarebbe utile includere nella propria alimentazione cibi che contengano minerali
(zinco e ferro in particolare che li fortificano), polifenoli o catechine che si trovano in tutti i
vegetali e nella frutta, oltre che in alcuni derivati come tè, caffè, vino, olio di oliva quali preziosi
antiossidanti utili a difendere l’organismo (e anche i capelli) dallo stress ossida tivo e dai danni dei
radicali liberi. (Fondazione Veronesi)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 480
CI SONO CURE NUOVE PER LA PSORIASI?
Risponde P. Malagoli, resp. del Centro PSOCARE, Ist. Policlinico S. Donato, Milano
Sono affetto da psoriasi e non ottengo più risultati da terapie topiche o con farmaci tradizionali.
Come posso controllare ora la malattia, esistono soluzioni alternative?
Ottimi risultati nella cura della psoriasi di intensità medio-grave, ossia ad uno stadio che non risponde
più a terapie locali con creme e/o lozioni (più indicate quando la malattia è lieve) o a farmaci
tradizionali, quali la ciclosporina o il methotrexate, è rappresentata dai farmaci biologici.
Si tratta di composti creati in laboratorio, nati dalla più recente ricerca di biologia molecolare, che
hanno il vantaggio di bersagliare solo alcune sostanze (come il TNF e alcuni tipi di interluchine, in
particolare la 12 e 23) responsabili del processo infiammatorio che dà avvio allo sviluppo delle lesioni
cutanee. Questa selettività , tipica dei farmaci biologici, permette alla sostanza di acquistare una
maggior efficacia e di ridurre al minimo gli effetti collaterali, invece importanti nelle terapie
tradizionali e tali da non potere essere assunte per più di 3-6 mesi all’anno.
I più recenti studi hanno dimostrato un alto profilo di sicurezza dei farmaci biologici che, per il
paziente, si traduce nella possibilità di perdurare il trattamento nel tempo, senza interruzione e senza
lo spettro di effetti indesiderati. Anzi abbiamo avuto conferma di un miglioramento a un anno
dall’inizio della terapia anche delle comorbidità , ossia problemi cardiovascolari o metabolici, che
spesso accompagnano la psoriasi e che sono tanto più gravi quanto più il paziente è giovane.
Non è però, purtroppo, una terapia per tutti: ai biologici sono candidati solo quei pazienti che hanno
già provato senza successo le terapie più classiche per la psoriasi (creme, terapia sistemica,
fototerapia) mentre ne sono esclusi coloro che nei 5 anni immediatamente precedenti hanno avuto
una forma tumorale o gravi infezioni ricorrenti; su questi infatti le linfochine contenute nei farmaci
biologici potrebbero agire negativamente. Per accedere a questa terapia biologica occorre però
rivolgersi esclusivamente nei 156 Centri PSOCARE, distribuiti sul territorio nazionale.
Va detto comunque che la psoriasi è una malattia a predisposizione genetica, dalla quale cioè non è
possibile guarire definitivamente – non guarisce neanche con una terapia con i farmaci biologici – ma
essa permette però di controllare la malattia in maniera continuativa. Da soli anche questi farmaci
innovativi non bastano: per ottenere da essi i migliori benefici occorre ridurre al minimo alcuni rischi,
dipendenti da fattori ambientali (stress psicofisico), da agenti infettivi e/o da alcuni farmaci – e
correggere lo stile di vita. Questo non è un fattore ‘induttivo’, vale a dire che non è la causa scatenante
della malattia, ma può contribuire al suo peggioramento.
Occorrerebbe pertanto eliminare in primo luogo fumo ed alcool e impostare con uno specialista
dietologo e/o un nutrizionista una dieta che non incida sulle implicazioni metaboliche che abbiamo
visto influenzare la malattia. La psoriasi non può essere definita una patologia stagionale, in quanto il
suo andamento bizzarro può presentare una alternanza di fasi acute e di parziale remissione in
qualsiasi periodo dell’anno, ma certamente l’estate può apportare qualche beneficio alla malattia.
Tanto più se le vacanze verranno trascorse al mare dove l’aria salmastra, la componente salina
dell’acqua, così come l’esposizione ai raggi solari, possono potenziare e mantenere nel tempo gli
effetti della terapia. Oltre ai vantaggi clinici sulle lesioni apportati farmaci biologici, mi preme
evidenziare anche le ricadute sulla qualità della vita sociale, professionale, relazionale e di coppia di
questa terapia dopo un solo anno dall’inizio del trattamento. Benefici che potranno essere migliorati
dalle future aspettative della ricerca, mirate allo studio di nuovi biologici che potranno essere
impiegati nei casi in cui i pazienti sviluppassero una sorta di ‘auto reazione’ anticorpale al farmaco che
non costituisce un effetto collaterale pericoloso ma che può condizionare la risposta al trattamento in
termini di efficacia. Dunque nuove speranze si possono aprire per i 3 milioni di pazienti che oggi, solo
in Italia, sono affetti da questa malattia nel 30-40% dei casi in forma medio-grave. (Salute Veronesi)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 480
ELEZIONI E RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2015-2017
RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ORDINE E
DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI, 2015-2017
PROCEDURE E MODALITA’
Di seguito modalità e procedure
Elettorato attivo: Hanno diritto di voto (c.d. â€elettorato attivoâ€) per l’elezione dei componenti il
Consiglio Direttivo e per il Collegio dei Revisori dei Conti, tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi
gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari, che non siano sospesi dall’esercizio
della professione (art. 2 DLgsCPS 233/46, come modificato dalla Legge 80/2005).
Elettorato passivo: La normativa, ai fini delle procedure elettorali, non prevede “listeâ€. Pertanto,
indipendentemente dall’inserimento o meno in eventuali liste ufficiose, sono comunque eleggibili (c.d.
“elettorato passivoâ€) tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei
docenti e ricercatori universitari e compresi i Consiglieri uscenti (art. 16 DPR 221/50).
Avviso di convocazione: Le vigenti disposizioni prevedono che:
 la convocazione dell’assemblea per l’elezione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori
dei conti si effettua mediante avviso spedito almeno dieci giorni prima a tutti gli iscritti, esclusi i
sospesi dall’esercizio della professione, per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta
elettronica certificata;
 è posto a carico dell’Ordine l’onere di dare prova solo dell’effettivo invio delle comunicazioni;
 della convocazione deve essere dato altresì avviso mediante annuncio, entro il predetto termine
di dieci giorni, sul sito internet della Federazione nazionale degli Ordini.
Operazioni di voto: la Corte di Cassazione ha recentemente mutato il proprio precedente
orientamento (in base
Elezione di 15 Componenti il
Elezione di 3 Componenti
al quale le schede
Consiglio Direttivo dell’Ordine
Effettivi del Collegio dei
debbono riportare, a
dei Farmacisti di Napoli per il
Revisori dei Conti dell’Ordine
pena di nullità , un
Triennio 2015/2017
dei Farmacisti di Napoli per il
numero di nomi pari a
Triennio 2015/2017
quello dei componenti Santagada
Ascione
Giovanni
Vincenzo
da eleggere) e ha fissato Balestrieri
Di Maggio
Annamaria
Bianca Rosa
il principio in base al Carraturo
Sarti
Alessandra
Davide
quale
Cinquegrana
Crescenzo
la scheda conserva la
Elezione di 1 Componente
Colesanti
Silvio
sua validità anche nel
Supplente del Collegio dei
Fusco
Mariano
caso in cui contenga un Iorio
Revisori dei Conti dell’Ordine
Riccardo Maria
dei Farmacisti di Napoli per il
numero di nomi
Maggiore
Tommaso
Triennio 2015/2017
inferiore a quello dei
Magli
Elisa
componenti da
Marzano
Raffaele
D’Aniello
Raffaela
eleggere.
Meo
Ciro
Petrone
Riccardo
Pisano
Giovanni
Russo
Giovanni
Trama
Ugo