Anno III – Numero 482
AVVISO
Ordine
1. Elezioni per il rinnovo
del consiglio direttivo
dell’ordine 4 - 6 ottobre
2. Sito: Nasce Offro e
Cerco Lavoro - Napoli
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Per curare il reflusso
acido gastroesofageo ora
ci sono i magneti
4. Uno stimolatore
esterno per la
prevenzione del mal di
testa.
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Prevenzione e
Salute
5. Sedia nemica della
felicità , essere poco
attivi aumenta i rischi di
depressione
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Curiosità e Salute
6. Ecco a che cosa
servono (davvero) i
probiotici.
Martedì 23 Settembre 2014, S. Lino, Libero, Rebecca
Proverbio di oggi……..
Nun sputà ‘ncielo ca ‘nfaccia te torna
(Spesso, l’ingiusto disprezzo e l’ingratitudine si ritorcono contro colui che li prova)
ELEZIONI per il RINNOVO del
CONSIGLIO DIRETTIVO
dell’ORDINE
4, 5 e - 6 OTTOBRE 2014
In ultima pagina la lista dei candidati e modalità di votazione.
Venerdì 26 Settembre ore 21.00, presentazione della lista al Circolo
Canottieri Napoli. Vi aspettiamo per trascorrere insieme una serata
all’insegna dell’amicizia e della convivialità .
Sedia nemica della felicità , essere poco
attivi aumenta i rischi di depressione
Lo dimostra uno studio cinese pubblicato sul BMJ of Sports
Medicine
La sedentarietà aumenta il rischio di
depressione. La percentuale di rischio arriva
al 25% se il tempo trascorso sulla sedia è di
fronte a computer e Internet. Crescita del
13%, invece, stando davanti alla tv.
Lo dimostra uno studio condotto dalla Univ.
Qingdau in Cina e pubblicato sul British Medical Journal of Sports Medicine.
A prescindere dagli altri fattori - La ricerca ha posto sotto la lente i dati di
193mila persone tratti da numerosi studi pubblicati in diversi Paesi del mondo
sull'associazione tra sedentarietà e disturbi depressivi. L'analisi dei dati ha
consentito di stabilire un rapporto diretto tra assenza di attività fisica e
rischio di depressione.
Indipendentemente dagli altri fattori, è emerso sempre che se un individuo è
sedentario ha un rischio maggiore di essere depresso, specie se nelle ore di
inattività sta davanti il pc e usa Internet. (Salute, Tgcom24)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 482
PROBIOTICI E SALUTE
ECCO A CHE COSA SERVONO (DAVVERO) I PROBIOTICI
I batteri «buoni» promettono molti benefici all’organismo: alcuni accertati, altri
da dimostrare. Questi microrganismi non sono tutti uguali, e gli equivoci non
mancano
Provate a digitare la parola “probiotici†in un motore di ricerca per le pubblicazioni scientifiche.
In pochi secondi sarete sommersi da una valanga di oltre 11mila studi che spaziano fra gli argomenti
più vari e soprattutto, a prima vista, dipingono i batteri “buoni†dell’intestino come una sorta di
panacea per tutti i mali:
sarebbero in grado di prevenire malattie come obesità , allergie, asma, dermatiti, aiutare contro
l’ipertensione, migliorare la sopravvivenza dopo trapianti, perfino “dialogare†con il nostro cervello
per spingerci a scegliere i cibi più adatti perché loro stessi possano proliferare. Un vero e proprio
mondo a parte con cui conviviamo, che ha prerogative tali da far ipotizzare utilizzi ben più vasti della
classica fialetta di “fermenti lattici†per ristabilirsi dopo una diarrea.
Così la fantasia si è sbizzarrita e i probiotici si trovano un po’ ovunque, perfino nei cosmetici.
Ma quali benefici possono dare davvero, qual è il modo più corretto e sensato di usarli, come si
scelgono?
«Fare chiarezza è indispensabile perché, a fronte di centinaia di probiotici, sono pochi i batteri sui quali
abbiamo certezze e indicazioni precise per l’uso clinico - osserva Giuseppe Mele, presidente Paidòss -.
Molti credono che basti la parola “probiotico†ad attestare la bontà di un integratore o di un qualsiasi
altro prodotto, ma la faccenda non è così semplice:
le conoscenze di medici e consumatori devono migliorare perché possano essere fatte scelte
consapevoli e mirate».
Gli equivoci, infatti, non mancano, tanto che un documento pubblicato su Nature Reviews ha fatto
notare come sul mercato si possano trovare pure prodotti pubblicizzati facendo un uso “disinvolto†del
termine probiotico, che invece ha un significato molto preciso.
Come recita la definizione dell’OMS, si tratta di “un organismo vivente che, somministrato in
adeguata quantità , comporta un beneficio all’ospiteâ€.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 482
Il documento pubblicato su Nature Reviews, nel richiamare alla necessità di criteri più stringenti
perché un prodotto possa affermare di contenere probiotici, prende peraltro a es. la normativa italiana
sull’argomento, una delle più rigorose. Il Ministero della
Salute ha infatti emanato linee guida in cui si specifica che la
parola “probiotico†può essere usata sull’etichetta di
integratori e alimenti solo se i batteri appartengono a ceppi
usati tradizionalmente per integrare la microflora intestinale
e sono caratterizzati geneticamente, se sono attivi
nell’intestino e presenti in quantità tale da moltiplicarsi, se
ne sono dimostrati sia la sicurezza per l’uso umano, sia i
benefici ottenibili. Necessario anche indicare i ceppi batterici
presenti, oltre alla quantità di cellule vive per ciascuno di essi.
«Questo perché i probiotici non sono tutti uguali. L’attivitÃ
biologica dipende dal ceppo di appartenenza: ceppi simili
possono avere azioni opposte o assai diverse. Ciò implica che
prendere un probiotico “perché tanto non fa male†può
portare a grosse delusioni.
Meglio chiedere consiglio al medico o al farmacista e sapere
sempre ciò che si sta assumendo».
«In soggetti con un’alterata permeabilità intestinale, come i prematuri o alcuni pazienti in
terapia intensiva, il probiotico “sbagliato†potrebbe perfino provocare infezioni.
Ogni probiotico ha un “punto d’attacco†diverso nell’intestino e azioni differenti da valutare
approfonditamente: non basta uno studio per poter dire che un ceppo sia utile, servono prove certe».
I ceppi al vaglio dei ricercatori sono tanti, per cui non è facile raccogliere un numero sostanzioso di dati
per ciascuno. Quelli per cui ciò è avvenuto sono i più studiati da decenni, come spiega Mele:
«Sappiamo, ad esempio, che il Lactobacillus rhamnosus GG è utile per le diarree acute da infezioni, per
prevenire la diarrea da antibiotici e quella di chi è ricoverato in ospedale;
ilLactobacillus reuteri, invece, serve contro le coliche infantili.
Questi ceppi sono stati ben caratterizzati e sappiamo, ad esempio, che il L. rhamnosusresiste agli acidi
gastrici e alla bile, aderisce molto bene all’intestino e lo colonizza efficacemente, tanto da poter essere
ritrovato nelle feci anche quattro settimane dopo il trattamento; in più migliora la risposta
immunitaria: tutte caratteristiche che lo rendono un probiotico “ideale†in caso di alterazioni della
flora batterica intestinale».
Posto che conta parecchio quali batteri stiamo introducendo con l’integratore o l’alimento di turno, i
ricercatori sottolineano anche l’importanza della “doseâ€:
«Per arrivare a una quantità ragionevolmente utile di probiotici mangiando, ad es., un formaggio
arricchito, finiremmo per otturarci le arterie di colesterolo» ironizza Cucchiara.
«Con meno di un miliardo di batteri vivi è difficile che si possa avere un qualunque effetto, perciò è
importante verificare il dosaggio di probiotici nel prodotto che si acquista - sottolinea Morelli -.
Detto ciò, non per forza una quantità molto elevata di batteri è meglio. Il loro compito è riprodursi una
volta arrivati nell’intestino, per cui è inutile sovraccaricarsi con miliardi e miliardi di microrganismi».
«Non esistono neppure prove scientifiche che dimostrino una superiore efficacia delle combinazioni di
probiotici rispetto a un ceppo singolo. Infine, attenzione ai prodotti che si propongono con una data di
scadenza molto lontana, per es. di anni: è vero che in una situazione ideale e nella forma di
preparazione più adatta al ceppo (in polvere o in sospensione, ndr) i probiotici possono sopravvivere a
lungo, ma è abbastanza difficile che tali condizioni di temperatura, umidità , luce e così via si
mantengano quando il prodotto passa dall’impianto di produzione ai magazzini e poi ancora dalla
farmacia a casa nostra». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 482
SCIENZA E SALUTE
UNO STIMOLATORE ESTERNO
PER LA PREVENZIONE DEL MAL DI TESTA
Il «gammacore» finora era stato sperimento per il trattamento delle cefalee. Ora
uno studio porta dati a favore di un suo utilizzo per evitare che il dolore arrivi
Studi per il trattamento dell’emicrania con lo stimolatore vagale esterno noto come gammacore sono
stati presentati al 66° congresso dell’American Academy of Neurology di Filadelfia.
Ora, dal congresso europeo sulle cefalee EHMETIC 2014
tenutosi a Copenaghen arriva l’annuncio che il
gammacore può avere anche applicazioni in ambito
preventivo, aiutando pazienti che devono usare farmaci
di profilassi utilizzati anche in altre malattie come quelle
cardiache (beta-bloccanti e calcio-antagonisti) o
l’epilessia, con cui l’emicrania condivide l’iper-eccitabilitÃ
neuronale, per quanto in misura meno imponente.
Lo studio: I risultati dello studio PREVA, condotto in sette
Paesi europei indicano che l’effetto profilattico viene
ottenuto addirittura nella più grave delle cefalee, quella
a grappolo.
L’Associazione neurologica italiana per la ricerca nelle cefalee, ha riferito di miglioramenti del 93%, con
una riduzione nell’86% dei casi in 13 settimane di utilizzo e talora addirittura l’abbandono dei farmaci.
Ma ancora nemmeno lui parlava di effetto preventivo.
Adesso invece si è visto che la frequenza degli attacchi risulta quasi dimezzata, con una riduzione del
43,4% mentre con i trattamenti convenzionali non va oltre il 12%.
Lo studio ha evidenziato l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti che vengono liberati non solo dal
dolore, ma anche dagli effetti collaterali e dalle restrizioni a cui li costringevano le precedenti terapie,
che nella cefalea a grappolo cronica farmaco-resistente arrivano anche alla neurochirurgia.
Secondo Charly Gaul, Direttore del Migraine & Headache Clinic di Königstein (Germania) «PREVA è uno
dei pochi studi randomizzati ben controllati mai condotti sul trattamento di profilassi della cefalea a
grappolo.
La capacità del gammacore di ridurre significativamente il numero di attacchi settimanali
rappresenta una chance importante e del tutto nuova per questa condizione dolorosissima e di
difficile gestione».
In Italia: In Italia i primi a usare questo device nell’emicrania sono stati i ricercatori dell’Istituto
Neurologico Besta di Milano:
«I dati dello studio PREVA – appaiono molto interessanti e forse per la pratica clinica comune lo sono
ancor di più quelli relativi alla profilassi dell’emicrania che sta raccogliendo Silberstein a Philadelphia».
«Si tratta di dati che, per quanto incoraggianti, sono ancora preliminari –
Ma se si confermano sarebbe un enorme passo avanti rispetto alle pesanti terapie cui sono da sempre
sottoposti questi pazienti, non da ultimo l’impianto neurochirurgico di un microstimolatore
ipotalamico per le crisi dei cronici farmaco-resistenti, un trattamento che abbiamo attuato per primi al
mondo proprio nel nostro istituto 13 anni fa».
Forse presto non occorrerà più aspettare che compaia il dolore per appoggiare il gammacore sul collo:
qualche stimolo ogni giorno eviterà che arrivi.
Nello studio PREVA lo facevano 2 volte al giorno, inviando ogni volta 3 stimoli. (Salute, Il Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 482
SCIENZA E SALUTE
PER CURARE IL REFLUSSO ACIDO GASTROESOFAGEO
ORA CI SONO I MAGNETI
Le persone che soffrono di reflusso gastrico acido, specie se cronico, possono ora
trovare una speranza di cura in uno nuovo sistema ideato dai ricercatori
dell’University of Cincinnati Academic Health Center. Il sistema, chiamato Reflux
Management System Linx, utilizza dei magneti per controllare l’invalidante e
fastidiosa condizione.
Chi soffre di reflusso acido gastrico (o reflusso gastroesofageo), specie se cronico, è costretto ad
assumente di continuo farmaci per controllare il disturbo. Questo, si caratterizza con sintomi
quali bruciore di stomaco, acidità , rigurgiti acidi che risalgono spontaneamente nell’esofago.
Allo stato attuale non esiste una cura definita, ma
soltanto trattamenti farmacologici per tenere a
bada questi sintomi o, in ultima analisi e in casi
rari, l’intervento chirurgico – che tuttavia non è
risolutivo neanche questo.
Una buona notizia arriva però dagli Usa e dai
ricercatori dell’University of Cincinnati Academic
Health Center, i quali hanno ideato un sistema a
base di magneti, chiamato Reflux Management
System LINX. Questo sistema, a trattamento
locale, è già stato testato con successo su alcuni pazienti, ottenendo buoni risultati.
«Il normale corpo umano possiede una barriera, o una valvola, tra l’esofago e lo stomaco, lo sfintere
esofageo inferiore, che mantiene l’acido fuori dal vostro esofago – spiega la dott.ssa Valerie Williams,
membro dell’UC Cancer Institute, presso UC e UC Salute chirurgo toracico.
Questa barriera si rompe, e questo è il problema principale. Diventa più debole e più corta e può
essere associata a un ernia iatale».
«I farmaci tentano di neutralizzare il liquido acido che viene su nell’esofago – ma non affrontano il
problema meccanico di fondo.
LINX è un anello di magneti che si va a sistemare nella parte inferiore dell’esofago per ampliare la
valvola. A riposo, i magneti sono chiusi, e si aprono quando si inghiotte del cibo permettendogli di
passare, mimando una valvola di riflusso normale».
Secondo la dott.ssa Williams le persone che soffrono di reflusso possono ottenere sollievo dai
farmaci, ma circa il 30% di pazienti restano sintomatici nonostante la terapia medica.
Per molti di questi, spesso si prospetta l’intervento chirurgico.
Ma LINX rappresenta una valida alternativa.
L’anello magnetico non altera l’anatomia normale ed è reversibile – aggiunge Williams –
La procedura, minimamente invasiva, dura un’ora o meno e permette al paziente di riprendere una
dieta normale subito dopo». Difatti, sottolinea la ricercatrice, i pazienti conservano ancora la capacitÃ
di ruttare e vomitare.
I ricercatori infine ricordando che «il LINX è l’unico dispositivo approvato dalla FDA per il trattamento
della malattia da reflusso gastroesofageo, o GERD».
(Salute, La Stampa)
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Speciale Elezioni Rinnovo Ordine 2015 – 2017
Anno III – Numero 482
ELEZIONI E RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2015-2017
RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ORDINE E
DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI, 2015-2017
PROCEDURE E MODALITA’
Di seguito modalità e procedure
Elettorato attivo: Hanno diritto di voto (c.d. â€elettorato attivoâ€) per l’elezione dei componenti il
Consiglio Direttivo e per il Collegio dei Revisori dei Conti, tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli
iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari, che non siano sospesi dall’esercizio della
professione (art. 2 DLgsCPS 233/46, come modificato dalla Legge 80/2005).
Elettorato passivo: La normativa, ai fini delle procedure elettorali, non prevede “listeâ€. Pertanto,
indipendentemente dall’inserimento o meno in eventuali liste ufficiose, sono comunque eleggibili (c.d.
“elettorato passivoâ€) tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti
e ricercatori universitari e compresi i Consiglieri uscenti (art. 16 DPR 221/50).
Avviso di convocazione: Le vigenti disposizioni prevedono che:
 la convocazione dell’assemblea per l’elezione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei
conti si effettua mediante avviso spedito almeno dieci giorni prima a tutti gli iscritti, esclusi i sospesi
dall’esercizio della professione, per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta elettronica
certificata;
 è posto a carico dell’Ordine l’onere di dare prova solo dell’effettivo invio delle comunicazioni;
 della convocazione deve essere dato altresì avviso mediante annuncio, entro il predetto termine di
dieci giorni, sul sito internet della Federazione nazionale degli Ordini.
Operazioni di voto: la Corte
di Cassazione ha recentemente
mutato il proprio precedente
orientamento (in base al quale le
schede debbono riportare, a
pena di nullità , un numero di
nomi pari a quello dei
componenti da eleggere) e ha
fissato il principio in base al
quale
la scheda conserva la sua
validità anche nel caso in cui
contenga un numero di nomi
inferiore a quello dei
componenti da eleggere.