Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno III – Numero 484 AVVISO Ordine 1. Elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo dell’ordine 4 - 6 ottobre 2. Sito: Nasce Offro e Cerco Lavoro - Napoli Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Se dormi con la luce rischi di ingrassare? 4. Si beve piu' alcol quando si fa attivita' fisica 5. Un test per capire se i calcoli al rene possono tornare ï‚· Prevenzione e Salute 6. Nodulo di natura «imprecisata» alla tiroide: che cosa vuole dire? 7. Capelli, un rimedio anti-caduta. Nuova cura contro l'alopecia areata 8. Il mal di testa può interferire significativamente con la vita lavorativa Giovedì 25 Settembre 2014, S. Sergio, Aurelia Proverbio di oggi…….. ‘A Pulecenella o verono sulo quanno va in carrozza ELEZIONI per il RINNOVO del CONSIGLIO DIRETTIVO dell’ORDINE 4, 5 e 6 OTTOBRE 2014 In ultima pagina la lista dei candidati e modalità di votazione. AVVISO In occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine, Vi aspetto alla serata di presentazione della lista, Venerdì 26 Settembre ore 21.00, presso il Circolo Canottieri Napoli. L’occasione è gradita per trascorrere insieme una serata all’insegna dell’amicizia e della convivialità. Il parcheggio è consentito oltre che all’interno del circolo anche nel vicino parcheggio al molo Beverello o nei vari garagi situati a S. Lucia. Se DORMI con la Luce Rischi di Ingrassare? Secondo uno studio, la luce in camera da letto altera le funzioni del nostro orologio biologico che scandisce sonno e veglia. Con un effetto negativo sulle attività chimiche, ormonali e nervose delle cellule del nostro organismo che aumenta il rischio del sovrappeso corporeo. Se avete bisogno di una scusa per il peso messo su in inverno, questa notizia fa per voi. Le luci accese in camera da letto potrebbero essere la causa di qualche chilo in più. Secondo uno studio dormire con troppa luce aumenterebbe il rischio di ingrassare. Ovviamente i casi erano diversi: chi dormiva con la stanza quasi illuminata, chi con una luce sufficiente per leggere, chi con la luce che proveniva dalla finestra. E chi, al contrario, con la mascherina per gli occhi notturna. Tutte le risposte sono poi state confrontate con diverse misure relative agli indici di obesità: l’indice di massa corporea (BMI), il rapporto vitafianchi e il girovita. Dai risultati è emerso che questi valori erano più alti nelle donne che dormivano con più luce. (Salute, Focus) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 484 PREVENZIONE E SALUTE NODULO DI NATURA «IMPRECISATA» ALLA TIROIDE: CHE COSA VUOLE DIRE? La diagnosi di TIR3: statistiche all amano, nel 30% dei casi si tratta di una lesione maligna (per lo più carcinoma follicolare), nel 70% è benigna A mia mamma è spuntato un piccolo bozzo sul collo che si è rivelato essere un nodulo tiroideo. Sono stati eseguiti vari esami: ecografia, esame del sangue con valori di TSH e ago aspirato. È risultato che si tratta di un nodulo di natura indeterminata TIR3 e quindi, come ci hanno spiegato, non è possibile stabilire se la natura della lesione sia benigna o maligna. Questo ci lascia molto perplessi, come è possibile? Di cosa si tratta esattamente? Che rischi corre mia madre? Ci è stato proposto di operarla, rimuovendo interamente la tiroide: è corretto o ci sono altre soluzioni? Risponde Gioacchino Giugliano, direttore dell’Unità Neoplasie tiroidee e salivari, Istituto Europeo di Oncologia, Milano La diagnosi di TIR3 ci pone in effetti di fronte a una situazione indeterminata: statistiche alla mano, nel 30% dei casi si tratta di una lesione maligna (per lo più carcinoma follicolare), nel 70% è benigna. Perciò, davanti a un TIR3 la diagnosi definitiva può essere fatta solo con l’esame istologico, cioè attraverso un intervento chirurgico che asporti totalmente o parzialmente la ghiandola tiroidea. Tra gli specialisti, alcuni ritengono che un dubbio di malignità giustifichi la tiroidectomia totale; altri pensano che possa essere sufficiente un’asportazione parziale della ghiandola (emitiroidectomia) essendo statisticamente molto probabile che si tratti di una lesione benigna. Ogni approccio ha pro e contro. L’asportazione totale è diagnostica e terapeutica nello stesso tempo e non richiede successive operazioni, ma richiede l’assunzione a vita di ormone tiroideo e ha un maggiore rischio di effetti collaterali e complicanze: se la diagnosi è di benignità ci si rammarica poi di non aver conservato il lobo tiroideo sano. Mentre l’emitiroidectomia nel 95% dei casi consente di ottenere una cura completa, con rischi operatori dimezzati e la conservazione di una metà della ghiandola, che molto spesso è conservatrice anche della funzione ormonale. Potrebbe però richiedere un secondo intervento per l’asportazione dell’altra metà di tiroide qualora l’istologia evidenziasse un tumore aggressivo (fatto che accade molto di rado). (Salute, Corriere) SI BEVE PIU' ALCOL QUANDO SI FA ATTIVITA' FISICA Grazie a uno studio realizzato con l'impiego di smartphone e di App, i ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine hanno scoperto un curioso fenomeno: i giorni in cui le persone praticano piu' sport sono anche quelli in cui si tende a consumare piu' alcol di tutti. Dal giovedi' alla domenica infatti aumenta sia la quantita' di alcol consumato sia i chilometri percorsi nella corsa o in bicicletta, "mentre dal lunedi' al mercoledi' - le persone e' come se chiudessero i boccaporti". "I motivi per cui si assiste ad un aumento dei consumi di alcol tra le persone che fanno piu' attivita' non sono noti, ma dal momento che il consumo di alcol e' un problema di salute pubblica, abbiamo il dovere di approfondire questo fenomeno". (Salute, Agi) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 484 SCIENZA E SALUTE UN TEST PER CAPIRE SE I CALCOLI AL RENE POSSONO TORNARE Individuati i maggiori fattori di rischio. Nel 40-50% dei casi il secondo episodio si verifica entro tre anni dal primo. Ecco i consigli per evitare ricadute Il dolore è lancinante, fortissimo. Secondo molti, paragonabile soltanto al travaglio del parto. Le coliche renali sono fra le emergenze che più spesso portano al Pronto soccorso e chi le ha provate vive nel terrore che possano ricapitare, magari all’improvviso, quando ci si trova lontano da casa o da un ospedale dove trovare sollievo. Una spada di Damocle che pende sulla testa di circa un italiano su dieci: tante sono infatti le persone che almeno una volta hanno avuto un calcolo renale. Ora, stando ai risultati di una ricerca pubblicata sul Journal of the American Society of Nephrology , sembra possibile riuscire a individuare meglio chi è più a rischio di trovarsi ancora alle prese con un calcolo che non si riesce a espellere con le urine e che, bloccandosi da qualche parte fra rene e uretra, provoca i classici dolori della colica renale. Il risultato è un test in 11 domande cui ci si può sottoporre su internet che predice la probabilità di una nuova colica renale nell’arco di 2, 5 o 10 anni. I fattori di rischio: Sono stati identificati alcuni fattori di rischio per le ricadute: per esempio essere  giovani e maschi,  avere parenti stretti che hanno sofferto di calcolosi  avere avuto in passato coliche renali attribuibili a un calcolo, anche se il “sassolino” non è stato mai visto attraverso gli esami. Scoprire chi ha un maggior pericolo di recidive: «Significa poter consigliare diete specifiche e terapie farmacologiche preventive solo a chi ne ha davvero bisogno, tranquillizzando chi invece, con buona probabilità, non avrà mai un altro calcolo». «È uno strumento messo a punto da poco e che quindi dovrà essere validato su un numero maggiore di casi - commenta Vincenzo Mirone, segretario della Società Italiana di Urologia. Detto ciò, l’intento è lodevole, perché sarebbe utile riconoscere i pazienti a rischio. Oggi la prevenzione delle ricadute è la stessa per tutti: l’esame del calcolo, con la prescrizione di una dieta per ridurre la possibilità che se ne formino altri, ed ecografie semestrali per individuare eventuali nuovi “sassolini” che potrebbero provocare coliche». Le domande: «Lo strumento predittivo messo a punto dagli statunitensi non è raffinato e i fattori in gioco sono in gran parte già noti; in più il decorso dei calcoli è spesso imprevedibile. Però questi dati possono essere utili: i calcoli a base di acido urico, ad es., recidivano effettivamente di più; vero anche che la familiarità conta parecchio, visto che i calcoli di ossalato di calcio sono determinati per il 50% da fattori genetici. La quota di pazienti che va incontro a ricadute non è irrisoria: succede nel 40-50% dei casi entro tre anni dal primo episodio. PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 484 Quel che serve è soprattutto verificare che la calcolosi non sia dovuta ad altre malattie: iperparatiroidismo, malattie infiammatorie croniche intestinali e alcuni difetti renali, ad esempio, favoriscono la comparsa dei calcoli e in questi casi una recidiva è quasi sicura, se non si cura il problema a monte». Anche la sindrome metabolica è legata alla calcolosi perché comporta alterazioni della resistenza all’insulina che a loro volta rendono l’urina più acida, promuovendo la precipitazione di alcuni sali: per questo tenere il peso forma e controllare pressione, glicemia e colesterolo è utile per allontanare lo spettro di nuove coliche. I consigli per evitare le ricadute: Quando però non c’è nessuno di questi problemi, è complicato farsi un’idea dell’effettiva probabilità di ricadute. Così chi voglia sentirsi più al sicuro deve  bere molto per diluire al massimo le sostanze che tendono a precipitare formando “pietruzze” nelle vie urinarie,  ridurre il consumo di sale e bevande zuccherate,  seguire una dieta che preveda un buon apporto di vegetali e non ecceda con le proteine animali. «Non serve invece evitare i cibi che contengono calcio, neppure se si tende a fare calcoli a base di questo minerale. Se c’è poco calcio in circolo, infatti, cresce l’assorbimento intestinale di ossalato, che favorisce la formazione dei calcoli ancor più del calcio stesso. Ma bisogna ammettere che per seguire le prescrizioni dietetiche occorre essere molto motivati. Così, per aiutare chi non è troppo ligio alle regole o continua ad avere coliche nonostante tutto, si possono prescrivere farmaci a base di citrato di potassio, efficace nell’inibire la precipitazione dei calcoli». (Salute, Corriere) CAPELLI, UN RIMEDIO ANTI-CADUTA NUOVA CURA CONTRO L'ALOPECIA AREATA Il farmaco già esisteva. Una molecola per la cura delle malattie del sangue, appartenente alla famiglia degli immunosoppressori. Invece la malattia era senza cura: una delle forme più gravi di calvizie, l'alopecia areata. Si tratta di una vera patologia su base autoimmune che comporta la perdita parziale o totale dei capelli e spesso anche dei peli sul resto del corpo, compresi quelli di sopracciglia e ciglia. Una condanna con pesanti contraccolpi psicologici per chi in poche settimane vede cambiare completamente il proprio aspetto. Per sempre. Ma forse non sarà più così, grazie alla sperimentazione condotta da un gruppo di ricercatori che hanno messo a punto una cura che ha permesso a un campione di volontari di veder ricrescere completamente i capelli nel giro di 4-5 mesi. La ricerca: Lo studio promette di rivoluzionare la terapia di una malattia che coinvolge ugualmente uomini e donne. Il 2% della popolazione, secondo le statistiche, soffre di alopecia areata, malattia causata da un difetto immunitario: i linfociti T, cellule-soldato che dovrebbero attaccare germi e batteri, si attivano invece contro i bulbi piliferi. Un attacco che ne determina il danneggiamento: il bulbo pilifero è incapace di dar vita a nuovi capelli. I ricercatori hanno cercato una terapia che potesse proteggere, come uno scudo, il bulbo da questa aggressione. Lo sguardo è caduto su una categoria di immunosoppressori, chiamati inibitori della chinasi, in grado di allentare la presa sui bulbi. Il farmaco efficace si chiama ruxolitinib e faceva già parte dell'armamentario farmacologico: viene utilizzato per la cura della mielofibrosi. La cura è riuscita sul gruppo di partecipanti: capelli e peli sono tornati in 16 settimane e sopratutto, dopo l'interruzione della cura, non sono più caduti. Adesso si tenterà su numeri più grandi per valutare efficacia e soprattutto sicurezza del farmaco. Bisogna, infatti, soppesare i benefici con gli effetti collaterali, ma se la sperimentazione darà i risultati sperati, la cura, “avrà un eccezionale impatto positivo sulla vita delle persone affette da questa malattia”. (Sole 24ore) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 484 SCIENZA E SALUTE IL MAL DI TESTA PUÃ’ INTERFERIRE SIGNIFICATIVAMENTE CON LA VITA LAVORATIVA Per alcuni è un problema saltuario, mentre per altri è una compagnia costante. Emicrania cronica: lavoro a rischio In questi ultimi casi, l'emicrania può compromettere fortemente la quotidianità. A risentirne sono sia la vita di relazione, sia quella lavorativa; il 69% di coloro che soffrono di emicrania cronica ne fa le spese proprio in ambito lavorativo. In Italia, il problema è addirittura il 72% dei pazienti con emicrania cronica a riportare difficoltà sul lavoro. Questo problema – che per definizione è una forma di mal di testa che colpisce almeno 15 giorni al mese e che in almeno 8 di questi giorni è accompagnato da sintomi come nausea, ipersensibilità a luce e rumori e dolore localizzato – porta a difficoltà a mantenere un lavoro stabile (problema indicato dal 39% dei pazienti) e nel 24% dei casi ha fatto addirittura perdere l'occupazione. Le radici di questa associazione sono facilmente intuibili se si considerano i problemi scatenati dall'emicrania, che quando è cronica porta il 65% dei pazienti a sentirsi esausto. Non solo, il 51% delle persone con emicrania cronica o episodica di sente “limitato”, il 43% “stressato”, il 40% “frustrato” e il 36% “depresso”. Per affrontare al meglio la situazione “ è fondamentale non sottovalutare i mal di testa e affidarsi a un medico specializzato per avere una diagnosi accurata”. “L’automedicazione non è una soluzione – anzi, spesso si rischia di abusare dei farmaci e di cronicizzare i sintomi”. L'esperto ricorda che solo un medico può capire qual è l’approccio terapeutico migliore per gestire le fasi acute e prevenire, per quanto possibile, gli attacchi di emicrania cronica. Quando effettuati da mani esperte i trattamenti “producono una netta e prog ressiva diminuzione dell’intensità delle crisi, della frequenza dei giorni con emicrania e soprattutto una consequenziale riduzione dell’uso di terapie farmacologiche con analgesici o triptani”. In questo modo, dopo vari cicli anche le forme croniche di emicrania possono tornare ad essere episodiche. (Salute, Sole 24ore) PAGINA 6 Speciale Elezioni Rinnovo Ordine 2015 – 2017 Anno III – Numero 484 ELEZIONI E RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2015-2017 RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’ORDINE E DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI, 2015-2017 PROCEDURE E MODALITA’ Di seguito modalità e procedure Elettorato attivo: Hanno diritto di voto (c.d. ”elettorato attivo”) per l’elezione dei componenti il Consiglio Direttivo e per il Collegio dei Revisori dei Conti, tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari, che non siano sospesi dall’esercizio della professione (art. 2 DLgsCPS 233/46, come modificato dalla Legge 80/2005). Elettorato passivo: La normativa, ai fini delle procedure elettorali, non prevede “liste”. Pertanto, indipendentemente dall’inserimento o meno in eventuali liste ufficiose, sono comunque eleggibili (c.d. “elettorato passivo”) tutti gli iscritti all’Albo dell’Ordine, compresi gli iscritti nell’elenco speciale dei docenti e ricercatori universitari e compresi i Consiglieri uscenti (art. 16 DPR 221/50). Avviso di convocazione: Le vigenti disposizioni prevedono che:  la convocazione dell’assemblea per l’elezione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei conti si effettua mediante avviso spedito almeno dieci giorni prima a tutti gli iscritti, esclusi i sospesi dall’esercizio della professione, per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta elettronica certificata;  è posto a carico dell’Ordine l’onere di dare prova solo dell’effettivo invio delle comunicazioni;  della convocazione deve essere dato altresì avviso mediante annuncio, entro il predetto termine di dieci giorni, sul sito internet della Federazione nazionale degli Ordini. Operazioni di voto: la Corte di Cassazione ha recentemente mutato il proprio precedente orientamento (in base al quale le schede debbono riportare, a pena di nullità, un numero di nomi pari a quello dei componenti da eleggere) e ha fissato il principio in base al quale la scheda conserva la sua validità anche nel caso in cui contenga un numero di nomi inferiore a quello dei componenti da eleggere.

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