Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
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Anno III – Numero 503 AVVISO Ordine 1. Sito: Nasce Offro e Cerco Lavoro – Napoli 2. ORDINE: medaglie alla professione e giuramento di galeno Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Il modo di camminare influenza il nostro umore 4. I mattinieri sono più felici? 5. Paralizzato, torna a camminare dopo un trapianto di cellule ï‚· ï‚· Prevenzione e Salute 6. Per il carcinoma della prostata s’è aperta una nuova prospettiva 7. Latte vaccino migliore degli altri. Causano carenze di vitamina D 8. C’è fritto e fritto: come portare in tavola quello più salutare Mercoledì 22 Ottobre 2014, S. Donato Proverbio di oggi……….. 'A gatta scippa pure quanno l'accarizze. (fare del bene, a volte, è controproducente) LATTE VACCINO MIGLIORE DEGLI ALTRI CAUSANO CARENZE DI VITAMINA D Una stoccata ai trend alimentari sedicenti "salutisti" che privilegiano l'origine di capra o di vegetali come soia, riso e mandorle I bambini che non bevono latte vaccino e lo sostituiscono con quello di altri tipi - di soia e riso, di capra o di mandorle - hanno un rischio più che doppio di soffrire di carenza di vitamina D, un nutriente indispensabile per lo sviluppo e la salute delle ossa. Lo rivela una ricerca condotta presso il St. Michael's Hospital e pubblicata sul Canadian Medical Association Journal. Ricerca contro la moda alimentare Lo studio ha coinvolto quasi 4mila bambini di età tra uno e 6 anni e mette un freno all'abitudine sempre più diffusa di sostituire il latte vaccino con altri tipi. Ma in questi ultimi, vitamina D e calcio devono essere aggiunti dal produttore perché non naturalmente presenti ed è difficile per il consumatore orientarsi nella scelta del prodotto migliore per la salute. Rischi di carenza vitaminica - Esaminando la quantità di vitamina D nel sangue dei piccoli è emerso che per ogni tazza di latte non vaccino consumata in sostituzione si riscontra una riduzione del 5% nei livelli plasmatici mensili di vitamina D. Ciò si traduce in un rischio più che doppio di carenza di vitamina D. (Salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 503 PREVENZIONE E SALUTE C’È FRITTO E FRITTO: COME PORTARE IN TAVOLA QUELLO PIÙ SALUTARE Rischiose sono soprattutto le preparazioni non «domestiche», a casa bastano alcune cautele I cibi fritti non godono di buona fama e una nuova conferma del fatto che non siano granché salutari viene da uno studio, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. I ricercatori, dopo aver esaminato più di centomila persone, seguite per oltre 25 anni, hanno osservato che il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e diabete di tipo 2 cresceva all’aumentare del consumo di cibi fritti. Chi ne mangiava da quattro a sei volte alla settimana aveva una probabilità di ammalarsi di diabete 2 o di malattia coronarica rispettivamente del 39% e del 21% maggiore rispetto a chi ne mangiava meno di una volta alla settimana. E i più “dannosi” erano i fritti consumati fuori casa. «Questo è l’aspetto da sottolineare - dice Vincenzo Fogliano, professore di Food Design all’Università di Wageningen (Olanda) e autore di numerosi lavori sull’olio extravergine d’oliva -. C’è, infatti, grande differenza fra la frittura casalinga, che dura massimo 30-60 minuti, e quella dei centri di ristorazione o delle aziende alimentari, dove l’olio viene mantenuto ad alte temperature per ore, giorni, perfino settimane. In queste condizioni si formano quantità molto più elevate di prodotti di degradazione dell’olio che possono favorire l’insorgenza di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari». Allora, per la frittura e cottura domestica, un olio vale l’altro? «Io consiglio l’extravergine dice l’esperto - perché ricco di grassi monoinsaturi e di polifenoli, che contribuiscono a conferire particolare stabilità alla cottura. Chi trova il suo sapore “invadente”, può scegliere un olio di semi, fra quelli non troppo ricchi di grassi polinsaturi o con un buon contenuto di antiossidanti, che risultano più stabili al calore, come l’olio d’arachide». E nella frittura a casa l’olio si può riutilizzare? «Un solo riutilizzo a breve distanza non è pericoloso, a patto di filtrare bene l’olio, perché i residui di frittura si carbonizzano e si possono attaccare a quello che friggiamo», spiega Fogliano. Che dire, infine, degli oli proposti come ideali “per friggere”? «Si tratta in genere di miscele di oli di semi con alto grado di polinsaturi, che si ossidano facilmente ma sono più fluidi, e quindi scolano meglio dal prodotto, dando una frittura leggera, con risultati non molto diversi da quelli degli oli di una singola specie». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 503 PREVENZIONE E SALUTE IL MODO DI CAMMINARE INFLUENZA IL NOSTRO UMORE Gli scienziati dimostrano la relazione tra il modo di camminare e l’umore, mostrando che non è solo l’umore a influenzare il modo di camminare, ma anche viceversa: se cammino come se fossi felice allora posso anche sollevare l’umore Diversi studi avevano già mostrato che l’umore può condizionare il nostro modo di camminare. Per esempio, se sono triste tendo più a trascinare i piedi, ho lo sguardo basso e la schiena più curva mentre cammino. Al contrario, se sono sereno o felice, tendo a camminare più spedito, quasi saltellando, con lo sguardo alto e dritto di fronte a me. Questo, dunque, era già stato dimostrato. Ma cosa accade se, di proposito, faccio la cosa contraria? Ossia cammino come se fossi felice? Questa azione potrebbe influenzare l’umore in positivo, anche se sono triste o depresso? Ecco che a rispondere a queste domande ci hanno pensato i ricercatori del Canadian Institute for Advanced Research (CIFAR) e del Queen’s University di Kingston (Canada). La risposta alla domanda principale è stata: sì. Camminare in modo felice o triste può condizionare l’umore. Per giungere a queste conclusioni si è sottoposto a una serie di prove un gruppo di volontari che dovevano camminare ora in un modo che riflettesse un animo depresso, ora in modo che riflettesse un animo felice. I risultati dei test sono stati pubblicati sul Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry e mostrano che i ricercatori, guidati dal prof. Nikolaus Troje, avevano ragione nel pensare che l’andatura e la postura di una persona possono influenzare anche l’umore o lo stato d’animo. «Non è sorprendente che il nostro umore, il nostro modo di sentire, influenzino il modo in cui camminiamo – sottolinea Troje – ma volevamo vedere se il modo in cui ci muoviamo influenza anche come ci sentiamo». Il team di ricercatori hanno mostrato ai 39 partecipanti una lista di parole positive e negative, come “piacevole”, “bello”, “paura” e “ansioso” e poi ha chiesto loro di camminare su un tapis roulant. Nel frattempo, i ricercatori misuravano la loro andatura e la postura. In contemporanea, su uno schermo veniva mostrato un indicatore che si muoveva a destra o a sinistra a seconda se il modo di camminare era più depresso o felice. Alcuni dei partecipanti, nonostante non sapessero cosa stesse misurando l’indicatore, cercavano di spostarlo a sinistra, mentre altri a destra. In una seconda fase dello studio, i soggetti sono stati invitati a scrivere quante più parole positive e negative dell’elenco precedente ricordavano. I risultati hanno evidenziato che coloro che avevano camminato con uno stile depresso ricordavano molte più parole negative. Questa differenza nel ricordare certe parole, piuttosto che altre, suggerisce che lo stile di camminata depresso ha effettivamente creato un altro stato d’animo depresso. Lo studio, tra l’altro, pone l’accento sulla nostra comprensione di come l’umore può influenzare la memoria. Clinicamente, spiegano i ricercatori, i pazienti depressi sono noti per ricordare gli eventi negativi – in particolare quelli su se stessi – molto più che gli eventi di vita positivi. E ricordare le cose “brutte” li fa sentire ancora peggio. «Se si può rompere quel circolo vizioso, si potrebbe avere un forte strumento terapeutico per lavorare con pazienti depressi», conclude Troje. (Salute, La Stampa) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 503 SCIENZA E SALUTE I MATTINIERI SONO PIÙ FELICI? Invidiate i vostri amici che si svegliano all'alba con il sorriso? Fate bene, lo dice la ricerca condotta da un'università britannica. Secondo una ricerca condotta dalla Roehampton University (GB), alzarsi presto aiuterebbe a riuscire meglio sul lavoro e nella vita, rendendoci anche più sani. Lo studio ha coinvolto 1.068 adulti in un’indagine online sui loro bioritmi, tono dell’umore e salute. Il 13% (i mattinieri) ha dichiarato di essere in piedi prima delle 7, mentre il 6% (detti “i nottambuli”) non prima delle 9, anche se entrambi i gruppi hanno ammesso di indugiare un’ora in più sotto le coperte nel weekend (l’81% oscilla fra questi estremi). Joerg Huber, che ha condotto la ricerca, riferisce che i mattinieri si dichiarano più sani, più felici... e più magri. IN FORMA! La spiegazione risiederebbe nel fatto che alzarsi presto lascerebbe più tempo per compiere senza fretta tutte le attività quotidiane, generando in chi ha questa abitudine una soddisfazione maggiore rispetto a coloro che, puntando la sveglia più tardi, sono costretti a svolgere di corsa le proprie mansioni non godendosi la giornata. I mattinieri sarebbero quindi più capaci di reggere lo stress. (Focus) PARALIZZATO, TORNA A CAMMINARE DOPO UN TRAPIANTO DI CELLULE L'intervento, effettuato in Polonia, su un uomo invalido da 4 anni, apre scenari rivoluzionari al trattamento di alcune paralisi Un pompiere polacco di 40 anni è la prima persona al mondo ad essere tornata a camminare dopo un rivoluzionario trapianto di cellule. Darek Fidyka era stato accoltellato nel 2010 e non riusciva a muovere i muscoli dalla vita in giù. Un team di chirurghi polacchi, in collaborazione con alcuni scienziati britannici, sono riusciti a "riparare" il suo midollo spinale inserendo cellule prelevate dal sistema olfattivo dell'uomo. ''È stato raggiunto qualcosa di più impressionante dell'uomo che cammina sulla Luna'', ha detto Geoff Raisman, dell'Istituto di Neurologia dell'University College London. I risultati di questo trattamento, che apre uno scenario del tutto nuovo per le persone paralizzate, sono stati pubblicati sulla rivistaCell Transplantation. I medici hanno trapiantato delle cellule nervose del naso, definite cellule olfattive di rivestimento, sulla colonna vertebrale del paziente. E queste hanno permesso alle fibre nervose che erano stato danneggiate dai colpi di coltello di ricostituirsi. ''È straordinario vedere come rigenerare il midollo spinale, qualcosa ritenuto impossibile per molti anni, sia diventato una realtà''. Una vita normale: Ora Fidyka e' in grado di spostarsi con un deambulatore e ha potuto riprendere una vita normale, in cui è indipendente e può anche guidare, a quattro anni da quella aggressione da parte dell'ex marito della compagna che gli aveva distrutto la vita. ''È stata una sensazione incredibile tornare a camminare'', ha detto il pompiere. ''Quando non puoi sentire quasi metà del tuo corpo perdi la speranza, ma quando la sensibilità inizia a tornare è come se nascessi di nuovo'', ha aggiunto. ''Il nostro team in Polonia sarà pronto a considerare pazienti da ogni parte del mondo che sono idonei per questa terapia'', ha affermato Tabakow. I potenziali pazienti dovrebbero aver subito ferite da coltello dove il midollo spinale è stato nettamente tagliato. (ANSA) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 503 PER IL CARCINOMA DELLA PROSTATA S’È APERTA UNA NUOVA PROSPETTIVA Finalmente arriva in Italia una nuova opportunità terapeutica per i pazienti con carcinoma prostatico metastatico, nuova perché rende possibile la somministrazione del trattamento farmacologico prima della chemioterapia. Come noto negli ultimi dieci anni, anche grazie alle migliori tecniche diagnostiche, il carcinoma prostatico è diventato il tumore di più frequente riscontro nella popolazione maschile dei paesi occidentali. Presente in forma latente nel 15-30% dei soggetti oltre i 50 anni e in circa il 70% degli ottantenni, il cancro della prostata è però fortunatamente in costante diminuzione come causa di morte, collocandosi al terzo posto nella scala della mortalità per tumori che riguarda, nella quasi totalità dei casi, maschi al di sopra dei 70 anni. Il carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC) è un carcinoma prostatico in progressione nonostante la terapia ormonale classica. La fase metastatica rappresenta uno stadio ancor più avanzato della malattia, caratterizzato da una cattiva prognosi e mortalità elevata. La sede di metastasi più frequente è l’osso (circa il 90% dei pazienti), con notevoli ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti. Per questi pazienti con malattia metastatica e resistente alla castrazione, non ancora sottoposti alla chemioterapia, è stato recentemente approvato Abiraterone, un farmaco orale la cui innovatività farmacologica è stata riconosciuta da AIFA che è il primo di una nuova classe di farmaci (gli inibitori dell’enzima CYP17) potente ed altamente selettivo che blocca il testosterone (fattore di crescita delle cellule tumorali) all’interno del tumore ed in ogni sede di produzione. Lo studio clinico registrativo, internazionale di fase 3 multicentrico, randomizzato e controllato con placebo e prednisone ha dimostrato che il trattamento con abiraterone acetato prolunga significativamente della sopravvivenza complessiva – l’aspettativa di vita mediana aumenta fino a 34,7 mesi – raddoppia il tempo alla progressione del tumore, migliora il controllo del dolore e ritarda il ricorso agli oppiacei mantenendo una buona qualità di vita dei pazienti ritardando il ricorso alla chemioterapia per più di 2 anni. Inoltre, la buona tollerabilità di abiraterone rappresenta un elemento cruciale in una popolazione di età generalmente avanzata, che presenta frequenti patologie concomitanti a livello cardiaco, renale o epatico e incide ulteriormente sulla qualità della vita dei pazienti. Abiraterone, disponibile in Italia da aprile 2013, era utilizzato, sino alla seconda indicazione appena ricevuta, in pazienti con tumore della prostata metastatico e resistente alla castrazione, che avevano già ricevuto un trattamento chemioterapico a base di docetaxel. Con questa seconda e nuova indicazione di Abiraterone, i pazienti metastatici potranno iniziare molto prima, già dopo la terapia ormonale classica, un nuovo percorso di trattamento. “In Janssen siamo da sempre focalizzati sulla ricerca e lo sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative che possano aiutare i pazienti. Abiraterone, riconosciuto da AIFA come farmaco innovativo già con la prima indicazione, testimonia il nostro impegno nel rispondere a quei bisogni clinici non ancora soddisfatti, offrendo la possibilità di prolungare e migliorare la vita di quei pazienti che fino ad oggi rimanevano in attesa di essere trattati con chemioterapia – ha detto Massimo Scaccabarozzi, Presidente e Amministratore delegato Janssen Italia Ecco cosa dicono gli esperti che hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione della nuova indicazione del farmaco. (Salute, Libero) PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 503 MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare. MEDAGLIE alla PROFESSIONE LAUREATI FARMACISTI CON 40 ANNI DI LAUREA (Laureati nell’anno 1974) ALBANESE ALFANI ALDO ARRICHIELLO BERTINI BOSSA BUONO CAIAZZA CASTALDO CAUTIERO COZZOLINO DE RUGGIERO DI FRANCO FERRARA Emma Maurizio Giovanni Antonio Pasquale Catello Anna Ersilia Giuseppe Domenica Ruggiero Carmela Antonio FIMIANI FUSCO GILIBERTI GIUDICEPIETRO GRECO GRISPELLO LOPEZ PIRAS SCHIOPPA SCOGNAMIGLIO SIDIROPULOS SPAGNUOLO Luisa Aldo Giovanni Giampiero Maria Donato Ciro Ermelinda Francesco Guido Nikolaos Maria Rosaria PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 503 MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare

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