Anno III – Numero 508
Mercoledì 29 Ottobre 2014, S. Ermelinda, Massimiliano, Michela
AVVISO
Ordine
1. Campagna
antinfluenzale 20142015
Notizie in Rilievo
Alimenti e Salute
2. Bere latte non vaccino
raddoppia il rischio di
carenza di vitamina D
3. Il cioccolato dalle mille
virtù
Scienza e Salute
4. Perdite tra un ciclo
mestruale e l’altro
Da che cosa possono
dipendere?
5. Meno rischi di cancro
alla prostata per gli
uomini che hanno avuto
più di 20 donne
6. Ibuprofene scelta
migliore contro dolore
frattura bimbi
ï‚·
Prevenzione e
Salute
7. Mozzarella blu: trovati
il colpevole e il modo
per renderlo inoffensivo
Proverbio di oggi………..
Carute, catarro e cacarella so' 'e tre malanne d' 'e
vicchiarielle
BERE LATTE NON VACCINO RADDOPPIA IL
RISCHIO DI CARENZA DI VITAMINA D
I bambini che non bevono latte vaccino e lo sostituiscono
con altre tipologie di latte (latte di soia e riso, capra,
mandorle) hanno un rischio più che doppio di soffrire di
carenza di vitamina D, un nutriente indispensabile per
lo sviluppo e la salute delle ossa.
Lo rivela una ricerca che ha coinvolto quasi 4000 bambini (di età tra 1 e 6 anni)
pubblicata sul Canadian Medical Association Journal e condotta da Jonathon
Maguire, pediatra del canadese St.
Michael’s Hospital.
Ormai è un’abitudine sempre più
diffusa – tra grandi e piccini –
quella di sostituire il latte vaccino
con altre tipologie di latte, o per
allergie e/o intolleranza al lattosio,
o perché in generale si ritiene che
evitare il latte vaccino sia una scelta
sana.
Ma nelle altre tipologie di latte,
vitamina D e calcio devono essere aggiunte dal produttore perché non sono
naturalmente presenti ed è difficile per un consumatore orientarsi nella scelta
del prodotto migliore per la salute.
Andando ad esaminare la vitamina D nel sangue dei piccoli bevitori di latte
vaccino e non, è emerso però che per ogni tazza in più di latte non vaccino
consumata si riscontra una riduzione del 5% nei livelli plasmatici mensili di
vitamina D. Ciò si traduce in un rischio più che doppio di carenza di vitamina D.
(Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 508
PREVENZIONE E SALUTE
PERDITE TRA UN CICLO MESTRUALE E L’ALTRO
DA CHE COSA POSSONO DIPENDERE?
Il sintomo è molto aspecifico e spesso non associato a malattie gravi, ma può anche
essere un campanello d’allarme per diagnosticare malattie serie in tempo utile
Domanda: Ho scoperto che mia figlia, trentenne, da un anno soffre di
perdite di sangue tra un ciclo mestruale e l’altro. Dice di averne parlato con la
sua ginecologa che l’ha tranquillizzata. Ora mia figlia farà degli esami e poi si
vedrà . Sono preoccupata: ricordo d’aver letto che perdite anomale possono
essere spia di un tumore. Che cosa può realmente rischiare mia figlia?
Risponde Giorgia Mangili, responsabile Unità di Ginecologia oncologica
medica, San Raffaele, Milano
Il termine spotting (dall’inglese to spot: macchiare) è utilizzato per indicare perdite ematiche che si
manifestano di solito fra un ciclo mestruale e l’altro. Insieme ad altri disordini del ciclo è uno dei motivi
più comuni di richiesta di visite ginecologiche. È importante a tutte le età non considerare “normale†la
presenza di perdite: il sintomo è molto aspecifico e spesso non associato a malattie gravi, ma può
anche essere un campanello d’allarme per diagnosticare malattie serie in tempo utile.
Lo spotting può essere determinato da varie cause, che si dividono sostanzialmente in due grandi
gruppi:
 disfunzionali
 organiche.
Fra le cause disfunzionali ci sono alterazioni ormonali dovute a stress, premenopausa, disturbi del
comportamento alimentare (specie bulimia e anoressia), obesità e inserimento scorretto della spirale.
Fra quelle organiche possiamo trovare cisti ovariche, vaginiti, polipi e fibromi uterini, endometriosi,
lesioni precancerose o tumorali. Si tratta dunque di un fenomeno da tenere sotto controllo e che può,
nella stragrande maggioranza dei casi, essere eliminato.
Per risolvere il disturbo bisogna prima di tutto escludere la presenza di malattie insorte in altri organi,
come l’apparato urinario o gastroenterico o malattie del sangue e, nelle donne in età fertile, una
gravidanza con le sue possibili complicanze. Dopo, è necessario escludere, come si accennava, la
presenza di cause organiche: processi infiammatori e infettivi possono provocare cerviciti, endometriti,
annessiti, fra i cui sintomi può essere riportato lo spotting. Inoltre, fibromi, polipi endometriali o
cervicali possono con una certa frequenza determinare delle perdite.
Se piccole gocce di sangue si evidenziano dopo un rapporto sessuale è invece possibile che la ragione
sia la presenza di un ectropion cervicale, la cosiddetta “piaghettaâ€: un problema non pericoloso e che
non richiede cure specifiche. Accade raramente, ma lo spotting può anche essere dovuto ad una
neoplasia che origina dal collo dell’utero, e rappresentare uno dei primi sintomi del tumore
dell’endometrio (raro in età fertile, ma il cui rischio aumenta dopo la menopausa) o di alcune forme di
tumore dell’ovaio, per cui le perdite potrebbero essere una delle prime avvisaglie avvertite dalla
paziente.
Infine, anche l’assenza di produzione ormonale tipica della menopausa può provocare atrofia degli
organi genitali che possono facilmente sanguinare a seguito di traumi anche di lieve entità . Vista
l’ampia gamma di possibilità , è fondamentale, nell’iter diagnostico, considerare l’età della donna.
Nelle donne più giovani le perdite possono essere determinate sia da cause organiche
(malattie dell’utero o del tratto genitale), sia da disfunzioni ormonali o dall’utilizzo di sistemi
contraccettivi. La pillola, specie nei primi mesi di assunzione, e la spirale possono provocare perdite
ematiche perché il dosaggio di estrogeni è troppo basso.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 508
Lo spotting durante l’assunzione della pillola può anche indicare che il farmaco è stato preso in modo
scorretto con conseguente riduzione dell’efficacia.
Anche le disfunzioni ovulatorie creano disordini ormonali che a livello uterino portano ad alterazioni
del ciclo mestruale: sono più frequenti negli anni dopo la prima mestruazione e negli anni prima della
menopausa.
Infine, alcuni disordini endocrini, come la policistosi ovarica, possono associarsi a perdite ematiche.
Di fronte a un quadro così complesso, il ruolo del ginecologo è cruciale: attraverso una attenta
anamnesi e la visita ginecologica corredata da eventuale pap-test, è lo specialista a indirizzare la
paziente verso il più adeguato iter diagnostico.
L’ecografia transvaginale permette di escludere cisti o neoformazioni a carico degli annessi, evidenzia
la presenza di miomi uterini e può suggerire patologie a carico dell’endometrio (come polipi,
iperplasia, neoplasie) che saranno poi confermati da isteroscopia e biopsia. (Salute, Corriere)
PREVENZIONE E SALUTE
IL CIOCCOLATO DALLE MILLE VIRTU’
E’ il “cibo degli dei†e quando si è un po’ depressi ne bastano pochi grammi per
tornare a sorridere.
Stiamo parlando del cioccolato, un alimento buono e che
fa bene, perché grazie agli antiossidanti che contiene è un
toccasana per i vasi sanguigni. Bastano infatti due
quadretti di cioccolato fondente per veder migliorare la
salute delle arterie nei pazienti con aterosclerosi dei vasi
periferici, nel nostro Paese pari a 1,8 milioni di over 70.
Lo dimostra un nuovo studio italiano pubblicato sul Journal
of the American Heart Association, che dà però una brutta notizia agli amanti del cioccolato al latte:
soltanto quello fondente, infatti, è ricco dei preziosi polifenoli in grado di ridurre lo stress ossidativo
nei vasi, dilatandoli e migliorando così la circolazione.
La ricerca è stata condotta da ricercatori della I Clinica Medica dell’università Sapienza di Roma su 20
pazienti, nei quali l’aterosclerosi delle arterie delle gambe provocava la cosiddetta “claudicatio
intermittensâ€, ovvero dolore e zoppia durante il cammino dovuta alla scarsità di apporto di sangue ai
muscoli delle gambe per colpa di arterie e capillari “irrigiditiâ€.
I partecipanti hanno mangiato 40 grammi di cioccolato fondente o al latte, quindi sono stati analizzati
nella loro capacità di percorrere un tratto a piedi.
Risultati: “I dati mostrano chiaramente un effetto del cioccolato sulla distanza massima percorribile
dai pazienti senza accusare i primi dolori: dopo i quadretti di cioccolato fondente, i partecipanti
riuscivano a camminare circa l’11 % più a lungo rispetto al solito, impiegando anche il 20% di tempo in
meno.
Il beneficio si ha però soltanto con il cioccolato fondente e non con quello al latte, che contiene circa
un terzo dei polifenoli rispetto al primo: l’effetto è infatti mediato dagli antiossidanti presenti nel
cacao, molto più abbondanti nel cioccolato amaro. Non a caso nel sangue dei pazienti è possibile
misurare quantità maggiori di polifenoli dopo il consumo del cioccolato fondente e questi composti,
negli studi su cellule che abbiamo condotto, si sono dimostrati in grado di ridurre lo stress ossidativo
cellulare e di interferire con la produzione di ossido nitrico aumentandone la quantità : questa molecola
è un potente vasodilatatore, per cui mangiare cioccolata riduce lo stress ossidativo dei vasi sanguigni e
al tempo stesso aiuta a dilatarli, aumentando l’afflusso di sangue in periferiaâ€.
Gli effetti sono evidenti dopo due ore dal consumo del cioccolato e confermano quelli ottenuti in
precedenza su fumatori che, dopo aver mangiato cioccolato fondente, mostravano un aumento della
dilatazione dei vasi sanguigni. (salute Donna)
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Anno III – Numero 508
SCIENZA E SALUTE
MENO RISCHI DI CANCRO ALLA PROSTATA PER GLI
UOMINI CHE HANNO AVUTO PIÙ DI 20 DONNE
Il maggior numero di partner sessuali coincide con possibilità ridotte di un terzo
Essere un dongiovanni può ridurre il rischio di cancro alla prostata. Sì, perché gli uomini che hanno
avuto più avventure sessuali vedono ridotti i rischi di
sviluppare la patologia addirittura di un terzo.
A dirlo è uno studio condotto dalla Università di
Montreal e pubblicato su Cancer Epidemiology.
I risultati - Nello specifico, i ricercatori hanno
scoperto che gli uomini che hanno avuto più di venti
conquiste vedono ridurre le possibilità di tumore alla
prostata del 28%. Inoltre, lo studio ha rivelato che
hanno rischi più bassi di sviluppare i tumori più
aggressivi del 19%.
Si tratta della prima ricerca che suggerisce che il
numero di partner può avere un'importanza, piuttosto che la quantità di sesso o masturbazione.
Marie-Elise Parent, autrice dello studio, ha detto: "E' possibile che avere più partner sessuali femminili
si traduca in eiaculazioni più frequenti, il cui effetto protettivo contro il cancro alla prostata è già stato
osservato
in
studi
precedenti".
Gay svantaggiati - I risultati sono stati ottenuti come parte dello studio Proteus (Prostate Cancer &
Environment Study), in cui più di tremila uomini a un questionario comprendente domande relative
anche alle loro vite sessuali.
Tra questi, circa la metà ha avuto il cancro alla prostata, gli altri hanno costituito il gruppo di controllo.
In generale, i pazienti con cancro alla prostata avevano doppie probabilità se un parente aveva giÃ
avuto la patologia. Ma il numero di partner sessuali influenza lo sviluppo del tumore.
In questo caso, preferire uomini o donne fa la differenza. Gli eterosessuali vedono ridotte di un terzo le
possibilità del cancro. Invece, gli uomini gay che hanno avuto più di venti partner sessuali hanno rischi
doppi rispetto a coloro che non sono mai stati con un uomo. (Salute, Tgcom24)
Ibuprofene scelta migliore contro dolore frattura bimbi
Contro il dolore provocato da fratture, la scelta migliore per i bambini e' di usare
l'ibuprofene anziche' la morfina per via orale.
E' quanto emerso da uno studio pubblicato sul Canadian Medical Association Journal. Le fratture
costituiscono tra il 10 e il 25 % degli infortuni di tutti i bambini e il dolore più forte si sente nelle prime
48 ore dopo l'infortunio.
A causa delle preoccupazione sulla sicurezza dell'uso di antidolorifici nei bambini, c'è una scelta
limitata di farmaci per alleviare il dolore dei piccoli pazienti. In questi studio sono stati coinvolti 134
bambini con un età compresa tra i 5 e i 17 anni che hanno riportato fratture. I ricercatori hanno
confrontato l'uso della morfina per via orale, somministrata a 66 partecipanti, con quello
dell'ibuprofene, somministrato a 68 partecipanti. Sebbene entrambi gli analgesici siano risultati efficaci
nel ridurre il dolore, la morfina per via orale è stata associata a più venti avversi, quali sonnolenza,
nausea e vomito. "Dato che la morfina è stata associata ad affetti significativamente più negativi,
possiamo concludere che l'ibuprofene rimane una terapia sicura ed efficace per la gestione
ambulatoriale del dolore da frattura dei bambini", hanno detto i ricercatori. (Agi)
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PREVENZIONE E SALUTE
MOZZARELLA BLU: TROVATI IL COLPEVOLE E IL MODO
PER RENDERLO INOFFENSIVO
I ricercatori del Cnr di Bari hanno trovato il modo per inibire lo sviluppo del
batterio responsabile della pigmentazione blu della mozzarella. Restano però
inalterate, a monte, le condizioni che portano al problema.
Dal 2010, quando scoppiò il caso della mozzarella blu, i ricercatori studiano cause e rimedi. E un
recente studio dell'Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche
di Bari, in collaborazione con l'Istituto zoofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta,
annuncia un rimedio, per quanto non definitivo: la possibilità di inibire senza antibiotici lo sviluppo
del colpevole, il batterio Pseudomonas fluorescens, ossia la causa identificata nel 2013 dai ricercatori
dell'università di Padova
Le mozzarelle dei puffi, come furono
chiamate all'epoca dei fatti, comparvero a
giugno di quattro anni fa in casa di due
famiglie, a Trento e a Torino, e
diventarono presto un caso nazionale.
I primi lotti di mozzarella incriminata
provenivano dalla Germania, i successivi
erano italiani. In ogni occasione si trattava
di mozzarella di latte vaccino. Nel 2012,
poi, ci furono altri episodi a Frosinone.
Per impedire lo sviluppo dei batteri
responsabili della colorazione i ricercatori di Bari hanno aggiunto al liquido di conservazione della
mozzarella - il siero - una proteina presente in particolare nel latte che ha proprietà antimicrobica e
antiossidante: la lattoferrina, già usata in prodotti per l'infanzia e integratori. Hanno anche adottato
misure per prolungare il periodo di conservazione del latticino ed elaborato un metodo per capire se
potrà con il tempo cambiare colore. Le tecniche sono ancora in via di perfezionamento, ma lasciano un
dubbio:
perché non cercare il modo di evitare il batterio,
piuttosto che neutralizzarlo?
I batteri responsabili, di per sé non patogeni (non arrecano danni, ma di certo non invitano al consumo
del prodotto), sono presenti in particolare nell'acqua usata per le lavorazioni negli stabilimenti di
produzione e possono formare una pellicola difficile da eliminare dalle attrezzature dei caseifici, per lo
meno quelli industriali.
«Casi di mozzarella blu sono tecnicamente impossibili per la bufala campana dop», spiega il direttore
del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Antonio Lucisano, «perché questa
produzione, tipicamente artigianale, di per sé rende impossibili episodi di pigmentazione di qualsivoglia
colore, riscontrabili invece nel caso di grandi produzioni industriali, dove le acque di raffreddamento
vengono riciclate per lunghi tempi.»
Intanto, a febbraio Raffaele Guariniello, titolare della procura torinese che si occupa dell'inchiesta sui
casi del 2010, ha accusato le tre aziende responsabili dei primi casi di utilizzare rifornimenti idrici
inadeguati. (Focus)
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Anno III – Numero 508
MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare.
MEDAGLIE alla PROFESSIONE LAUREATI FARMACISTI CON
40 ANNI DI LAUREA
(Laureati nell’anno 1974)
ALBANESE
ALFANI
ALDO ARRICHIELLO
BERTINI
BOSSA
BUONO
CAIAZZA
CASTALDO
CAUTIERO
COZZOLINO
DE RUGGIERO
DI FRANCO
FERRARA
Emma
Maurizio
Giovanni
Antonio
Pasquale
Catello
Anna
Ersilia
Giuseppe
Domenica
Ruggiero
Carmela
Antonio
FIMIANI
FUSCO
GILIBERTI
GIUDICEPIETRO
GRECO
GRISPELLO
LOPEZ
PIRAS
SCHIOPPA
SCOGNAMIGLIO
SIDIROPULOS
SPAGNUOLO
Luisa
Aldo
Giovanni
Giampiero
Maria
Donato
Ciro
Ermelinda
Francesco
Guido
Nikolaos
Maria Rosaria
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Anno III – Numero 508
MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare