Anno III – Numero 528
AVVISO
Ordine
1. Campagna
antinfluenzale 20142015
2. Crisi occupazionale:
Istituito un fondo di
solidarietà per i colleghi
iscritti all’ albo in stato
di disoccupazione
3. Decreto legge 219 del
2006
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
4. Tumore alla prostata:
l’attività sessuale
diminuisce il rischio
Prevenzione e
Salute
5. Tutta l'importanza della
salute orale
6. L’odissea dei farmaci
introvabili. Colpa del
mercato parallelo
Alimenti e Salute
7. Zero grassi e tante
fibre: il benessere (per
tutte le taglie)
arriva dalle pere
Mercoledì 26 Novembre 2014, S. Corrado
Proverbio di oggi………..
'O barbiere te fa bello, 'o vino te fa guappo e
'a femmena te fa fesso
ORDINE: DECRETO LEGGE 219 DEL 2006
Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di
modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i
medicinali per uso umano, nonchè della direttiva 2003/94/CE"
TITOLO VII: DISTRIBUZIONE ALL'INGROSSO DI MEDICINALI
Il presente titolo disciplina la distribuzione all'ingrosso dei medicinali per uso
umano, nonchè delle materie prime farmacologicamente attive.
La distribuzione all'ingrosso di medicinali è subordinata al possesso di
un'autorizzazione rilasciata dalla regione o dalla provincia autonoma ovvero
dalle altre autorità competenti, individuate dalla legislazione delle regioni o
delle province autonome.
Di seguito sono riportate in sintesi alcuni chiarimenti.
Qualificazione dei fornitori: il distributore all’ingrosso deve procurarsi gli
approvvigionamenti di medicinali unicamente da persone in possesso di
un’autorizzazione per la distribuzione all’ingrosso o di un’autorizzazione di
fabbricazione relativa al prodotto in questione.
Il distributore all’ingrosso che riceve medicinali da paesi terzi ai fini
dell’importazione, vale a dire al fine di immettere tali prodotti sul mercato
dell’UE, deve essere titolare di un’autorizzazione di fabbricazione.
Se i medicinali sono ottenuti da un altro distributore all’ingrosso, il
distributore all’ingrosso che riceve i medicinali deve verificare che il fornitore
rispetti i principi e le linee guida in materia di buone pratiche di distribuzione
e che detenga un’autorizzazione utilizzando, ad es., la base dati dell’Unione.
Qualora l’approvvigionamento del medicinale avvenga tramite brokeraggio, il
distributore all’ingrosso del medicinale deve verificare che il broker sia
registrato e soddisfi i requisiti di cui al cap. 10 della G. U. dell’Unione Europea
(linee guida del 7 marzo 2013 sulle buone pratiche di distribuzione dei
medicinali per uso umano, 2013/C 68/01).
Per maggiori dettagli e chiarimenti si invita a consultare il testo integrale del
DL 219, 2006 e le direttive pubb. sulla GU dell’Unione Europea 2013/C 68/01.
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 528
TUMORE ALLA PROSTATA:
L’ATTIVITÀ SESSUALE DIMINUISCE IL RISCHIO
Il numero di rapporti sessuali sembrerebbe correlarsi con una riduzione di cancro
alla ghiandola maschile. Ma più ancora valgono dieta e stile di vita come
prevenzione.
La notizia è di quelle che vanno «interpretate», ma ha un suo razionale ed è
pubblicata sulla rivista Cancer Epidemiology. Secondo gli studiosi che
hanno analizzato i dati di oltre 3.200 uomini alla ricerca di un legame fra il
tumore alla prostata e l’attività sessuale o le infezioni sessualmente
trasmissibili però la conclusione è piuttosto evidente: i maschi che hanno
avuto rapporti con oltre 20 donne nella loro vita hanno un rischio di ammalarsi più basso rispetto ai
monogami. Rischi più alti per etero monogami e omosessuali.
RISULTATI: dalle conclusioni dell’indagine è emerso che, in generale, quelli con un tumore avevano il
doppio delle possibilità di avere almeno un parente con il cancro.
E che chi aveva fatto sesso con 20 o più compagne risultava avere il 28% in meno di probabilità di
ammalarsi di una neoplasia alla prostata. Al contrario, il rischio appare duplice in chi ha avuto 20 o più
partner maschili rispetto a chi non ha mai avuto un rapporto omosessuale.
Rimozione agenti cancerogeni: Fare sesso regolarmente fa bene alla prostata. «Una possibile
spiegazione sta nel fatto che aver avuto molte donne equivalga a una più elevata frequenza
dell’eiaculazione, dimostrato essere un fattore protettivo verso questa forma di cancro».
Infatti, precedenti ricerche avevano messo in luce che frequenti eiaculazioni possono ridurre la
concentrazione di sostanze potenzialmente dannose e cancerogene presenti nel fluido prostatico.
«Se praticata con regolarità l’attività sessuale ha effetti benefici. L’astinenza prolungata, infatti,
provoca il ristagno delle secrezioni nella ghiandola prostatica favorendone la congestione e quindi la
possibile infezione e infiammazione. Per lo stesso motivo sarebbe meglio evitare il “coitus interruptusâ€,
perché lo stimolo all’eiaculazione va assecondato, mentre interromperlo frequentemente può causare
congestione prostatica». Niente pericoli per gli omosessuali con un solo partner
Infezioni e tumore: Nessun legame chiaro è emerso fra cancro e infezioni sessualmente trasmesse,
ma i ricercatori ipotizzano che queste possano avere un ruolo quando si arrivano ad esaminare i dati
sui rapporti omosessuali. Se infatti il pericolo di cancro alla prostata non aumenta fra i maschi che
hanno avuto un unico partner dello stesso sesso, i rischi salgono parecchio in chi ha avuto più
compagni. Ma su questo gli studiosi canadesi non possono che avanzare «vaghe ipotesi – dicono -.
Potrebbe essere che il rapporto anale comporti traumi o cambiamenti a livello prostatico. Oppure
potrebbero avere un ruolo le infezioni sessuali», come avviene con i condilomi e lesioni precancerose
causate dal Papillomavirus (o Hpv), che sono fra i responsabili ad esempio dei tumori di ano e pene.
Consigli preventivi: sfuggire le infiammazioni croniche
La dieta: «Quello che è certo, è cosa quello che tutti gli uomini possono fare per favorire la salute
prostatica in chiave preventiva e limitare le pericolose infiammazioni croniche: limitare i grassi saturi
da carni rosse cotte alla griglia, formaggi e fritti perché, come per altri tumori c’è una correlazione tra
dieta ricca di grassi e cancro. Per lo stesso motivo vanno bandite le sigarette e limitati gli alcolici:
al massimo 1-2 bicchieri di vino ai pasti, lasciando i superalcolici a occasioni davvero speciali.
Vale sempre il consiglio di una dieta variegata e bilanciata, ricca in frutta, verdura, pesce, con tanta
acqua che contribuisce a ridurre il peso specifico delle urine e a evitare le infezioni urinarie (disturbi
frequenti che, a loro volta, causano infiammazione prostatica).
Attività fisica, incrementa la circolazione pelvica con effetto antinfiammatorio». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 528
PREVENZIONE E SALUTE
L’ODISSEA DEI FARMACI INTROVABILI
COLPA DEL MERCATO PARALLELO
Controlli a tappeto sulla distribuzione, ma alcune categorie di medicinali
continuano a scarseggiare. Grandi differenze tra regioni
L’indisponibilità di alcune categorie di medicinali in
farmacia è un fenomeno che non si blocca.
Nonostante la circolare del ministero della Salute del
giugno scorso abbia introdotto un sistema di
responsabilità e di controlli ben precisi e più stringenti,
le farmacie registrano ancora la «scomparsa» di
farmaci antitumorali, antidepressivi, per il trattamento
del morbo di Parkinson e dell’ipertensione, nonché di
antiepilettici, broncodilatatori, anticoagulanti e di
preparati anti-colesterolo. Tutti gli «attori» della filiera
del farmaco sono impegnati a trovare una soluzione al
problema, ma non è così semplice. Da una parte,
infatti, Federfarma, Farmindustria e la stessa Aifa
individuano nel «mercato parallelo» dei medicinali
all’interno della Ue - e dunque nella catena della
distribuzione - la causa principale delle carenze.
Dall’altra, i grossisti della distribuzione puntano il dito
sulle aziende produttrici - che a loro dire limiterebbero
i quantitativi «a monte» - e comunque su un sistema regionale che concederebbe in modo
indiscriminato e senza controlli autorizzazioni a diventare distributori.
Mercato parallelo: Il commercio parallelo di medicinali, occorre ricordarlo, è consentito da leggi
europee che si ispirano al principio della libera circolazione delle merci.
In cosa consiste? Grossisti e farmacisti autorizzati comprano medicinali destinati al mercato italiano,
che mediamente costano il 30% in meno rispetto al resto d’Europa, perché è il Ssn a negoziare il prezzo
con l’industria farmaceutica. Poi rivendono i medicinali su mercati dove i prezzi di vendita sono
superiori, come in Germania, nel Regno Unito o nei Paesi scandinavi, e guadagnano sulla differenza.
Differenze per regioni: Secondo Aifa, per altro, l’indisponibilità di farmaci si verifica in alcune
regioni più che in altre. Le stesse regioni probabilmente (Campania in primis), dove sono concentrate
gran parte delle 360 farmacie che a detta dell’Associazione distributori farmaceutici sfruttano le
licenze non per fare attività di distribuzione ma solamente per l’export parallelo. Che la questione delle
autorizzazioni alla distribuzione sia un punto cruciale, lo sottolineano anche Aifa e Federfarma
nazionale: «Continuiamo a fare pressione sulle Regioni - spiega il presidente Annarosa Racca - perché
diano le autorizzazioni soltanto ai veri grossisti e non a chi vuole solo esportare».
Anche tra chi si dedica al mercato parallelo, tuttavia, si fanno dei distinguo:
«Le farmacie autorizzate alla distribuzione dovrebbero anche essere in regola con le Gpdp (Good
parallel distribution practice) che sono le norme di buona distribuzione stilate dalla Commissione
europea. In Italia invece siamo in pochi e c’è un problema di controlli».
Controlli a tappeto: In realtà , le Regioni hanno fatto partire controlli a tappeto. «Le Asl stanno
facendo ispezioni sui grossisti: non su tutti i 1.100 distributori italiani, ma su quelli maggiormente
conosciuti, cioè i nostri iscritti» si lamenta Sergio Sparacio, presidente di Adf. In generale, produttori,
distributori e farmacie invocano un ripensamento delle regole. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 528
PREVENZIONE E SALUTE
ZERO GRASSI E TANTE FIBRE:
IL BENESSERE (PER TUTTE LE TAGLIE)
ARRIVA DALLE PERE
Stimolano l'attività dell'intestino e difendono quest'organo dallo sviluppo di
infiammazioni, aumentano il senso di sazietà , favoriscono il mantenimento del
peso corporeo nella norma (e facilitano la perdita di peso in caso di sovrappeso o
obesità ), aiutano a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e della pressione
sanguigna e proteggono l'organismo dallo sviluppo di molte patologie connesse
alla presenza di stati infiammatori come le malattie cardiovascolari, il diabete, il
cancro e l'obesità : il merito è delle pere e dell'alto quantitativo di acqua, fibre e
sostanze antiossidanti in essi contenuti.
Ma quali sono le caratteristiche nutrizionali delle pere?
Un frutto di media grandezza - circa 180 grammi - contiene

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100 calorie,
0 grammi di grassi,
27 grammi di carboidrati (tra cui 17 grammi di zucchero
6 grammi di fibre)
1 grammo di proteine.
Consumare ogni giorno una pera di questo peso apporta
all'organismo
 il 12% del fabbisogno giornaliero di vitamina C,
 il 10% di vitamina K
 il 6% di potassio,
 oltre a modiche quantità di calcio, ferro, magnesio,
riboflavina, vitamina B-6 e folato.
Alcuni preferiscono le varietà croccanti, altri quelle che tendono a
sciogliersi in bocca.
Mangiarle alla fine del pasto non è l'unico modo per consumarle:
diverse sono anzi le ricette che possono essere realizzate per aumentare il consumo di questo frutto.
tanto per fare un esempio, le pere possono essere inserite in diversi tipi di torte (la torta con le pere è
una valida sostituta di quella con le mele); possono essere utilizzate, da sole o con altri frutti, in frullati
a base di latte o yogurt; possono essere incorporate all'interno di insalate o utilizzate come stuzzichino
da accompagnare a fettine di formaggio;
per i più piccoli, infine, possono venire grattuggiate o cotte e ridotte in purea.
Attenzione, però, a non esagerare con le quantità :
un consumo eccessivo di questo frutto può - in virtù dell'alto quantitativo di fibre contenute provocare eccessiva motilità intestinale, portando alla diarrea.
(Salute, Sole 24ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 528
PREVENZIONE E SALUTE
TUTTA L'IMPORTANZA DELLA SALUTE ORALE
Prendersi cura di denti e gengive è importante per
proteggere anche altri aspetti della salute
Prendersi cura della salute orale non è importante solo per risparmiarsi
fastidiosi mal di denti. Diversi studi scientifici hanno infatti dimostrato
che chi presta una scarsa attenzione alla cura di denti e gengive può
incappare in problemi di salute che apparentemente non hanno nulla a
che fare con la bocca. Probabilmente l'associazione di cui si hanno più
prove è quella con le malattie cardiovascolari.
Già nel 2008 uno studio dell'Università di Bristol e del Royal College of
Surgeons di Dublino aveva rilevato un aumento del rischio
cardiovascolare nelle persone con sanguinamenti gengivali e scarsa
igiene orale.
I ricercatori hanno scoperto che alla base dell'associazione c'è il passaggio di batteri dalla bocca nel
torrente circolatorio. Qui si attaccano alle piastrine, aumentando il rischio di formazione di coaguli
che possono ostacolare, o addirittura bloccare, il flusso del sangue verso il cuore, scatenando un
attacco cardiaco. In effetti la bocca è uno dei punti più “sporchi†dell'organismo.
Al suo interno possono vivere indisturbati fino a 700 tipi diversi di batteri, fra cui specie come lo
Streptococcus gordonii o lo Streptococcus sanguinis, in grado di scatenare infezioni piuttosto diffuse.
Una volta nel sangue i batteri utilizzando l'aggregazione delle piastrine come un vero e proprio
meccanismo di difesa che permette loro di rinchiudersi in un ambiente protetto e inattaccabile da
parte delle cellule del sistema immunitario.
Non solo, anche l'azione degli antibiotici è resa meno efficace dalla formazione di questi scudi di
piastrine. A questi effetti, già di per sé pericolosi per la salute, si aggiunge la possibilità che si formino
coaguli che espongono il cuore a seri pericoli.
Un altro legame insospettabile è quello fra la salute orale e il rischio di Alzheimer.
I ricercatori della New York University hanno rilevato la sua esistenza revisionando i dati raccolti nel
corso di 20 anni di studi e svelando che negli anziani l'infiammazione delle gengive si accompagna a
funzioni cognitive ridotte.
Studi successivi condotti all'University of Central Lancashire hanno svelato che in caso di Alzheimer è
possibile rilevare la presenza di un batterio, il Porphyromonas gingivalis, associato alla gengivite
cronica. Secondo gli esperti in caso di sanguinamenti delle gengive quando si mangia o ci si lava i denti
il batterio può entrare nel sangue; inoltre non è da escludere che i microbi possano raggiungere il
cervello attraverso i nervi che partono a livello delle radici dei denti. Una volta nel tessuto nervoso P.
gingivalis stimola il rilascio da parte del sistema immunitario di molecole che danneggiano neuroni
presenti nelle aree associate alla memoria.
Infine, la scarsa salute orale è stata associata al tumore al pancreas.
In questo caso il legame è stato rilevato in caso di parodontite, un disturbo alle gengive che può
portare alla perdita dei denti. Gli studi condotti suggeriscono che alla base dell'associazione possano
esserci sostanze cancerogene – le nitrosammine – che si possono accumulare in caso di problemi alle
gengive e che potrebbero reagire con le molecole che partecipano alla digestione creando un
ambiente favorevole allo sviluppo del tumore.
Nulla può però per ora escludere che la parodontite sia una conseguenza, e non un causa, del tumore
al pancreas. (salute, Sole 24ore)