Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
  • Home
  • Attività
    • Commissioni
    • Eventi
  • Ordine
    • Uffici
    • Storia
    • Statuto
    • Deontologia
    • Albo Professionale
    • Libro Centenario
    • Carta dei servizi
    • Giuramento del Farmacista
    • Organigramma
  • Servizi
    • ECM →
      • Prenota ECM
    • Circolari Ordine
    • Circolari FOFI
    • Iscrizione
    • farmaDAY
    • Autocertificazioni
    • Per il Cittadino →
      • Guardie Mediche
      • Distretti
      • Presidi
      • Farmacie ~ Punto Salvavita
      • Farmacie e Parafarmacie
      • Detrazione Fiscale
      • Informazioni sui Farmaci
      • Furto ricettari
    • Concorsi
    • Richieste →
      • Tesserini
    • Per il Farmacista →
      • Leggi, Decreti e Normative
      • Enpaf
      • Prenotazione corso di tutoraggio inoculazione
    • Tirocini
    • Modulistica
  • Galleria
    • Immagini
    • Video
  • News
    • Rassegna Stampa
    • News
Anno III – Numero 532 AVVISO Ordine 1. Campagna antinfluenzale 20142015 2. Crisi occupazionale: Istituito un fondo di solidarietà per i colleghi iscritti all’ albo in stato di disoccupazione Notizie in Rilievo Scienza e Salute 3. Da che cosa dipende l’ipermetropia ? 4. Invecchiando non si dorme meno. È la qualità del sonno che peggiora Prevenzione e Salute 5. Mangiare cipolle protegge dal cancro allo stomaco e il segreto è nella "puzza" 6. Combattere l'influenza con la dieta degli esperti 7. Vaccino antinfluenzale, 10 cose da sapere Martedì 02 Dicembre 2014, S. Savino, Viviana Proverbio di oggi……….. Sciorta e cauce 'nculo, viato chi n' ave Fortuna e calci nel sedere, beato chi ne riceve MANGIARE CIPOLLE PROTEGGE dal CANCRO allo STOMACO e il SEGRETO è nella "PUZZA" Rischi di ammalarsi ridotti con un'assunzione regolare di piccole quantità Mangiare cipolle con costanza abbassa i rischi di contrarre il cancro allo stomaco. Gli esperti ipotizzano che a fare da scudo siano i composti "organo solfarati", che danno anche il caratteristico odore pungente alle cipolle. Il rischio cala, anche se in misura minore, pure con l'aglio. Rischi inferiori del 40% - Gli scienziati hanno confrontato le abitudini alimentari di 230 persone colpite da tumore dello stomaco con quelle di altre 547 sane. È emerso che chi consumava almeno 2 porzioni di cipolle da circa 50 grammi alla settimana aveva un rischio di ammalarsi inferiore del 40% rispetto alla media. Seppure in misura minore, il rischio diminuisce anche con l'aglio. Il segreto è nella "puzza" - È probabile che a garantire tale effetto siano i composti "organo solfarati", responsabili dell'odore e del sapore di aglio e cipolle. Questi sarebbero in grado di inibire la proliferazione cellulare tumorale e l'attività batterica. L'apoptosi (ovvero la morte programmata) delle cellule tumorali gastriche potrebbe essere indotta anche dalla quercetina, un flavonoide presente nelle cipolle: "La quercetina insieme alle antocianine delle cipolle rosse e ad altri flavonoidi, dall’azione antiossidante e antinfiammatoria, contribuirebbe, in sinergia con i composti solforati, a spiegare altre azioni attribuite alle cipolle. Per es., quella del controllo dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. In linea di massima, le cipolle più "colorate" sono più ricche dei flavonoidi, mentre il sapore pungente segnala la presenza di composti solforati e quindi costituisce un pregio". (salute, Tgcom24) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 532 SCIENZA E SALUTE DA CHE COSA DIPENDE L’IPERMETROPIA ? Quando il bulbo oculare è più corto le immagini vengono messe a fuoco dietro la retina Ipermetropi si nasce, ma in buona parte dei casi ci si accorge di esserlo solo quando si è in là con gli anni. «Molti soggetti apparentemente privi di difetti visivi sono, in realtà, ipermetropi lievi - dice Paolo Nucci, direttore della Clinica oculistica universitaria dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e presidente della Società di oftalmologia pediatrica -. L’ipermetropia è un difetto refrattivo (come miopia e astigmatismo) legato perlopiù a un bulbo oculare più corto, cosa che porta le immagini a essere messe a fuoco dietro la retina». Perché non ci si accorge dell’ipermetropia? «L’occhio ipermetrope, soprattutto nelle forme medio-lievi, ha la capacità di correggere il difetto tramite l’accomodazione, cioè il potere di mettere a fuoco che ha il cristallino. Questa abilità è massima nei bambini e diminuisce con il passare degli anni, per cui l’ipermetropia tende gradualmente a non essere più compensata e quindi a richiedere una correzione. La correzione di solito è necessaria già in giovane età nelle forme gravi non compensate». Quali le conseguenze dell’ipermetropia? «Di solito l’ipermetropia non ha tendenza alla progressione, anzi in alcuni casi con lo sviluppo dell’apparato visivo può diminuire, perché il bulbo oculare assume una forma più allungata. Nel bambino, però, un’ipermetropia elevata comporta il rischio di ambliopia (occhio pigro) e una tendenza allo strabismo convergente. La prima si sviluppa, per es., in presenza di un’ipermetropia diversa nei due occhi: il soggetto può tendere ad accomodare con l’occhio che ha il difetto minore, con il risultato che il cervello riceve sempre immagini sfocate dall’occhio che vede meno bene. Lo sviluppo dello strabismo, è spesso legato al fatto che il continuo sforzo di messa a fuoco può portare a convergere troppo gli occhi». Quando controllare i bambini, allora? «Per i rischi citati, si raccomanda sempre un controllo oculistico verso i tre anni di età. Per la diagnosi si usano le goccine che fanno dilatare la pupilla e che, impedendo l’accomodazione, permettono di smascherare l’ipermetropia: lieve (da +1 a +2 diottrie), media (da +2 a +4 diottrie) o elevata (sopra +4 diottrie)». Quali i possibili segnali? «In giovane età le ipermetropie medio-lievi non danno in genere sintomi; a volte ci può essere un lieve affaticamento visivo per il continuo sforzo di accomodazione. Le ipermetropie elevate, comportano quasi sempre difficoltà nella visione sia da lontano sia da vicino. Col passare degli anni può, inoltre, capitare che un’ipermetropia prima compensata inizi a manifestarsi, con visione annebbiata, arrossamento e bruciore agli occhi, a volte mal di testa». Come si può correggere? «Finché l’ipermetropia viene compensata con l’accomodazione non occorre trattamento, ma solo controlli periodici. Quando si rende necessaria una correzione, si può contare su occhiali, lenti a contatto, chirurgia. Gli occhiali hanno lenti convergenti, per far sì, come con le lenti a contatto, che le immagini cadano sulla retina e non dietro. Per un’ipermetropia elevata, o se ci si vuole liberare del difetto in modo definitivo, si può ricorrere alla chirurgia refrattiva, se vi sono le indicazioni. I risultati sono in genere discreti, ma meno prevedibili rispetto a quanto accade con la miopia. C’è chi propone per disturbi elevati lentine intraoculari da posizionale sopra il cristallino naturale, con il rischio però di favorire un’opacizzazione del cristallino (cataratta). Perciò è meglio pensarci bene, specie se il candidato è giovane». (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 532 INVECCHIANDO NON SI DORME MENO È LA QUALITÀ DEL SONNO CHE PEGGIORA Il riposo degli anziani non è più breve, come molti pensano, ma è poco efficace perché costellato da risvegli notturni che non si ricordano alla mattina Più si invecchia meno si dorme: un’affermazione che finora pareva incontrovertibile. Ora, invece, uno studio pubblicato sul Journal of Gerontology spiega che il riposo degli anziani spesso non si accorcia affatto, però perde in qualità. Gli autori hanno arruolato 700 persone di età superiore ai 65 anni, hanno fatto compilare loro appositi questionari e li hanno confrontati con le registrazioni del ritmo sonno-veglia, eseguite per 72 ore con l’ actigrafo (sensore da polso che monitora i movimenti, quindi la durata del riposo). Leggendo solo le risposte ai questionari si sarebbe potuto concludere che la maggioranza dormisse davvero poco:  il 30% lamentava di svegliarsi spesso durante la notte,  il 13% di riuscire a riaddormentarsi solo al mattino,  un 12% di faticare molto a prender sonno alla sera. Poi però, guardando i dati dell’actigrafo, si è scoperto che l’effettiva durata del riposo non era molto minore del normale, visto che in media nell’arco della giornata i partecipanti dormivano oltre 7 ore. Si accorciano le fasi del sonno «profondo»: «Con l’età si accorciano le fasi di sonno profondo e REM. Il riposo diventa meno ristoratore e l’anziano dà la colpa a una diminuzione delle ore in cui ha dormito, mentre è spesso proprio la qualità del sonno a peggiorare». «Con l’andare degli anni la sincronizzazione dell’orologio biologico con il ciclo luce-buio si indebolisce e capita più spesso di appisolarsi anche di giorno: il numero totale di ore di sonno non cambia, ma la percezione è un declino del benessere, perché restare svegli a lungo di notte è spiacevole e il sonno notturno è più riposante - aggiunge Lino Nobili, coordinatore del Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del sonno dell’ospedale Niguarda di Milano -. Inoltre, il sonno dell’anziano è spesso costellato di micro risvegli di pochi secondi, che non incidono sulla durata complessiva del riposo, ma lasciano la sensazione di non aver dormito abbastanza». La qualità del sonno si deteriora anche per colpa di malattie correlate all’età, come spiega Antonelli Incalzi: «I dolori articolari, le broncopneumopatie croniche, lo scompenso cardiaco, la depressione sono più frequenti negli ultrasessantacinquenni e rendono il sonno più “fragile”. Anche molti farmaci possono compromettere il sonno: direttamente, perché impattano sulla sua struttura, come i beta-bloccanti (usati ad es. per l’ipertensione), o indirettamente, perché provocano risvegli, come i diuretici. Così, il 30-40% di anziani riferisce disturbi del sonno». Condurre una vita attiva: È un destino ineluttabile? «Chi conduce una vita attiva ha meno problemi: chiudersi in casa con le tapparelle abbassate e sonnecchiare in poltrona tutto il giorno è un grave errore, mentre seguire le regole per una buona igiene del sonno aiuta molto - dice Nobili -. Se c’è un disturbo, poi, bisogna capire da che cosa dipende per intervenire nel modo giusto: guai al “fai da te” con i sonniferi, spesso causa di cadute notturne quando l’anziano si sveglia confuso e si alza per andare in bagno». «I farmaci vanno usati in casi selezionati, a basso dosaggio e per periodi limitati. Se il problema dipende da un’altra patologia, basta curarla per riposare meglio; se è colpa di qualche medicinale, può bastare modificarne gli orari di assunzione. In alcuni casi possono essere utili la melatonina o rimedi tradizionali come i decotti di malva, la camomilla, la valeriana». (Salute, Corriere) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 532 COMBATTERE L'INFLUENZA con la DIETA degli ESPERTI Leggera, digeribile e nutrienti: ecco l'alimentazione contro il virus più tipico dei mesi invernali I mesi più freddi dell'anno portano con loro compagni sgraditi: i mali di stagione. In questo periodo l'alimentazione è un alleato fondamentale della salute, non solo perché aiuta a prevenire i problemi di salute rinforzando le difese immunitarie, ma anche perché aiuta ad affrontarli meglio. E' questo anche il caso dell'influenza; ad assicurarlo è il nutrizionista Pietro Migliaccio, che in previsione dell'ormai imminente boom di infezioni previsto nei prossimi mesi ricorda quanto per superare questa malattia sia fondamentale scegliere l'alimentazione adatta. Non solo, insieme alle dietiste Silvana Nascimben ed Eugenia Cilla, Migliaccio, ha messo a punto una dieta per affrontare i primi giorni di malattia e la convalescenza. Il primo consiglio dell'esperto è di riposare, a letto, seguendo la terapia consigliata dal medico di famiglia e ricordandosi di bere molta acqua a temperatura ambiente. A questi accorgimenti, spiega Migliaccio, deve essere aggiunta un'alimentazione “leggera, digeribile e, allo stesso tempo, nutriente”. Le scelte dovrebbero ricadere sugli alimenti ricchi di vitamina C (agrumi e kiwi) e, come fonte di proteine, su carni bianche e pesce, più facilmente digeribili. “Come vedrete nella dieta, è presente ogni giorno anche la pasta. La pasta fa parte della tradizione gastronomica italiana e la sua presenza sulle nostre tavole ci permette di seguire un’alimentazione sana, corretta ed equilibrata. Oltre ai carboidrati (79,1%) fornisce anche proteine vegetali, (11-13% a seconda del “tipo”) e una piccola quantità di lipidi (1,4%). Inoltre è ricca di vitamine del gruppo B, contiene poco sodio e non apporta colesterolo. E’ un alimento che rappresenta una delle principali fonti di energia della dieta mediterranea che è il modello alimentare considerato ottimale per mantenere un buono stato di salute e per prevenire e curare molti stati patologici. Per queste ragioni – nei giorni in cui si è particolarmente debilitati dall’influenza e si ha poco appetito consiglio di mangiare la pasta, a pranzo o a cena, sotto forma di minestrina in quanto facilmente digeribile, deglutibile ed anche con l’effetto di calmare la tosse”. Durante la convalescenza la minestrina può essere sostituita dalla vera e propria pastasciutta, le porzioni possono essere aumentate e si possono inserire gradualmente i formaggi e gli altri alimenti, incluso il vino ai pasti. “I carboidrati complessi della pasta – costituiscono la principale fonte di energia per il cervello, per i muscoli, per i globuli rossi e per l’organismo e rappresenta dunque il carburante indispensabile per svolgere le attività quotidiane. E’ preferibile condirla con olio extravergine di oliva e pomodoro pelato fresco, ottime fonti di vitamine (A, C, E) e di antiossidanti, in particolare di licopene, presente in quantità maggiore nel pomodoro cotto. Con l’aggiunta nel condimento di proteine di origine animale (per tonno o carne trita o pesce sminuzzato) si rende il pasto equilibrato da un punto di vista nutrizionale e si permette di recuperare le masse muscolari perse con la scarsa attività fisica svolta”. Ecco la dieta di Migliaccio, Nascimben e Cilla per i primi 3 giorni d'influenza: .Colazione: latte, caffè a piacere, zucchero o miele, due fette biscottate. . Metà mattina: una spremuta d'arancia o di pompelmo o una arancia o un mandarancio o due mandarini. .Pranzo: pesce fresco o surgelato lesso; verdure preferibilmente cotte; condire con olio extravergine di oliva e succo di limone; pane tostato; frutta, preferibilmente cotta. . Pomeriggio: latte caldo con zucchero o miele oppure una spremuta d'arancia o di pompelmo . .Cena: brodo vegetale con pasta o riso, due/tre cucchiaini di formaggio grattugiato; carne bianca cucinata semplicemente; verdure preferibilmente cotte; condire con olio extravergine di oliva e succo di limone; pane tostato; una porzione di frutta, preferibilmente cotta. (salute, Sole 24ore) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 532 PREVENZIONE E SALUTE VACCINO ANTINFLUENZALE, 10 COSE DA SAPERE Gli effetti, i rischi, chi dovrebbe farlo, le allergie: ecco le domande comuni dopo le morti sospette e il ritiro di un farmaco Mi devo vaccinare? I benefici del vaccino antinfluenzale secondo tutti gli esperti sono sicuramente superiori ai rischi, a patto che si seguano alcune precauzioni. Ecco dieci cose da sapere per vaccinarsi in tranquillità anche dopo l'allarme sulle morti sospette per due lotti di un vaccino della Novartis che e' stato bloccato. Secondo il sito VaccinarSi della Società Italiana di Igiene (Siti) non ci si deve vaccinare se si è allergici a qualche componente del vaccino, se si hanno meno di 6 mesi o se ci sono in corso malattie con febbre alta. E se ho un raffreddore? Ci si può vaccinare se si hanno malattie acute di lieve entità, ma anche in allattamento o in caso di malattie che compromettono il sistema immunitario. Che cosa rischio? Gli effetti più comuni segnalati sono arrossamento, gonfiore, indurimento nella sede dell'iniezione (circa il 15% dei vaccinati con vaccino intramuscolo, e 61% per via intradermica) e si manifestano tra 6 e 24 ore dopo la vaccinazione. Hanno una breve durata, massimo 2 giorni. Ci sono poi sintomi lievi simil-influenzali in circa il 42% dei vaccinati. Rischio conseguenze più gravi? Secondo il Cdc statunitense le reazioni avverse gravi, che vanno dalla morte al pericolo della vita alle disabilità permanenti fino alle ospedalizzazioni o al ricorso al pronto soccorso hanno una frequenza estremamente bassa di 2,6 ogni 10mila dosi. Cosa rischio se prendo l'influenza? Le complicanze, spiega il sito del ministero della Salute, sono più frequenti in soggetti predisposti, ma tutti sono a rischio. Si va dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti nei bambini. si stimano ogni anno circa 8mila morti dovuti all'influenza. Sono tra le categorie a rischio? Le conseguenze gravi sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio, come malattie preesistenti, ma anche le donne in gravidanza hanno una probabilità maggiore di avere problemi. Perché devo vaccinarmi in gravidanza? Secondo la Siti dovrebbero vaccinarsi le donne nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza, perché hanno un maggior rischio di complicanze come parto prematuro e basso peso del feto. La vaccinazione inoltre protegge il nascituro dall'influenza fino ai 6 mesi. Quando devo vaccinarmi, e per quanto protegge il vaccino? Il vaccino dovrebbe essere preso tra meta' ottobre e fine dicembre. Siamo protetti dall'influenza dopo due settimane dalla somministrazione, e la protezione dura minimo un anno. Se penso di avere avuto un effetto avverso cosa devo fare? Gli esperti consigliano di parlare con il medico, che poi farà la segnalazione all'Aifa. Quante sono le segnalazioni per i vaccini antinfluenzali in Italia? Secondo il rapporto dell'Aifa nella stagione 2012/2013, l'ultima di cui sono disponibili i dati, le segnalazioni di sospetti eventi avversi sono state 285, di cui il 16,8% considerate gravi. (Salute, Panorama)

Formati farmaDAY

  • farmaDAY PDF
  • farmaDAY iBooks
 

 

 

ORDINE DEI FARMACISTI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

Sede via Toledo, 156 - 80132 - Napoli

Tel. 081 5510648 - Fax. 081 5520961

email: info@ordinefarmacistinapoli.it

pec: ordinefarmacistina@pec.fofi.it

C.F. 00813000635

 

 

Privacy Note Legali FAQ URP Elenco siti tematici

Italian Arabic Chinese (Traditional) Danish English French German Greek Hungarian Irish Japanese Portuguese Russian Spanish Swedish Turkish Welsh
986818

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo