Anno III – Numero 533
AVVISO
Ordine
1. Campagna
antinfluenzale 20142015
2. Crisi occupazionale:
Istituito un fondo di
solidarietà per i colleghi
iscritti all’ albo in stato
di disoccupazione
3. Enpaf, non ci saranno
aumenti sui contributi
2015
4.
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
5. Ecco Liftware, il
cucchiaio di Google per
chi ha il morbo di
Parkinson
Prevenzione e
Salute
6. Per la salute della
prostata meglio evitare i
cibi fritti
7. Burro e carne assolti?
In parte Servono
«giudizio» e
moderazione
8. Farmaci, i pazienti non
seguono le terapie
Mercoledì 03 Dicembre 2014, S. Francesco Saverio, Ilaria
Proverbio di oggi………..
Si nun è zuppa è pan bagnato
ENPAF, NON CI SARANNO AUMENTI SUI
CONTRIBUTI 2015
Non ci saranno aumenti nei contributi previdenziali Enpaf per
il 2015.
Lo ufficializza una nota diffusa ieri dalla newsletter della Fondazione: nella
seduta del 25 novembre scorso, il Consiglio nazionale dell’ente ha confermato
le quote in vigore quest’anno, da versare tramite bollettini emessi dalla
Banca Popolare di Sondrio entro le tre scadenze del
 31 marzo,
Contributo Previdenza Assistenza Maternità Totale
 3 giugno
Intero
4.398
29
15
4.442
 31 luglio.
Doppio
8.796
29
15
8.840
Triplo
13.194
29
15
13.238
Rid. 33,33%
2.932
29
15
2.976
Rid. 50%
2.199
29
15
2.243
Rid. 85%
660
29
15
704
Solidarietà 3%
132
29
15
176
Solidarietà 1%
44
29
15
88
Contributo associativo una tantum: euro 52 (non dovuto dai neoiscritti che
chiedono di versare il contributo di solidarietà )
Sono esclusi dalla riscossione tramite bollettino Mav:
 gli iscritti che non hanno provveduto al pagamento del contributo 2014
secondo le stesse modalità (riceveranno una cartella esattoriale con
l’importo del contributo 2014 non pagato, le sanzioni civili correlate
all’inadempimento contributivo e il contributo 2015),
 gli iscritti che hanno perso il diritto alla riduzione del contributo
 gli iscritti risultati irreperibili nel 2014
(in entrambi i casi riceveranno una cartella esattoriale comprensiva dei
contributi omessi, nonché del contributo 2015).
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
iBook Farmaday
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PAGINA 2
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 533
SCIENZA E SALUTE
ECCO LIFTWARE, IL CUCCHIAIO DI GOOGLE PER CHI HA
IL MORBO DI PARKINSON
Una speranza per i malati di Parkinson: non è un farmaco di ultima generazione o
una nuova scoperta scientifica, che aprirebbe la strada alla sconfitta di una delle
più gravi malattie neurodegenerative.
Si tratta di un semplice cucchiaio che consente a
coloro che ne sono affetti di ridurre il tremore della
mano, permettendo maggiore autonomia durante i
pasti.
Lo ha ideato Liftlabs, un’azienda acquisita da Google
a settembre, specializzata nella realizzazione di
prodotti ad alta tecnologia.
A vederlo, il cucchiaio non sembra molto diverso da
quelli in plastica che si potrebbero trovare nelle
cucine in miniatura per bambine.
Ma, al suo interno, nasconde un sistema di sensori direttamente connessi al dispositivo che neutralizza
il tremore:
 i sensori, infatti, servono a captare i movimenti convulsi della mano, tipico sintomo del morbo di
Parkinson;
 il microchip, a cui vengono trasmessi, li “passa in rassegnaâ€;
 il meccanismo interno, infine, li annulla.
Si è calcolata una riduzione di circa il 76% del tremore e delle sue varie conseguenze: dallo sporcarsi al
perdere parti di cibo nel passaggio dal piatto alla bocca.
La Liftlabs ha annunciato la vendita dell’innovativo cucchiaio a partire da lunedì, al prezzo di 295 dollari
(235 euro). Negli Stati Uniti i malati di Parkinson sono un milione, in tutto il mondo 220; di questi, ben
10 milioni patiscono le sofferenze dei tremori.
Anche la madre di Sergey Brin, uno dei due fondatori di Google, è affetta da questa malattia e lo stesso
Brin è consapevole di avere una predisposizione genetica a svilupparla. Per questo, due anni fa, ha
donato 50 milioni di dollari alla ricerca scientifica contro il morbo.
L’equipe guidata da Anupam Pathak ha messo a punto lo speciale cucchiaio negli stessi laboratori in cui
sono stati realizzati anche i Google glass. Ed è proprio Pathak a esprimere tutto l’entusiasmo per il
successo di questa piccola, utile invenzione:
«Siamo in quattro, come qualsiasi altra start-up di San Francisco. Lavorare nel campus ci ha fatto
sentire molto più creativi, mettendo a frutto le nostre idee nella maniera più proficua possibile. Se
costruisci qualcosa con le tue mani, e vedi che ha un impatto, che funziona, la sensazione è
indescrivibile».
Katelin Jabbari, portavoce del colosso di Mountain View, commenta soddisfatta: «Con questa
innovazione, vogliamo rendere più semplice la vita ai malati. L’obiettivo di lungo termine è quello di
capire come colpisce il morbo e in quali differenti forme alleviarne gli effetti».
Nelle sue parole c’è anche spazio per le coincidenze non casuali:
«Abbiamo deciso di annunciare la vendita proprio questa settimana, quando si avvicina il periodo
natalizio: le festività sono piene di cene di famiglia, che potrebbero mettere in difficoltà molta gente,
soprattutto mangiando.
Desideriamo far rilassare un po’ tutti». (Salute, Il Messaggero)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 533
PREVENZIONE E SALUTE
PER LA SALUTE DELLA PROSTATA MEGLIO EVITARE I
CIBI FRITTI
Le cotture ad alte temperature aumentano il rischio di sviluppare il cancro della
prostata.
Pomodori e crucifere fondamentali per la prevenzione.
Dieta e prevenzione delle neoplasie: il legame è sempre più stretto, anche quando il tumore non
riguarda un organo dell’apparato digerente.
In pochi lo immaginerebbero, ma alcune precauzioni a tavola possono ridurre il rischio di sviluppare il
tumore alla prostata, la forma cancerosa più
diffusa nei Paesi Occidentali negli uomini
oltre i 50 anni.
In Italia, stando ai dati dell’Associazione
Italiana Oncologia Medica (Aiom), ne
soffrirebbero poco meno di 220mila persone.
PRUDENZA CON LE FRITTURE - Che il tumore
alla prostata sia il più diffuso tra gli uomini in
una determinata area geografica non è una
novità assoluta, ma lascia pensare che la
dieta
giochi
un
ruolo
importante
nell’aumentata incidenza della malattia.
L’ultima evidenza emerge da uno studio
pubblicato su The Prostate e sostenuto dal
National Cancer Institute e dal Fred Hutchinson Cancer Research Center che hanno voluto indagare il
ruolo di una dieta ricca di cibi fritti in relazione al cancro della prostata.
Alla ricerca hanno preso parte oltre 1500 uomini affetti da cancro prostatico, messi a confronto con
altrettanti soggetti sani di età compresa tra i 35 e i 74 anni.
A tutti è stato chiesto di compilare dei questionari relativi alle abitudini alimentari, ponendo
l’attenzione sulla frequenza di consumo di cibi fritti.
L’associazione tra abuso di fritture e insorgenza di cancro alla prostata è risultata statisticamente
significativa: negli uomini che avevano dichiarato un consumo medio di tali alimenti di una o più volte
a settimana, è stato notato un aumento percentuale del rischio di ammalarsi oscillante tra il 30 e il
37%.
«La frittura a immersione espone gli alimenti ad alte temperature e rappresenta un fattore di rischio
per il cancro della prostata - spiega Vittorio Krogh, responsabile dell’unità di epidemiologia e
prevenzione dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -.
Tale tipo di cottura porta alla formazione di sostanze potenzialmente cancerogene come l’acrilamide,
le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici».
PREVENZIONE A TAVOLA – Quello condotto a Washington è il primo studio che mette in relazione un
elevato consumo di cibi fritti con un’aumentata incidente di tumore alla prostata.
Ma in passato anche altri metodi di cottura ad alte temperature (sulla piastra, barbecue) erano stati
collegati alla neoplasia. Allo stato attuale, il mantenimento del peso corporeo ideale, un frequente
consumo di pomodori (ricchi in licopene) e crucifere, un impiego non eccessivo di latte, latticini e
carne rossa sono le raccomandazioni utili per un uomo che vuole
prevenire il cancro della prostata.
(Salute, Fondazione Veronesi)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 533
BURRO E CARNE ASSOLTI? IN PARTE
SERVONO «GIUDIZIO» E MODERAZIONE
Nuovi studi indicano che per proteggere cuore e vasi non sarebbe necessario
rinunciare del tutto ai cibi e ai condimenti che contengono grassi saturi
Dietrofront: i grassi saturi non devono fare più paura. O no? Da un lato c’è un “dogmaâ€, quello della
loro pericolosità per cuore, vasi e salute in generale, che resiste da oltre 40 anni; dall’altro nuovi studi
che sembrano scagionare, almeno in parte, questi grassi che si trovano soprattutto (non solo) nei
cibi di origine animale.
Latte e latticini non hanno un effetto negativo sul rischio cardiovascolare
Posto che c’è chi sospetta pressioni commerciali dietro al “revisionismoâ€, la verità sta probabilmente in
mezzo, come spiega Andrea Poli, direttore del Centro Studi dell’Alimentazione Nutrition Foundation of
Italy: «Intanto, non tutti i grassi saturi sono uguali: gli acidi a catena corta del burro non sembrano
avere effetti sfavorevoli, così come l’acido stearico che troviamo nel cioccolato e nella carne di maiale,
che viene facilmente trasformato nell’organismo in acido oleico, il grasso monoinsaturo tipico dell’olio
d’oliva. È ragionevole pensare, alla luce degli ultimi dati, che siamo forse stati troppo restrittivi
soprattutto su latte e latticini perché i grassi saturi di questi prodotti non hanno un effetto negativo sul
rischio cardiovascolare, anzi alcuni dati sembrano perfino suggerirne un’azione protettiva».
«Si è calcolato, ad es. che ogni 15 persone che eliminano i latticini perché si autodiagnosticano
un’intolleranza al lattosio, peraltro non di rado inesistente, si registrano un iperteso e un diabetico in
più perché i nutrienti presenti in questi alimenti (come il calcio) proteggono dalla pressione alta e dalla
resistenza all’insulina.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 533
Inoltre, non pare neppure necessario scegliere il latte scremato o i latticini a basso contenuto di grassi:
può servire se si vuole perdere peso, ma non per abbassare il rischio cardiovascolare. Detto ciò, da qui
a dare il via libera a un consumo “senza freni†di grassi saturi ce ne corre: sappiamo che hanno effetti
non favorevoli sulla steatosi epatica e promuovono meccanismi pro-trombotici e pro-infiammatori. Ed
è incontrovertibile che il colesterolo sia fra i principali fattori di rischio coronarico».
Riguardo a carni e salumi «è un problema di quantità »
Non modificherebbe le indicazioni attuali al consumo di grassi saturi neanche Antonio Caretto,
presidente dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica:
«Le concentrazioni nel sangue dei grassi saturi più comuni nei cibi sono direttamente correlate a un
incremento del pericolo di infarto: non possiamo “liberalizzarne†il consumo.
Carne e salumi non vanno demonizzati, tant’è che sono previsti dalla dieta mediterranea, che senza
ombra di dubbio riduce il rischio cardiovascolare e quello di tumori, diabete, obesità .
È un problema di “dosiâ€: dovremmo mangiare una giusta razione di latticini e una scarsa quantità di
carne, invece tuttora il consumo di grassi saturi è superiore a quello ideale».
Di certo, però, è molto diminuito rispetto a 40 anni fa, ma i difensori dei grassi saturi fanno notare
come il numero di infarti da allora sia diminuito forse più per cure tempestive ed efficaci che non per la
riduzione di questi grassi, visto che nel frattempo è continuata a crescere la percentuale di obesi e
diabetici.
«Molto si spiega con ciò che ha sostituito i grassi saturi. Purtroppo la maggioranza li ha rimpiazzati
con zuccheri e carboidrati raffinati di prodotti industriali, anziché aumentare il consumo di grassi
insaturi».
«Abbiamo puntato sui carboidrati sbagliati, scegliendo quelli ad alto indice glicemico — conferma Poli.
Se avessimo compreso prima l’importanza di questo indice sul metabolismo e avessimo preferito
cereali integrali e pasta, forse non avremmo l’epidemia di diabete e obesità che stiamo fronteggiando
oggi.
I migliori sostituti delle calorie di troppo da grassi saturi restano comunque quelli insaturi, primo fra
tutti l’olio d’oliva, integrato da quote piccole ma significative di oli di semi più ricco in polinsaturi». Sì
quindi alla moderazione: per non rischiare infarti non serve per forza eliminare la carne e tantomeno i
latticini, ma consumarli nell’ambito di una dieta equilibrata e ricca di frutta e verdura. «Un esempio? Il
tuorlo d’uovo abbonda di colesterolo, ma non va abolito: se mangiamo uova a pranzo, basta prendere
verdure o legumi alla sera», chiude Caretto. (Salute, Corriere)
FARMACI, I PAZIENTI NON SEGUONO LE TERAPIE
Solo nella metà dei casi vengono rispettate le indicazioni del medico
Le persone che seguono scrupolosamente le istruzioni dei medici
sull'assunzione dei farmaci sono poche. Secondo gli autori di un'analisi dei dati
si tratterebbe solo del 50% dei pazienti e purtroppo al momento non è stato
ancora individuato un modo per far fronte al problema.
L'analisi, ha preso in considerazione ben 182 studi; la variabilità della
metodologia utilizzata nei singoli studi e quella dei risultati ottenuti non ha
però consentito di trarre delle conclusioni estendibili all'intera popolazione.
“E' una vera sorpresa che l'elevata quantità di ricerche che sono state fatte
non ci abbia permesso di capire un po' meglio come risolvere questo
problema – ha commentato David Tovey, direttore responsabile della
Cochrane Library – “speriamo di contribuire all'ideazione di studi migliori e migliori approcci al
miglioramento dell'aderenza alle terapieâ€. (salute, Il sole 24 ore)