Anno III – Numero 549
AVVISO
Ordine
1. Crisi occupazionale:
Istituito un fondo di
solidarietà per i colleghi
iscritti all’ albo in stato
di disoccupazione
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
Martedì 30 Dicembre 2014, S. Eugenio, Ruggero
Proverbio di oggi………..
Addò sta ‘o Papa, llà è Roma
PROFESSIONE FARMACISTA 2015
INSIEME COSTRUIAMO
IL FUTURO DEI FARMACISTI.
SENZA BARRIERE E SENZA VINCOLI
2. Abbracci, la nuova
arma contro il
raffreddore
3. L'infarto si può
prevenire in 4 casi su 5
Prevenzione e
Salute
4. Fruttosio e glucosio,
ecco quale dei due ci fa
sentire più sazi
5. Macrominerali: tutti i
benefici del potassio
6. Vuoi dormire bene?
Spegni il cellulare
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 549
PREVENZIONE E SALUTE
FRUTTOSIO E GLUCOSIO,
ECCO QUALE DEI DUE CI FA SENTIRE PIÙ SAZI
Studio della University of Southern California su 24 volontari sani tra i 16 e i 25
anni. Differenza di risposta dopo il consumo dei due tipi di zucchero
Non tutti gli zuccheri sono uguali. E non tutti ci saziano allo stesso modo. Se il glucosio che si libera dai
carboidrati complessi - nostra principale fonte di
energia - ci fa sentire sazi più a lungo, ben diverso è
l’effetto innescato dal fruttosio. È questa la
conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori
della University of Southern California.
Dalla ricerca, condotta su 24 volontari sani di etÃ
compresa tra 16 e 25 anni, è emersa una marcata
differenza nella risposta successiva al consumo dei
due tipi di zuccheri.
Fruttosio: mentre il fruttosio aumenta la risposta
dei circuiti di ricompensa del cervello agli stimoli alimentari, aumentando il desiderio di consumare più
cibo, il glucosio produce invece livelli più elevati di ormoni della sazietà (leptina e colecistochinina).
Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, i ricercatori americani hanno esaminato le risposte
cerebrali e la motivazione a mangiare dopo aver sottoposto i volontari dello studio alla visione di
immagini di una torta al cioccolato, dopo aver bevuto una bevanda contenente glucosio o fruttosio.
S’è così visto che l’attivazione del nucleus accumbens, una parte del “circuito di ricompensa†cerebrale,
era maggiore dopo il consumo della bevanda contenente fruttosio rispetto a quella registrata dopo
aver consumato una bevanda contenente glucosio.
Conclusioni? Difficile trarne in maniera categorica, dal momento che i nutrizionisti italiani
preferiscono sempre parlare di qualità complessiva della dieta e non di un singolo nutriente. Ciò su cui
vale la pena di ragionare, però, è l’impossibilità di stimare i livelli di assunzione del fruttosio.
Lo zucchero, oltre che nella frutta, risulta spesso presente nelle bevande, senza indicazioni specifiche
in etichetta. È questa seconda applicazione, diffusasi nell’ambito dell’industria alimentare negli ultimi
decenni, ad aver incrementato l’assunzione del fruttosio, differente dal glucosio soltanto nella forma.
Risale a poco più di due anni fa uno studio pubblicato su The Journal of Nutrition che dimostrava come
lo sciroppo di glucosio-fruttosio predisponesse al diabete, a problemi cardiovascolari e all’obesità .
Alcuni nutrizionisti raccomandano di non superare un consumo pari a 25 grammi al
giorno, ma com’è possibile determinare questa soglia?
Lo sciroppo a base di fruttosio compare infatti nei prodotti da prima colazione, nei succhi di frutta,
negli snack dolci e salati. Quasi mai, però, il suo contenuto in grammi risulta chiaramente indicato sulle
confezioni. Così un gruppo di ricercatori statunitensi ha deciso di determinare sperimentalmente la
dose della molecola in dieci delle 23 bevande dolci e succhi di frutta più venduti negli Stati Uniti.
Misurando una maggiore concentrazione di fruttosio rispetto al glucosio, i nutrizionisti hanno notato
che tutte le bevande testate avevano un profilo di zuccheri diverso da quello atteso.
«Il fruttosio è ben più utilizzato di quanto si pensi e i suoi effetti sono a questo punto da valutare con
attenzione».
In attesa di fare chiarezza, meglio mangiare la frutta a pezzi piuttosto che ripiegare sui succhi.
(salute, La Stampa)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 549
PREVENZIONE E SALUTE
MACROMINERALI: TUTTI I BENEFICI DEL POTASSIO
Ricopre un ruolo fondamentale nel mantenimento della pressione sanguigna e
nella regolazione dell'eccitabilità neuromuscolare
insieme a calcio, magnesio, fosforo, sodio, cloro e zolfo è uno dei
sette macrominerali essenziali, uno di quei minerali di cui il corpo
umano necessita in grandi quantità - più di 100 mg al giorno.
Più precisamente sono circa 3500 i mg che ogni adulto - uomo o
donna - dovrebbe assumerne giornalmente (ma in gravidanza e in
allattamento si dovrebbe arrivare a 5000 mg), anche se in realtà si
è spesso piuttosto lontani dal raggiungere questo quantitativo (e
le donne generalmente risultano avere carenze maggiori rispetto
agli uomini):
si tratta del potassio, minerale che ricopre un ruolo fondamentale
nel bilancio idrico di tutto l'organismo, nel mantenimento della
pressione sanguigna ai giusti livelli, nella regolazione
dell'eccitabilità neuromuscolare e della ritmicità del cuore.
Una corretta assunzione di potassio risulta associata a un 20% in
meno del rischio di morte per tutte le cause,
 alla riduzione del rischio di ictus e infarto (uno studio ha
messo in evidenza che coloro che consumano 4069 mg di
potassio al giorno corrono un rischio inferiore del 49% di morire per cardiopatia ischemica
rispetto a coloro che ne consumano non oltre i 1000 mg al giorno),
 a livelli di pressione sanguigna più bassi,
 alla riduzione della formazione di calcoli renali e alla protezione contro la perdita di densitÃ
minerale ossea e di massa muscolare (uno studio ha messo in evidenza che coloro che
consumano 5.266 mg di potassio al giorno mantengono in media di 1 kg di massa magra in più
rispetto a coloro che hanno un apporto di potassio inferiore del 50%).
L'assorbimento del potassio avviene attraverso l'intestino, mentre la sua eliminazione viene svolta
dalle urine. L'organismo è programmato per eliminarne sempre la stessa quantità : anche in caso di
livelli bassi di assunzione del minerale, quindi, non esiste un meccanismo di "blocco" che ne inibisca
l'eliminazione.
La carenza di potassio può portare a diverse condizioni patologiche tanto più gravi quanto maggiore è
la mancanza del minerale: si va dalla debolezza muscolare e le aritmie cardiache fino ad arrivare a
patologie renali più o meno gravi e al blocco dell'attività cardiaca.
In alcuni e specifici casi è bene che si presti attenzione anche all'eccesso di potassio: chi, ad esempio,
soffre di insufficienza renale rischia infatti di incorrere in un eccesso di potassio all'interno
dell'organismo per l'incapacità dei reni di eliminarlo.
In questo caso i sintomi più frequenti sono astenia, crampi muscolari, ipotensione, bradicardia, fino ad
arrivare all'arresto cardiaco.
Tra i cibi più ricchi di questo minerale essenziali troviamo - in ordine decrescente di importanza l'avocado, le patate, i funghi, la bietola, i fagioli bianchi, i pomodori, la soia, la zucca, la banana e gli
spinaci. In generale è bene ricordare che il potassio tende a disperdersi con la lavorazione degli
alimenti.
(salute, Sole 24ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 549
SCIENZA E SALUTE
ABBRACCI, LA NUOVA ARMA CONTRO IL RAFFREDDORE
Essere stretti da una persona fidata riduce il rischio di contrarre un'infezione
Il legame tra benessere psicologico e salute fisica non è un mistero. Quanto svelato da uno studio
pubblicato su Psychological Science potrebbe però sembrare
quantomeno bizzarro. I ricercatori hanno infatti scoperto che
ricevere abbracci riduce il rischio di prendere il raffreddore.
“Sappiamo che le persone che vivono in contrasto con altre persone
sono meno in grado di sconfiggere i virus dell'influenza.
Sappiamo anche che le persone che dicono di avere un supporto sociale
sono in parte protette dagli effetti dello stress sui problemi psicologici,
ad esempio depressione e ansia. Abbiamo testato se la percezione di
supporto sociale è altrettanto efficace nel proteggersi dalla suscettibilitÃ
alle infezioni indotta dallo stress e anche se ricevere abbracci può almeno in parte essere responsabile
di questa sensazione di supporto e proteggere a sua volta dalle infezioniâ€.
STUDIO: per questo ai 404 adulti coinvolti nello studio è stato fatto compilare un questionario
specifico. Il supporto percepito e gli abbracci ricevuti sono invece stati monitorati attraverso interviste
telefoniche condotte per 14 pomeriggi consecutivi. In seguito i partecipanti sono stati esposti a un
comune virus del raffreddore.
RISULTATI: è stato così scoperto che alla percezione di un maggior supporto sociale corrispondeva
un minor rischio di prendersi il raffreddore; l'effetto protettivo era associato per un terzo agli
abbracci. Nel caso di chi si ammalava, invece, più abbracci e un maggior supporto sociale erano
associati a una riduzione dei sintomi del raffreddore.
“Ciò – sottolinea Cohen – suggerisce che essere abbracciati da una persona fidata può agire come
strumento efficace per trasmettere supporto e che aumentare la frequenza degli abbracci potrebbe
essere un modo efficace per ridurre gli effetti dannosi dello stressâ€.
Secondo il ricercatore ad entrare in gioco potrebbe essere il contatto fisico in quanto tale o il fatto che
l'abbraccio è un gesto che trasmette supporto e intimità . “In entrambi i casi – sottolinea il ricercatore –
chi riceve più abbracci è in qualche modo più protetto dall'infezioneâ€. (salute, Sole 24ore)
VUOI DORMIRE BENE? SPEGNI IL CELLULARE
Secondo un’indagine della National Sleep Foundation USA, il 95%
degli americani smanetta su smartphone e tablet anche pochi
minuti prima di coricarsi e spegnere la luce per dormire;
Guardare la TV, controllare uno status social sul tablet, leggere l’ultima mail di giornata sullo
smartphone o ancora giocare a un videogame e usare il cellulare come sveglia sarebbero le cause di
numerosi disturbi del sonno: in primis il fatto che, lasciandoli accesi, questi device emettono luci e
lucine per le notifiche che disturbano i cicli del sonno e alterano i livelli di produzione di melatonina,
l’ormone del sonno.
Non solo: secondo una ricerca, l’interagire con i dispositivi elettronici appena prima di coricarsi
aumenta i livelli di attività e stress, rendendo più difficile rilassarsi e abbandonarsi al riposo; inoltre
l’emissione di onde elettromagnetiche disturberebbe sia la fase dell’addormentamento che quelle di
sonno profondo. Che fare quindi? La soluzione ideale è anche quella più banale e drastica: il digiuno
da dispositivi elettronici almeno 1 ora prima di coricarsi. Ma è vero anche che molti utilizzano la Tv
come sonnifero, e quindi potrebbero essere utili strategie come mettere il timer per lo spegnimento di
questi dispositivi, oppure metterli in modalità ‘aereo’ interrompendo le notifiche. (Salute e benessere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 549
PREVENZIONE E SALUTE
L'INFARTO SI PUÃ’ PREVENIRE IN 4 CASI SU 5
Niente fumo, niente o poco alcol, corretta alimentazione, controllo del peso e
attività fisica i pilastri per mettere il cuore al riparo
L’infarto sarebbe prevenibile: almeno in 4 casi su 5. A condizione però che si appartenga al sesso
maschile e che si persegua un corretto stile di vita:
 peso corporeo sano,
 dieta salutare,
 astensione dal fumo,
 riduzione del consumo di alcolici,
 regolare attività fisica.
Lo rivela un ampio studio svedese i cui risultati sono
stati pubblicati sul Journal of the American College of
Cardiology.
LO STUDIO - Quasi ventunomila uomini, di etÃ
compresa fra i 45 e i 79 anni, monitorati per circa 11 anni: è questa l’ampia popolazione e il lungo
periodo che ha consentito a un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma, di stabilire
e mettere alcuni punti fermi sulla possibilità di prevenire alcune patologie cardiovascolari, l’infarto in
particolare.
Il merito del sensibile calo già registrato nell’incidenza di malattia, grazie agli avanzamenti tecnologici
e di diagnosi precoce, potrebbe essere ulteriormente migliorato con l’adozione di programmi di
prevenzione ad hoc, ovvero con l’assunzione di un corretto stile di vita.
«Dal nostro studio - spiega la ricercatrice – è stato possibile osservare che a parità di fattori di rischio,
gli uomini che seguivano un regime alimentare adeguato, quindi sano, unito a una regolare pratica
fisica a favore del mantenimento del peso corporeo, avevano probabilità ridotte fino a oltre l’85% di
incorrere in un infarto».
Il profilo di benessere richiedeva però anche l’astensione da fumo e l’introito limitato di alcool o
bevande ad alta gradazione.
PREVENZIONE POSSIBILE ANCHE PER LE DONNE - Appare doveroso chiedersi come mai lo studio abbia
escluso la popolazione femminile.
È ormai noto che le patologie cardiovascolari non sono più esclusivo appannaggio del sesso forte; anzi
stanno sempre più acquisendo una fisionomia di genere.
Tanto più aggravata dal fatto che spesso l’infarto e le patologie del cuore nella donna sono
asintomatiche, o meglio, non manifestano i classici sintomi di dolore al braccio, ma per lo più pallore e
stanchezza un po’ superiore alla norma.
Lo stile di vita sano (o la sua correzione) non è, nella donna, sufficiente per evitare attacchi di cuore?
«Certamente il corretto stile di vita, sia per quanto riguarda l’alimentazione che per l’attività fisica –
spiega Roberto Meazza, responsabile del Centro Ipertensione della Fondazione Ca’ Granda - riduce il
rischio cardiovascolare anche nelle donne, la scelta di osservare una popolazione maschile nello
studio della Akesson, ha inteso eliminare l’influenza sul rischio cardiovascolare globale del periodo
fertile delle donne che sarebbero state comprese nel range di età dei criteri di arruolamento nello
studio». Solo così, con una vita ad hoc, le moderne strumentazioni possono completare il loro ruolo
verso una efficace prevenzione.
(Salute, Fondazione Veronesi)