Anno IV – Numero 554
AVVISO
Ordine
1. Campagna
antinfluenzale 20142015
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
2. La pillola del "pasto
immaginario": fa
credere al corpo di aver
mangiato
3. Stati Uniti, arriva il
"super-antibiotico" che
distrugge i batteri
"invincibili"
4. I farmaci per curare
l’osteoporosi
prevengono i tumori?
Prevenzione e
Salute
5. Separazione
"pericolosa": il divorzio
può causare gravi danni
alla salute
6. Meno pesci nei laghi,
colpa di farmaco per
diabete
Curiosità e Salute
7. falsi miti della salute
Venerdì 09 Gennaio 2015, S. Giuliano, Alessia, Alice
Proverbio di oggi………..
I strunze saglieno semp ‘a galle I cattivi riescono sempre a farsi notare
SEPARAZIONE "PERICOLOSA": IL DIVORZIO
PUÃ’ CAUSARE GRAVI DANNI ALLA SALUTE
Secondo i ricercatori la rottura può provocare ipertensione,
depressione e insonnia, aumentando il rischio di morte
prematura
Il divorzio fa male alla salute. Lo rivela "in via
ufficiale" uno studio secondo il quale la
separazione tra moglie e marito può
provocare stress, ipertensione, depressione e
insonnia, aumentando in questo modo il
rischio di morte prematura. I ricercatori
hanno esaminato 138 persone separate o divorziate per circa otto mesi,
individuando il pericolo principale nelle difficoltà di addormentamento.
Mancanza di sonno: campanello d'allarme - I dati della ricerca mostrano
il legame diretto tra la persistenza dei problemi di sonno dopo la separazione e
la probabilità di insorgenza dell'ipertensione. La situazione di stress violento e
prolungato che segue (e accompagna) il divorzio può inoltre danneggiare
anche gravemente sia il sistema immunitario che quello cardiocircolatorio.
Cercare di "salvare" il proprio matrimonio, quindi, può voler dire evitare
potenziali problemi di salute.
Il rischio a soli due mesi dal "sì": La possibilità di separazione sembra più
probabile per chi presto rinuncia alle "dolci attenzioni" per il proprio partner
sin dai primi 2 mesi che seguono il matrimonio. A rivelarlo è un altro studio
condotto su un campione di 156 coppie sposatesi nel 1981. Uno spiccato
coinvolgimento iniziale lascia spazio a una forma di "abitudinarietà " già dopo il
primo anno. Stando ai dati dei ricercatori, dopo 13 anni:
 68 coppie erano ancora felicemente sposate
 32 unite in maniera infelice
 56 avevano divorziato.
Gli studiosi hanno concluso che "le chance di divorzio dipendono da quanto il
matrimonio cambia rispetto all'ideale romantico nei primi due anni".
(Salute, Tgcom24)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 554
SCIENZA E SALUTE
LA PILLOLA DEL "PASTO IMMAGINARIO":
FA CREDERE AL CORPO DI AVER MANGIATO
Una ricerca americana presenta la fexaramina, una sostanza che avvia il processo
digestivo senza il consumo di cibo e permette all'organismo di bruciare il grasso in
eccesso
Il sogno di ogni persona sovrappeso potrebbe
essere presto esaudito: dagli Usa arriva la pillola che
aiuta a far sparire i chili di troppo. Si chiama
fexaramina ed è un farmaco ancora in fase di
sperimentazione che riesce a "ingannare" il corpo
attivando i processi digestivi con un "pasto
immaginario" per indurlo a bruciare i grassi. I test
hanno dato finora risultati promettenti fermando
l'aumento di peso.
Dimagrire senza fame - Oltre a fermare l'aumento di peso, la fexaramina permette anche di
abbassare i livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue e di minimizzare l'infiammazione.
Ronald Evans, autore dello studio, crede che il farmaco potrà essere presto pronto per la
sperimentazione clinica umana.
"Questa pillola è come un pasto immaginario - ha dichiarato - invia gli stessi segnali che normalmente
partono all'interno dell'organismo quando si ingeriscono grandi quantità di cibo. Per poterlo
immagazzinare il corpo, sulla base di questi segnali, inizia a sgombrare lo spazio. Ma in questo caso le
calorie non ci sono. E non c’è nessun cambiamento dell'appetito".
La lotta alla bilancia - Alla base della pillola c'è un meccanismo che coinvolge il recettore farnesoide
X (Fxr), una proteina che catalizza il processo attraverso cui il corpo rilascia acidi biliari dal fegato,
digerisce il cibo e immagazzina grassi e zuccheri. Questo recettore si attiva all'inizio di un pasto e
spinge l'organismo a bruciare grassi per prepararsi ad accogliere il cibo in entrata.
Possibile trattamento contro l'obesità - La somministrazione via orale e non endovenosa
permette al farmaco di agire in maniera mirata al livello dell'intestino, limitandone gli effetti collaterali
e ottenendo migliori risultati sul fronte bilancia. Ora il team di scienziati sta lavorando per testare
l'efficacia della fexaramina nella lotta contro l'obesità e le malattie metaboliche. †(Salute, Tgcom24)
FALSI MITI DELLA SALUTE
I precetti popolari in difesa della salute sono radicati. E ne nascono di nuovi in
continuazione. Sono sensati? Spesso no. Ecco qualche esempio.
E la birra fa ingrassare? No. L'erronea convinzione nasce dal fatto che i tedeschi - notoriamente
grandi consumatori di birra - tendono a essere molti grassi.
Ma perché allora i giapponesi che devono in media più birra dei
tedeschi sono nell'insieme molto più magri? La birra è la bevanda
meno calorica tra altri alcolici (110 calorie al litro contro le 160
del vino rosso, per esempio). Ma poichè viene bevuta in grandi
quantità , può incidere maggiormente sull'assunzione totale di
calorie. Inoltre una ricerca ha dimostrato che chi beve due birre al
giorno, tende a mangiucchiare meno tra un pasto e l'altro. (Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 554
SCIENZA E SALUTE
I farmaci per curare l’osteoporosi prevengono i tumori?
Due studi indicano che i bifosfonati, comunemente usati contro la fragilità delle
ossa, potrebbero anche contribuire a difendere da certi tipi di cancro a polmoni,
seno e colon
I farmaci più comunemente usati nella cura dell’osteoporosi, i
bifosfonati, potrebbero anche contribuire a prevenire certi
tipi di tumori dei polmoni, del seno e del colon.
A sostenerlo sono sue studi da poco comparsi sulla rivista
Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), i cui
esiti appaiono molto promettenti, sebbene preliminari perché
per ora condotti soltanto in laboratorio e ancora su esseri
umani.
I bifosfonati erano già stati associati, in studi precedenti, ad un
rallentamento della crescita di alcune neoplasie in determinati pazienti e non in altri, ma il
meccanismo e le ragioni per cui questo avvenisse non erano chiari.
In queste due nuove ricerche, un team di ricercatori ha dimostrato che questi farmaci bloccano la
crescita anormale di cellule dovuta a un malfunzionamento di alcuni recettori, ben noti per essere
associati allo sviluppo di alcuni tumori (e alla loro resistenza ad alcune terapie), quelli della famiglia
HER/EGFR.
Meno tumori in chi è in cura con i bifosfonati
Avendo notato che alcune persone in terapia con questi medicinali hanno una minore incidenza di
tumori, gli autori hanno esaminato, utilizzando la Connectivity Map (un database creato per analizzare
le connessioni fra farmaci, malattie e geni), i geni che diventano più o meno attivi nelle persone che li
assumono.
«I bifosfonati potrebbero avere un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento di forme di
cancro molto diffuse - spiega Mone Zaidi.
Si tratta di farmaci già approvati, disponibili, sicuri e in uso da anni, il che è un chiaro vantaggio sia per i
pazienti che per la sostenibilità economica a carico del sistema.
Ora dobbiamo soltanto verificare su persone sane e pazienti ciò che abbiamo scoperto e confermato
su cavie di laboratorio».
Scoperta interessante, servono conferme
«La crescita di molti tumori (soprattutto del polmone, della mammella e del colon) è guidata da
mutazioni somatiche di recettori tirosin-kinasici appartenenti alla famiglia dell’HER/EGFR - spiega
Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina
Elena di Roma.
Alcune mutazioni a carico di queste proteine recettoriali possono portare alla loro costante attivazione
e di conseguenza a una divisione cellulare incontrollata, uno dei fattori di predisposizione per sviluppo
del cancro.
Questo studio preclinico su linee cellulari tumorali e topi nel trattamento e nella prevenzione della
crescita tumorale - continua l’esperto - mostra un potenziale ruolo dei bifosfonati, farmaci giÃ
ampiamente utilizzati in clinica nel trattamento delle metastasi ossee.
Infatti in questi studi, queste molecole si sono dimostrate in grado di legarsi ai recettori della famiglia
HER/EGFR, impedendo la trasmissione del segnale di crescita.
Ulteriori studi clinici, su persone, sono necessari per confermare questo promettente risultato e per
una loro applicazione in futuro nella pratica clinica». (Salute, Corriere)
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Anno IV – Numero 554
SCIENZA E SALUTE
STATI UNITI, ARRIVA IL "SUPER-ANTIBIOTICO" CHE
DISTRUGGE I BATTERI "INVINCIBILI"
Scoperta da un team di ricercatori dell'Università di Boston, la teixobactina è in
grado di annientare tre dei ceppi più pericolosi facendo crollare le cellule del loro
involucro
Un gruppo di ricercatori della Northeastern University di
Boston ha messo a punto un nuovo "super-antibiotico" in
grado di annientare i batteri resistenti alle cure
antimicrobiche. Si tratta della teixobactina, che uccide tre
dei più pericolosi "superbatteri" facendo crollare le cellule
del loro involucro.
Secondo i ricercatori l'eventualità che questi ceppi
sviluppino resistenza anche contro il nuovo antibiotico non si verificherà per almeno 30 anni.
Un'arma provvidenziale - Sulle pagine della rivista Nature, lo studio spiega che molti degli
antibiotici finora ricavati, erano prodotti analizzando i microorganismi del suolo, ma già dagli Anni '60
si erano esauriti i batteri coltivabili in laboratorio.
Analizzando circa 10mila composti antimicrobici, il team guidato da Kim Lewis ha scoperto che la
teixobactina riesce a debellare tre dei batteri più pericolosi e resistenti in circolazione:
 il Clostridium difficile,
 il Mycobacterium tuberculous
 lo Staphylococcus aureus.
Questa molecola riesce ad ottenere i suoi effetti legandosi a bersagli multipli, molecole di lipidi e non
proteine, come gli altri antibiotici, rallentando così lo sviluppo di eventuali resistenze.
La minaccia globale dei "superbatteri" - Resistono alle cure antibiotiche e in alcuni casi
provocano infezioni mortali.
Sono i cosiddetti "superbatteri", che costituiscono la nuova minaccia alla salute globale.
Secondo il rapporto sulla resistenza antimicrobica pubblicato dall'Oms nel 2014, questi ceppi
"invincibili" hanno causato in totale almeno 25mila morti nella sola Unione Europea e una spesa
sanitaria di circa 1,5 miliardi di euro.
Dall'India all'Europa e gli Stati Uniti, sono sempre più frequenti i casi di infezioni causate da
Streptococchi, Klebsielle ed escherichia coli, che diventano incurabili perché non rispondono agli
antibiotici. La minaccia si estende anche ad alcuni ceppi di tubercolosi iper resistenti.
Italia tra i Paesi più a rischio - Il nostro Paese è tra quelli con la più alta percentuale di resistenza
per (quasi) tutti i ceppi di batteri.
La resistenza ai carbapenemi del batterio Klebsiella Penumonie, ad esempio, in Italia è tra il 25 e il
50%, seconda solo alla Grecia, mentre quella alla terza generazione di cefalosporine, sempre per la
Klebsiella, ci vede nella fascia peggiore, quella tra il 25 e il 50%.
Lo stesso discorso vale per Escherichia Coli e Acinetobacter, due dei batteri che causano più
comunemente infezioni, mentre anche per lo Stafilococco Aureo resistente alla Meticillina, la cui
percentuale di resistenza agli antibiotici è in calo in tutta Europa, l'Italia ha percentuali da primato
europeo, fra il 25 e il 50%.
Una situazione preoccupante al punto che i pediatri italiani hanno lanciato l'allarme, evidenziando
come l'uso eccessivo di questi farmaci ha fatto sì che ormai il "bagaglio antibiotici" si sia "esaurito" e
che non si potrà contare su nuove molecole per almeno i prossimi 5 anni.
(Salute, Tgcom24)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 554
PREVENZIONE E SALUTE
Meno pesci nei laghi, colpa di farmaco per diabete
Succede nel «Michigan». La metformina agisce su alcuni geni che regolano
riproduzione di questi animali. Allarme anche per i batteri resistenti agli
antibiotici
Il miglior modo per comprendere il mercato di un farmaco è
sempre stato l’analisi dei dati di vendita provenienti dalle
farmacie.
Ora, grazie ai sempre più sofisticati metodi di indagine, è
possibile risalire al numero analizzando le acque di scarico.
Così facendo si è scoperto che nel lago Michigan (Stati Uniti )
finiscono elevate quantità di metformina, una molecola
comunemente utilizzata per il trattamento del diabete.
Quantità tutt’altro che trascurabili: secondo una ricerca
pubblicata dalla rivista Environmental Toxicology la
metformina presente nelle acque sembrerebbe in grado di
alterare in negativo il ciclo riproduttivo dei pesci.
ACQUA, SPECCHIO DEI CONSUMI : Negli scorsi anni uno
studio tutto italiano dell’Istituto Mario Negri – ha rilevato che nelle acque del fiume Po scorrono i
residui di oltre 40 mila dosi giornaliere di cocaina.
Un numero impressionante -relativo alla sola fascia geografica compresa Torino a Pavia- che, tradotto
in percentuale di persone che consumano la droga, è pari a circa al 2,7% di popolazione compresa tra i
15 e i 35 anni.
Ciò che è stato fatto con la cocaina è possibile replicarlo con molte altre molecole che assumiamo ogni
giorno. E’ questo il caso della ricerca statunitense sulla metformina.
CICLO RIPRODUTTIVO ALTERATO : Analizzando le acque del lago Michigan gli scienziati hanno
rilevato la presenza di diverse molecole come antibiotici, caffeina e metformina.
Quest’ultima, non essendo totalmente assorbita dall’intestino, finisce inevitabilmente in acqua.
Se nell’uomo viene però utilizzata per il trattamento del diabete, nulla sappiamo sugli effetti a livello
dell’ecosistema del lago.
Per dissolvere ogni dubbio i ricercatori, in laboratorio, hanno sottoposto alcuni pesci a concentrazioni
di metformina pari a quelle rilevate nelle acque del lago.
Dopo quattro settimane gli scienziati hanno scoperto che nei pesci maschi erano presenti delle
alterazioni a livello di quei geni che regolano la produzione dei gameti.
Alterazioni negative in grado di danneggiare il ciclo riproduttivo.
BATTERI NELL’ACQUA, ALLARME PER SALUTE PUBBLICA : Come spiega la professoressa Melissa
Lenczewski, esperta di inquinamento delle acque alla Northern Illinois University, «per anni si è
ipotizzato che il volume di acqua nell’area dei grandi laghi fosse così immenso da diluire senza nessun
problema i residui delle molecole in arrivo dagli impianti di trattamento delle acque».
Una teoria che alla luce di questi risultati potrebbe essere rivista. Il caso della metformina non è
isolato. Sono moltissimi i prodotti che ogni giorno finiscono nelle acque. Gli antibiotici, soprattutto per
utilizzo animale, potrebbero rappresentare un vero pericolo. «Il dato è allarmante. Stiamo
continuando a rilasciare farmaci nei corsi d’acqua. Oggi è possibile ritrovare ceppi batterici resistenti
proprio in prossimità degli scarichi» conclude la Lenczewski. Un problema che potrebbe diventare
presto di salute pubblica. (Salute, La Stampa)