Anno IV – Numero 555
AVVISO
Ordine
1. Campagna
antinfluenzale 20142015
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
2. Usa, selfie-mania
compromette salute
maschile: rischio
disturbi psicologici
Prevenzione e
Salute
3. Dipendenza da
telefono cellulare crea
vere crisi d'astinenza
4. L’esercizio fisico è la
prima cura per la
pressione alta
5. Gengive sane: ecco
come mantenerle pulite.
Consigli per adulti e
neonati
6. Un po' di mandorle al
giorno riduce
colesterolo e peso
7. Un avocado al di'
migliora livelli
colesterolo cattivo
Curiosità e Salute
8. falsi miti della salute
Lunedì 12 Gennaio 2015, S. Modesto, Tatiana
Proverbio di oggi………..
Vutà fuoglio! Cambiare discorso!
DIPENDENZA DA TELEFONO CELLULARE
CREA VERE CRISI D'ASTINENZA
La dipendenza dal proprio cellulare sta diventando un
problema grave.
Tanto che se ci si separa dal proprio
telefonino si rischia una sorta di crisi
d'astinenza che può portare a un
aumento della frequenza cardiaca e dei
livelli di pressione arteriosa, nonchè a
sentimenti di sgradevolezza e ansia.
A scoprirlo è stato uno studio pubblicato sulla rivista Journal of ComputerMediated Communication said. Lo studio è stato condotto eseguendo una
serie di test sugli utenti dell'iPhone.
Risultati: "I risultati suggeriscono che la separazione dall'iPhone puo' avere un
impatto negativo sulle prestazioni nei compiti mentali". "Inoltre, i risultati dello
studio suggeriscono che l'iPhone è in grado di diventare un prolungamento di
noi stessi in modo tale che, quando ci si separa, sperimentiamo una
diminuzione del nostro 'se'' e uno stato fisiologico negativo". (Agi)
FALSI MITI DELLA SALUTE
I precetti popolari in difesa della salute sono radicati. E ne
nascono di nuovi in continuazione. Sono sensati? Spesso no.
Ecco qualche esempio.
La sauna fa dimagrire?
Una sauna da certamente un senso di
benessere, ma non ha fatto perdere un
grammo a nessuno. Fa perdere molta acqua,
dando l'impressione di un calo di peso che è
soltanto temporaneo: l'organismo provvederÃ
a riacquistare tutta l'acqua persa nella grande sudata. (Focus)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
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Anno IV – Numero 555
PREVENZIONE E SALUTE
L’ESERCIZIO FISICO È LA PRIMA CURA
PER LA PRESSIONE ALTA
In un nuovo studio americano l’ennesima prova convincente del ruolo
fondamentale del fitness per ridurre i rischi cardiovascolari
Fitness e ipertensione non vanno d’accordo: tenersi ben in forma diminuisce i rischi di sviluppare
quell’ipertensione che uccide. Lo dimostra una nuova ricerca appena pubblicata sul Journal of the
American Heart Association.
A colpi di fitness
É il «killer silenzioso e invisibile», secondo Oms: l’ipertensione arteriosa
non dà sintomi, non è una malattia ma è la prima causa di mortalità al
mondo. Ne soffre ben un italiano su tre.
Questo nuovo, importante studio scientifico asserisce che esiste un
semplice ed efficace modo per prevenirla:
«Se fai esercizio e sei in forma, le possibilità di sviluppare ipertensione
sono molto più scarse di quelle di una persona che, a parità di altre caratteristiche, non è in forma
fisica, non è allenata - dichiara Mouaz H. Al-Mallah, M.D., uno degli autori principali e cardiologo
all’Istituto Cardiologico e Vascolare Henry Ford di Detroit, Michigan –
Il livello di ‘fitness’ è un forte predittore di chi sviluppa ipertensione e chi no». L’ipertensione è associata
con tantissime malattie – e conseguenti costi sanitari:
 danneggia cuore e arterie, aumentando il rischio di attacchi cardiaci,
 danneggia reni, vista, memoria;
 favorisce la disfunzione erettile a tante altre patologie.
Lo studio
Tra il 1991 e il 2009, oltre 57mila tra i partecipanti sono stati sottoposti a test da sforzo cardiaco in
quanto soffrivano di dolore al petto o fiato corto, e per escludere l’ischemia.
Gli studiosi hanno misurato la forma fisica delle persone calcolando il loro dispendio energetico in
METs, un’unità di misura che si usa per stabilire il costo metabolico di un’attività fisica tramite la stima
della quantità d’ossigeno che il corpo utilizza per ogni chilogrammo di peso corporeo al minuto.
Un MET corrisponde alla quantità consumata a riposo; ogni quantità al di sopra di 1, corrisponde allo
sforzo fisico, e a maggiore intensità d’esercizio corrisponde numero più alto di MET.
Risultati
Innanzitutto, la correlazione tra fitness e ipertensione è risultata evidente per tutti i soggetti a
prescindere da età , genere, razza, obesità , diabete e pressione arteriosa, i cui valori normali a riposo
sono 120/80, mentre è alta (ipertensione) dai 140/90 in su.
Negli esperimenti, i partecipanti che raggiungevano al massimo i 6 METs dopo l’esercizio fisico
avevano oltre il 70% di possibilità di avere la pressione alta, contro meno del 50% tra coloro i cui METs
misuravano da 12 in su.
Degli 8.053 casi di ipertensione diagnosticati nel corso dello studio, il 49% delle persone rientrava nel
gruppo dal livello di fitness basso (meno di 6 METs) mentre il 21% faceva parte del gruppo fitness alto
(più di 12 METs).
«Questo è un chiaro messaggio per tutti: è molto importante mantenersi in forma» - dice Al-Mallah.
Ulteriori studi dovranno misurare quanto aumentare e diminuire l’attività fisica nel corso del tempo
abbia un impatto sul rischio d’ipertensione. In ogni caso, «aumentare i livelli di esercizio e di fitness
protegge da molte malattie» - conclude il medico. (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 555
PREVENZIONE E SALUTE
GENGIVE SANE: ECCO COME MANTENERLE PULITE.
CONSIGLI PER ADULTI E NEONATI
Troppo spesso trascurate, le gengive in salute sono cruciali per la bocca, e per tutto
il corpo. E si possono iniziare a pulire fin dai primi giorni di vita
A volte non ci facciamo neanche più caso, tanto ci siamo abituati: le nostre gengive sono infiammate.
Una condizione diffusissima, facilmente prevenibile, inopportuna. Ecco come mantenere sane le
gengive.
Il rischio è quello della parodontite: Fanno male, soprattutto quando ci si
passa lo spazzolino. A volte sono gonfie, e sanguinano. L’infiammazione delle
gengive non è da prendere sottogamba:
il rischio è quello della parodontite, l’infezione che si espande agli altri tessuti di
sostegno del dente, incluso il «legamento», la struttura che sta tra la sua radice
e l’osso, conducendo alla perdita dell’attacco dei denti, e in fase terminale alla loro caduta.
É la ragione principale per cui le persone perdono i denti, ed è una patologia subdola, perché i sintomi
e il dolore sono facilmente ignorabili. Non solo: gli stessi batteri che ne sono responsabili sono legati a
altre gravi malattie, dal diabete all’enfisema al rischio di attacco cardiaco.
La buona notizia è che tutto ciò si può facilmente prevenire con un’intelligente e regolare pulizia
della bocca. Quasi tre quinti della popolazione italiana soffre di una qualche forma di patologia
infiammatoria che colpisce il tessuto di sostegno del dente, in forma più o meno grave. Responsabili
della gengivite sono sempre loro: i batteri che producono la placca – ne sono stati contati più di 300.
La loro presenza non è dovuta solo a igiene orale insufficiente: fumo (che rallenta il flusso sanguigno
nelle gengive), cattiva alimentazione, stress, cambiamenti ormonali e alcune malattie possono esserne
la causa. In ogni caso, l’importante è debellarli mantenendo la bocca pulita e sana.
Bene negli angoli : Premesso che un buon professionista dell’igiene dentale va visto una-tantum, e
subito nei casi d’infiammazione grave, per una regolare ed efficace pulizia non servono spazzolini ipertecnologici e colluttori costosi. L’importante è sviluppare la pazienza di prendersi cura della propria
bocca. Spazzolate ogni angolo della vostra cavità orale, due volte al giorno, con molta cura. E poi, a
pranzo, filo, scovolino o, ancora meglio, bastoncini di legno – ci sono quelli in farmacia, fatevi spiegare
come utilizzarli, e imparate dai senegalesi, sempre con un bastoncino di tamarindo e di nèp nèp (acacia
nilotica) in bocca! Non lasciate passare più di 12 ore senza una pulizia accurata.
L’acqua va usata con moderazione: i batteri vi sguazzano dentro; denti e gengive si lavano benissimo a
secco, e quando riponete lo spazzolino, asciugatelo, e magari pulitelo con acqua ossigenata fino a
quando l’infiammazione non si è calmata. E buttate via i cappucci di plastica da spazzolino: sono delle
vere e proprie serre da batteri; avvolgete casomai in un pezzo di carta. Un dentifricio al fluoro andrÃ
benissimo; potete usarlo solo per l’ultima spazzolata, e senza risciacquo.
Dopo i bastoncini, le piante: Ci sono piante che ci aiutano a mantenere gengive sane. Una
validissima è l’aloe vera, la cui efficacia nel trattamento delle malattie parodontali è stata
scientificamente dimostrata. Potete applicare un gel sulle gengive – per i gel va bene anche il tea tree
(la melaleuca), da non applicare però in forma di olio essenziale puro.
Una formula vincente può essere liquirizia-echinacea-ossicocco (il cranberry, mirtillo rosso americano),
o altra preparazione fitoterapica con cui fare i risciacqui. Per un infuso calmante da risciacqui vanno
bene malva o camomilla (concentrate). L’echinacea si può utilizzare anche in forma di tintura – ma
quella di mirra è più specifica per la gengivite. Se volete rimanere sul semplice, non sottovalutate il
sale marino: scioglietelo nell’acqua calda e sciacquatevi la bocca 3 volte al giorno, è un buon
antinfiammatorio e aiuta anche a lenire il dolore.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 555
Fin dai primi giorni, col bonus del bicarbonato . Lavarsi i denti è una delle prime azioni di cura
personale che imparano i bambini. In realtà bisogna insegnare loro l’importanza di mantenere in forma
anche le gengive (e la lingua), spazzolandosele come i denti.
Non solo: le gengive sono lì anche quando non sono ancora spuntati i primi dentini, bisogna dunque
occuparsi delle arcate dentali fin dai primi giorni di vita.
Le gengive del neonato si devono pulire quotidianamente (volendo dopo ogni poppata), ed è
fondamentale continuare coi bimbi piccoli, soprattutto se si ha l’abitudine – non geniale dal punto di
vista dell’igiene orale – di farli addormentare con sostanze zuccherine tipo il miele sul cuccio.
Esistono appositi ditali di gomma, altrimenti si può passarvi con delicatezza una garza appena
inumidita.
Un prezioso alleato è il bicarbonato: vi si può intingere la garza – con una quantità moderata. Il
bicarbonato serve tutta la vita: un’ottima abitudine da prendere da adulti è quella di sostituire il
bicarbonato al dentifricio nella pulizia serale della bocca, una volta alla settimana.
(Salute, Corriere)
PREVENZIONE E SALUTE
UN PO' DI MANDORLE AL GIORNO RIDUCE
COLESTEROLO E PESO
Una manciata di mandorle al giorno potrebbe aumentare la durata e la qualitÃ
della vita.
Secondo uno studio della Pennsylvania State University, questo
alimento infatti sarebbe ricco di sostanze nutritive capaci di
ridurre il colesterolo, mantenere la linea e di allontanare il
rischio di sviluppare una malattia cardiaca.
Per questo i ricercatori sono convinti che consumare circa 42
grammi al giorno di mandorle potrebbe ridurre il rischio di
morte precoce.
Per arrivare a queste conclusioni, pubblicate sul Journal of the American Heart Association, i ricercatori
hanno confrontato le diete di 52 persone in sovrappeso, di adulti di mezza eta' con colesterolo alto per
12 settimane.
Gia' studi precedenti hanno dimostrato che una dieta ricca di mandorle e' legata a un miglioramento
della salute del cuore, ma questo e' il primo grande studio condotto sull'argomento.
Come parte dell'esperimento metà dei soggetti e' stato invitato a mangiare:
 dei muffin di banane per 6 settimane che hanno fornito la stessa quantità di calorie delle
mandorle intere naturali, mangiate dall'altra metà del gruppo.
 mandorle intere naturali.
Risultati: Nonostante le differenze di peso fra i due gruppi di soggetti, la dieta a base di mandorle e'
stata associata a una riduzione significativa del grasso che si accumula sul girovita e sulle gambe.
Non solo. Le mandorle sono state associate anche a una riduzione del colesterolo e, di conseguenza, a
una riduzione del rischio si sviluppare malattie cardiache.
(Agi)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 555
PREVENZIONE E SALUTE
Un AVOCADO al di' migliora livelli colesterolo cattivo
Un avocado al giorno leva il cardiologo di torno.
Uno studio ha infatti scoperto che questo alimento è in grado di
tenere a bada il colesterolo cattivo, riducendo il rischio di avere un
attacco cardiaco. Nello studio sono stati coinvolti 45 pazienti sani, in
sovrappeso o obesi di età compresa tra i 21 e i 70 anni. Per due
settimane i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di seguire la
tipica dieta di un americano medio, cioè con
 il 34% di calorie provenienti da grassi,
 il 51% da carboidrati
 il 16% da proteine.
In seguito, i partecipanti sono stati suddivisi in modo da far seguire loro tre diete diverse per
abbassare il colesterolo. In particolare, un gruppo ha seguito una:
I. dieta a basso contenuto di grassi che non prevedeva il consumo di avocado;
II. un secondo gruppo ha seguito una dieta a moderato contenuto di grassi anche senza avocado;
III. dieta a moderato contenuto di grassi con il consumo di un avocado al giorno.
Le diete sono state seguite per 5 settimane. Durante tutto il periodo di studio i ricercatori hanno
effettuato esami del sangue a campione sui soggetti.
RISULTATI: e' emerso che, nonostante la dieta a basso contenuto di grassi avesse un minor apporto
calorico rispetto agli altri due a medio contenuto (24 % di calorie da grassi contro il 34 %), le analisi del
sangue hanno rivelato che alla fine della dieta che comprendeva gli avocado il livello di colesterolo LDL
era calato di 13 punti e mezzo in confronto al valore medio (13,5 milligrammi per decilitro in meno).
Addirittura il doppio se comparato col valore riscontrato dopo la dieta a basso contenuto di grassi (7,4
mg/dl in meno). "Questo dimostra che l'apporto di acidi grassi monoinsaturi fornito dagli avocado
riesce a far calare drasticamente il colesterolo cattivo". (AGI)
USA, SELFIE-MANIA COMPROMETTE SALUTE MASCHILE:
RISCHIO DISTURBI PSICOLOGICI
Una ricerca della Ohio State University condotta su 800
uomini dai 18 ai 40 anni rileva che l'ossessione per
l'autoscatto è associata a depressione
Narcisi, egoisti e antisociali. Gli uomini ossessionati dall'autoscatto, per i
quali ogni scusa è buona per farsi un selfie e pubblicarlo sui social network, possono presentare dei
tratti psicopatici legati all'aggressività che possono sfociare in depressione e problemi alimentari.
La ricerca ha coinvolto 800 uomini fra i 18 e i 40 anni, ai quali è stato chiesto di compilare un
questionario online. Ai soggetti è stato domandato con quanta frequenza pubblicano le loro foto su
Facebook o Instagram e quante volte modificano le immagini prima di pubblicarle. L'ossessione per la
condivisione dei propri selfie online nasconde, secondo gli autori della ricerca, una mancanza di
empatia collegata ad atteggiamenti impulsivi e narcistici. "Lo studio - dimostra quanto la
pubblicazione continua di selfie, fenomeno preoccupante soprattutto tra i ragazzi, sia fonte di disturbi
legati alla sfera psicologica. Chi è ossessionato ha un problema di compulsività che andrebbe
assolutamente curato. La selfie-mania, produce grande vuoto interiore perché basata sull'apparenza, e
può portare a patologie psichiche come anoressia e disturbi ossessivi di controllo". (Salute, Tgcom24)