Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli
  • Home
  • Attività
    • Commissioni
    • Eventi
  • Ordine
    • Uffici
    • Storia
    • Statuto
    • Deontologia
    • Albo Professionale
    • Libro Centenario
    • Carta dei servizi
    • Giuramento del Farmacista
    • Organigramma
  • Servizi
    • ECM →
      • Prenota ECM
    • Circolari Ordine
    • Circolari FOFI
    • Iscrizione
    • farmaDAY
    • Autocertificazioni
    • Per il Cittadino →
      • Guardie Mediche
      • Distretti
      • Presidi
      • Farmacie ~ Punto Salvavita
      • Farmacie e Parafarmacie
      • Detrazione Fiscale
      • Informazioni sui Farmaci
    • Concorsi
    • Richieste →
      • Tesserini
    • Per il Farmacista →
      • Leggi, Decreti e Normative
      • Enpaf
      • Prenotazione corso di tutoraggio inoculazione
    • Tirocini
    • Modulistica
  • Galleria
    • Immagini
    • Video
  • News
    • Rassegna Stampa
    • News
Anno IV – Numero 562 AVVISO Ordine 1. Crisi occupazionale: Istituito un fondo di solidarietà per i colleghi iscritti all’ albo in stato di disoccupazione Notizie in Rilievo Scienza e Salute 2. Hai cosce e sedere grossi? I tuoi figli saranno più intelligenti 3. Colesterolo, non serve dire addio alle uova 4. Ossessione per i muscoli? Attenti alle arterie! Prevenzione e Salute 5. La pulizia della pelle: quando e come farla? 6. Indumenti «compressivi» e sport Mercoledì 20 Gennaio 2015, S. Agnese Proverbio di oggi……….. Mentre ‘o miedeco sturèa, ‘o malato se ne more Mentre il medico studia, il malato muore HAI COSCE E SEDERE GROSSI? I TUOI FIGLI SARANNO PIÙ INTELLIGENTI Studio della Pittsburgh University, Pennsylvania: “Il grasso contenuto in queste zone particolarmente ricco di DHA è un deposito per costruire il cervello di un bambino” Donne non disperate se pensate di avere qualche chilo di troppo sul sedere e nel contorno cosce. Secondo uno studio della Pittsburgh University, Pennsylvania, questo aiuterebbe invece a mettere al mondo figli più intelligenti. «Il grasso contenuto in queste zone è un deposito per costruire il cervello di un bambino», ha detto Will Lassek, autore dello studio riportato nel libro «Why Women Need Fat» («Perché le donne hanno bisogno di grasso»). I ricercatori, infatti, hanno scoperto che il grasso contenuto sulle natiche e nel contorno cosce contiene delle cellule che, quando vengono trasmesse al bimbo tramite l’allattamento, potrebbero contribuire ad aumentare l’intelligenza del bambino. «Il grasso contenuto in quelle zone è particolarmente ricco di DHA (acido docosaesaenoico), che è una componente particolarmente importante nel cervello umano». «Sembra che le donne si siano evolute per accumulare questi grassi e mantenerli fin quando il bambino arriva». Questo spiegherebbe perché le donne hanno più grasso corporeo. Un po’ come gli orsi che vanno in letargo o le balene che vivono nei freddi mari artici. Questo surplus di grasso andrebbe perso, secondo i ricercatori, durante l’allattamento, cioè quando è necessario per il cervello del bambino. Le madri che allattano al seno perdono in genere un chilo di grasso, che equivale a mezzo chilo del peso totale, al mese. (Salute, La Stampa) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 562 PREVENZIONE E SALUTE LA PULIZIA DELLA PELLE: QUANDO E COME FARLA? Pulizia della pelle, croce e delizia di tutte le donne, dallo strucco alla detersione bisogna stare attenti ad alcuni passaggi. I consigli del dermatologo Stanca, opaca, sensibile, tirata, secca, grassa. Sono mille i volti della pelle e l’inquinamento cittadino, tra gas di scarico e piogge sporche, non aiuta certo a proteggere l’organo più esteso che abbiamo. «La pelle è aggredita principalmente da due tipi di sporco – spiega il professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas e docente dell'Università degli Studi di Milano –, da una parte lo sporco grassoso, quello composto da sostanze untuose che possono avere un’origine ambientale ma anche provenire dalla composizione di cosmetici con basi grasse. L’altro sporco da temere è lo sporco corpuscolato, composto dalle polveri del particolato prodotte principalmente dalla combustione». Le minacce per la pelle: Tutte queste sostanze formano un mix chimico che fa sfiorire la pelle. Gli effetti possono anche essere più profondi, perché le sostanze tossiche che si accumulano sul derma possono essere assorbite e possono alterare la natura delle cellule della pelle. Pulire la pelle, quindi, non è una pratica superficiale. «La pelle, soprattutto quando secca o grassa, va pulita almeno ogni sera, ma seguendo alcune precauzioni che molto spesso nelle profumerie in cui acquistiamo detergenti e struccanti non ci spiegano – avverte lo specialista –. Per esempio da soli ci accorgiamo che a volte l’acqua non è sufficiente a mandare via le sostanze accumulate sulla pelle. C’è bisogno di detergenti appositi, saponi specifici per la pelle. Scegliamoli tra quelli meno aggressivi, che ad esempio sono privi di sodium laurethl sulfate (la cui sigla è SLS) che ha un’azione molto seccante sulla pelle». Struccarsi con il latte detergente. Sì, ma dopo... Le donne hanno con la pulizia della pelle un rapporto ancora più complicato. «Oggi vanno di moda prodotti cosmetici sempre più resistenti, molto compatti, che usano grassi di origine sintetica come i siliconi – spiega il professor Monti –. Si tratta di prodotti che possono essere letteralmente “sciolti” solo con altri grassi, come i latti detergenti che sono talvolta a base di olio di vasellina o di derivati del petrolio, come la paraffina». La trappola per la pelle è dietro l’angolo. «L’uso del latte detergente rimuove il primo grasso, ma lascia altro grasso sulla pelle, spesso peggiore del primo – spiega l’esperto – per cui dopo ogni operazione consiglio di lavare la pelle con saponi delicati e tanta acqua. Stessa operazione la mattina, quando basta un bel risciacquo con acqua prima di affrontare la giornata». (Salute, Humanitas) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 562 SCIENZA E SALUTE COLESTEROLO, NON SERVE DIRE ADDIO ALLE UOVA Finiscono periodicamente sul banco degli imputati come indiziate numero uno del colesterolo alto, ma le uova non devono necessariamente sparire dalla dieta. Per alcuni un antico adagio potrebbe suonare così: è nato prima l'uovo o il colesterolo? Le uova scontano un pregiudizio diffuso ed errato che allontana molti dal consumo, dimenticando i benefici di questo alimento, anche per chi ha il colesterolo alto. «Le uova sono un cibo altamente nutriente, fonte di proteine e vitamine del gruppo B e micronutrienti tipo lo zinco – spiega il dottor Cesare Berra, Responsabile dell'Unità Operativa di Diabetologia di Humanitas –. È vero che le uova sono alimenti ricchi di colesterolo, ma posseggono anche sostanze importanti dal punto di vista nutrizionale e quindi in assenza di patologie particolari, per le quali è consigliabile chiedere consiglio al medico, se ne possono consumare 3-4 alla settimana». Il ruolo del colesterolo La battaglia contro il colesterolo fa spesso dimenticare che la sua presenza nell'organismo è indispensabile, perché «è un importante costituente della membrana cellulare – ricorda Berra – e dal colesterolo parte la sintesi della struttura di molti ormoni». Solo il 20% del colesterolo arriva dall'alimentazione, mentre l'80% viene sintetizzato dall'organismo. Quindi eliminare le uova è sbagliato, ma limitarne l'uso consigliato. «Il consumo di uova – continua lo specialista – è controindicato per chi soffre di calcoli alla cistifellea, ma possono essere consumate con moderazione per chi soffre di ipercolesterolemia”. Le uova sono, invece, un argomento interessante per accendere un faro sul colesterolo. Se è alto e non cala con una dieta drastica solo lo specialista di malattie metaboliche può aiutare a capire il perché. «L’ipercolesterolemia può anche non dipendere dall’eccessivo apporto di grassi animali con la dieta – sottolinea il dottor Berra –, ma essere causata da una eccessiva produzione del soggetto, come nelle cosiddette ipercolesteolemie familiari di origine genetica, e pertanto maggiormente indicate per la terapia farmacologica». Bisogna distinguere tra colesterolo buono e colesterolo cattivo I valori del colesterolo alto vanno letti con attenzione, distinguendo tra quello buono (HDL) e quello potenzialmente dannoso rappresentato dal colesterolo non-HDL, quindi ldl e Vldl. Il passo successivo è la terapia. «Oltre a una dieta adeguata e all'attività fisica bisogna ricorrere a un trattamento farmacologico specifico – dice lo specialista –, che attualmente è rappresentato dalle statine». Ma attenzione, non si può ricorrere a terapie periodiche o a cicli. Lo ricorda lo specialista: «È sempre il medico che deve prescrivere e monitorare la terapia, che deve essere quotidiana e continuativa». (Salute, Humanitas) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 562 SCIENZA E SALUTE OSSESSIONE PER I MUSCOLI? ATTENTI ALLE ARTERIE! Studi scientifici recenti hanno approfondito la relazione tra un'assunzione eccessiva di carnitina e l'aterosclerosi. La parola alla specialista. Una dieta eccessivamente “carnivora” e l'uso di integratori di carnitina per potenziare muscoli potrebbero mettere a rischio le arterie, aumentando il rischio di aterosclerosi, anticamera di malattie vascolari gravi come ictus e infarto. Alla base del possibile danno c'è un «complicato processo metabolico – spiega la dottoressa Lidia Rota, responsabile del Centro di prevenzione cardiovascolare globale di Humanitas –, che vede come attori i batteri che abitano normalmente il nostro intestino, la carnitina, aminoacido essenziale indispensabile per la "costruzione" di muscoli sani, e una sostanza chiamata TMAO (nitrossido di trimetilamina)». Troppi aminoacidi da palestra: «Gli alimenti che mangiamo, nello stomaco si scompongono trasformandosi in molecole semplici, come gli aminoacidi, mattoni indispensabili per la costruzione e la riparazione di tutte le cellule, incluse quelle che costituiscono i muscoli – ricorda la dottoressa Rota –. È come se dovessimo distruggere un muro per poterne utilizzare i mattoni per costruire e ricostruire continuamente nuovi pezzi di casa». La carnitina è uno di questi aminoacidi “chiave”. È presente nei cibi di origine animale, è molto abbondante nelle carni rosse, ma si trova anche nei beveroni energetici, nelle polveri e nei prodotti usati da chi fa palestra e sport intenso. Ma attenzione: i ricercatori hanno dimostrato che una dieta “carnivora” e un uso prolungato di integratori aumenta la produzione di TMAO, sostanza che «si è dimostrata capace di accelerare il processo di aterosclerosi sulle pareti delle arterie». Le “spie rosse” per il cuore: Livelli alti di carnitina nel sangue corrispondono però ad alti livelli di TMAO, una sostanza che come detto danneggia ossidandole le pareti delle arterie, infiammandole ed esponendole al rischio di trombosi: quindi «a un'aumentata probabilità di andare incontro a malattie cardiovascolari come infarto, ictus, trombosi ed embolia – avvisa la specialista –. I ricercatori hanno dimostrato che chi mangia carne rossa – spiega ancora la specialista – produce TMAO in quantità molto più abbondante rispetto a chi segue un regime alimentare vegetariano o addirittura vegano». Attenzione, però, «a non demonizzare la carnitina, sostanza utile, anzi indispensabile come tutti gli aminoacidi non a caso definiti “ essenziali», sottolinea la dottoressa Rota. Deve vincere, come sempre, il buon senso: chi ha la possibilità di scegliere un'alimentazione varia, ricca di frutta e verdura, di pesce azzurro, povera di sale e di cibi conservati trattati o precotti «non ha bisogno di integratori che favoriscono la rapida, ma evanescente illusione di costruire rapidamente una muscolatura bella a vedersi – dice la specialista –, ma effimera, che si “sgonfierà” non appena gli esercizi e gli integratori saranno finiti, trasformandosi in patetico grasso». Quindi attenzione agli abusi. «La scienza ci fornisce gli strumenti fondamentali per proteggere la nostra salute – conclude la dottoressa –, e spiegazioni sui meccanismi che interferiscono con un buon metabolismo: quando forziamo, la biochimica naturale prima o poi ci punisce». (Salute, Humanitas) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 562 PREVENZIONE E SALUTE INDUMENTI «COMPRESSIVI» E SPORT I calzerotti « da corsa» ( le magliette e quant’altro) non migliorano nè la performance, nè il recupero dopo gli allenamenti. In compenso non sono « dannosi» Per chi fa sport sono di moda, da un po’ di tempo, indumenti “compressivi”: calze, collant, magliette che strizzano i muscoli ritenuti capaci sia di migliorare la performance durante l’ allenamento, sia di favorire il recupero a fine esercizio. Effetti reali o potenza del marketing ( e dei desideri degli sportivi)? La ragione per indossare indumenti di questo tipo sembra abbastanza logica. Effetti «desiderati» Questo tipo di abbigliamento potrebbe infatti incrementare la circolazione sanguigna e, di conseguenza, l’ossigenazione dei tessuti migliorando le performance sportive. Inoltre calze di questo tipo potrebbero , in teoria, migliorare la «propriocettività» e cioè la capacità di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio migliorando, l’efficienza del movimento e riducendo il numero di muscoli da attivare, rendendo, quindi, gli esercizi meno faticosi. E non è finita qui: questo tipo di abbigliamento potrebbe «strizzare» i muscoli, esattamente come fa un massaggio manuale, riducendo l’indolenzimento dopo l’allenamento e favorendo l’eliminazione delle tossine accumulate nei muscoli dallo sforzo muscolare. Ma se studi precedenti avevano attribuito a calzerotti e magliette compressive qualche effetto, ora un nuovo studio, pubblicato sull’International Journal of Sports Physiology and Performace (ripreso anche dal New York Times) arriva a disilludere gli sportivi. La ricerca americana Nello studio, condotto all’Indiana University, si è invitato un gruppo di uomini, atleti abituati a competizioni su lunghe distanze, a fare il loro solito percorso, incrementando progressivamente l’ andatura,  indossando maschere per valutare l’introito di ossigeno e altre variabili e strumenti per misurare il passo. Successivamente agli stessi atleti è stato chiesto di fare il medesimo tipo di allenamento indossando calze compressive. RISULTATO: non sono state rilevate differenze nè a livello di efficienza sportiva, né rispetto ai parametri biochimici. Quello che resta comunque certo è che è l’attività fisica in se stessa ad aumentare , e di molto, il flusso di sangue ai muscoli a termine esercizio. A «libera scelta» Una buona notizia c’è per gli amanti di questi indumenti : almeno non fanno male, a patto di indossarli correttamente. Quindi , il consiglio degli esperti é: indossateli pure se vi attirano, mal che vada avrete perso solo una quarantina di dollari. (Salute, Corriere)

Formati farmaDAY

  • farmaDAY PDF
  • farmaDAY iBooks
 

 

 

ORDINE DEI FARMACISTI DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

Sede via Toledo, 156 - 80132 - Napoli

Tel. 081 5510648 - Fax. 081 5520961

email: info@ordinefarmacistinapoli.it

pec: ordinefarmacistina@pec.fofi.it

C.F. 00813000635

 

 

Privacy Note Legali FAQ URP Elenco siti tematici

Italian Arabic Chinese (Traditional) Danish English French German Greek Hungarian Irish Japanese Portuguese Russian Spanish Swedish Turkish Welsh
986441

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo