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FARMADAY
– ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III –Numero
37
SCIENZEE SALUTE
"NONÈCANCEROGENA"COSÌ LARICERCA SMENTISCE I
FALSIMITI SULLAPILLOLA
In Italia sono ancora poche le donne che la usano. Sul suo conto se ne dicono e
sentonodi ogni genere. Che facciavenire il cancro eanche la cellulite. Che riduca la
fertilità e perfino il desiderio sessuale. Che vada interrotta ogni tanto e che non
vadapresaprimadei 20anni. Tutti limiti e rischi che lapillolaanticoncezionale, in
realtà, nonha.
Così, per cancellare la lunga serie di falsi miti, si èmossa inmodo deciso la
Società Italiana della Contraccezione
. Con un decalogo, che ad ogni
«leggenda» sul contodellapillola contrappone la ragionedei dati scientifici.
Ad essere ribaltati dai più recenti studi in materia sono prima di tutto i
presunti effetti cancerogeni. Non solo non ci sono prove che la pillola
provochi il cancro, ma
i dati la indicano come principale strumento per la
prevenzione del tumore dell'ovaio
: quello più ostico e letale, difficile da
diagnosticare in tempoe con tassi di sopravvivenzabassi.
«Amostrarlo sono studi su larga scala, pubblicati sul "
BritishMedical Journal
"».
«
Per il tumore dell'ovaio la pillola rappresenta uno dei pochi fattori di protezione
:
dimezza il rischio
relativoedèparticolarmenteefficace sevieneassunta inmodoprolungatoe continuo
. Non soltanto:
l'effetto protettivo degli estro -progestinici resta valido anche 20 anni dopo l'interruzione, proprio
nell'etàpiùa rischioper questo tumore
». A confermare tuttoquestoè ancheuna corposameta-analisi
che incrociava 45 studi epidemiologici , pubblicatanel 2008 sulla rivista«
Lancet
» .
«Secondoquella ricerca, il rischiodi contrarre il tumoredell'ovaio si riducedel 20%ogni cinque anni di
utilizzo della pillola. Dalla pubertà in poi non c'è invece motivo di attendere
: il contraccettivo orale
non interferisce né sulla crescita né sul metabolismo
. Anzi, può essere un alleato prezioso per un'età
a rischiodal puntodi vistadei comportamenti sessuali».
Tra lepreoccupazioni ricorrenti riguardoallapillola, tuttavia, non tutte sono fasulle.
Èvero che
il contraccettivooraleaumenta il rischio trombosi
,
quindi di coaguloagli arti inferiori
.
«Ma è un rischio che va ridimensionato», sottolinea Annibale Volpe, past-president della Società della
Contraccezione. «
L'incidenza normale della trombosi è di due donne ogni 10mila
. Quella tra chi
prende la pillola oscilla tra i cinque e i 12 casi ogni 10mila. Siamo su cifre ancoramolto basse, cinque-
sei volte inferiori aquelle che riguardano ledonne ingravidanza.
In compenso
lapillola èefficace come cura
- e in futuro forse comeprevenzione -
per l'endometriosi
,
unapatologia che colpisceunadonna su10, tremilioni solo in Italia».
Nel nostro Paese, però, a usare la pillola come contraccettivo è solo il
16,2% delle donne
. Numeri in
linea con quelli degli Usa, ma al di sotto della media europea del 21,4% e di Paesi come Germania
(52,6%) e Francia (41,5%).
Sugli
effetti collaterali bisogna poi fare chiarezza e dire che la pillola nonmodifica il metabolismo dei
grassi,
in ogni caso si può rimediare con l'aiuto del medico, scegliendo il tipo più adatto alle proprie
esigenze. Ormai sonomolte le pillolenaturali». «
Trauna visitaginecologica e l'altra passanoanche 18
mesi: inmezzo c'è il rischiodi caderenella trappoladelladisinformazione
».
Allo stessomodo sgomberare il campo dai timori ingiustificati sulla pillola è prima di tutto un passo
culturale. «
L'obiettivo
-
dev'essere quello di portare le donne nella condizione di scegliere ed essere
protagonistedellapropria sessualità
. Lanostra ricerca sulla salute femminileè continuaeper noi èun
campo importante quanto gli altri settori di cui siamo leader, dalle terapie del dolore alla sclerosi».
(
salute, La Stampa
)