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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
436
SCIENZAESALUTE
NEVRALGIADELTRIGEMINO, UNAFITTALANCINANTE
CHEDURAPOCHISSIMO
Ingenere è interessato soltantoun latodel volto, quasi semprenellaparte centrale
e inferiore
Il dolore è terribile, improvviso, scatenato magari da una
carezza, dal lavarsi i denti, daun soffiod’aria
. Lanevralgiadel
trigemino riguarda 1 persona su 25mila, quasi sempre sopra i
50 anni. «
In circa il 70% dei casi a provocarla è una
compressione del nervo da parte di un’arteria
:
ciò crea un
conflitto con il trigemino, lo irrita, danneggiando la guaina di
mielina che lo riveste e provocando una specie di corto
circuito che produce il dolore
- spiega Angelo Franzini, dir.
Neurochirurgiadell’IstitutoBestadiMilano.
L’unico fattore di rischio noto per la nevralgia del trigemino è la sclerosi multipla, che provoca la
demielinizzazione dei nervi. Esiste una discreta quota di casi in cui non c’è conflitto fra arteria e nervo
néuna sclerosimultipla: si puòpensareaun tumore chepreme sul nervooadaltre cause».
Come si arriva alla diagnosi
?
«Con la raccolta della storia clinica e dei sintomi: il dolore è infatti
caratteristico. Èmolto violento, improvviso e dura pochissimo, per poi ripetersi a distanza di minuti o
ore: undolore cheduramezz’oranonèmai nevralgiadel trigemino.
Inoltre, il dolore è limitato ametà viso e quasi sempre interessa la parte centrale e inferiore del volto.
Con questi segni ci si può già orientare; spesso, poi, viene prescritta una risonanza magnetica per
escludere sclerosimultipla,masse tumorali oaltremalattie.
L’esame può anche verificare la presenza di un conflitto vascolare, ma non sempre riesce a
distinguerlo con certezza».
Quali sono lepossibili terapie
?
: «Durante la crisi si può farebenpoco: le cure servono soprattutto
per prevenire gli attacchi. Il primo passo è la terapia con farmaci e il più efficace è l’antiepilettico
carbamazepina
: vapreso tutti i giorni, iniziando condosi basseeproseguendo finoalla remissione, per
laqualepossono servireanchemesi.
Quando torna la nevralgia, che purtropponon guarisce da sola e anzi tende a peggiorare, provocando
attacchi semprepiù ravvicinati egravi, si incrementa il dosaggio.
I farmaci risolvono circa il 30% dei casi; negli altri, dopo 4-5 anni gli effetti collaterali superano i
benefici e si passaallaneurochirurgia.
In chi hamenodi 70 anni e un conflitto vascolare dimostrato si propone la decompressione vascolare,
intervento attraverso cui si appone un “cuscinetto” sull’arteria per evitare che prema sul trigemino. Il
metodo è risolutivo in circa il 70%dei pazienti; se la nevralgia torna,ma anchenei soggetti più anziani
e nei casi in cui il disturbo non è provocato dalla pressione di un’arteria, si può optare per la
radiochirurgia
, che consiste nell’irradiare il trigemino per provocarvi piccole alterazioni che eliminano
il dolore.
Nel 60-70% dei casi ciò ottiene una remissione temporanea, ma la radiochirurgia non può essere
eseguitapiùdi duevoltenello stesso soggetto.
Nei casi in cui la nevralgia torna a farsi sentire si passa alle procedure percutanee che, con un
palloncinoo il calore, danneggiano il nervo inmodopiùprofondo.
Questi metodi possono essere ripetuti più volte, ma vi si ricorre dopo aver provato tutto il resto,
perchéprovocanounaperditadella sensibilitànella zona innervata». (
Salute, Corriere
)