FarmaDay - Giugno 2014 - page 88

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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
436
PREVENZIONE ESALUTE
LAVITILIGINE: COS’È?COMESI PUÒ INTERVENIRE?
La vitiligine è undisordine acquisitonon infettivo della pigmentazione cutanea, si
manifesta con chiazzedi colorebianco latteoben circoscritte ea superficie liscia.
In corrispondenzadi tali chiazzenon sonopiù identificabili imelanociti preposti alla
produzione di melanina che concorre alla formazione del colorito naturale della
pelle. La patologia interessa entrambi i sessi e non è affatto rara, dal momento che
si presenta in forme più omeno gravi nello 0,5-1% della popolazionemondiale con
problematichepsicosociali rilevanti soprattuttonellepopolazioni di fototipomedioe
scuro, lequali vivono la loro condizione comeun veroeproprio
handicapestetico
.
Anche sepuòmanifestarsi aqualsiasi età, nellametàdei casi la vitiligine insorge tra i 10e i 30anni.
Il fattorepiù importante sembraessere la
familiarità
che si ravvisa in3pazienti su10
conmeccanismi
poligenici oggetto di intensa ricerca in campo genetico. Il sole e i raggi ultravioletti invece non
rivestono un ruolo scatenante; tendono però a rivelare maggiormente la patologia accentuando il
contrasto tra la cute indenne che si pigmentaequella colpita che rimanebianca.
L’estensione e la distribuzione delle chiazze permettono la distinzione in
forme generalizzate
che
colpiscono simmetricamente più distretti cutanei e
forme localizzate
a comparsa in età più giovanile.
Si trattadi unamalattia imprevedibile chepuò restare silenteper anni oavereprogressioni repentine.
Tra le diverse teorie avanzate per spiegare l’insorgenza di vitiligine la più accreditata oggi appare
l’ipotesi autoimmune
sostenutadal fatto che si presenta soventeassociataapatologiedi questa sfera,
più frequentemente quelle tiroidee. Per questo motivo il paziente con vitiligine dovrà eseguire uno
screeninganticorpale
per escluderequestepatologie che, sepresenti, vanno inquadratee curate.
TRATTAMENTO
: deve essere adattato all’estensione della patologia e all’entità del disagio
psicologico
. In linea generale rispondonomeglio i casi di recente insorgenza e le localizzazioni del viso
e del tronco, mentre le chiazze periferiche delle mani e dei piedi e quelle genitali sono meno
responsive. Nelle forme che interessano meno del 10% della superficie cutanea è indicato un
trattamento di tipo locale. Ancora oggi si utilizzano i
corticosteroidi di medio-alta potenza
che sotto
sorveglianzamedica possono essere applicati per 1-2mesi. In alternativa si utilizzano creme a base di
inibitori della calcineurina
come
il tacrolimus
e
pimecrolimus
.
Integratori a base di antiossidanti
contenenti
betacarotene, vitamina C, vitamina E, l-tirosina, l-
cisteina, selenio, rame e zinco
vengono proposti in base alla teoria che il danno ai melanociti venga
indottoda radicali liberi. Possono costituireunelemento coadiuvante,manon risolutivo.
Le formepiùestese invece si trattano conbuoni risultati con la
fototerapia
. Oggi spiccaper efficacia la
fototerapiaUVBabanda stretta
che si basa sulla stimolazionedelle aree colpite con luce visibilea311
nm di lunghezza d’onda (escludendo le lunghezze d’onda più eritemigene) promuovendo così la
ripopolazione da parte dei melanociti provenienti dalla cute sana. L’80% dei pazienti mostra un
miglioramento nei primi 3 mesi di terapia, ma l’arco di tempo per ottenere una ripigmentazione
completapuòanchearrivareadunanno. Si possono trattareanche i bambini dai 6anni di età.
Recentemente per le forme poco estese e di recente insorgenza si utilizzano apparecchiature con
sorgenti di
lucemonocromaticaadEccimeri a308nm (MEL).
Infine per casi molto resistenti si propone il
trattamento chirurgico
con innestodi cute pigmentata
proveniente dal paziente stesso in cute lesionata. Da sottolineare che queste tecniche, impegnative e
difficili, devono essere effettuate da esperti e permettono di trattare lesioni localizzate e non troppo
ampie. Non da dimenticare la pratica del
camouflage
che si avvale di fondotinta altamente specifici in
grado di coprire in maniera perfetta eventuali zone del viso o delle mani. Spesso è l’unico
accorgimentoadottato, soprattuttonei pazienti più restii a sottoporsi a lunghi trattamenti fototerapici.
(
ObiettivoBenessere, Tgcom24
)
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