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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
443
SCIENZAESALUTE
I globuli rossimodificati possono trasportare i farmaci
Una nuova strategia, made in Usa, per veicolare e diffondere le terapie
nell'organismo: modificandone il Dna, gli eritrociti possono legare antibiotici e
altremolecole.
Sono milioni e circolano liberamente nel sangue, raggiungendo ogni organo e distretto del corpo
umano:
perché, quindi, non sfruttarli per diffondere le terapie?
L’intuizione è dei ricercatori delWhitehead Institute for Biomedical
Research di Cambridge, nel Massachussets, che hanno
ingegnerizzato i globuli rossi umani
rendendoli capaci di legare
sulla propria superficie delle molecole diverse da ossigeno e
anidride carbonica, i bagagli normalmente trasportati.
Il vantaggio degli eritrociti è quello di essere numerosi, avere una
vita abbastanza lunga rispetto alle altre cellule ematopoietiche (in
media120giorni) edi essereprivi di nucleo in fasematura.
Ciò significa che ogni modificazione artificiale nel Dna, come inquesto caso l’inserimentodi specifiche
sequenze da parte degli scienziati, viene persa prima che i globuli rossi entrino in circolo, rendendo il
comportamento delle cellule ingegnerizzate controllabile e prevedibile, a prova di spiacevoli sorprese.
Sfruttando queste caratteristiche, il team americano, nello studio pubblicato su
Pnas
,
ha alterato la
strutturadegli eritrociti
, attraverso il loro corredo genetico, inmodo cheesprimessero
un recettoredi
superficie capace di legare farmaci e antibiotici
. «
Dal momento che i globuli rossi umani possono
circolare nel sangue fino a quattromesi, si può prevedere di utilizzarli per introdurre anticorpi specifici
per tossina, creando nell’organismo una riserva immunitaria duratura
». La tecnica, seppure da
implementare e da verificare sotto il profilo della sicurezza, potrebbe essere adottata
anche per
spegnere le infiammazioni
, i cui mediatori sono proprio circolanti nel sangue,
o ‘agganciare’ il
colesterolo
, riducendone il livello complessivo. (
OK, SaluteeBenessere
)
SCOPRIRE ILRISCHIODI IPERTENSIONEDALLASALIVA
Un test del DNA indolore permette di capire se si diventerà ipertesi oppure no, con
alta accuratezza. Da non trascurare, però, lo stile di vita, prima strategia
preventiva.
Il test è un
semplice tampone nel cavo orale
e identifica la predisposizione
geneticaaessere ipertesi, sfruttando il DNAnella saliva.
A disposizione dei pazienti, presso il Centro Diagnostico Italiano di Milano,
arriva anche in Italia, dove
almeno un terzo di uomini e donne
adulte
soffronodi ipertensione, riconosciuto comeunodei principali fattori di rischioper infartoe ictus.
Il test per gli ipertesi è frutto di anni di ricerche internazionali che hanno svelato alcuni geni a capo di
meccanismi
di regolazione della pressione arteriosa,
come gli ormoni che influenzano l’escrezione
renale di sale e acqua (
il sistema renina-angiotensina-aldosterone
) o l’
uromodulina
, una proteina
molto abbondantenelleurine cheè coinvoltanel corretto funzionamentodei reni. Dal DNAèpossibile
capire se una persona presenta una o più varianti di questi ‘geni dell’ipertensione’. L’esame, semplice
e indolore, consente di individuare una predisposizione all’ipertensione, in molti casi su base
famigliare, e può anche essere adottato per stabilire, in chi soffre già di pressione alta,
quale sia la
terapia più efficace
sulle basi del profilo molecolare individuale.
E per chi non risultasse a rischio?
Meglio, comunque, non abbassare la guardia:
l’ipertensione non è solo ‘ereditabile’ ma può essere
fortemente influenzatadallo stiledi vita, sovrappesoe fumo inclusi
. (
OK, SaluteeBenessere
)