FarmaDay - Maggio 2014 - page 124

PAGINA 2
FARMADAY
ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
Numero
421
SCIENZAESALUTE
CINQUEBUONI CONSIGLI PERRIUSCIRE
ANONRIMANDARE I PROPRI IMPEGNI
Escamotage psicologici, supportati da teorie e ricerche, che aiutano chi è
geneticamente incline a procrastinare a smettere di farlo e a svolgere i propri
compiti.
Spesso non basta nemmeno essere diligenti nell’appuntare le cose
da fare sul foglietto e giocare a eliminarle una a una:
procrastinare
infatti
,
lo dice anche una recente ricerca americana, sarebbe
scritto nei nostri geni
. E dunque, per chi viene colpito e irretito
dalla dolce arte del rimandare ogni compito importante all’infinito
o di attendere l’ultimo minuto possibile per compiere un’azione,
non restano che i consigli e gli escamotagepsicologici per vincere la
pigriziadel “farò”e rientrare rapidamentenell’otticadel “faccio”.
Un’intera vita passata a procrastinare
:
La procrastinazione peraltro colpisce non solo i compiti
quotidiani o il lavoro, ma spesso è legata alle decisioni importanti della vita:
decidere di cambiare
lavoro, di provare ad avere un figlio, di chiedere un prestito per acquistare una casa fanno parte dei
grandi temi cheprovocanoa chi rimandaun forte stress
.
Si calcola che questo tipo di procrastinazione colpisca il 20% della popolazione adulta. Anche la
psicologia clinicaha studiatomolto imodi per usciredal tunnel del rimandare.
E tra imolti studi, ecco i
cinque consigli pratici
considerati piùutili per provare a sovvertire la regola e
cambiare il proprio comportamento.
Primo? Semplicemente, iniziare
:
Il segreto sta tutto nel cominciare a svolgere un compito: perché
lamenteumanahapiù facilitàa continuareuna cosagià cominciataeportarlaa termine, piuttosto che
dover affrontareun compitoda zero. E iniziare aiuterebbe anche aplacare l’ansia, innescandodunque
quello che viene definito l’“
effetto Zeigarnik
” (nome di una psicologa degli anni Venti), quello stato di
tensione e di ansia legato a un compito non portato a termine, che se iniziato però innesca un circolo
virtuoso... facendoci venireun irrefrenabiledesideriodi finirequel che si è iniziato.
Secondo, spacchettare il proprio compito
. Il secondo consiglio è quello di suddividere un grosso
impegno in tante parti più facili da affrontare singolarmente e di ragionare portando a termine un
piccolo passo dopo l’altro. Questo semplice escamotage aiuterebbe a ridurre l’ansia e la paura di non
farcela, e il vedere le singoleazioni completate spronerebbe, ancorauna volta, adandareavanti.
Terzo: perdonarsi sempre
:
essere compassionevoli nei confronti dei propri fallimenti nel rispettare i
tempi non è una debolezza, anzi. Perdonarsi aiuterebbe piuttosto a ricominciare e auto-incoraggiarsi
funzionerebbemeglio chepunirsi per quello cheancoranon si è fatto. Lo sostiene una ricercadel 2010
svoltadall’universitàdi
Carleton
,Ottawa, Canada.
Quarto?Cercare lamotivazioneprofonda
. Ladomandaa cui rispondereè: perché lo sto facendo.
Ovvero, trovare una motivazione, anche semplice e banale, al perché desideriamo che il compito
vengaportatoa termine. Scavandoa livellomotivazionale infatti, il compito saràpiù faciledaeseguire.
Quinto, bando a perfezionismo e ansia da fallimento
:
Passare il tempo a dire “sarà tutto
perfetto”, o al contrario a pensare “non riusciròmai perchénon sono in grado” sonodue grandi scogli
mentali al prosieguodi un’azioneprogrammata. Lamente vadunque addomesticata, anche conbanali
movimenti del capo che aiutano -mentre stiamo pensando di non riuscire - a negare quel che stiamo
auto-affermando. Il senso psicologico è quello di “mettere in dubbio i propri dubbi” per azzerare il
pensieroepotersi concentrare, finalmente, sul risultato.
(Salute, Corriere)
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