FarmaDay - Maggio 2014 - page 49

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FARMADAY
– ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III –Numero
408
COMECONVIVERECON ILDIABETE
Negli ultimi dieci anni aumento record (+30%) in particolare nel Sud. Con
screening regolari i pazienti possonoavereunavitanormale
«
Stando ai dati nazionali,
il diabete di tipo 2 è aumentato del 30% circa negli ultimi dieci anni, e
l’aumento è ancor più marcato nelle regioni meridionali. Non c’è da meravigliarsi, perché questa
patologia ha una forte correlazione con gli stili di vita
». A parlare èG. Riccardi, prof. di endocrinologia e
malattiedelmetabolismodell’Univ. Federico II di Napoli. «
Quando si parladi diabete –
dice -
laprima cosa
da chiarire è che si tratta di unamalattia che non si può debellare
.
Possiamo curare i sintomi e tenerla a
bada, ma nessuno può guarire
. Detto questo, si deve distinguere tra
diabete di tipo 1
, quello che un po’
impropriamente si definisce
giovanile
, e il
diabetedi tipo2
.
Diabete di tipo 1
,
rappresenta una piccola parte della popolazione affetta da questa malattia, siamo
nell’ordine di una persona su 10. Il diabete di tipo uno
non dipende da abitudini alimentari, né da
comportamenti individuali, è una forma di diabete che si configura come malattia autoimmune
,
caratterizzata dalla distruzione delle cellule B pancreatiche, che comporta solitamente una assoluta
insulino-deficienza ». Ed è proprio per la continua esigenza di insulina cheper i pazienti affetti da diabete
di tipo 1 la questione centrale è la qualità della vita. Adognimodo, grazie a strumenti sempre più hi-tech,
anche inquesti casi laquotidianitàdeimalati èormai quasi del tuttonormale.
Diabete di tipo 2
,
«Diverso—è il caso del diabete di tipo 2. Si tratta infatti di una
forma fortemente
condizionatadal cambiamento che si è registratonellenostreabitudini negli ultimi dieci anni
. Nei paesi più
sviluppati è ormai frequente una sorta di sovralimentazione, dovuta a un consumismo sfrenato e
all’impiego nell’industria alimentare di prodotti raffinati.
Si pensi allo zucchero, ma anche alla farina
bianca, ai grassi animali e così via
. Gli alimenti che assumiamo sono altamente assimilabili e dunque
creanoproblemi di sovrappesoodi obesità. Tanto chenelle grandimetropoli unadulto suduepesapiùdel
dovuto». E in fattodi diabete, sovrappesoequivalea fattoredi rischio«elevato».
Maquali sono le complicanze chepossonodiscenderedaquestamalattia?
«
Si tratta soprattuttodi problemi cardiovascolari: chi ha il diabete è espostoaun rischiodi infartoodi ictus
che può essere due oaddirittura tre volte superiore allamedia
. Il diabete è tra le prime cause dimorte per
complicanze del sistema circolatorio, ma anche prima causa di dialisi (visto che compromette la
funzionalitàdei reni),
di cecitàacquisitaedi amputazioni
».
Tuttavia, non esiste una cura. «In senso stretto no—ma questo non deve indurre a credere che essere
malati di diabete equivalga a una condanna senza appello. Anzi.
Grazie alle innovative terapie oggi
disponibili siamo perfettamente in grado di mantenere un giusto equilibrio glicemico nell’arco della
giornata evitando così le complicanze nella maggior parte dei pazienti
. Però, se queste dovessero
svilupparsi, è importante diagnosticarle in tempo utile, quandonon ci sono ancoramanifestazioni cliniche,
per trattarleprima chegenerinodanni irreversibili all’organismo».
Contro il diabete è possibile agire in modo preventivo?
«
È fondamentale riuscire a scoprire
precocemente l’insorgere della malattia misurando, dopo i quarant’anni, la glicemia a digiuno una volta
l’anno
. Nelle persone con diabete è necessario non solo tenere sotto controllo la glicemia ma anche
programmare lo screening annuale delle complicanze presso i centri di diabetologia ». Una realtà dalla
quale però siamo ancoramolto lontani, si pensi che in fattodi screening in Italia vengonodiagnosticati per
tempo solo il 20% dei problemi agli arti inferiori, il 30% di quelli al rene e il 40% alla retina. Con l’ovvio
risultato che molti pazienti finiscono per perdere la propria indipendenza, magari legati a vita a una
macchinaper ladialisi. «
Èuna condizione folle—perché si trattadi pazienti ai quali siamoperfettamente in
gradodi assicurareuna vitanormale, non soloper duratamaancheper qualità
.
Purtroppo, specialmente per il diabete tipo 2, spesso se ne sottovaluta l’insidiosità trascurando quelle
misure che aiutano a prevenire i seri problemi legati allo sviluppo delle complicanze:
piccoli cambiamenti
nello stiledi vita, controlloattentodellaglicemia, screeningdelle complicanze
». (
CorrieredelMezzogiorno
)
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