FarmaDay - Maggio 2014 - page 89

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FARMADAY
ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
Numero
415
PREVENZIONEESALUTE
SE ILCUOREFUNZIONAMEGLIO
ÈANCHEQUESTIONEDIDIETA
Un’alimentazione con un limitato apporto di sale
aiuterebbea renderemeno rigido epiù efficiente
La funzionalità del cuore potrebbemigliorare anche grazie a quello che si mette nel piatto
. La dieta
DASH, acronimo di
Dietary Approaches to Stop Hypertension
, un regime alimentare appositamente
studiato dall’Istituto di Sanità statunitense per contrastare l’ipertensione, non sarebbe utile solo a chi
ha la pressione alta, ma anche a chi soffre di insufficienza cardiaca. Lo hanno affermato alcuni
ricercatori statunitensi inuno studiopubblicato sulla rivista
Circulation:Heart Failure
.
Lo studio
.
Un’equipe di cardiologi dell’Università del Michigan, ha sperimentato la dieta DASH in 13
pazienti tra i 60e i 70anni di età con insufficienza cardiacadiastolica, condizione in cui il cuorediventa
rigidoenonèpiù ingradodi pompareabbastanza sangue.
Per tre settimane i partecipanti allo studio hanno consumato solo pasti preparati secondo i dettami
delladietaDASH.
Risultati:
I ricercatori hanno poi controllato la loro pressione arteriosa nell’arco delle 24 ore e,
tramite ecocardiografia, la funzionalità del loro cuore. «Grazie al cambio di alimentazione - spiega
Hummel -, abbiamo
riscontrato nei pazienti una riduzione della pressione paragonabile a quella che si
sarebbe potuta ottenere con una terapia farmacologica e abbiamo anche rilevato un miglioramento
nel rilassamento del ventricolo
». Il tutto si traduceva poi in una camera cardiacameno rigida e quindi
piùefficientenel pompare il sangue in circolo.
Meno sale
:
In cosa consiste però la dieta in questione?
Si tratta di un tipo di alimentazione che
predilige alimenti ricchi in potassio, magnesio, calcio e in cibi con caratteristiche antiossidanti, ma
soprattutto ladietaDASH limita l’apportodi sale, equindi di sodio, che vieneassuntodurante i pa
sti.
InparticolareHummel e colleghi hanno fattopreparare, per i loropazienti, pasti chenon contenessero
più di 1.150mg di sodio come totale giornaliero, una quantità decisamente inferiore a quella che un
americanomedioassumequotidianamente che si aggira intornoai 3.300-4.200mg.
«
Diminuire la dose di sodio - permette di limitare l’accumulo di liquidi che costringerebbe il cuore a
lavorare di più, rendendolo più rigido e meno efficiente nel trasferire il sangue al sistema vascolare,
disturbo tipicodi chi soffredi insufficienza cardiacadiastolica
».
Vivamente raccomandato è il consumo di frutta e verdura, meglio se fresche, latticini magri, riso e
cereali, mentre andrebbe limitato quello dei grassi, prediligendo comunque quelli insaturi rispetto a
quelli saturi.
Cuore insufficiente
:
«Il nostro studio - conclude il cardiologo -mostra come
la dieta possa avere un
ruolo importante nel contrastare il progredire dell’insufficienza cardiaca, ruolo che andrà
confermato inaltre ricerche conpiùpazienti seguiti per unperiododi tempopiù lungo
».
Nel frattempo un’alimentazione che eviti al muscolo cardiaco un sovraccarico di lavoro, secondo gli
esperti, nonpuò che far beneaun cuoregià inaffanno.
I pazienti con
insufficienza cardiaca diastolica
rappresentano circa la metà di quanti soffrono di un
insufficienzadelmuscolo cardiaco.
A parte l’uso di diuretici per eliminare l’accumulo di liquidi e di qualche altro farmaco, non esiste una
terapia standard per curare il disturbo. Un aiuto in più per migliorare la capacità di contrazione del
cuoree la suaefficienzanell’immettere sanguenel sistema vascolarepotrebbedunquearrivaredauna
giustadieta, apattoperòdi decidere sempre conunmedicoqualsiasi cambiamentodel proprio regime
alimentare.
(Salute, Corriere)
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