FarmaDay - Maggio 2014 - page 83

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FARMADAY
ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
Numero
414
SCIENZAESALUTE
PROTONI E IONI CARBONIOPOSSONO
DISTRUGGERE ITUMORI PIÙDIFFICILI
Una «potenza» liberata solamente a destinazione raggiunta. I bersagli per ora
sono soprattutto cervello, testa, collo, fegato, pancreas, retto
Circa 100mila persone malate di cancro sono state curare
finora, in tutto ilmondo, con i
protoni
.
Altre 12mila, soprattutto in Giappone e Germania, con
ioni
carbonio
. È la frontiera più avanzata della
radioterapia
che,
invece di usare i raggi X per distruggere le cellule cancerose,
sfrutta particelle subatomiche, quelle che compongono gli
atomi
(leunitàdi basedellamateria).
Queste particelle vengono prodotte e accelerate, grazie a
speciali apparecchiature (
sincrotroni
), fino a raggiungere il 70%
della velocità della luce e, una volta veicolate sul tumore, lo
distruggono.
La radioterapia è da sempre uno dei capisaldi della cura dei tumori
, ma con alcuni limiti:
certe aree del tumore possono risultare resistenti e i raggi X possono danneggiare i tessuti sani
circostanti
. Questi danni collaterali sono stati ridotti grazie ai progressi nella radiologia oncologica
come, per es., la possibilità di indirizzare i raggi sul tumore da differenti angolazioni e di variarne
l’intensità. Tutto questo, però, non è sufficiente.
Ecco allora l’idea di sfruttare particelle subatomiche
accelerate che vengono indirizzate sul tumore e liberano la loro energia quando sono arrivate a
destinazione, alterando il Dnadelle cellule cancerose
.
Gli ioni carbonio vengono utilizzati soprattutto in due centri: in Germania all’Heidelberg Ion-beam
TherapyCenter (Hit) e inGiapponeal National Instituteof Radiological Sciences (Nirs) aChiba.
AHeidelberg i medici hanno ottenuto buoni risultati nella
cura dei tumori del cervello
,
della base del
cranio e della testa e del collo
. E hanno cominciato a trattare anche
neoplasie del fegato e del
pancreas, recidivedi tumori rettali edellaprostatae tumori ossei nei bambini
. Normalmenteper questi
ultimi vengono usati i protoni, ma sta cominciando una sperimentazione clinica che ha l’obiettivo di
valutare l’efficacia degli ioni carbonio proprio nei tumori pediatrici. Non solo. I tedeschi usano un
approccio chiamato
raster scanning
(scanner a reticolo) che permette di indirizzare diversi tipi di ioni
accelerati e condiversa intensità inmododa colpire tutta l’area tumorale conestremaprecisione.
Oltre ai protoni e agli ioni carbonio, infatti, i ricercatori stanno cercando
di sfruttare altre
specie di ioni, come quelli dell’ossigeno e dell’elio. Questo perché quanto più uno ione è pesante,
tanto più mantiene la sua traiettoria quando attraversa i tessuti e ha più probabilità di raggiungere
tumori solidi profondi comequellodellaprostata, per es..
Anche inGiappone stanno ampliando la gamma delle neoplasie da trattare con ioni carbonio e stanno
sperimentando questa tecnica in quello del retto.
Quando una persona con un tumore del retto viene
operata, puòandare incontroauna recidivadellamalattia in circa il 15%dei casi nel girodi 3-4anni
.
Aquestopunto si può intervenireancora con la chirurgia,ma solonel 10-40%dei casi.
Quando, invece, questi tumori sono trattati con ioni carbonio, solo il 10% dei malati va incontro a
recidiva rispetto al 30-70% di quelli che si sottopongono alla radioterapia convenzionale con i raggi X.
Un’altra sperimentazione, sempre giapponese, sta valutando la
combinazione di chemioterapia e ioni
carbonio nel trattamento del tumore al pancreas inoperabile e una radioterapia pre-operatoria
,
sempre con ioni carbonio, in casodi tumori pancreatici da inviarepoi al chirurgo
. (
Salute, Corriere
)
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