FarmaDay - Maggio 2014 - page 95

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FARMADAY
– ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III –Numero
416
PREVENZIONEESALUTE
DUECAFFÈALGIORNOCOMBATTONO
LACIRROSI EPATICA
L'effetto èperòvalido solonei casi nonassociati al virusdell'epatite
Berealmenodue tazzedi
caffè
al giornoprotegge il fegatodalla
cirrosi
di originenonvirale.
A svelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista
Hepatology
da un
gruppo di ricercatori coordinato daWoonͲPuay Koh dellaNational
University di Singapore, secondo cui
il rischio di morire a causa di
una cirrosi non associata a infezioni virali può diminuire ben del
66%
.
I ricercatori hanno analizzato i dati riguardanti l'alimentazione, lo
stile di vita e la storia medica di più di 63 mila cinesi residenti a
Singaporedi età compresa fra i 45e i 74anni.
Ne è emerso che
i consumatori di caffè hanno una probabilità
inferiore a causa di una cirrosi associata ad epatiti di origine non
virale, come quelle derivanti da una steatosi epatica non alcolica
.
Non è invece stata rilevata alcuna associazione tra il consumo di
caffèe lamortalitàper cirrosi associateall'epatiteB.
Questi risultati
– ha sottolineato Koh –
risolvono l'apparente
conflitto fra i risultati sull'effetto del caffè sulla mortalità per
cirrosi epaticaottenuti da studi occidentali easiatici.
I nostri studi – ha precisato il ricercatore –
suggeriscono chementre i benefici del caffè possono essere
meno evidenti nella popolazione asiatica laddove l'epatite B cronica di origine virale è attualmente
predominante
–ha spiegatoKoh– il loro ruolodovrebbe cambiaredalmomento incui l'incidenzadella
cirrosi associata all'epatite non virale è atteso aumentare in queste regioni insieme all'aumento della
ricchezzaedegli stili di vitaoccidentalizzati nelle fascepiùgiovani della loropopolazione.
(
Salute, Sole24ore
)
TROPPI COLORANTINEI CIBI INDUSTRIALI,
SOPRATTUTTOINQUELLI PERIBAMBINI
Molti cibi industriali come cereali per laprima colazione - speciequelli destinati ai
piùpiccoli, dolciumi, ghiaccioli,maanche scatolame contengonodiversi coloranti,
moltopiùdi quanto il consumatorepossa sospettare.
È quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista
Clinical
. Di recente la stessa ricercatrice ha
pubblicatounanalogo studio sullebibite.
I coloranti che possono dare
reazioni allergiche
e che in alcuni
studi sono stati anche associati a sintomi come iperattività e
deconcentrazione, sono usati soprattutto per rendere il
prodotto più appetibile e più attraente
, specie quando è
indirizzato ai più piccoli. Non a caso proprio alcuni tipi più
famosi di cereali per bambini sono risultatimolto«ricchi»di vari
tipi di coloranti, finoa41mgdi uncertocoloranteper porzione.
I
cibi più “colorati”
(pensiamo solo a caramelle e ghiaccioli), sono ovviamente anche i meno
nutrienti e insalubri per i bambini, unmotivo ulteriore per orientarne al meglio la scelta alimentare
versoprodotti piùnaturali econmenoadditivi. (
Salute, SecoloXIX
)
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