FarmaDay - Luglio 2014 - page 109

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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
461
PREVENZIONEESALUTE
DAVVEROSI PUÒ«PRENDERE»
UNAPOLMONITEANCHE INESTATE?
L’ozono è un potente irritante le cui concentrazioni nel nostro Paese sono in
costante crescita e sono tra lepiùalted’Europa
Un mio familiare, un po’ avanti con gli anni, ha avuto nei
giorni scorsi febbre, peraltro non molto alta, tosse e
soprattutto lamentava di sentirsi stanco e debole. Pensavamo
a una forma di tipo influenzale, ma il medico che l’ha visitato
ha diagnosticato addirittura una polmonite. Ha prescritto,
quindi, una cura di antibiotici e ha raccomandato vivamente
anche un periodo adeguato di convalescenza, senza strapazzi
e imprudenze, una volta terminata la terapia.
Non staràesagerandoaparlaredi polmonite?
Non è una malattia tipica delle stagioni fredde?
Insomma, mi stupisce questa diagnosi in un
periodo che, sepur di tempo variabile, è comunque caratterizzatoda temperatureelevate.
Tutti siamo legati all’idea che i disturbi respiratori
siano più frequenti nei mesi invernali, ma
così non è. Polmoniti e broncopolmoniti imperversano anche d’estate,
complici l’ozono e gli sbalzi di
temperatura
.
L’ozono è un potente irritante
le cui concentrazioni nel nostro Paese sono in costante
crescitae sono tra lepiùalted’Europa, dataanche laposizionegeograficadell’Italia.
Questo inquinante ha un’azione irritante sulle mucose; le più frequentemente interessate sono le
congiuntive e le superfici delle vie aeree superiori
(naso-faringe)
e inferiori
(bronchi). L’esposizione a
elevate concentrazioni di ozono può quindi causare congiuntiviti, riniti e favorire l’insorgenza di
bronchiti epolmoniti, oltreaaggravare i casi di asmabronchiale.
Ma anche in assenza di alte concentrazioni di questo gas le polmoniti d’estate sonomolte. Si possono
presentare cono senza febbre, talvolta l’unico sintomopuò essere una stanchezza profonda, spesso è
presenteancheuna tosse chepuòessere seccae irritativaoproduttiva con catarropurulento.
Lo
sfebbramento avviene dopo 48-72 ore
dall’inizio della
terapia antibiotica
, ma la tosse può
persisteremoltopiùa lungoe così anche la stanchezza, che richiedeun certoperiododi convalescenza
per scomparire del tutto. La stragrande maggioranza delle terapie antibiotiche sono empiriche,
non
basate su riscontri microbiologici
, d’altra parte il riconoscimentodell’agente eziologicodelle polmoniti
avviene solo in una percentuale molto limitata di casi. Non infrequentemente, di questi tempi, si
possono registrare casi di polmoniti da germi cosiddetti
atipici
, come la
Chlamydia pneumoniae
o il
Mycoplasma
, contro i quali sono efficaci solo alcune categorie di antibiotici, come i
macrolidi, le
tetraciclinee i fluorchinolonici
, e chepossonodeterminare il fallimentodi unprimo ciclodi antibiotici
di altro tipo.
Febbre e temperature esterne elevate
possono causare disidratazione e peggiorare le condizioni
del paziente, soprattutto se anzianoo seportatore anchedi altri disturbi. Le terapie già in corso, come
farmaci per la pressione o cardiologici, andranno rimodulate tenendo conto della nuova situazione
clinica. Non sempre è necessario ricorrere a grandi accertamenti per curare una polmonite,
soprattutto se è di limitata estensione e in un paziente altrimenti sano:
la visita clinica e
l’auscultazione sono infatti di grande importanza
e possono inmolti casi aiutare a evitare esposizioni
radiologiche eccessive. La stragrandemaggioranza delle polmoniti guariscono perfettamente e senza
lasciare esiti, bisogna però non sottovalutare la situazione e concedersi un adeguato tempo di terapia
edi convalescenza, anche sequesto, inestate, rischiadi rovinare i progetti di vacanza;maprima viene
la salute. (
Salute, Corriere
)
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