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FARMADAY
– ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III –Numero
455
TUMORIDELCOLON: LADIETACOMEPREVENZIONE
Scoperta nei topi la causa del tumore del colon familiare: per prevenirlo forse
basterà ridurredrasticamentenelladieta i carboidrati, cioè zuccheri eamidi.
Si sa che il
tumore al colon
può avere una
predisposizione genetica
: può insorgere con maggiore
frequenza in chi ha consanguinei con lo stesso tumore.
Ma perché il tumore insorge in alcuni soggetti
geneticamentepredisposti enon inaltri?
Qual è la
concausanongenetica
?
Qui i ricercatori si dividono: alcuni davano la colpa al
microbioma
dell'intestino
, cioè la popolazione di batteri che lo colonizza; altri
allo stile di vita e, in particolare, all'
alimentazione
. Bene, hanno
ragioneentrambi, scrive
AlbertoMartin
, immunologodell'Univ. di Toronto, sulla rivista scientifica
Cell
:
l'ennesima confermadella continua interazione fra genetica e ambiente
. Almeno, questoè ciò succede
nei topi,mammiferi onnivori come l'uomo.
E se gli studi di Martin saranno confermati nell'uomo,
chi teme il tumore al colon avrà finalmente a
disposizionenonuna,madue strategieperprevenirlo
:
¾
ridurre laquotadi carboidrati nell'alimentazione (zucchero, amidi eccetera)
¾
selezionareaccuratamente i batteri che vivononel suo intestino.
Dallamucosanormaleal tumore
: Èqui che entrano ingioco i batteri e i carboidrati.
Per individuare le loro responsabilitàMartin ha usato topi predisposti al tumore perchèportatori delle
stessemutazioni cheaffliggono l'uomo
.
Li ha prima trattati con alte dosi di un cocktail di antibiotici (
ampicillina, metronidazolo, neomicina e
vancomicina
) findallagravidanza, riducendo così di 10mila volte i batteri presenti nel loro colon.
Egià conquesto intervento il ricercatoreaveva ottenutodue risultati:
¾
il numerodei polipi, chedi solitoprecorrono l'insorgeredel tumore, si era ridottodi 2-6 volte
¾
i polipi stessi, osservati almicroscopio, eranopiùbenigni del solito
.
Il
metronidazolo
in particolare era l'antibiotico che più influiva sul numero dei polipi senza alterare
troppo l'abbondanza del microbiota, a riprova che non tutti i batteri contribuiscono in ugual misura
allo sviluppodel tumoredel colon.
Questi studi hanno consentitoaMartindi concentrare l'attenzione sulladieta.
Per verificare l'ipotesi,Martinhadiviso induegruppi:
¾
aunohadato la solitadietanellaquale il 58%delle calorie era fornitoda carboidrati;
¾
nelladietadell'altrogruppo laquota calorica fornitadai caroidrati non superava il 7%del totale.
Risultati
: La dieta con pochi carboidrati ha ridotto il numero di polipi in modo analogo a quanto
avevano fatto gli antibiotici, e anch'essa ha agito sul microbiota: pur non alterandone l'abbondanza,
come gli antibiotici, ne ha cambiato la composizione riducendo la presenza dei batteri che
metabolizzano i carboidrati eproduttori di acidobutirrico, come i
Firmicutes
e i
Clostridia
.
E pare che il brutto ceffo di questa storia sia proprio lui, il
butirrato
: quando i ricercatori hanno
somministrato questo acido grasso ai topi trattati con antibiotico, sono aumentati sia la proliferazione
cellulare sia i tumori nel piccolo intestino.
Lo studio sembra dimostrare che il cancerogeno sia il
butirrato
, metabolita prodottodai batteri nella
digestione dei carboidrati, e che proprio lui
induca l'abnorme proliferazione delle cellule nei topi
geneticamentepredisposti al tumoredel colon
. Tanto cheMartin conclude: «
Il nostro studio suggerisce
che sia riducendo i carboidrati della dieta, sia cambiando la composizione della comunità batterica
intestinale si potrebbe ottenere una riduzione del rischio di tumore al colon in chi è ereditariamente
predispostoaquesto tumore
». (
Salute, Focus
)