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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
452
Nel caso in cui il trattamento «
non-operativo
» fallisca, la soluzione è un intervento chirurgico,
che è
mirato a decomprimere il nervo attraverso l’apertura del tetto del tunnel carpale, cioè del legamento
trasverso del carpo
. L’intervento viene eseguito, in anestesia locale, con un’incisione di circa tre
centimetri al palmodellamano, aprendo completamente il canale.
Nei casi, invece, in cui è stata identificatauna causa come l’artrite reumatoideo l’accumulodi sostanze
come l’amiloide tipica dei pazienti dializzati, l’incisione sarà più ampia, perché è necessario eseguire
anche l’asportazionedelleguaine sinoviali infiammatedei tendini.
Dunque, nellamaggior partedei pazienti si
interviene conun interventomini invasivo
. Vaanchedetto
che sonodiventate eccezionali le complicanze, quali una lesione accidentale del nervomediano, e rari
gli ematomi o le infezioni post-chirurgiche.
Alternativa a questa tecnica cosiddetta «aperta» è la
tecnica endoscopica
, chemediante un apposito
strumento seziona il legamento trasverso del carpo decomprimendo il nervo. Anche se non ci sono
grossedifferenze trauna tecnicaapertamini invasivaeuna tecnicaendoscopica.
Dopo l’intervento, il polso viene immobilizzato con una fasciatura di riposo per una settimana,
invitando il paziente a non compiere sforzi per circa tre settimane, durante le quali può essere
migliorato il recupero attraverso una specifica riabilitazione che ha lo scopo di ridurre l’edema e
controllare successivamente, nei casi in cui si verifichi, la correzione delle aderenze cicatriziali, che
limitano lo scorrimento del nervo e del tendine nel suo canale. Ciò che è veramente importante è
identificare correttamente la causa della patologia, e quindi modulare la risposta terapeutica ai fattori
che hanno determinato la sofferenza del nervo, proprio in considerazione della grande frequenza con
cui questa sindrome induce in diagnosi errate, interventi inappropriati o completamente inutili; ma
risolutivi quando tutte leprocedurediagnostichee terapeutiche vengono correttamenteapplicate.
SCIENZAESALUTE
UNAMELAALGIORNOMIGLIORALA
VITASESSUALEDELLEDONNE
Magli esperti consiglianodimangiarla con labuccia
Unamelaal giorno famoltopiù che togliere ilmedicodi torno
. Le
donne che mangiano uno o due "frutti del peccato" quotidianamente hanno una migliore vita
sessuale. Adirloèuno studio condottodai ricercatori dell'
ospedaleSantaChiaradi Trento
cheè stato
pubblicato su
ArchivesofGynecologyandObstetrics
.
La ricerca su centinaiadi italiane
-
E' statamessa sotto esame la vita sessuale di piùdi 700 donne
italiane conun'etàdai 18ai 43anni.
Studio:
Levolontarie sono state separate in
duegruppi:
¾
uno chehamangiatounaoduemeleal giorno
¾
l'altro chenonhaassunto il frutto.
I ricercatori hanno chiesto alledonnedi completareunquestionario
sull'indicedella funzione sessuale
femminile
. Il test hamisurato:
¾
la frequenzadei rapporti, l'orgasmo,
¾
la lubrificazione
¾
la soddisfazione sessuale ingenerale.
Meglio con la buccia
-
I risultati hannomostrato che
un'assunzione quotidiana di mele è associata
a un punteggio più alto nelle pazienti attive sessualmente
. Una delle ragioni sottolineate dai
ricercatori è
l'alto contenuto di antiossidanti e polifenoli che possono stimolare l'afflusso di sangue nei
genitali enella vagina, aumentando l'eccitazione
. Nellabucciadellemele, inoltre, ci sonoaltequantità
di
florizina
, simile a livello strutturale all'ormone sessuale femminile estradiolo, che gioca un ruolo
crucialenella sessualità femminile. (
Salute, Tgcom24
)