FarmaDay - Luglio 2014 - page 29

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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
446
PREVENZIONEESALUTE
LUPUS, ÈPOSSIBILEABBANDONARE
I FARMACI (ALMENOPERUNPO’)
Se lamalattia è stabile, è possibile diminuire le dosi degli immunosoppressori fino
a eliminarli. Inun caso sudue l’«astinenza»dai farmaci duraancheoltre5anni
Esseremalati di
lupus eritematoso sistemico
non ènecessariamenteuna condanna a terapie croniche:
esiste anche la possibilità di poter interrompere i trattamenti,
almeno per un certo periodo, se la patologia è in una fase di
remissione stabile e se si seguono strategie attente per ridurre e
poi eliminare i farmaci
. Lo dimostra uno studio canadese
dell’
European League Against Rheumatism
, secondo cui unpaziente
clinicamente stabile su due può riuscire a sospendere le terapie per
piùdi cinqueanni.
Farmaci immunosoppressori:
Poter abbandonare i farmaci
immunosoppressori almeno per un po’ è un obiettivo importante
per i pazienti con lupus, perché si tratta di terapie pesanti che alla lunga possono comportare un
maggior rischio di infezioni e addirittura di tumori. D’altro canto il lupus è una patologia fortemente
invalidante le cui ricadute comportano febbre, eruzioni cutanee e grossi dolori alle articolazioni, e che
può provocare anche problemi seri come infiammazione ai reni o un coinvolgimento del cuore, dei
polmoni o del cervello; perciò è altrettanto essenziale che la cura sia adeguata e incisiva, soprattutto
nei casi più seri, attraverso cortisonici in alti dosaggi e immunosoppressori come
azatioprina,
metotressatoomofetilmicofenolato
.
L’importanza di una strategia prudente
:
Valutando i dati di tutti i malati in terapia, il ricercatore
ha verificato che circa il 10%dei pazienti in cura con immunosoppressori ha smessodi prenderli;
di questi
¾
il 25%èandato incontroauna “ricaduta” entrodueanni,
¾
l 17%dopodueanni.
«Abbiamo allora studiato le caratteristiche di chi non aveva avuto recidive rispetto a coloro che
avevano dovuto riprendere le cure entro due anni. Chi ha reagito meglio, al momento della
sospensione degli immunosoppressori aveva più raramente gli anticorpi specifici del lupus: li abbiamo
trovati nel 42%dei casi contro il 68%dei pazienti chepoi sonoandati incontroauna ricaduta.
Inoltre, in chi nonha avuto riacutizzazioni la riduzione progressiva dei farmaci è statamediamente più
lenta:
pocomeno di due anni per abbandonare del tutto le terapie contro circa un anno di chi prima o
poi hadovuto tornarea curarsi
».
Tutti questi dati implicano che per poter iniziare un programma di riduzione degli immunosoppressori
finoal completoabbandonodei farmaci bisogna innanzitutto:
¾
essere inuna fase stabiledimalattia, senza sintomi sostanziali;
¾
i risultati dei protocolli di cessazione del trattamento hanno più successo se si cominciano
quando non ci sono anticorpi specifici per il lupus in circolo e se la delicata fase del progressivo
calodelledosi si protraea lungo.
«Se si ègraduali eattenti, unadiscretaquotadi pazienti puòabbandonare i farmaci permolto tempo:
¾
nella nostra esperienza il 70% è ancora libero dalle cure a due anni dalle ultime dosi di
immunosoppressori,
¾
il 49-51%dopo tree cinqueanni
.
Segno che si può stare anche parecchio senza farmaci, se il protocollo per ridurli e poi eliminarli è
condottonei pazienti adatti e con tutte leprecauzioni del caso». (
Salute, Corriere
)
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