FarmaDay - Luglio 2014 - page 25

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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
445
Le tipiche infezioni scatenate dallo
Streptococco agalactiae
nell’uomo sono
polmonite,
meningite, batteriemia, sepsi
, mentre nei neonati può addirittura provocare danni cerebrali gravi
ed in alcuni casi causare anche lamorte. Inoltre, questo patogeno può diventare opportunista nei
soggetti che hanno un sistema immunitario profondamente debilitato come gli anziani, i pazienti
immunodepressi e i soggetti che hanno il diabete o la cirrosi.
Anche lo
Streptococco beta emolitico di gruppo A
può esseremolto temibile per gli adulti.
"Pur essendo un germe molto comune che si trova nel cavo orofaringeo anche senza causare
patologie”, "
può causare complicanze serie specie negli anziani che subiscono interventi di protesi
d’anca o odontoiatrici che possono rappresentare un veicolo di infezione
".
I sintomi.
Mal di gola, arrossamento faringeo, febbre, cefalea, ingrossamento dei linfonodi e,
specie nei bambini, anche vomito, anoressia e dolori addominali
. Sono questi i sintomi principali di
un'infezione da Streptococco Beta emolitico di gruppo A. I pazienti con il batterio dello
streptococco possono avere anche difficoltà a deglutire, con puntini rossi alla base della bocca.
Come si diagnostica
.
"Per capire se è in atto un’infezione da Streptococco si effettua un
esame
colturale su materiale del rinofaringe prelevato mediante un tampone sterile
; il risultato è
disponibile in qualche giorno - dice la professoressa Esposito - , ma oggi ci sono anche dei test
rapidi che in pochi minuti sono in grado di identificare la presenza del germe nel tampone e che
possono essere eseguiti anche dal pediatra".
Il risultato viene considerato attendibile al 99%. Oltre al test rapido è consigliato
l'antibiogramma
- che richiede tempi più lunghi - per verificare a posteriori la giustezza dell'antibiotico utilizzato.
Come si cura.
"Le Linee guida italiane prevedono la prescrizione da parte del pediatra o del
medico di base di una terapia antibiotica per 10 giorni", spiega Esposito. "
L'amoxicillina
è il
farmaco di prima scelta ma si possono somministrare anche le
cefalosporine di seconda
generazione
per 5 giorni".
Circa 24 ore dopo la prima somministrazione, la febbre tende a scendere e il paziente non è più
infetto, nei 2 o 3 giorni successivi lentamente spariscono anche gli altri sintomi. L’infezione, però,
non lascia immunità permanente: è possibile ammalarsi più di una volta.
Più problematico è il
trattamento delle infezioni dello Streptococco pneumoniae
che è diventato
resistente agli antibiotici. "Negli ultimi anni sono stati sviluppati nuovi antibiotici, tra cui
daptomicina e linezolid
, che hanno sviluppato la capacità di aggredire germi gram positivi, tra cui
il Pneumoniae, e che riescono anche a superare il bio-film, cioè quella sorta di patina che si forma
nel puntodell’infezione e che i vecchi antibiotici non riuscivano a penetrare".
Il problema della resistenza
.
Uno dei problemi più gravi che preoccupa la comunità scientifica
è proprio quello della resistenza agli antibiotici sviluppata da alcuni di questi patogeni.
"Lo Streptococco Pneumoniae viene tenuto sotto controllo non tanto perché circola più
frequentemente, ma perché sta diventando resistente anche agli antibiotici di ultima
generazione". "Tra l’altro questo è
l’unico streptococco per cui esiste anche una vaccinazione che
è indicata per soggetti affetti da bronchite cronica e immunodepressi
". Anche l’enterococco sta
diventando resistente persino agli
antibiotici di terzo livello come i carbapenemi
.
Le complicanze
.
"Sono rarissime, ma abbastanza serie. Possono verificarsi
ascessi perintosillari o
retro-faringei
, più raramente ascessi cerebrali o meningite". "Ma uno dei timori maggiori è la
possibilità di insorgenza a distanza di tre settimane della
febbre reumatica che può provocare
cardite
(infezione delle valvole cardiache) o la
glomerulonefrite acuta
, cioè sangue nelle urine, o
anche un’artrite reattiva che, però, non lascia esiti permanenti". Il ceppo streptococco piogene
può provocare anche la scarlattina che è l’unica fra lemalattie esantematiche ad essere provocata
da un batterio. "La scarlattina si può prendere tre volte nella vita, ma a parte il rush cutaneo non
dà complicanze particolari". (
Salute, Repubblica
)
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