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FARMADAY
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ILNOTIZIARIO INTEMPOREALEPER ILFARMACISTA
Anno III
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Numero
447
Consegna dei medicinali senza ricetta
:
La dispensazione dei medicinali senza ricetta è consentita
solo in casi di necessità ed urgenza (D.M. 31.03.2008) e, al di fuori di tali ipotesi, la normativa italiana
prevede specifiche sanzioni per queste condotte.
L’articolo 148 del D. Lgs. 219/2006, infatti, prevede
sanzioni per il farmacista che venda un medicinale
senza lanecessaria ricetta
; inparticolare, è soggettoalla sanzioneamministrativa il farmacista chevende:
¾
unmedicinaleassoggettatoaprescrizione ripetibile senzapresentazionedella ricetta
¾
unmedicinaleassoggettatoaprescrizioneda rinnovare voltaper volta senzapresentazionedella ricetta
.
In taleultimo caso, l’autoritàamministrativa competentepuò inoltreordinare la
chiusuradella farmacia
.
Per quanto riguarda i
medicinali veterinari
, l’art. 108 del D. Lgs. 193/2006, commina una sanzione
amministrativaper chiunque forniscamedicinali veterinari senza lanecessariaprescrizione.
Anticipazione del medicinale e bollini autoadesivi
:
Nella dispensazione dei farmaci a carico del
SSN, si rammenta cheèvietatoanticiparemedicinali soggetti aprescrizionemedica inattesadi riceveredal
paziente la relativa prescrizione. Inoltre,
il bollino autoadesivo deve essere rimosso dalla confezione del
medicinale e apposto sulla relativa prescrizione medica esclusivamente al momento della consegna dello
stesso farmaco al paziente
. Ogni comportamento difforme potrà essere passibile di sanzione disciplinare
da parte del competente Ordine provinciale, ferma restando l’eventuale rilevanza penale del
comportamento illecito. Condottenon conformi alla
normativae scorrettedeontologicamentearrecanoun
gravepregiudizioall’immaginedellaprofessione
. (
Salute, Corriere
)
SCIENZAESALUTE
FARMACI PERLAFERTILITÀSICURI,
NESSUNRISCHIODI CANCRO
Rassicuranti gli esiti di uno studio sumigliaia di donne seguite per 30 anni dopo
essersi sottoposteai trattamenti di preparazionealla fecondazione invitro.
I farmaci ormonali comunemente utilizzati per la stimolazione ovarica durante i
trattamenti anti-infertilità
non aumentano le probabilità di sviluppare un tumore
del seno, dell’ovaio o dell’utero
. È la rassicurante conclusione a cui sono giunti i
ricercatori americani dopo aver analizzato i dati relativi a oltre 12mila donne che
tra il 1965e il 1988 si erano sottopostea trattamenti per stimolare la fertilità.
Lievi rischi legati adalcuni farmaci
.
È noto che i farmaci usati durante leprocedureper favorireuna
gravidanza fanno
salire i livelli dei principali ormoni femminili
, fra cui
estradiolo e progesterone
che si è
scoperto avere un ruolo nello sviluppo di neoplasie del seno, dell’utero e dell’ovaio. Le procedure di
fecondazione in vitro prevedono inmolti casi la somministrazione di
potenti stimolatori dell’ovulazione
con conseguente esposizione delle donne a livelli elevati di estrogeni
: era stato quindi ipotizzato che
queste procedure potessero determinare un aumentato rischio di sviluppare tumori sensibili alle
manipolazioni ormonali, quali quelli mammari o ginecologici. «
Dalla lunga osservazione su queste donne è
emerso un rischio leggermente accresciuto di cancro al seno fra le pazienti che avevano seguito 12 o più
cicli di
clomifene citrato
, il farmaco più usato nell’induzione dellaovulazione finoai primi anni Ottanta
- ha
spiegato Humberto Scoccia, della University of Illinois. Mentre le
gonadotropine
, oggi più comunemente
impiegatenella stimolazioneovarica, non sono stateassociateadalcunpericolo».
Meglio continuare i controlli
:
La somministrazione di ormoni alla donna, parte indispensabile del
percorsomedico per raggiungere la sperata gravidanza, può causare effetti collaterali (per lo più
aumento
di peso, vertigini, nausea, vomito, dolori addominali, nel breve periodo
). Alcuni sono ben noti e ben
controllati, altri -
come il rischio di un tumore
- erano ancora «sotto stretta osservazione» perché «i dati
fino ad oggi disponibili sulla possibile associazione tra fecondazione in vitro e sviluppo di alcune neoplasie
erano controversi - ha detto Scoccia -: alcuni studi mostrano un aumento del rischio, altri una riduzione e
altri ancora nessuna correlazione.Ma visti i molti cambiamenti intercorsi negli anni nei trattamenti contro
l’infertilità e l’aumentonotevole delle fecondazioni in vitro dopo lametà degli anni Ottanta, è importante
che ledonne continuino i controlli loroprescritto con unmonitoraggio adeguato, soprattuttodelle ovaie».
(
Salute, Corriere
)